Perdere un secondo a giro e non capire!
Primo capitolo.
Primo capitolo.
Amava il cibo, l’amava davvero con tutta se stessa preferiva il salato di giorno e il dolce appena calava la sera, non riusciva a stare lontana dai biscotti e dalla nutella nemmeno per tre giorni era come stare lontana da se stessa, l’assaporava lentamente cercando sempre la dolcezza e la bontà che si celava in quelle delizie, il cibo aveva il potere di metterla di buon umore, adorava cucinare ma non la solita monotona e noiosa cucina cercava nuovi abbinamenti creava sempre piatti nuovi per provare sul suo palato il sapore della novità e dell’inventiva.
Non sopportava il fatto di non riuscire a reagire in qualsiasi situazione voleva avere sempre il comando delle proprie emozioni, riusciva a dire basta e basta era.
Non aveva paura nel chiedere aiuto nel rialzarsi anzi se poteva lo chiedeva anche per vedere realizzata lei e gli altri, ma la cosa in cui riusciva maggiormente era dare dei buoni consigli alle persone ma non a lei, sapeva cos’era giusto fare ma non lo faceva mai, era una fan sfegatata del suo istinto, era lo scrigno di tutti, da lei non usciva niente. Non concepiva neanche l’idea di poter deludere anche se involontariamente qualcuno, non riusciva a nascondersi dietro le scuse e tanto meno dietro ai se e ai forse, semplicemente era la maestra dell’esplicito ma alle volte amava cosi tanto i giri di parole da far impazzire molte persone eppure in quei giri di parole c’era tutto, non erano vie di mezzo erano solo parole in più che a lei divertivano molto.
Non le sfiorava neanche per l’anticamera del cervello l’idea di non affrontare i problemi e di lasciarli nascosti dentro l’armadio e far finta di nulla, lei voleva l’armadio vuoto.
Si gettava a capofitto senza pensarci neanche un millesimo di secondo su ciò che faceva qualsiasi cosa fosse , non si risparmiava per niente e per nessuno, ma conosceva i limiti i suoi limiti, e si fermava molto prima di essi, era responsabile perfino delle sue “stronzate”.
Adorava anche soltanto l’idea di ascoltare qualsiasi voce , perché secondo lei ascoltare era sinonimo di intelligenza, partecipava a diverse discussioni di certi livelli dove adorava mettersi in mostra con quel poco di cultura che si era formata nel corso dei suoi pochi anni di vita, ad altre conversazioni invece evitava di entrarci poiché le reputava poco interessanti e prive di valore, erano conversazioni superflue dove lei non poteva imparare niente e tanto meno insegnare qualcosa!
Aveva un occhio di riguardo per il freddo e per l’inverno perché per lei sorseggiare una bella tazza calda di cioccolata bianca avvolta in un piumone era semplicemente meravigliosa anche solo l’idea , poi i jeans le scarpe, i calzini, i maglioni le sciarpe e quei colori cosi tiepidi la facevano sentire a suo agio.
Ascoltava con attenzione il rumore della pioggia sotto le coperte anche se aveva una terribile paura della pioggia da bambina che con il tempo stava sparendo mentre la paura dei tuoni quella era rimasta la stessa, al primo tuono si alzava di scatto dal suo letto e s’infilava nel letto dei suoi genitori tremando con la coperta fino alla testa, non sopportava tanto il sole che scaldava la sua pallida pelle.
Si era travolta dai suoi silenzi e della sua tranquillità! Amava con un amore al quanto profondo pieno di ammirazione le persone vitali, schiette, trasparenti che sapevano dire quello che sentivano e che provavano dentro di se senza timore di farlo.