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Autore: _ehyliam    31/01/2014    1 recensioni
C'erano una volta due ragazzi: non avevano niente in comune, eppure scoprirono di amarsi alla follia, e tutto questo grazie a delle coincidenze. Si coincidenze, ma loro amavano chiamarlo destino.
Quel destino che ti segna per tutta la vita.
**
Attenzione, questa fan fiction non sarà molto spinta, ma tratterà comunque di argomenti delicati.
Storia dedicata interamente a Larry Stylinson.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologue

Harry era disteso sul divano del salotto, fissava il soffitto e aveva le cuffie nelle orecchie con il volume della musica al massimo, a coprire quella voce nella sua mente che continuava a domandarsi che cosa c’era di sbagliato in lui.
A quel tempo aveva solo sedici anni, e aveva appena beccato la sua ragazza con cui aveva una storia da due anni a tradirlo con un altro.
Quella ragazza, era stata il suo primo bacio, la sua prima cotta, il suo primo “ti amo”. E per quanto possa sembrare strano, Harry non era quel tipo di ragazzo a cui non importava niente delle sue fidanzate, anzi, ci aveva messo cuore e anima in quella storia, ma evidentemente non era abbastanza.
Credeva nell’amore come in nessun’altra cosa al mondo, si sentiva un re quando la baciava e ora il suo sogno era stato distrutto, sgretolato proprio davanti ai suoi occhi.
Tutto ciò che aveva di più importante nella sua vita ora era andato via, portandosi con se la consapevolezza che l’amore, alla sua età, era orribile.
 
 
Harry era cambiato ultimamente. Aveva appena diciannove anni e non era più il ragazzino di qualche anno fa a Holmes Chapel, il paesino inglese dove era cresciuto. No, tutti dicevano che lui era cambiato, dalla sua famiglia ai suoi amici, e forse era vero, ma questo non lo disturbava.
Frequentava il college di Londra da circa un mese, ora era più chiuso, silenzioso, maturo, indipendente e pensieroso, troppo pensieroso. Parlava pochissimo, il minimo indispensabile, ad esempio con qualche professore o con la sua famiglia che chiamava quasi tutti i giorni.
Era cambiato anche nel modo di fare e di vestirsi: era meno impulsivo, comprava solo pantaloni aderenti, al contrario di come faceva qualche anno prima, quando aveva un armadio pieno di pantaloni larghi, che lo facevano sembrare ancora più basso e idiota di quando già non fosse. Comprava magliette poco costose e abbastanza semplici, ed era dannatamente affezionato ai suoi stivaletti in pelle marroni, che metteva praticamente tutti i giorni. Sapeva di piacere ad una gran parte di ragazze in quel luogo, ma non era davvero pronto per l’ennesima storia, in quello, non era cambiato, era ancora rimasto il ragazzo a cui piaceva l’amore vero.
Si era deciso a farsi dei tatuaggi, ne aveva tanti e tutti, per quanto possa sembrare strano, avevano un significato per lui. Significato che nessuno aveva mai scoperto, li teneva per se e pensava che nessuno meritasse il privilegio di sapere di cosa parlavano.
Aveva pochi amici, era single e quell’anno si era accorto di essere bisex, proprio quando vide che la sua ennesima storia andata male, stavolta con il suo compagno di banco di liceo, era finita sempre al solito modo: era stato tradito, ancora. E, da quando aveva messo gli occhi addosso al suo professore di matematica che faceva impazzire tutte le ragazze che frequentavano il suo corso, non pensava ad altro. Solo quando quel professore venne trasferito, smise di fare sogni erotici su di lui e continuò a concentrarsi sullo studio.
Era riuscito ad avere una camera tutta per lui, non voleva diciottenni mezzi nudi a girargli per la stanza o cianfrusaglie che non erano le sue, così era l’unico ragazzo ad avere una stanza con due letti, ma che usava entrambi per se stesso.
Harry era bravo a scuola, non era il primo della classe ma, come aveva sempre fatto, se la cavava abbastanza. La scuola non era mai stata un problema per lui.
I suoi problemi erano altri, ovvero il suo futuro.
Non sapeva esattamente cosa voleva fare, si era iscritto a quel college solo per avere almeno un pezzo di carta quando avrebbe dovuto trovare un buon lavoro, per raccomandarlo.
Ora, era nel bar del college, sorseggiava lentamente il suo cappuccino e osservava gli studenti che uscivano ed entravano nel locale, la borsa tracolla in pelle stracolma di libri e appunti, la bandana in testa a mo’ di fascia e il trench lungo che gli arrivava quasi fino alle ginocchia a coprirlo in quella gelida giornata di ottobre.
Finì il cappuccino e la sua attenzione fu attirata dalla porta del locale che si aprì di scatto facendo entrare il vento gelido e un ragazzo che si stringeva nel suo giubbotto.
Si fermò un secondo davanti alla porta per scaldarsi, poi si avvicinò al bancone, osservando il luogo come se non fosse mai stato lì, e, osservandolo bene, realizzò di non aver mai visto quel ragazzo per il college.
L’ennesimo novellino.
Lo guardò bene, sorseggiando il suo cappuccino come scusa anche se la tazza era vuota. Era più basso di lui, ma sembrava più grande. Aveva il viso lineare, la barba accennata e gli occhi bellissimi, azzurri come Harry non aveva mai visto.
C’era qualcosa in lui che lo spingeva a continuare a guardarlo per sempre, mentre cercava i soldi nelle tasche del giacchetto, e non si accorgeva di lui che lo stava fissando.
-Un caffè- Parlò, e la sua voce era così raffinata e graffiata che forse l’avrebbe ascoltata per sempre.
Ma a distrarlo fu una voce dietro di lui che –Styles- Lo fece saltare e girarsi di scatto.
Posò sul bancone la tazza e vide con dispiacere che la professoressa di matematica, vice preside dell’istituto, lo fissava nei suoi centocinquanta centimetri d’altezza.
La donna si avvicinò a lui e –Devo parlarle- Disse solo, facendole segno di seguirlo.
E Harry lo fece, girandosi un’ultima volta per guardare il ragazzo ancora al bancone a bere il suo caffè, ormai di spalle a lui.
E bestemmiò dentro di se, perché quella stronza gli aveva rovinato un momento del genere.
 
 
Si chiamava Louis Tomlinson, ed era appena arrivato in città. Doveva frequentare il college di Londra e laurearsi al più presto per andare a finire nello studio di un suo zio in America, e abbandonare per sempre la sua vita in Inghilterra.
Aveva diciannove anni e si sentiva ancora piccolo rispetto agli altri. La sua famiglia, ovvero sua madre, si era trasferita a Londra per starle più vicino, e Louis aveva preferito così.
La sua vita non era mai stata bella, era stata rovinata dal padre che, essendo tossico-dipendente e alcolista, nel giorno del quindicesimo compleanno di Louis aveva pensato bene di iniziare a mettere le mani addosso a sua madre e suo figlio. Ed era andato avanti per tantissimo tempo, tutto questo perché aveva capito già a quell’età di essere omosessuale.
Non aveva mai avuto storie con dei ragazzi, e questo perché il padre gli aveva proibito di vedere tutti i suoi amici. La storia della violenza era andata avanti per circa tre anni, né Louis né sua madre avevano in mente di chiamare la polizia, e questo perché dopo tutto, sua madre era ancora innamorata del padre, e Louis non poteva difenderla non essendone capace.
Per fortuna tutto questo un giorno finì, e ora, da Doncaster, una piccola cittadina inglese, si erano trasferiti in una metropoli con grandi palazzi e molta gente.
Ma, come già detto, a Louis andava bene così, e questo perché ormai si era accorto che la sua felicità dipendeva da quella di sua madre.
Louis era sempre stato sensibile, insicuro, il ragazzo che si sentiva “diverso” ma “sbagliato” rispetto agli altri.  E a quasi ventuno anni ancora non era pronto a cambiare, non ci riusciva, aveva bisogno di aiuto.
Un aiuto che, fino a quel tempo non era mai arrivato.


'Giorno a tutti :)
Allora, sono molto contenta che qualcuno sia arrivato a leggere fino a questo punto e che non abbia chiuso la pagina vedendo che si trattasse di una storia basata solamente sui Larry.
Ho scritto questa fan fiction perchè è la mia prima storia sui Larry e soprattutto finalmente mi sono decisa a pubblicare qualcosa di diverso *u*
Comunque, il prologo vi sarà parso noioso, insomma, la solita storia sui Larry che si innamorano ecc.., ma sarei molto lieta se non vi fermaste alle apparenze e continuaste a leggere, perchè davvero, ci tengo molto a ciò che scrivo e vedere che interessa anche a qualcuno che non sia io mi rende felicissima.
Premetto subito che se questa fan fiction non riceverà recensioni io la eliminerò già da subito, ma sappiate che accetto sia critiche che recensioni positive :)
Bene, e ora vi lascio.
Al prossimo capitolo, se vi farà piacere.
Marty x


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