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Autore: chronophoenix    10/06/2008    7 recensioni
«Vuoi sentirne una? » sempre quel maledetto falso tono naturale.
« Mi farebbe molto piacere » rispose lui nello stesso tono.
Lei fece finta di aprire una pagina a caso, ma in realtà trovò immediatamente la poesia che cercava, in quanto ci aveva infilato un pezzetto di carta per non scordarsela.
« Ascolta » mormorò. « La poesia si chiama Baciami. »
« Baciami » bisbigliò lui. « Sembra interessante ».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baciami

Baciami (più tardi sarà troppo tardi)





Ninfadora Tonks si svegliò con un dubbio, e, quasi a volerglielo ricordare, i capelli passarono dal consueto rosa gomma da masticare a un color argento spruzzato di grigiastro. Sospirando, allungò le gambe, scostando le coperte, e si alzò, stiracchiandosi, nonostante si sentisse più sveglia che mai.

Sorrise alla vista del caos sovrano che regnava in quella stanza, così come in tutto il resto della casa. Lei adorava il disordine, le ricordava continuamente il suo essere così goffa e imbranata, due difetti che lei amava di sé stessa. Dopotutto, sorrise, se fossi una ragazza ordinatissima che strilla appena vede un ricciolo di polvere… beh… non sarei io.

Tutto ad un tratto, mentre con gesti lenti si lavava il viso nel piccolo bagno illuminato dalla luce azzurrina proveniente da fuori, si incupì improvvisamente. Si era appena ricordata che a lui non piaceva poi così tanto il disordine.

Smettila, Tonks, non pensarci, si rimproverò per l’ennesima volta mentre si infilava una maglietta vecchia e si sistemava i jeans, leggermente strappati sul ginocchio sinistro. Quello era il suo giorno libero, e non intendeva sprecarlo rimuginando su di lui. Anzi, stava proprio pensando di sprofondare nella sua poltrona preferita in salotto e di rileggere il libro di poesie di Jacques Prévert che suo padre le aveva regalato per il suo ultimo compleanno. Ted Tonks amava moltissimo la poesia, e aveva trasmesso questa sua passione innata alla figlia. Lei si stupiva sempre quando pensava al modo in cui dei semplici Babbani riuscissero con naturalezza a creare dei pensieri così belli e profondi. Era un potere che andava ben oltre la magia.

Prima di raggiungere il salotto aprì la finestra del bagno e guardò fuori; il cielo era coperto di nuvole che avevano assunto la stessa sfumatura dei suoi capelli. Decisamente era un giorno troppo malinconico per uscire e bighellonare per le strade di Londra sperando di incontrare qualcuno dell’Ordine.

O magari, sperando di incontrare lui.

Dopotutto avevano un discorso in sospeso.

Non capirà, vedrai, si ripetè per la centesima volta con crescente irritazione, anche se tu volessi riportare la sua attenzione su quel dannato argomento.

Non capirà, pensò, perché è uno stupido, dannato, ottuso…

Il campanello.

Il flusso di pensieri venne immediatamente bloccato da quel suono imperioso. Tonks si riscosse con un sussulto. Chi diavolo poteva essere a quell’ora di mattina?

È successo qualcosa, pensò con un brivido, a mamma o a papà, oppure a Harry o… oh mio Dio, e se…

Si slanciò verso la porta e la aprì con tanta foga che, quando vide Remus sulla soglia, la preoccupazione lasciò spazio a un senso crescente di gioia che la fece arrossire, dimentica di tutti i pensieri nefasti che le erano venuti in mente sentendo il suono del campanello.

« Ciao, Tonks » sorrise Remus, leggermente impacciato. Un po’ di rossore gli tinse le guance pallide. « Posso entrare? »

« Prego » rispose lei, ricambiando il sorriso, e si fece da parte mentre lui entrava. Di certo non portava cattive notizie, nonostante apparisse teso come una corda di violino.

« È… è successo qualcosa? » prese parola Tonks, scrutandolo preoccupata, tuttavia sentì uno strano senso di calore invaderla dentro appena lui si girò a guardarla, leggermente sorpreso.

« No… in realtà » annaspò con cura lui alla ricerca delle parole giuste « in realtà volevo parlarti… ecco… di noi. »

Di noi? Sembrava che il cuore stesse per scoppiarle. Di noi?

« Vedi » cominciò Remus senza guardarla « ho capito che stai cercando qualcosa, ma farò di tutto per impedirti di raggiungere il tuo scopo. Capisci i rischi che corriamo, vero? »

« Al cuor non si comanda » replicò lei stancamente. « Come posso pensare che tu non provi la stessa cosa che provo io, scusa? Corriamo dei rischi, lo so, ma a me non importa, Remus! Sono pronta a fare qualsiasi cosa! »

Lupin scosse la testa. Sembrava ancora più stanco di prima. « Non sai quello che dici ».

« A me sembra di saperlo perfettamente, visto che l’ho detto » ribatté lei gelida. Incredibile, aveva covato tante speranze solo nel vederlo lì sulla soglia della propria casa, e adesso cosa le diceva? Le diceva che lui le avrebbe impedito di conquistarlo. Ma era impazzito o cosa?

« Tonks… » si stava guardando le mani, adesso. Faceva di tutto per evitare il suo sguardo. « Ti prego, non avercela con me. Io lo faccio solo per il nostro bene ».

« Remus, non fai il mio bene se mi vieti di amarti » rispose lei « e non fai neanche il tuo, di bene. Corriamo questo rischio, cavolo! Tu sei sempre così misurato, così… così dannatamente mite, perché non vuoi aggiungere un po’ di pepe alla tua vita? »

« Tonks, questo non è un gioco, capisci? Ne va della vita dei nostri familiari, dei nostri amici! »

« Ma se noi stessimo attenti, Remus, stessimo molto attenti, ce la faremmo eccome a proteggerci e a proteggere i nostri familiari e amici! » quel discorso non li stava portando da nessuna parte e lei si sentiva sempre più stanca e ferita. Desiderava solo che lui se ne andasse, ma non riusciva a trovare un modo per dirglielo senza ferire i suoi sentimenti.

Parve comprenderlo anche lui, perché abbassò nuovamente lo sguardo e lo posò sul libro che lei stringeva tra le mani. « A quanto pare ti ho disturbata, scusami » disse « Cosa stavi leggendo, prima che ti interrompessi? »

E lei vide la soluzione così chiara e trasparente davanti a sé che decise di coglierla al volo, anche a costo di dire una bugia.

« Oh » fece la vaga « un libro di poesie d’amore » e cercò di rendere il suo tono più leggero possibile, come se fino ad allora lei e lui avessero sostenuto una garbata conversazione tra amici, e non sui loro sentimenti.

Remus rimase impassibile, e proseguì come se niente fosse. « Ti piace la poesia, eh? »

« Molto » disse lei entusiasta « adoro soprattutto questo autore: Jacques Prévert. Vuoi sentirne una? » sempre quel maledetto falso tono naturale.

« Mi farebbe molto piacere » rispose lui nello stesso tono.

Lei sospirò, tentando di calmarsi. Il cuore le batteva furiosamente in petto. E se qualcosa fosse andato storto?

Fece finta di aprire una pagina a caso, ma in realtà trovò immediatamente la poesia che cercava, in quanto ci aveva infilato un pezzetto di carta per non scordarsela.

« Ascolta » mormorò. « La poesia si chiama Baciami. »

« Baciami » bisbigliò lui. « Sembra interessante ».

« Lo è » rispose lei sulle difensive. « Ascolta, ascolta:

« In un quartiere della ville Lumière

Dove fa sempre buio e manca l’aria

E d’inverno come d’estate è sempre inverno

Lei era sulle scale

Lui accanto a lei e lei accanto a lui

Faceva notte

C’era un odore di zolfo

Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici

E lei gli diceva

È buio qui

Manca l’aria

E d’inverno come d’estate è sempre inverno

Il sole del buon Dio non brilla da noi

Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi

Stringimi tra le braccia

Baciami

Baciami a lungo

Baciami

Più tardi sarà troppo tardi

La nostra vita è ora

Qui si crepa di tutto

Dal caldo e dal freddo

Si gela e si soffoca

Manca l’aria

Se tu smettessi di baciarmi

Credo che morirei soffocata

Hai quindici anni ne ho quindici anch’io

In due ne abbiamo trenta

A trent’anni non si è più ragazzi

Abbiamo l’età per lavorare

Avremo pure il diritto di baciarci

Più tardi sarà troppo tardi

La nostra vita è ora

Baciami! »

Seguì un momento di silenzio imbarazzatissimo. Lei ripose con cura il foglietto di carta tra le pagine e chiuse il libro. Remus si schiarì la gola.

« Molto… molto bella » disse con voce fioca.

« Più che bella » lo corresse lei guardandolo in cagnesco.

Lui alzò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono.

Parve capire.

« Tonks… » mormorò.

« Remus? » domandò lei, tesa, incerta. E se fosse scappato? Se si fosse ritratto? Se il tentativo era stato inutile?

« Come… come diceva, quel passo? La nostra vita è ora? »

« Sì » bisbigliò lei. « Più tardi sarà troppo tardi / La nostra vita è ora / … »

« …Baciami. » concluse lui con uno strano sorriso. « Tonks, ascolta, credo che io… »

« Aspetta! » lo fermò lei. Proprio quello che aveva temuto. « Non… non andare. Un attimo solo, eh? Aspetta ancora cinque minuti. Fammi… fammi compagnia, no? Oggi è il mio giorno libero e… e io sono sola e… »

Remus, per tutta risposta, rise, scuotendo la testa. « Tonks, Tonks, Tonks » la canzonò, guardandola con affetto. « Inventati una scusa più plausibile, no…? Sono sola, fammi compagnia… insomma, lo capirebbe chiunque… »

Lei fece per ribattere, ma lui non gliene diede il tempo. Con uno scatto improvviso le si fece avanti e posò la bocca sulle sue labbra dischiuse, già pronte a dare una rispostaccia.

Improvvisamente qualcosa di gradevole si irradiò dentro di lei. Era una sorta di calda felicità mista a uno dei pensieri più belli che lei avesse mai formulato prima. ‘Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta! Lui è mio, mio, mio!’

Era così bello sentire semplicemente la presenza di Remus, il suo soprabito nero, i capelli ingrigiti, il viso prematuramente invecchiato. Nonostante ciò, le sue labbra restavano fresche, morbide, giovani, e i suoi baci, seppur leggermente inesperti, la facevano rabbrividire.

Quando riuscì finalmente a distaccarsi da lui, vide che sorrideva. « Però, Rem » rise « adesso questo come devo prenderlo, come un avvertimento? »

« Precisamente » rispose lui nello stesso tono ironico, cingendole la vita. « In quanto tu ed io non ci lasceremo mai più ».




Ooooh li amo! *_*

Che dire, spero che questa shottina vi sia piaciuta… a me è proprio piaciuto tanto scriverla! <3 poi insomma, la poesia di Prévert (che è in assoluto il mio poeta preferito) la valorizza molto, io penso! Fatemi sapere! *_*

Baci, chronophoenix.

  
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