Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: ShawnSpenstar    31/01/2014    1 recensioni
Premetto che questa è la mia prima storia in assoluto e non sono un grande scrittore.
La storia è un crossover tra Digimon Adventure (1° e 2° serie) e il film d'animazione Summer Wars. La trama è incentrata sul personaggio di Kenji, protagonista di Summer Wars, e sulla sua avventura con i Digimon.
Ci saranno alcune discrepanze rispetto alla serie originale che specificherò man mano che la storia procede. Inoltre saranno presenti, sin dal prologo, spoiler su "Summer Wars" per coloro che non l'hanno mai visto, quindi per chi desidera vederlo e non ama le anticipazioni consiglio di cercare vedere il film (cosa che consiglio comunque per capire meglio la storia) e poi leggere.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14: Fuori come va?
 
Era lì, davanti al computer, totalmente impotente di fronte a ciò che stava succedendo, terribilmente in colpa per tutte le volte che lo aveva preso in giro o che gli aveva risposto male. E dire che lui invece, eccetto qualche scherzo di cattivo gusto, l'aveva sempre considerata speciale; era stato perfino il primo ragazzo, molto prima di Ken, a dirle che era bella.
E ora lo vedeva li, distrutto dal dolore, mentre il suo piccolo digimon avanzava verso quel dedalo di codici che avrebbe posto fine alla sua esistenza; non sapeva se avesse scelto volontariamente, ma, dato ciò che aveva passato e l'affetto che il suo "fratello" provava per lui, gli sembrava quantomeno improbabile che fosse una sua decisione.
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, avrebbe davvero voluto essere là con loro per aiutarlo a superare la situazione e invece era costretta ad osservare impotente il dolore degli altri.
-Perché? Lui non se lo meritava- pensò, ma purtroppo raramente quando qualcuno viene ucciso c'è una ragione.
Con uno sforzo che in quel momento le apparve sovrumano riuscì a ricacciare indietro le lacrime; se non fosse stata in grado di reprimere il dolore non avrebbe potuto dare un degno ultimo saluto ad un amico che si era sacrificato, non sarebbe nemmeno stata in grado di assistere al suo funerale.
-Forza Yolei, glielo devi!- si disse per farsi forza
Alzò gli occhi verso lo schermo del PC per assistere alla scena: C'era Cherubimon, in fase di smaterializzazione, che parlava e piangeva; c'erano i ragazzi, tutti, chi più chi meno, in stato di profonda disperazione; c'era Gennai visibilmente prostrato dal senso di colpa e c'era infine una figura strana che la ragazza non riuscì a identificare.
"Che… Cherubimon?!" fece una voce lieve alle sue spalle
Improvvisamente la giapponese capì chi era quella figura indefinibile; non era nel computer, era un riflesso.
"M-mary?" replicò la viola voltandosi lentamente
"Zia Yolei" sussurrò la piccola "cosa… sta succedendo… a Cherubimon?"
"Come… c-come sai…"
"Me l'ha detto Willis; è una delle poche cose su cui non mi ha mai detto bugie, mi ha raccontato tutto dei digimon e delle digievoluzioni"
La ragazza osservò la piccola Ford stupita, e pensare che loro invece avevano sempre fatto l'impossibile pur di tenere i loro parenti all'oscuro dell'esistenza dei digimon.
"Ma quindi… è già digievoluto? T-tu s-sapevi che po-poteva farlo?"
"Si!" fece perentoria la bambina "gliel'ha chiesto Willis! Ha detto che non l'aveva più fatto da "quel giorno"… ora che ci penso, non mi ha mai voluto dire di che "giorno" si trattasse"
"E' una storia molto lunga, piccola; se vuoi te la racconto"
Yolei fece sedere la bambina di sette anni sulle sue gambe; improvvisamente ebbe un flash di lei e sua madre nella stessa posizione, sorrise al pensiero e fece per iniziare la lunga storia promessa.
"Yolei" la interruppe la biondina ancor prima che lei potesse iniziare "perché Cherubimon piange"
La giapponese rimase impietrita da quelle parole. Cosa avrebbe dovuto fare ora, le uniche opzioni erano mentire o temporeggiare; diede un altro sguardo al viso della bambina, capì subito che non avrebbe mai trovato la forza di mentirle.
"Non pensarci ora" disse la giovane cercando di sviare il discorso "quando tuo fratello tornerà, ci penserà lui a raccontar…"
"MIO FRATELLO NON MI RACCONTERA' UN BEL NIENTE!!" gridò la piccola con una tale convinzione da spingere Yolei a chiederne il perché.
"Perché lo conosco" fece lei con una voce molto più lieve "perché è una cosa che fa già da cinque anni"
"Cosa?" chiese la giapponese
"Mi dice bugie e finge… pur di non dirmi che papà è morto quasi cinque anni fa" rispose la bimba piangendo
La ventitreenne sentì come se il suo cuore andasse in pezzi; nemmeno Willis gliene aveva mai parlato, anzi probabilmente lo sapeva solo Davis.
"Io non credo che…"
"Lo so… che lo fa solo per proteggermi e vedermi sempre felice" piagnucolò la bambina "ma così si fa del male; quando mi chiama fingendo di essere papà poi si mette a piangere, e io non voglio che lui pianga, io voglio che…"
"Aspetta, cosa hai detto?" sussurrò la maggiore "in che senso "finge di essere papà", cosa vuoi dire?"
"Quello che ho detto" replicò piangente la bambina "per tenere in piedi la sua bugia il fratellone dice che papà è sempre via per lavoro ma ogni tanto mi chiama per rendere la storia più realistica; imita la voce di papà ma gli viene sempre da piangere e a quel punto si capisce che è lui a parlare perché la voce torna ad essere la sua"
A quelle parole la ragazza abbracciò forte la bambina. Dai suoi occhi iniziarono a scendere quelle lacrime che poco prima era riuscita a trattenere; non poteva restare impassibile di fronte ad una storia simile.
"Devi perdonare tuo fratello, piccola" gli fece a bassa voce "lui ha conosciuto la morte quando era ancora molto giovane e ne è rimasto traumatizzato"
"E' la storia lunga di cui parlavi prima?"
"Si! Vuoi che te la racconto?" chiese dolcemente
"Si!" rispose e fece segno a Yolei di iniziare a raccontare.
Partì da quel giorno di tredici anni fa, il giorno che cambiò la vita di Willis Ford. la giapponese raccontò a Mary di Diaboromon e di come la minaccia mortale da lui causata fu sventata anche per merito di suo fratello; passò poi a parlargli di Kokomon e dell'avventura in cui lei, Davis e gli altri ragazzi avevano conosciuto Willis; rivelò alla bambina che tutti i dolori e i sensi di colpa che attanagliavano il fratello a quel tempo non l'avevano mai abbandonato, ma anche che si erano assopiti dopo che era nata lei.
"Davvero?" interruppe la bambina
"Si Mary! Tu sei stata molto importante per lui" continuò Yolei "ma ora, purtroppo, Diaboromon è tornato e tuo fratello, per poter proteggere te e tante altre persone, ha dovuto fare una scelta terribile; ha dovuto sacrificare una parte di se"
"M-ma… i… i digimon n-non m-muoiono mai… vero? M-me l'ha d-detto mio fratello!"
"Lo credevamo anche noi"
Non furono necessarie ulteriori spiegazioni perché Mary intuì immediatamente il significato di quella frase, del resto era la sorella di Willis Ford, l'uomo più geniale mai nato dai tempi di Albert Einstein.
La piccola si strinse ancora di più al corpo della "zia" che per risposta la abbracciò affettuosamente.
"Devi essere fiera di tuo fratello, bambina!" sussurrò la giapponese all'orecchio della biondina "Lui… lui è un eroe"
"Lo so" replicò l'altra
Yolei portò la bambina nella sua camera, la adagiò sul letto e aspettò che si addormentasse; poi chiese a Liz di occuparsi di lei.
"E' successo qualcosa?" domandò preoccupata
"No" replicò la giapponese cercando di non far insospettire l'amica "devo semplicemente lasciarvi per un po', tornerò il più presto possibile"
"Ok!" fece la ragazza del Colorado ormai persuasa
Yolei balbettò un semplice "grazie" in risposta e poi si diresse di nuovo alla postazione; la battaglia finale era già iniziata e anche se i ragazzi sembravano in grado di farcela il suo istinto gli disse di non fidarsi.
"Hawkmon!" esclamò
"A rapporto, Yolei!" replicò il digimon
"Inizia l'upload, raggiungeremo Davis e gli altri"
"Agli ordini"
Yolei osservò il suo digimon mentre scompariva dal suo schermo connesso a Digiworld, poi afferrò il Digivice e DigiTerminal e mandò un'email al fidanzato.
"Trova un computer e raggiungimi in rete con Wormon; P.S. scusa per quella volta che ti ho accusato di avermi tradito, ti amo"
Inviato il messaggio alzò il Digivice verso lo schermo; una luce immensa scaturì da entrambi i dispositivi e abbagliò l'intera stanza.
-Sto arrivando ragazzi, resistete-
 
Izzy mantenne il suo proiettore attivo per tutta la durata del testamento di Cherubimon. Non aveva più pianto dal giorno in cui aveva, finalmente, fatto pace con i fantasmi del suo passato ma ora, di fronte ad una tale scena, era certo che presto o tardi avrebbe ceduto.
"Rendo onore al tuo enorme coraggio, Cherubimon" sussurrò alzando il braccio per mimare un saluto militare
Spostò poi il suo sguardo sui ragazzi addolorati; stavano cercando tutti di farsi forza a vicenda perché il loro compito non era ancora terminato ma gli si leggeva in volto che difficilmente sarebbero riusciti a combattere senza pesi sul cuore.
-Eppure combatteranno lo stesso- si disse Izzy
A quel pensiero, una strana sensazione si fece largo in lui; non poté fare a meno di pensare a quanto fosse una vergogna che lui fosse lì, al sicuro in casa, mentre alcuni dei suoi migliori amici rischiavano la loro vita per proteggere il mondo e i loro cari… e quindi anche lui.
-Mi sento tremendamente sporco- pensò -io… io non ne posso più stare qui, a guardare-
Il rosso si levò dalla sedia della sua postazione, prese il telefono, selezionò dalla rubrica il numero di Joe e premette il pulsante di chiamata; era molto tardi, ma lo avrebbe tirato giù dal letto anche a costo di restare al telefono per ore.
Dopo alcuni squilli a vuoto finalmente il ragazzo dai capelli blu rispose.
"Izzy, cosa c'è? Ma lo sai che ore sono?" fece
"Scusa amico ma è un emergenza, sei vicino alla casa di qualche digiprescelto?" replicò svelto il rosso
"Vediamo un po'… beh, dovrebbe esserci casa di Cody qui vicino!"
"Perfetto, io ora lo chiamo per avvertirlo che stai andando da lui!"
"Aspetta un attimo!" interruppe Joe "Perché sei così teso? Cosa sta succedendo?"
"E' una storia molto lunga… facciamo così, adesso chiamo Cody e gli racconto tutta la storia così, quando tu arrivi a casa sua, ti spiegherà tutto lui; va bene?"
"Si, può andare!"
"Ah, Joe" fece ancora il rosso "portati il Digivice" dopodiché chiuse la chiamata
Muovendo le dita velocemente, cercò il numero di Cody e, dopo che il più giovane ebbe risposto, iniziò a spiegargli la delicata situazione; mentre Izzy finiva di spiegare anche Joe arrivò finalmente a destinazione.
"Sei al telefono con Izzy, giusto? Metti in vivavoce!"
Cody eseguì e i due ragazzi ascoltarono la voce dell'amico che gli spiegava la situazione e gli consigliava sul da farsi.
"Ho già preso contatto con Tentomon, voi ora dovreste accendere un computer e fare lo stesso con Armadillomon e Gomamon"
"Non ti preoccupare" gli replicò Cody "ho già fatto tutto prima"
"Bene! Ora dovrete puntare i vostri Digivice verso lo schermo; i dispositivi cominceranno a reagire e in breve tempo sarete in internet, dopodiché seguite il segnale inviato dagli altri Digivice per raggiungere la sala principale di NEW OZ, io sarò là ad aspettarvi"
"Là dove?" fece una voce di donna alle spalle del rosso
Izzy si irrigidì; ripensandoci non avrebbe dovuto inserire anche lui il vivavoce, ma ormai il danno era fatto.
"Mimi?"
"Si, Izzy! Ora mi vuoi spiegare che sta succedendo!" esclamò la ragazza
"O-ok… dammi solo un secondo"
La ragazza acconsentì e il rosso si rivolse di nuovo ai due al telefono.
"Voi iniziate ad andare" sussurrò "aspettatemi nel posto stabilito, vi raggiungerò il prima possibile"
I due risposero con un semplice "Ok!" poi chiusero la chiamata e fecero come Izzy gli aveva detto. Il rosso invece si voltò verso la sua ragazza; lei lo scrutava con uno sguardo pieno di rabbia, quasi da pazza, che lo fece seriamente preoccupare per la propria incolumità.
"Sentiamo!" fece arrabbiata " dove saresti dovuto andare?!"
Izzy fece un profondo respiro, si avvicinò e abbracciò la giovane; appoggiò poi la testa sulle sue spalle e le sussurrò all'orecchio tutto ciò che finora le aveva nascosto. Mimi ascolto il racconto in silenzio, stretta tra le sue braccia, e, quando il ragazzo ebbe concluso, lo baciò.
"Perché non volevi dirmelo?" chiese
"Non volevo farti preoccupare" fece lui "e poi… avevo paura che, se tu lo avessi scoperto, saresti voluta venire con me"
"Ma io voglio venire con te!" replicò risoluta
"Assolutamente no!"  rispose istintivo "E' troppo pericoloso; potrebbe succederti qualcosa… potrei perderti e io… io non me lo perdonerei mai"
"Non mi perderai!" prosegui la ragazza con lo stesso tono di voce del fidanzato "ma neanche io voglio perderti… io… io ti proteggerò tesoro!"
Izzy non rispose, era troppo stupito da quelle parole. Gli sembrava impossibile che quella ragazza fosse la stessa che, anni prima, a Digiworld si lamentava per ogni cosa e, non poteva negarlo, sentirla così determinata e grintosa la faceva apparire ancora più sexy.
"Va bene amore!" fece lui stringendola ancora più forte "combatteremo insieme, dammi solo qualche secondo"
"Fai pure" disse lei "tanto devo cambiarmi"
In pochi secondi Izzy contattò di nuovo Tentomon e gli chiese di dire anche a Palmon di eseguire l'upload; terminata l'operazione, il rosso prese il Digivice e lui e la fidanzata puntarono i loro dispositivi verso lo schermo del PC.
 
Era ormai più di un ora che Natsuki si trovava in ginocchio davanti allo schermo del computer, eppure a lei sembrava che fossero passati solo pochi secondi. Il suo "tempo vitale" era rimasto praticamente bloccato a quell'istante in cui Kenji l'aveva baciata e coccolata con una passione tale da arrivare molto vicino all'annientare qualunque suo freno inibitorio.
Un rumore la risvegliò dai suoi dolci ricordi riportandola alla realtà; alla fine non era successo niente e il ragazzo era sparito lasciando a lei solo un "perdonami".
-Per cosa ti dovrei perdonare Kenji?- si domandò la ragazza
Osservò di nuovo il computer; per quanto potesse sembrare assurdo il suo ragazzo era li, dentro la rete, in compagnia di altri ragazzi, che la giovane aveva riconosciuto come alcuni degli amici di Izzy conosciuti il giorno dell'intervista, e degli strani esseri. Tra tutti, furono due ad attirare particolarmente la sua attenzione.
-Ci sono anche il fratello di Kari e quel biondino di cui lei è innamorata- pensò -mi sembra assurdo che Kari non ne sappia nulla-
Nonostante l'enorme paura di essere presa per pazza, Natsuki fece alla velocità della luce il numero dell'amica e restò in attesa della risposta; si rendeva conto che avrebbe dovuto chiedere spiegazioni molto prima ma quello che vedeva sullo schermo la inquietava più di qualunque cosa accaduta finora: il suo ragazzo e tutti i suoi amici stavano… piangendo, il tutto di fronte ad un enorme essere che sembrava in decomposizione.
Dopo tre o quattro squilli a vuoto, finalmente la castana rispose al telefono.
"Cosa c'è Natsu?" domandò
"K-Kari, so che probabilmente non mi crederai, non posso dartene torto visto quanto è assurdo ciò che sto per raccontarti, ma ti prego di ascoltarmi!"
"Va bene, ti ascolto" rispose l'altra
"Come posso dirtelo? Sono davanti al computer di Kenji… ma lui non è con me! E'… è entrato all'interno del computer con uno strano oggetto e con lui ci sono alcuni strani esseri oltre che tuo fratello, dei tuoi amici e persino quel ragazzo che ti piace… Takeru mi pare; ti prego dimmi che hai una risposta sensata che spieghi ciò che sto vedendo!"
Dall'alto capo della chiamata non giunse nessuna risposta. Kari era rimasta pietrificata da ciò che aveva appena sentito; non riusciva davvero a capire perché ne Tai ne TK l'avessero avvertita.
"Natsu, calmati!"
"COME DIAVOLO FACCIO A CALMARMI!"
"Essere tesa non ti aiuterà" replicò la castana con più calma possibile
"MA KENJI E' LAGGIU', DA SOLO, CON QUEI MOSTRI… COME POSSO NON ESSERE PREOCCUPATA!"
"Tra quei "mostri" c'è una specie di angelo?"
"Beh… si! Ma tu come lo sai?"
"Ehm, Natsu devi sapere… che c'è una parte della mia vita di cui non ti ho mai parlato, una parte molto importante"
"Potresti parlarmene adesso!"
"Va bene" replicò tranquilla "raggiungimi a casa mia, li ti spiegherò tutto" aggiunse prima di chiudere la conversazione.
Natsuki si cambiò velocemente d'abito, prese una torcia e svegliò Kazuma, Sakuma e zio Wabisuke.
"Zio, io devo andare a casa di Kari" esclamò con voce flebile
"Non posso lasciarti andare, è buio e, se ti succedesse qualcosa, Kenji non me lo perdonerebbe mai… io non me lo perdonerei mai"
"Io devo andare!" rispose più aggressiva "guarda il computer"
Il Jinnouchi si avvicinò con cautela al PC e diede uno sguardo; gli ci volle un po' per mettere a fuoco, più nella sua mente che nei suoi occhi, la situazione, del resto, se gli avessero raccontato qualcosa di simile, non ci avrebbe mai creduto.
"Piccola ma quello è…?"
"Si" fece lei "è proprio Kenji"
L'uomo era sempre più perplesso. Ne aveva vissute di assurdità in quel giorno ma questa le batteva tutte.
"Ma come è possibile che Kenji si trovi all'interno del computer?" domandò "e chi diavolo sono gli altri che sono li con lui"
"Non ne ho idea!" replicò la ragazza "cioè, i ragazzi li conosco, sono amici della mia migliore amica, ma quei mostri non so proprio chi o cosa siano; è per questo che devo andare da Kari, da come me ne ha parlato sembrerebbe saperne qualcosa"
Wabisuke ascoltò la nipote senza staccare gli occhi dallo schermo luminoso del portatile, più osservava con attenzione quei mostri più gli sembrava di averli già visti. Una serie di flash vecchi di anni gli tornarono alla memoria; lui era in America, il giorno prima di una conferenza sulle nuove tecnologie che avrebbe dovuto tenere all'università a cui insegnava, e la televisione stava dando notizie di una strana nebbia che aveva avvolto il quartiere di Odaiba a Tokyo e di apparizioni di mostri e malfunzionamenti di apparecchi elettronici in tutta la zona circondata dalla foschia.
"Va bene" esclamò a bruciapelo "ma permettimi di venire con te"
"Ma mi serve qualcuno che controlli la situazione"
"Nessun problema!" intervenne Sakuma, appena ripresosi dallo stupore di vedere il suo amico d'infanzia sullo schermo del computer quasi fosse il personaggio di un videogioco "ci pensiamo io e Kazuma a tenere d'occhio Kenji e gli altri ragazzi, voi andate pure"
"Confermo!" aggiunse un Kazuma che più che stupito o inquietato dalla situazione sembrava che ne fosse esaltato.
"Grazie!" rispose velocemente Natsuki prima di lanciarsi verso le scale insieme allo zio.
Fortunatamente l'appartamento della famiglia Kamiya distava solo pochi metri da quello affittato da Kenji e Natsuki e così la ragazza e suo zio giunsero a destinazione in pochi minuti; nel frattempo Sakuma li aveva avvisati che Kenji era sceso nel cuore di NEW OZ insieme agli altri ragazzi e a quei mostruosi esseri e che quindi non poteva più seguirli perche la sala del cuore è ad accesso limitato.
"Dobbiamo fare in fretta!" esclamò Natsuki raggiungendo la porta di casa Kamiya
"Avanti Natsu, è aperto!" rispose Kari dopo che la prima ebbe suonato il campanello
I due ospiti entrarono e trovarono Kari seduta sul divano davanti al computer portatile e i suoi genitori nella cucina che preparavano un caffè. La giovane fece cenno all'amica di mandare via i genitori ma lei scosse la testa.
"Non ti preoccupare non c'è nulla che tu non possa dire in nostra presenza" disse ad un certo punto la madre di Kari tendendo la mano "piacere, sono Yuuko Kamiya e lui è mio marito Susumu"
"Piacere mio" replico la ragazza "io sono Natsuki Shinoara e lui è mio zio, Wabisuke Jinnouchi"
"Felice di conoscervi" prosegui Yuuko rivolgendosi poi alla figlia "è lei la nuova digiprescelta?"
"No" fece la giovane Kamiya "il suo fidanzato, Kenji Koiso"
"Scusate" interruppe Natsuki "ma cos'è un digiprescelto?"
A quella domanda i genitori di Kari rivolsero alla ragazza uno sguardo divertito e dolce.
"Preparati cara, perché stai per ascoltare una storia che ha dell'incredibile" fece Susumu e poi aggiunse "a te la parola Kari!"
La ragazza raccontò all'amica e allo zio tutta la storia, cercando di essere il più possibile comprensibile ed esaustiva; terminato il racconto si fermò ad osservare la reazione dei suoi interlocutori.
"Ora vi è chiaro?" domandò la prescelta della luce cercando di risvegliare i due dallo stato di trance in cui erano caduti.
Non ci fu risposta,sia Natsuki che Wabisuke erano troppo sbigottiti da ciò che gli era appena stato narrato; anche loro avevano vissuto un avventura che aveva dell'incredibile, ma combattere insieme a degli esseri viventi digitali per la salvezza della terra e di un mondo parallelo abitato da quegli stessi esseri era tutta un'altra cosa.
"Non vi preoccupate" fece ad un certo punto Yuuko "i primi tempi è sempre uno shock, lo è stato anche per noi ovviamente, ma andando avanti ci farete l'abitudine"
"Anzi, probabilmente lo troverete piacevole" aggiunse Susumu "pensate che noi festeggiamo ogni anno il giorno dell'incontro con una cena a cui partecipano anche i digimon di Kari e Tai, ormai sono parte della nostra famiglia!"
"Già!" prosegui la moglie "e ora anche il tuo fidanzato è diventato un digiprescelto. Sai, dovresti essere orgogliosa di lui; se Tai e Kari sono così autosufficienti è merito soprattutto delle avventure che hanno vissuto a Digiworld! Dove si trova lui in questo momento?"
"E' in rete insieme a vostro figlio e alcuni amici e i… i digimon!"
Improvvisamente i due genitori si rabbuiarono e lanciarono alla figlia uno sguardo colmo di preoccupazione; Natsuki intuì subito che c'era qualcosa sotto e decise che voleva sapere.
"E' già accaduto?" domandò
"Si! E fu una delle battaglie più dure che i ragazzi dovettero affrontare" rispose Yuuko
"Ed è per questo che ora li raggiungerò!" fece perentoria la prescelta della luce "hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile; mamma, papà, vi prego di non discutere e… a-accettare la mia scelta"
"Penso che non ci sia niente che possiamo dire per impedirtelo, vero?" replicò rassegnata e preoccupata Yuuko
"Si!"
La donna abbracciò la figlia bagnando la sua maglietta con le sue lacrime, la strinse per alcuni secondi tra le sue braccia come se non dovesse mai più rivederla e infine la lasciò andare.
"Vai!" gli disse il padre "tuo fratello ha bisogno di te"
Kari si voltò per nascondere le lacrime che a loro volta le rigavano il viso, prese in mano un oggetto rosa e grigio di forma ovale e lo puntò verso il computer.
"Voglio venire anche io!" esclamò d'istinto Natsuki
"Va bene!" replicò veloce la ragazza "prendi il mio Digivice!" disse poi indicando con la testa l'oggetto
"Zio, tu torna a casa e avverti Sakuma e Kazuma… ci rivedremo"
Una grande luce invase la casa e le due ragazze vennero trasportate all'interno della rete.
 
Era sola, nell'appartamento in cui conviveva da ormai quattro anni con il fidanzato, e futuro marito; lui non era tornato a casa quella sera e lei non riusciva a non preoccuparsi, non era da lui perdersi una notte d'amore con lei.
-Forse gli è successo qualcosa- pensò
Si alzò preoccupata dal letto e cercò tra i post-it appesi al frigo dal compagno qualche impegno improrogabile che giustificasse la sua assenza; era un illusione fragile, che impegni può avere un uomo a notte inoltrata? Gliene veniva in mente solo uno ma, per fortuna, era impossibile che si trattasse di quello; lui non era davvero il tipo.
Girò per tutta la casa senza  saperne il perché, forse era solo un modo per scaricare la tensione.
-Magari non c'è motivo di essere così tesi- si disse -è tardi, certo, ma probabilmente è solo rimasto al bar con Matt un po' più del dovuto-
Quel pensiero riuscì impercettibilmente a calmarla; non era mai stata così ansiosa, ma vista la storia che lei e il fidanzato avevano alle spalle era difficile non preoccuparsi se qualcuno spariva senza alcun preavviso e il blackout totale che aveva colpito Tokyo non era certo d'aiuto.
-Perfetto, ora non riesco più a dormire! Quando torna a casa, giuro che gliela faccio pagare-
Si rimise a letto sperando che gli venisse sonno ma si ritrovò in fretta a guardare una fotografia che Tai aveva tirato fuori dal cassetto: era piuttosto vecchia, risaliva al giorno in cui avevano sconfitto MaloMyotismon, e c'era il gruppo al completo; notò immediatamente lo sguardo fintamente felice del suo attuale ragazzo puntato su di lei che invece era abbracciata a Matt.
-Mi dispiace di averti fatto soffrire tesoro-
Sora rimise la fotografia nel primo scomparto della cassettiera, quello che Tai chiamava scherzosamente il "cassetto dei ricordi"; la mano della ragazza appoggiò la foto e iniziò ad esplorare il cassetto, era pieno di cianfrusaglie ma ognuna di esse aveva un perché: il "cadavere" del pallone della loro prima sfida, quella in cui, come ricorda sempre Kari, Sora riuscì per quattro volte a dribblarlo; un foglietto che la ragazza sa essere la prima bozza dell'email che gli mandò in seguito al litigio del fermacapelli; il suo cappello, che regalò al ragazzo il giorno in cui decise di smettere di usarlo; infine i due Digivice.
-Aspetta- pensò Sora mentre esplorava più a fondo -i Digivice dovrebbero essere due, perché qui ce n'è solo uno-
Non fece in tempo ad approfondire il pensiero perché fu risvegliata dallo squillare del telefono.
"Sono Sora, chi parla?"
"Ciao Sora, sono Kari" risponde l'altra con un tono sommesso che non le apparteneva "devo dirti una cosa importante"
La prescelta dell'amore si sentì una violenta stretta al cuore. Le bastava fare due più due, il Digivice di Tai non era nel cassetto e Kari la chiama per "una cosa importante".
"Dov'è?" domandò con una voce colma d'ansia
"In rete, sta combattendo e… e hanno dovuto ricorrere a Omnimon"
"Omnimon? Ma allora è grave!"
"Si, molto probabilmente la situazione è critica; scusa se ti telefono solo adesso ma l'ho scoperto anch'io solo pochi minuti fa e i miei mi hanno detto che dovevo avvertirti"
"Non devi scusarti; ti ringrazio, ciao"
Dopo il saluto di risposta dell'amica, Sora riattaccò il telefono e si diresse al portatile, lo accese rapidamente e prese in mano il suo Digivice; appena acceso notò una nuova mail inviata alcune ore prima dal PC di Matt, era di Tai.
"Cara Sora; ti chiedo di perdonarmi per non averti detto nulla ma è meglio così, se ti avessi spiegato avresti voluto seguirmi e avremmo finito per litigare…"
-Idiota!- sibilò mentalmente la ragazza intenta nella lettura -quando torna ricordati di urlargli che è un idiota-
"… Sei il fuoco che mantiene in vita, quando ti sto vicino mi sento potente come un vulcano che sta per esplodere e mi sembra che non ci sia acqua capace di spegnere il mio spirito ardente…"
-Ma com'è che è tanto ossessionato dal fuoco- pensò sorridendo -però è dolce quando tenta di fare il romantico-
"… purtroppo ho paura che le fiammelle delle candele della mia vita stiano per spegnersi; probabilmente di me resterà la cenere ma sei tu la fenice, non io; io non tornerò…"
-Matt e gli altri dicono sempre che esiste l'effetto Tai, una specie di effetto farfalla per il quale ogni volta che lui scrive una lettera o mail romantica, un bambino piange… sarà per questo che non riesco più trattenere le lacrime-
"… credo che questo sia un addio; vivi felice anche per me. Per sempre tuo, Tai"
Le gocce le scesero dagli occhi con maggior frequenza e la ragazza abbassò lo sguardo, vide il suo Digivice appoggiato alla tastiera e ogni possibile dubbio svanì; contatto velocemente Biyomon e le diede appuntamento in rete, dopodiché puntò il Digivice verso lo schermo e svanì in quell'oceano di luce.
 
Il bianco e il nero erano i colori che caratterizzavano lo scenario virtuale che si stagliava in fronte ai digiprescelti. Non era certamente un caso che si fossero ritrovati tutti li insieme, quasi si fossero messi d'accordo, anzi era l'ennesima prova del legame che unisce i ragazzi ai loro digimon e tra loro.
"Ehi, ma tu sei l'amica di quel ragazzo… Kenji, mi pare" fece ad un certo punto Mimi
"S-si, i-il mio no-nome è Natsuki" replicò l'altra con qualche incertezza
"Beh, benvenuta nel gruppo" gli fece Ken "e se ti sembrerà strano che ti accettino con una tale nonchalance pensa che io, per esempio, sono stato accettato nonostante avessi passato mesi a spacciarmi per "imperatore digimon" e a tiranneggiare gli abitanti"
"Bene ora che ci siamo conosciuti tutti, ci potete spiegare il piano?" domandò Palmon
"E' molto semplice cara" rispose la sua digiprescelta "ora voi digievolverete al vostro massimo livello; Izzy mi ha spiegato la situazione, noi dobbiamo aiutare TK, Davis e gli altri a tenere occupato il nemico mentre Omnimon carica il suo colpo finale"
"Quanto è forte il nostro avversario?" chiese Gomamon
"Molto!" fece Joe a bruciapelo "Sarà di gran lunga il nemico più forte che avremo mai affrontato, ma non dobbiamo scoraggiarci, possiamo farcela; quante volte ci siamo trovati in situazioni drammatiche e ne siamo venuti fuori, questa volta sarà lo stesso"
"Giusto!" esclamò Yolei  "e poi, nel caso non funzioni, ho pronto il piano di riserva"
I digiprescelti la osservarono con sguardo interrogativo.
"Mi servono solo una DeLorean DMC-12, una quantità di plutonio tale da produrre una reazione nucleare da 1,21 gigawatt e un dispositivo chiamato condensatore di flusso; in realtà quest'ultimo sarebbe ancora da inventare ma ci sto lavorando"
Nel tunnel, e poi nella sala centrale di NEW OZ, dove i ragazzi erano appena giunti, scese un silenzio gelido e imbarazzante; gli sguardi dei ragazzi verso Yolei passarono dall'interrogativo allo sconcertato.
"Andiamo!" incitò l'inquisita "Non vi dice niente "Ritorno al futuro"?"
"Mi sa che hai passato troppo tempo con Willis" disse Izzy ironico "forza siamo arrivati, digievolvete e scendiamo dentro la struttura di NEW OZ"
Tutti i digimon raggiunsero i massimi livelli e discesero all'interno del corpo centrale. Si posizionarono proprio sopra la porta d'ingresso del cuore di NEW OZ e si sporsero per osservare bene la situazione.
"Merda!" imprecò Izzy "li ha immobilizzati tutti e si sta preparando a colpire Omnimon"
"Non lo permetterò mai!" gridò Sora partendo all'attacco con tutti i compagni
Si avvicinarono ad alta velocità al campo di battaglia, erano tanto vicini da poter sentire le voci.
"ADDIO…!" esclamò Armageddemon
"NO! LASCIA STARE MIO MARITO, BASTARDO!!!" urlò furiosa la rossa
"… GIORNO DEL GIUDI…"
"AQUILA INCANDESCENTE!"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
"Tutti vogliono viaggiare in prima; l'hostess che c'ha tutto quel che vuoi; tutti quanti con il drink in mano; e sotto come va? Fuori come va?"
E con le parole del Liga, che mi ha dato l'ispirazione per il titolo, siamo arrivati al quattordicesimo capitolo; apro questo spazio ringraziando kymyit per tutte le sue recensioni, spero che questo e gli ultimi due capitoli ti piacciano come ti sono piaciuti i primi.
Venendo al capitolo in se, ammetto che è stato parecchio complicato:
Come avevo promesso il capitolo è molto diverso perché per la prima volta non seguiamo lo svolgersi della vicenda con Kenji come punto di riferimento, ma ci spostiamo su vari personaggi che finora sono stati marginali o sono comunque intervenuti poco.
La difficoltà invece sta nel fatto che spesso e volentieri mi sono trovato a dovermi "immedesimare" in delle ragazze e non è una cosa che mi viene proprio facile. Tanto più che sono sempre più convinto che le ragazze non riuscirò mai a capirle fino in fondo; spero comunque di aver fatto un buon lavoro, magari fatemi sapere quale parte vi è piaciuta di più e quale di meno, e di aver reso giustizia a tutti i personaggi.
Alcune piccole precisazioni, si tratta di curiosità non dovete ricordarle: l'immagine delle candele della vita è presa da un videogioco RPG, ora non ricordo se è "Golden Sun" o in "Final Fantasy" quando viene usata "sentenza", mentre quella della fenice è un riferimento alla linea digievolutiva di Biyomon che infatti ha come livello mega (mai raggiunto nella serie, ma noto) Phoenixmon.
Vi aspetto con il prossimo capitolo, il penultimo.
Ciao da ShawnSpenstar.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: ShawnSpenstar