Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: miatersicore23    31/01/2014    6 recensioni
AU: Tutti umani! Ambientazione: Londra 1864.
La duchessina Elena Gilbert è cresciuta nelle credenze e nell'educazione dell'alta società di Londra.
Quando riceve in una lettera, la proposta di matrimonio da parte di un giovane e ricco nobiluomo, infatti, ne resta lusingata senza però badare ai suoi sentimenti.
Presto però, senza accorgersi, dovrà avere a che fare con l'amore che nascerà con la persona sbagliata al momento sbagliato.
Dal quinto capitolo:
-Per questo. – le sussurrai staccando di poco le labbra dalla sua pelle per scendere più giù sullo zigomo dove la baciai di nuovo – e per questo. – il mento – per questo – la gola e il mio naso era impregnato del suo odore. Ero completamente assuefatto e quella ragazzina mi stava completamente mandando fuori controllo. Tutto di lei mi attirava sempre di più al suo corpo e alla voglia di tenerlo accanto al mio. Sollevai la testa, deciso a baciare le sue labbra, e non come aveva fatto mio fratello, con l’innocenza di una promessa di amicizia, ma con il puro desiderio che da pochi giorni si era impossessato di me.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Giuseppe Salvatore, Jenna Sommers | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10.
Un altro ancora.
(Elena)
Nei giorni addietro io e Damon cercammo di ignorarci completamente. Io dovevo per forza incontrarmi con Stefan, ma lui si faceva vedere di rado a Villa Maria, e se per caso qualche volta i nostri sguardi si incrociavano, lui se ne andava immediatamente, mentre io sprofondavo in un silenzio austero, gettando mia zia Jenna e il duca Giuseppe nella preoccupazione. Stefan, invece, abbassava lo sguardo sorridendo leggermente divertito. Non capivo cosa gli faceva ridere così tanto, ma preferii non scoprirlo.

In quei momenti una tristezza infinita si impadroniva di me e io finivo per ripensare sempre alla festa in maschera dei Lockwood, a quel momento, al nostro bacio. Alle sue labbra sulle mie, alle sue mani che mi accarezzavano dolci e ai sentimenti che già sapevo erano in me e che al suo contatto si erano sprigionati in un’esplosione incontenibile. E io non avevo fatto altro che alimentare il fuoco che mi stava bruciando da dentro, quel fuoco caldo e accogliente che avrei voluto lasciare acceso, correndo il rischio che io diventassi cenere. Perché era quello che fece Damon su di me. Quella sera mi consumò, era la fiamma che mi accese e che per la prima volta forse mi fece vivere. Damon, Damon, Damon! Nei miei pensieri c’era solo lui. C’era lui e quel maledettissimo bacio tanto bello quanto crudele alla fine. Maledetto bacio e maledetti occhi che mi incatenavano a lui, che non mi permettevano di scappare via, che mi costringevano a soffrire. Perché quei occhi mi erano così vicini, ma allo stesso tempo inafferrabili. Non sarebbero mai stati miei e anche il loro padrone. Damon non era mio e non lo sarebbe mai stato. “No, perdonami Elena, io non dovevo. Non avevo nessun diritto di baciarti in quel modo. Non lo avrei dovuto fare. Tu sei … la futura moglie di Stefan e noi non possiamo.” E quelle parole furono come uno stiletto dritto al cuore. Vere, ma atroci. Damon non doveva baciarmi, non ne aveva alcun diritto, eppure sapevo quanto lo voleva, perché altrimenti non le avrebbe pronunciate ad occhi chiusi, per poi riaprirli in un secondo e notare la mia iniziale delusione al suo rifiuto e scappare da me.

E alla fine la verità mi venne fuori quasi per magia. Se lui invece lo avesse fatto soltanto per usarmi? Per giocare con me e per deridermi? E se fossi stata soltanto un suo nuovo pezzo da collezione? Che stupida! Ero una stupida e nient’altro. Non c’era nessun’altra spiegazione e questo chiariva tutte le mie idee, facendomi provare un’enorme rabbia verso di lui. Già rabbia … ma non odio. Damon era sicuramente un bastardo, ma io ormai mi ero innamorata di lui. Se aveva recitato la parte di colui che mi voleva proteggere, allora gli era riuscita bene. Così bene a tal punto da farmi cadere in una trappola senza via d’uscita, in un tunnel senza fine, un tunnel che porta il suo nome.

Eravamo a pranzo dal duca quando iniziò ad accadere l’inevitabile.


- Stavo pensando – parlò il padrone di casa rivolgendosi a me- che ormai tu e Stefan siete fidanzati da due settimane e che sia ora di preparare il matrimonio. Mi piacerebbe molto vedervi sposati entro la fine dell’anno. – mi sorrise. Con quel sorriso così falso che per la prima volta mi venne voglia di spaccargli qualcosa in testa per farlo smettere. Ormai non mi fidavo più delle cose che quell’uomo mi diceva, dei suoi modi così gentili, perché sapevo che non erano veri.

- Avete ragione, Giuseppe. – gli dissi invece. Lui non doveva sapere che io l’odiavo. Perché ci sarebbe dovuto esserci un motivo a tanto odio verso di lui. E quel motivo, se lui lo avesse scoperto, sarebbe costato caro ai suoi figli. Fargli sapere che conoscevo Katherine? Questo era fuori discussione. Rivelargli che Stefan aveva una figlia? Ancora peggio. – dovremmo iniziare con i preparativi.

- Un’ottima idea padre! – esclamò Stefan troppo entusiasta per i miei gusti – io avrei già in mente un luogo per la celebrazione della cerimonia. – lo guardammo tutti interrogativi. Jenna, Jeremy e il duca erano più curiosi, mentre io e Damon eravamo … stupiti? – Mystic Falls.

- Non se ne parla fratello. – cercò Damon di frenare le sue fantasie. – non permetterò che la mia casa venga messa in ghingheri per un matrimonio.

- Io invece credo che sia una proposta eccezionale. – intervenne Giuseppe bloccando il figlio maggiore.

- Lo vedi? – sorrise in un modo strano al fratello, quasi a volerlo sfidare. E io non capivo ancora il perché di tutta quella partecipazione – e poi non ti preoccupare. Io e Elena ci sposeremo in inverno, e Mystic Falls con la neve non ha bisogno di molte decorazioni.

Stefan mi prese una mano, baciandomela a lungo, sotto lo sguardo compiaciuto del padre e quello impassibile del fratello.

- Però dovremmo visitarla questa Mystic Falls, signor duca. – intervenne mia zia per tuffarsi nella conversazione, mentre Jeremy continuava il suo lungo silenzio.

- Avete ragione. Se non avete nulla da fare, domani potremmo recarci tutti quanti alla tenuta di Damon per vedere se vi è di gradimento.

- Sono d’accordo. – decisi di parlare anche io – e confido molto nel vostro giudizio, Giuseppe.

Sorrisi. Se Damon mi aveva ferita, prendendosi gioco di me, non riuscivo a capire perché io gli avrei dovuto far vedere la mia sofferenza. Io era la fidanzata di Stefan. Sarei dovuta diventare sua moglie e il duca Salvatore doveva credere che noi ci fossimo innamorati, perciò la recita stava per avere inizio e non mi sarebbe importato di nessun altro fratello. Solo io, che salvavo la mia famiglia sull’orlo del lastrico, e Stefan, che cercava di proteggere il suo amore per Katherine e sua figlia Nadia.

Prima di partire, il mattino dopo, decisi di andare a salutare Caroline, ma ciò che trovai fu una pessima situazione. La mia amica era furibonda e intrattabile. Trattava malissimo i camerieri e non ne voleva sapere di parlare con il marito. Si era rinchiusa nella sua stanza e l’unica che riuscì ad entrare fui io. Le sue condizioni erano pietose. Era in camicia da notte e sedeva sul letto con le braccia incrociate sul petto e le gambe che dondolano avanti e dietro proprio come quando faceva da bambina e per capriccio si rifiutava di andare a fare lezione di pianoforte.


- Caroline che è successo? – le chiesi preoccupata.

- È Klaus. – sbraitò rivolgendosi verso la porta dove il marito aspettava da fuori con la speranza  che uscisse.

- Che ha fatto?

- Cosa ha fatto? Che cosa ha fatto? – urlò per poi rendersi conto che il suo atteggiamento non era adatto ad una ragazza della sua età – mi tradisce.

- Non è vero! – fu la voce di Niklaus che evidentemente aveva sentito tutto.

- Si che è vero. – replicò la moglie – allora spiegami chi era quella Hayley alla festa dei Lockwood!

- Non ne ho la più pallida idea. – le rispose lui, mentre io ascoltavo un po’ divertita il bisticcio dei due – ti giuro amore, lei si era avvicinata a me e abbiamo conversato un po’, ma io non ci stavo provando con lei. Amo solo te!

- Vallo a raccontare a qualcun’altra. Forse a quella Hayley. – sbraitò Caroline.

- Va bene, aspettate un momento. – intervenni io che incominciavo ad essere un po’ stufa di quelle urla – Niklaus ci penso io a fare ragionare Care, tu va pure.Sentii i passi dell’uomo farsi sempre più silenziosi e vidi l’espressione arrabbiata della mia amica adesso completamente rivolta a me.

- “A far ragionare Care”? – ripeté imitando la mia voce.

- Si, a farti ragionare. – controbattei decisa. – ascoltami. Tu ami Niklaus e lui ama te. Lo so, si vede che ti ama! Lo fa con gli occhi, lo fa con i suoi gesti che ti dedica in ogni momento di ogni giorno. Caroline, tu sei tutta la sua vita, altrimenti non ti ritroveresti sposata con un uomo che fino a qualche mese fa aveva come unico pensiero, quello di provarci con tutte le ragazze. Non avrebbe deciso di impegnarsi con te tutta la vita. Lui ti ama, non ti tradirebbe mai e poi mai. In questo momento i suoi unici pensieri siete tu e vostro figlio. Fidati. – e parve essersi calmata, come d’incanto. Non c’erano più urla per la stanza, solo i nostri respiri ed io che la guardavo negli occhi, pensando a quanto la mia amica fosse fortunata ad avere un uomo che l’amava così.

Caroline era fortunata ad avere Niklaus.

Jenna era fortunata ad avere Alaric.

Bonnie era fortunata ad avere Jeremy.

E persino Katherine era fortunata ad essere amata in quel modo da Stefan.

Solo io. Solo io provavo dei sentimenti per qualcuno che non erano ricambiati. Solo io ero stata così stupida da credere alle sue mosse sulla scacchiera. Credevo di poter vincere. Credevo che lui provasse veramente qualcosa per me. Ma avevo fatto male i miei calcoli e alla fine avevo potuto ascoltare uno “Scacco Matto” dalla sua voce. Damon si era preso gioco di me, perché l’unica cosa che voleva era potermi dimostrare che poteva conquistarmi.


- Hai ragione. – concluse la mia amica – sono una stupida. Klaus è un bell’uomo ed è normale che venga attorniato da tante ragazza. La mia gelosia è infondata. Forse è la gravidanza. – sorrise.

- Forse è la gravidanza. – sorrisi anche io, appoggiando una mano sul suo grembo.

Rimanemmo ancora un po’ da sole, ma quando lei mi chiese come era andata a finire con Stefan e Damon, a sentire il nome di quest’ultimo ebbi un sussulto e sinceramente non mi andava di dirle che ero stata presa in giro, quando lei mi aveva avvertito in precedenza.

Quando ritornai a casa, erano di già pronte due carrozze con inciso sopra lo stemma dei Salvatore. Mia zia e Jeremy mi dissero che sarebbero saliti su una con il duca, mentre io dedussi che sarei dovuta andare nell’altra con Stefan. Di Damon nemmeno l’ombra. Forse era meglio, ma quando Stefan mi aiutò a salire sul mezzo, una mano dall’interno prese la mia. Era lui. E al suo tocco tremai.


- Ciao. – mi mormorò in un sussurro. Riacquistai un po’ di dignità e gli risposi con un ciao freddo e distaccato. Quando mi sedetti lo sportello della carrozza si chiuse e guardai stranita Damon, che capì al volo: Stefan non era salito. Si sporse dal finestrino.

- Che ti succede fratello, non vuoi più venire? Mystic Falls non è più di tuo gradimento, hai forse cambiato idea?

- In realtà – udii la voce di Stefan – ho deciso di farmi un viaggetto all’aria aperta. Mi siederò accanto al cocchiere. – poi si rivolse a me – mettiti comoda, Elena. Il viaggio durerà circa un’ora.E solo allora mi resi conto. Un’ora da sola, con Damon.

(Damon)
Che venga maledetto mio fratello e il suo spirito di iniziativa! Lui e il suo intento di far chiarire me ed Elena. Alla festa mi aveva chiaramente detto che aveva capito che io mi fossi innamorato della ragazzina e che avrebbe fatto di tutto purché le cose tra noi due si mettessero a posto. Proprio per questo aveva proposto di celebrare le sue nozze con la ragazza che amavo a casa mia e adesso mi aveva lasciato solo con lei per un’ora.

E non sopportavo quel silenzio che si era creato con lei, mentre uscivamo da Londra in carrozza, mentre lei osservava i paesaggi di campagna che fuori si stagliavano sereni e mentre io morivo dalla voglia di baciarla di nuovo, ma non potevo.


- Elena. – provai a chiamarla.

- Che c’è? – domandò continuando a guardare fuori.

- Ti prego … parlami.

- Di che cosa ti dovrei parlare? – sbuffò arrabbiata, e intanto si decise a fissare il suo sguardo sul mio. – ti dovrei forse dire che mi sento umiliata e sfruttata perché mi hai usato? Dovrei forse dirti che ogni volta che sono in tua compagnia mi vergogno, perché sono cascata al tuo gioco? O vuoi che ti dica che mi hai ferita, così potrai gongolarti nel piacere di avermi fatto del male?Non capivo le sue parole. Io l’avrei usata? L’avrei umiliata e fatto del male? Non sarei capace di farle una cosa del genere, no era assolutamente impossibile … ma forse … certo! Sicuramente avrà pensato che il mio unico obiettivo era quello di baciarla per poi mandarla via, lontano da me. Ma come non riusciva a capire che invece questo era inevitabile? Come era possibile che non avesse capito che io l’amavo e che non avevo mai provato dei sentimenti per qualcuna come avevo fatto per lei? Dopo averla protetta e averle promesso che nessuno le avrebbe fatto del male, proprio io non ci sarei riuscito.

- Elena ascolta io …

Ma le mie parole vennero bloccate da un movimento brusco della carrozza che la fece barcollare davanti a me e perdere l’equilibrio. Stava per cadere in avanti, ma io riuscii a sorreggerla prendendola dalle spalle. Invece di cadere a terra, finì addosso a me inevitabilmente. I suoi occhi erano vicinissimi ai miei, così belli, così suoi. Le sue mani stringevano forti la mia camicia sul petto mentre lei si era ritrovata in una strana posizione seduta su di me. Non era così vicina a me da giorni e quei giorni erano passati lenti, come un’atroce agonia. Tutte le mie difese e le mie convinzioni si abbatterono in un secondo.

La baciai. Disperatamente. Mentre lei al’inizio fu rigida, poi pian piano si sciolse e si abbandonò al bacio. Dio, era ancora più bello del primo. Perché adesso ero pienamente consapevole di tutta la situazione. Di amarla, di volerla mia, ma di non poterla avere mai. Iniziai a  pensare di staccarmi, ma non ce la facevo. Le sue labbra erano una calamita, mentre io ero il piccolo chiodo che veniva attirato.
Si alzò, lasciando le nostre bocche incollate che adesso si erano schiuse, e si sedette accanto a me. Pessima scelta. La sovrastai con il corpo e la avvolsi dolcemente in un abbraccio mentre lei accarezzava il mio volto. Mi staccai leggermente, lasciando che le labbra si sfiorassero, e scesi giù sul suo collo, mentre le mie braccia le circondarono la vita. Le sue mani erano intrecciate ai miei capelli e il suo respiro affannato era spesso spezzato dalla sua voce che invocava il mio nome. Ed era dolce, era perfetto quel “Damon” uscito dalle sue labbra. Tutto ciò che era suo diventava bello ed io ero diventato suo, completamente suo. Ormai appartenevo a lei. Elena. Quel nome rimbombava nella mia testa e avrei voluto gridarlo, se solo la mia bocca non fosse stata impegnata a vezzeggiare la sua pelle. Se solo fossi stato in grado di emettere fiato. Perché Elena faceva anche quello. Mi toglieva il respiro, sempre. Era una continua sorpresa, era come un quadro da ammirare, ma più passava il tempo, più scoprivo un particolare che prima non avevo notato prima. Una parte di lei che prima non conoscevo e che quando finalmente mi risaltava agli occhi, mi appariva chiara e distinta e mi permetteva di comprendere meglio e in una luce completamente diversa lei.

Elena, amore mio.

(Elena)
Lo amavo. Non ci potevo fare niente, lo amavo. Era strano da dire. Di lui non conoscevo quasi niente. Damon per me non era altro che un enorme punto interrogativo, una carta a me ignota. Per me lui era ricoperto da un velo nero che non era ancora stato tolto. Eppure io ero lì, tra le sue braccia, sussurrandogli il suo nome, come se fosse un indispensabile bisogno. Perché mi volevo accertare che lui fosse effettivamente lì. Non volevo che fosse un sogno, perché se sarebbe stato così, al risveglio lo avrei delineato più come un incubo.

No, io non sapevo chi era Damon Salvatore. Non avevo la più pallida idea di quale fosse stata la sua vita. Conoscevo quella del fratello e tutti i suoi problemi, ma di lui niente. Un enorme buco. Un vuoto ignoto. Ma ero comunque pronta a tutto. Ero pronta giocare ad azzardo. Perché farmi baciare in quel modo da lui era un pericolo, un rischio. Però mi ero innamorata. Damon mi aveva saputo proteggere, era stato buono e si era abbandonato alle spalle, anche se solo per un breve istante, quel suo carattere strafottente e snervante.

E se mi fossi innamorata di lui anche prima? Era possibile che fosse stato proprio alla festa dei miei sedici anni? No, non credo. Ma quel maledetto bacio sulla guancia di quella sera era stato … strano, diverso, unico. Come lo erano stati i seguenti, come lo era questo.

Si, perché questo bacio nella carrozza, fino ad allora era stato il migliore. Nessun imbarazzo per la vicinanza, nessuna passione repressa per la voglia di avvicinarmi ancora di più a lui, nessuna sorpresa. Questo bacio era particolare. Era il nostro bacio! Perché in quel momento ero sicura che Damon con me non stesse giocando. Non sapevo se mi amava o meno, ma scoprii che per me provava qualcosa.

Altrimenti non avrebbe sorriso in quel modo, quando si era allontanato un po’ da me per riprendere fiato. Non mi avrebbe preso una mano e stretta forte, ma allo stesso tempo dolcemente, mentre con il pollice ne accarezzava il dorso. Non sarebbe stato in grado di lasciarmi baci così gentili sul collo e non mi avrebbe accarezzato con l’altra mano la guancia. E attraverso quelle carezze il mio unico pensiero era che lui stesse cercando di dirmi qualcosa, ma che cosa?

Continuavo a baciarlo e più lo baciavo, più mi accorgevo di amarlo. Più lo baciavo, più noi due ci isolavamo dal resto del mondo, tanto da non accorgerci che la carrozza si fosse fermata e che Stefan aveva aperto lo sportellino ed era rimasto a fissarci compiaciuto per qualche secondo. Tossì per annunciare la sua presenza e io e Damon fummo ridestati da un bellissimo sogno, mentre lui cercò di darsi contegno e io feci di tutto per non arrossire.


- Stefan. – esclamò Damon infastidito.

- Io … io … - provai a dire qualcosa, ma veramente non sapevo che dire davanti al mio futuro marito che mi aveva appena sorpresa a baciarmi con il fratello.

- Tranquilli, faccio finta di non aver visto niente. – continuò divertito mentre il fratello maggiore sembrava volesse congelarlo con gli occhi.Su una cosa ero certa: a Stefan stava bene.






Note finali:
beh … non ho la più pallida idea di cosa ne pensate di questo capitolo che si è concluso abbastanza bene, ma io adesso vi devo dare un avvertimento: restate vivi e cercate di non odiarmi perché i prossimi capitoli non saranno tutto rose e fiori.

Perdonatemi se ci sono degli errori (o meglio ORRORI!) ma ho revisionato il capitolo in fretta.

Un momento avete visto la 5x12. Credo che (SPOILER per chi non l’ha ancora vista) io oggi  abbia odiato Katherine per la prima volta veramente. Cioè … l’abbraccio Delena e poi le parole di Damon dette alla persona sbagliata, il ritorno del Bad Vampire (e io devo ancora decidere se questa è una cosa buona o una cosa cattiva), gli occhi da cucciolo bastonato di Ian, mentre Katherine nel corpo di Elena stava lasciando Damon. E infine, rivelazione delle rivelazioni, Caroline che si lascia convincere a far ritornare Damon con Elena. Non so voi ma mentre parlava al telefono con Stefan ha detto più o meno una cosa del genere – Loro, Elena e Damon o Damon ed Elena o un qualsiasi altro nome possano avere …
Ahahah non so voi ma io non mi sarei stupita se ad un certo punto avesse detto Delena alla fine della frase xD (fine SPOILER)


Al prossimo, Mia <3
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: miatersicore23