Harry si sveglia di prima mattina e stranamente trova la casa vuota, suo padre come al solito è andato all'orfanotrofio ad accudire quei poveri bambini, quando non litigano lo ammira davvero, non è da tutti occuparsi di quei bambini, che sono delle pesti, ma lui lo fa con sacrificio e impegno. Sua madre se n'è andata da tanto tempo, lui non se la ricorda nemmeno. Ma si può dimenticare di avere un figlio ogni tanto Harry si domanda, e la verità sul perché sia scappata non la sa e non gliene importa niente. Lui ha suo padre, suo zia e sta bene così, si sente felice potrebbe studiare nelle scuole più prestigiose di Londra ma non gli interessa ha solo 15 anni e vuole godersi la vita, con i suoi migliori amici: Nick e Daniel. Stamattina uscirà, andrà a trovare suo padre anche se non l'ha mai fatto perché il caro vecchio Des gli ha fatto promettere di non andarci mai per nessun motivo e lui onestamente non ne capisce il perché , inoltre oggi la casa che ospita i ragazzi sarà in trepidazione visto che domani si sposa sua zia e la festa si svolgerà lì. Sua zia Kristen oltre a essere a quello più vicino a una mamma per lui, è anche l'unica persona che lo ascolta quando ha momenti di sconforto o quando è triste, per questo lui sarà il suo testimone di nozze, si sente onorato anche se preferirebbe non partecipare a lui i matrimoni non sono mai piaciuti, gli trova inutili e senza alcun significato, comunque appoggia la scelta di sua zia visto che dopo anni e anni ha trovato anche lei l'amore. Lui si chiama Justin è un tipo apposto ma a Harry proprio non piace , non lo convince, preferirebbe si fosse sposata con un altro ragazzo che avevano incontrato due anni fa quando erano andati in viaggio in Messico, sembrava un tipo apposto, ma Kristren era già innamorato di Justin. Harry pensa che Justin non sia veramente innamorato di sua zia ma se la sposi solo perché la loro famiglia ha tanti soldi e questo è quasi al verde, ma non potrebbe sbagliarsi di più . Con questi pensieri uscì di casa alla casa e si incamminò vero casa del suo amico Nick, lo avrebbe accompagnato lui visto che Harry non c'èra mai stato, e suo padre si sarebbe arrabbiato se gli avesse chiesto qualcosa sul suo lavoro infatti quando erano a casa non parlavano mai del lavoro non che Harry non volesse, ma non voleva che suo padre si affaticasse tanto visto che già non stava bene di salute, e già avere quei bambini sulle spalle era un peso enorme a suo avviso. Aspettò Nick per almeno mezz'ora, il solito ritardatario pensò, mentre era perso in questi pensieri qualcuno accostò la macchina e lo chiamò.

 

Dall'altra parte della città intanto un ragazzo di nome Liam ballava in strada, per raccogliere qualche sterlina da dare al suo patrigno per procurarsi la roba. Liam non voleva quella vita, lui voleva essere libero , voleva poter amare chiunque, voleva andare per la sua strada senza nessuna costrizione. I suoi genitori erano morti, non sapeva il motivo il suo patrigno non ne aveva mai parlato, ma lui voleva sapere, lui voleva scoprire perché all'età di cinque anni gli avevano portato via i genitori, più volte lo aveva provato a chiedere al suo patrigno ma lui le aveva detto, bhè più che altro gli aveva urlato che ormai era passato e che lui non ne sapeva niente. Ma secondo Liam lui sapeva e più di quanto avrebbe dovuto, ma si diceva che quando sarebbe stato più grande ne avrebbero riparlato. Ma ormai lui aveva 16 anni e il suo patrigno era diventato un alcolizzato drogato che lo obbligava a ballare, per non parlare di cosa facevano le sue cugine, per procurarsi la roba. Non che non gli piacesse ballare, lo aveva sempre fatto, amava farlo lo rilassava la faceva sentire sé stesso, questo lo aveva ereditato da sua madre, da quello che si ricordava anche sua madre ballava molto bene ed era l'unica cosa che gli  univa, da quello che si ricordava. La società definivano le persone come Liam “gitani” a lui non piaceva particolarmente questo, perché ognuno era quello che era e a suo avviso non si dovrebbero fare queste distinzione sociali. Faceva sempre lo stesso spettacolo e la gente le lasciava sempre lo stesso numero di sterline e quando ciò avveniva il suo patrigno lo picchiava, ma ormai lui ci era abituato e non sentiva quasi più male, avrebbe però voluto scappare, avrebbe voluto essere da un altra parte con un ragazzo . Magari quello che l'aveva guardato nell'ultimo spettacolo, con quegli occhi color cielo e quei capelli biondi tinti, ma che comunque lo rendevano speciale. Guardò nel capello che lasciava lì per terra quando ballava e c'errano sempre cinque sterline non di più non di meno, voleva solo prendersene due, non era giusto che il suo patrigno incassasse tutto quello che aveva fatto lui, , non erano molti i soldi, ma almeno erano qualcosa no? Quel giorno, lui non lo sapeva ancora, ma sarebbe andata in modo diverso. Vide arrivare suo patrigno ubriaco, come al solito, ovviamente era venuto a ritirare il bottino, sperava non si accorgesse che mancassero due sterline, lo sperava davvero sennò sarebbero stati guai per lui e per le sue cugine. Quando si avvicinò a lui puzzava talmente tanto di alcool che Liam dovette resistere con tutte le sue forze per non vomitargli in faccia, in ogni caso gli diede il botteghino.

Lui la guardò e “Mancano due sterline” ammise guardandolo e già la sua faccia era passata prima al rosso, poi al verde ed ora era di un colore indefinito.. sembrava blu .“Cosa pensavi di fare eh ragazzino”? Disse James prendendolo per i capelli e tirandolo.

“l—asciami per piacere , volevo solo..” ma non riuscì a finire la frase perché qualcuno alle sue spalle gridò “Lascialo”, tutti e due si voltarono a guardare chi era il portatore di quella voce. Allora lo vide, vide quel ragazzo che aveva visto due giorni fa guardarlo mentre ballava, quel ragazzo dalle iridi color cielo e i capelli biondi tinti, sembrava un irlandese o forse lo era? “Ho detto lascialo o chiamo la polizia e dico cosa gli fai fare ogni giorno” sputò quello con sguardo che sembrava che volesse mangiarsi qualcuno. Non so se per la parola “ polizia” o per la crudeltà con cui furono sparate quelle parole il patrigno di Liam scappò lasciandolo lì per terra come un cane. Sperava che quel ragazzo gentile non se ne fosse andato infatti lui si avvicinò a Liam e gli disse in modo dolce “stai bene?”. Sembrava dolce, dove era finito quel ragazzo di prima, quello duro che aveva quasi sputato in faccia al patrigno del ragazzo  dagli occhi nocciola?“si, ma ora devo raggiungere mio zio sennò poi si arrabbia e..” così dicendo fece per andarsene ma lui lo bloccò e disse stringendogli la mano e aiutandolo ad alzarsi “non vai da nessuna parte”  Liam continuò a fissarlo non sapendo se buttarlo per terra e andarsene o dare retta a quello sconosciuto, non si era mai fidato degli sconosciuti, ma forse con questo ne valeva la pena. Perso nei suoi pensieri, si dimenticò del ragazzo che era lì con lui finchè  egli lo scrollò e gli disse “ ora tu vieni con me in un posto” e tutte due si allontanarono da quel posto che aveva visto tanti maltrattamenti. Dove lo stava portando questo ragazzo si chiese a un certo punto Liam. In un posto migliore? In un posto dove anche lui potesse essere felice? E con questa speranza si fece guidare dal ragazzo dagli occhi color cielo.















Nota autrice: 
Ed ecco qua la mia prima fanfic, era da un pò che avevo questa idea in testa e oggi ho deciso di buttarla giù spero che vi piaccia come idea, se ci sono errori ditemelo. Scusate se il capitolo è un pò corto, ma vi prometto che i prossimi saranno più movimentati e ci saranno i  'pov' di alcuni personaggi. Cosa importante: recensite così so se la storia piace o meno. Ora vado . Alla prossima.
-Ilaria