Capitolo 30
Non l'ho mai saputo ma stavo
Non l'ho mai saputo ma stavo
oltrepassando il limite
"Forza vieni con me"
Ho detto ""non ho tempo"
Disse "Non fingere che non ci eravamo
sentiti per telefono"...
Cominciò a fissarmi come un predatore fissa la sua preda. Si avvicinò e senza pensarci due volte cominciò a baciarmi e a mordermi le labbra, era così strano, non ero affatto abituato a baci del genere ma decisi di lasciarla fare. Che avevo da perdere? Dopo qualche minuto terminò il bacio e ne approfittai per riprendere un po d'aria. Cavolo, mi aveva lasciato proprio senza fiato. Si sedette sulle mie gambe e, dopo aver ripreso nuovamente a baciarmi, cominciò a sbottonarmi la camicia. Non potevo farci proprio nulla, ero finito nella sua trappola. Si staccò da me e cominciò ad osservarmi. Sorrise maliziosamente e si leccò il labbro superiore. Mi stava sfidando.
Si fece avanti a tratti
con gli occhi del desiderio,
mi sentii intrappolato
nella sua ragnatela di peccato...
Un tocco, un bacio,
un sussurro d'amore.
Ero al punto
di non ritorno...
''Ok...adesso basta giocare.''
Le dissi cercando di restare il piu calmo possibile. La presi delicatamente dai polsi e la feci sdraiare sul divano, poi mi posizionai su di lei. E cavolo! sono un uomo anch'io! Sapevo che era sbagliato, che non avrebbe risolto niente e che probabilmente era tutto programmanto, gia... lei sapeva che sarebbe andata a finire così e io, come un fesso, ci sono cascato con tutte le scarpe. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, non potevo farlo, non ci riuscivo. Non so perchè, credo sia la natura di noi uomini, nella vita di tutti i giorni siamo forti e irrefrenabili ma se perdiamo la testa per una ragazza è la fine. E questo è quello che successe a me quella notte.
''?...Wow, da dove proviene tutta quest'audacia, Mr. Jackson?''
Mi chiese lei con sguardo compiaciuto.
''Io...mi sono sentito come se la situazione mi stesse scivolando dalle mani.''
Le risposi avvicinandomi al suo volto.
''Proprio come in questi giorni?''
Mi sussurrò lei avvicinandosi al mio orecchio.
''?...''
Sprofondato nell'oscurità
dell'insanità della passione,
mi sentii prigioniero della strana
mancanza d'umanità della passione...
Questa ragazza era suadente,
questa ragazza di cui non potevo fidarmi...
La ragazza era cattiva,
la ragazza era pericolosa...
Non potevo credere a quello che stavo pensando in quel momento...aveva ragione.
Ero stufo di sentirmi sottomesso dal mio lavoro e da tutto il resto. Per una volta volevo essere io a controllare la mia vita. Mi allontanai di qualche centimetro, giusto per riuscire a guardarla negli occhi, mi misi a riflettere qualche istante e, dopo aver preso un respiro profondo, sospirai abbozzando un sorriso.
E alla fine è successo.
Mi ha toccato.
Le labbra
di quella strana donna
gocciolavano come miele
E la sua bocca era
più liscia dell'olio...
Ma il suo spirito interiore e le sue parole
erano taglienti come
Una spada dalla doppia lama,
ma mi piaceva
"Perchè è pericoloso"...
''Si, proprio come in questi giorni.''
Le risposi diventando subito dopo serio in viso.
Subito dopo le liberai il collo dai suoi capelli neri e, dopo essermi avvicinato lentamente, cominciai a baciarlo. Mentre facevo questo cominciai a levarle i vestiti e a buttarli oltre il divano. Beh, è inutile dire cosa successe dopo. Dico solo che dopo un ora presi i miei vestiti da terra, li indossai, mi diedi una sistemata e, dopo aver osservato per un attimo la ragazza che mi guardava compiaciuta su divano, presi il telefono e uscii da quella casa chiudendomi la porta dietro le spalle. Restai fermo a fissare il vuoto per qualche istante e, dopo aver fatto un respiro profondo, mi sedetti sul primo scalino passandomi le mani tra i capelli.
''...Cavolo...''
Non potevo crederci, non riuscivo neanche a pensarci. Che cavolo avevo fatto..? Non era per niente da me! Mi sono lasciato fregare da una ragazza appena conosciuta di cui non conoscevo neanche il cognome... Ormai il danno era fatto, non potevo farci nulla, però dovevo ammetterlo: Non mi era dispiaciuto per niente, in un certo senso. Anzi, se era possible mi sentivo come liberato da un peso. Ma sapevao che 'quella cosa' era stata solo un errore. Un grosso errore fatto in un momento di debolezza. Non mi restava che guardare avanti e dimenticare quella storia.
''Se avessi bisogno di qualcuno che ti liberi dai problemi... ricordati questo numero.''
Pensavo guardando il telefono.
Quella frase rimbombava nella mente, non riuscivo a farla andare via. Ma ce l'avrei fatta, avrei chiamato il mio autista e mi sarei fatto accompagnare di nuovo a quegli studi di registrazione per finire quel lavoro lasciato in sospeso. Perchè dopo tutto su quel divano non era successo nulla... in me non era cambiato nulla...
Prenditi i miei soldi,
butta via il mio tempo,
puoi chiamarmi tesoro
ma dannazione non sei fatta per me...
''Non è cambiato nulla, assolutamente nulla...''
Continuavo a ripetermi tra me e me.
Ma sapevo già che qualcosa era successo, il mio cuore era stato avvolto da un maleficio. Quelle due pietre nere mi avevano segnato, sapevo che non sarei riuscito a dimenticarle. Perchè quella donna, quel viso, quel corpo, quella voce, quella bocca, quello sguardo... non me lo avrebbero permesso.