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Autore: slanif    31/01/2014    1 recensioni
Il 27 Marzo è sempre stata una data importante per le famiglie Potter e Weasley, e come ogni anno, sono tutti lì a festeggiarlo...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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27 Marzo
di slanif
 
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Il ventisette Marzo era sempre stato un giorno di festa nelle famiglie Potter e Weasley.
Tutti fremevano nei preparativi, si accalcavano nella scelta del regalo più bello, impastavano dolci e creavano decorazioni. Tutto a mano, perché metà della famiglia Weasley era Babbana e tutti loro avevano il desiderio di rispettare – ma anche di tramandare – tali usanze.
Certo, fare i dolci e metter su gli addobbi con l'ausilio della magia sarebbe stato più semplice e veloce, ma dove stava il divertimento? Tutti trovavano esilarante il panico di Ronald Weasley in cima allo scalandrino, tremolante così tanto che era lui stesso la causa dell'instabilità di quella dannata trappola Babbana, come la definiva lui. Memorabile la caduta di qualche anno prima quando oltre a lui e al filo di bandierine colorate che stava appendendo, era riuscito a tirarsi dietro persino il lampadario! Sua moglie Hermione Granger lo aveva largamente sgridato e con un incantesimo lo aveva legato ad una sedia, in modo tale che non facesse più danni. Questo, ovviamente, aveva scatenato ancora più risate da parte di tutti i ragazzi Potter e Weasley.
Il ventisette Marzo era un giorno importante soprattutto per James Sirius Potter e per Rose Weasley.
Anche se a un anno di distanza, erano nati lo stesso giorno.
Avevano sempre trovato questa ricorrenza davvero interessante, e il papà di James Sirius, Harry, una volta aveva detto che era capitato perché lui voleva talmente tanto bene ai suoi amici Ron e Hermione che il Destino aveva deciso di giocare la sua carta e legare le loro vite anche tramite una ricorrenza così importante che riguardava entrambi i primogeniti delle rispettive famiglie. Perciò era nata la tradizione, sia dal primo compleanno di Rose che dal secondo di James Sirius, di riunirsi tutti a casa Potter e fare una grande festa tra di loro, mangiando e bevendo, raccontando le epiche gesta del bambino che è sopravvissuto e dei suoi intrepidi amici, di Album Silente e di Severus Piton, dei Malandrini e di Voldemort.
Tutti i ragazzi Weasley e soprattutto Potter conoscevano bene quelle storie.
James Sirius si chiamava come suo nonno e il padrino di suo padre, due intrepidi malandrini scavezzacollo a cui lui caratterialmente somigliava molto, soprattutto per la straordinaria capacità di mettersi nei guai…
Albus Severus, il fratello di un anno più piccolo di James Sirius, portava i nomi di due grandi Presidi della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts che avevano influito molto sulla vita di Harry Potter, loro padre. Da loro aveva ereditato la pacatezza, la grande intelligenza e la straordinaria capacità di formulare frasi, soprattutto sarcastiche e taglienti.
Lily Luna, l’ultima dei Potter, di tre anni minore di James Sirius e di due di Albus Severus, portava il nome della nonna materna e di una cara amica dei suoi genitori che, nonostante avesse l’aspetto un po’ svampito, era di una sensibilità straordinaria e sapeva vedere oltre le cose. Lily Luna era proprio così, con anche la straordinaria gentilezza che contraddistingueva sua nonna e suo padre.
Rose Weasley, invece, della stessa età di Albus Severus, era una sua grande amica. A Hogwarts stavano sempre insieme e come sua madre era incredibilmente intelligente e arguta, una grande studiosa. Però nell’aspetto era una tipica Weasley: capelli rossi, folti, lucenti, lentiggini sul naso e occhi grandi e marroni.
Anche suo fratello Hugo, della stessa età di Lily Luna, era d’aspetto esattamente come lei. Però di sicuro si somigliavano solo in quello: lui a scuola era svogliato, pigro e pauroso. Esattamente come suo padre. Infatti era stato l’unico a non ridere quando suo padre era caduto dallo scalandrino…
Adesso addirittura c’era lui, sullo scalandrino, con la sorella Rose che cercava di tenerlo fermo appiccandosi di peso a una delle zampe, che lo incitava a fare presto: “Quanto ci vuole ad attaccare un festone, Hug? Mi si stanno spezzando le braccia…”.
“Non ti lamentare, Rose! Tu non stai facendo il lavoro duro!” disse lui, con la voce un po’ isterica.
“Lavoro duro? Non stai mica arando un prato!” rispose lei, mollando la presa e facendo tremolare lo scalandrino.
Lui afferrò il bordo in alto con tutte le sue forze, spalancando gli occhi e diventando pallidissimo. Persino le lentiggini sembravano più sbiadite...
“Che state combinando voi due?” la voce severa di Hermione tuonò nella stanza.
“Ma niente, mamma…” disse Rose, voltandosi a guardare la bella donna che era sua madre “Hugo è il solito imbranato!”.
Hermione lo fissò: “Sei proprio il degno figlio di tuo padre, su quello scalandrino…”.
“Mamma!” disse lui, quasi in lacrime “Che ci posso fare se soffro di vertigini?”.
“Tanto per cominciare non dovevi salire dal principio…” disse piano Albus Severus, con la testa posata su una mano, fissando Hugo dal divano bordeaux di pelle.
“Giusto” disse Rose, sorridendo al suo migliore amico.
“Anche perché sei il più basso di tutti e non ci arrivi su quel lampadario per fare il nodo!” rise James Sirius.
“E’ una congiura contro di me?” chiese Hugo, disperato dal vedere tutti contro di lui.
Tutti risero nel vedere la sua espressione afflitta e Hermione, con un gesto veloce della bacchetta, lo fece levitare giù dallo scalandrino fino al divano: “Rimani lì e non fare altri danni!” disse “Ci penserà il festeggiato ad attaccare il festone”.
James Sirius si alzò, fissando sarcasticamente sua zia, e afferrò il capo del festone con scritto Buon Compleanno JS e Rosie che ancora non era attaccato. Le bandierine colorate sfilarono allegre di fronte ai suoi occhi e quando chiuse bene il fiocco col doppio nodo a uno dei rami del lampadario, si sporse appena all’indietro per guardare il risultato e gli piacque. Quindi scese dallo scalandrino con un salto e atterrò atleticamente sul tappeto persiano bordeaux e blu pieno di arabeschi.
Il camino ancora scoppiettava di fianco a lui. Era stato un inverno freddo e lungo, e ancora si portava dietro gli strascichi di freddo e gelo. Nonostante fosse quasi Aprile, ancora tutti loro portavano i maglioni pesanti, i cappotti e le sciarpe per andare in giro. Anche in casa, senza nulla di pesante addosso si aveva freddo… erano anni che non si ricordavano un compleanno con il maglione, e le tante foto animate che riempivano i loro album lo dimostravano, ma non si sarebbero di certo persi d’animo per così poco! Certo, non sarebbero potuti andare a giocare di fuori a calcio (un gioco Babbano che a James Sirius e a Hugo piaceva un sacco) o semplicemente a stare un po’ all’aria aperta a chiacchierare, ma avrebbero trovato sicuramente qualcosa da fare anche dentro casa…
Casa che era molto affollata, piena di palloncini, festoni, sedie, divani e morbidi cuscini sparsi ovunque, anche a terra. Casa Potter era colorata, ma tutta sui toni del rosso, dell’oro e del blu. Un sacco di oggetti provenivano dai lunghi viaggi di suo padre come Auror e altri da casa Black, la casa di Sirius Black, padrino di suo padre, grande amico di suo nonno James Potter e persone da cui lui aveva ereditato il nome. Si sentiva sempre la gigantesca responsabilità di essere alla loro altezza. Per Albus Severus era ancora peggio… ne parlavano spesso… a volte si chiedevano perché i loro genitori avessero avuto questa brillante idea di affibbiar loro certi nomi, ma da una parte si sentivano tremendamente onorati di portare i nomi di persone così care ai loro genitori…
James Sirius sorrise al suo fratellino, che contraccambiò: “Andiamo a vedere cosa sta facendo mamma?”, gli chiese.
Albus Severus annuì e si affiancò a lui, attraversando insieme lo stretto corridoio bianco pieno di foto di loro da piccoli. C’erano anche cinque grandi foto che troneggiavano sopra tutte: tre singole di ognuno dei piccoli Potter il loro primo giorno di Scuola a Hogwarts, a undici anni, con la divisa un po’ sghemba e sciatta lui, perfetta e lucida Al e graziosa e ordinata quella della piccola Lily. E poi c’era quella del matrimonio dei loro genitori, sopra la loro, come un ipotetico albero genealogico. Ma ancora più sopra, quella che tutti loro guardavano con ammirazione, era una foto dei loro nonni James e Lily e dei loro grandi amici Sirius e Remus che si abbracciavano sorridenti sotto la neve. James Sirius aveva passato moltissime ore a guardare quei volti e nei capelli spettinati di suo nonno e nel sorriso beffardo di quello zio che non aveva mai conosciuto, aveva un po’ ritrovato se stesso…
Forse non avevano fatto male ad affibbiargli quei nomi…
Arrivarono nell’ariosa cucina e videro la loro buffa madre tutta indaffarata a stendere una pasta frolla un po’ secca.
“Ehi, mà…” disse James Sirius.
La donna dai capelli rossi, anche lei degna Weasley, alzò gli occhi velocemente su di loro: “Tesori…”, soffiò.
“Non si stende tanto bene, eh?” disse ancora JS.
“Mah, non tanto… è secca” disse.
“Aggiungi del burro fuso” suggerì Al, quasi da grande intenditore. JS gli lanciò un’occhiata divertita, ma non disse niente.
Ginny Weasley fece comparire una pentola colma di burro fuso e cominciò a versarne un po’ sopra, sempre con l’ausilio della magia. Infatti c’erano lei che impastava e la pentola a mezz’aria che ogni tanto si piegava e faceva colare un po’ del burro fuso.
“Ottima idea, figliolo!” disse entusiasta dopo un po’, vedendo che l’impasto cominciava ad essere più morbido e si lavorava meglio.
“Tra quanto sarà pronto?” chiese James Sirius sentendo lo stomaco brontolare.
“Tra non molto, tesoro… abbi un po’ di pazienza…” disse Ginny.
 
Poco dopo sedevano tutti intorno a un tavolo, intenti a mangiare le tante prelibatezze presenti.
Zia Hermione come sempre si era sbizzarrita nel preparare le tante squisitezze che un tempo anche sua madre preparava per lei nei giorni speciali come il suo compleanno, o Natale.
Nessuno batteva zia Hermione in cucina… James Sirius voleva tanto bene alla sua mamma, ma in quanto ad abilità in cucina scarseggiava un po’… ci provava, certo, ma erano più i pasticci che combinava ai piatti realmente commestibili che propinava loro!
Fortuna che la maggior parte dell’anno erano ad Hogwarts e il giorno del suo compleanno c’era zia Hermione!
Sorrise.
“Zia Hermione, sei una Maga anche in cucina!” disse entusiasta, servendosi il porridge(*01) che fumava dentro il grande contenitore di ceramica bianca con i fiorellini blu pitturati a mano. Colmò il mestolo fin oltre l’orlo, e se ne versò una gigantesca porzione.
“Sei senza fondo…” commentò Al, seduto di fianco a lui, tagliando educatamente la sua fettina di carne.
JS lo guardò sorridendo: “Sei tu che mangi troppo poco, mezzo stecco!” lo prese bonariamente in giro, riferendosi alle braccia magrissime di suo fratello, dandogli una botta sul gomito.
Albus Severus sorrise, quindi tornò a concentrarsi sulla sua fettina, magrissima e finissima come lui.
 
Mangiarono per almeno un altro paio d’ore, nelle migliori tradizioni Babbane, e servirono due primi, due secondi, un contorno e la frutta (tutti in porzioni maxi, per la felicità di James Sirius, ovviamente…).
Quando fu finalmente il turno della torta, Hermione la portò con un gran sorriso e la posizionò a capotavola, dove erano già posizionati i due festeggiati.
La torta era gigantesca, di panna e cioccolato, e James Sirius già sentiva l’acquolina in bocca.
Subito Ginny inserì al centro le candeline con i numeri e Harry le accese con un accendino.
“Al tre, soffiate!” disse Ron, battendo le mani.
“Uno…” dissero tutti in coro.
James Sirius e Rose si chinarono in avanti.
“Due…”.
I due ragazzi presero aria nei polmoni.
“E tre!”.
Sputarono fuori l’aria e le fiammelle, tremolanti, si spensero, mentre Harry scattava la solita fotografia di rito di ogni loro compleanno.
Tutti applaudirono, e i due festeggiati risero di cuore.
Seguirono varie foto di famiglia, e poi una gigantesca di gruppo che dovettero rifare almeno tre volte perché non tutti riuscivano ad avere facce decenti. Rose rideva a più non posso di fronte alle espressioni buffe di suo padre e di suo fratello, e altrettanto faceva James Sirius indicando la faccia serissima di suo fratello.
 
Quando l’ilarità fu finita e fuori cominciò a piovere, si riunirono tutti in salotto a mangiare la torta che Hermione e Ginny stavano servendo ad ognuno di loro.
Il maggiore dei Potter si guardò intorno, mentre tutti ridevano e chiacchieravano, e pensò…
Pensò che adorava la faccia sempre seria di suo fratello, perché solo con lui sapeva aprirsi in un sorriso.
Pensò che sua sorella era tenerissima e dolce, mite e delicata come un giglio.
Pensò che adorava la passione di suo padre per le foto, perché anche a distanza di tanti anni gli permetteva sempre di rivivere splendidi ricordi.
Pensò che non gli importava niente se sua madre era la peggiore cuoca del Mondo. Era sempre sua madre.
Pensò che comunque c’era sempre zia Hermione a riempirgli lo stomaco adeguatamente.
Pensò che c’era sempre suo zio Ron a farlo ridere con le sue facce buffe.
Pensò che c’era Hugo a farlo crepare dal ridere mentre tremolava in giro per casa, pallido come un cencio perché aveva visto un ragno sul camino.
Pensò che c’era sempre la dolce e decisa Rose, che con lui avrebbe condiviso tutti i compleanni di sempre.
Pensò…
Che era davvero fortunato.
E felice.
 
**FINE**
 
(*01) Porridge: Zuppa d’avena.

   
 
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