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Autore: TheOnlyWay    01/02/2014    2 recensioni
(SEGUITO DI "L'importante è incontrarsi")
«Sei una persona triste, Morgan Anderson.»
Ora, qualcuno sarebbe tanto gentile da spiegarmi per quale motivo io non abbia ancora mandato Grace al diavolo? Voglio dire, non solo sono abbastanza depressa per conto mio, ci volevano anche lei e i suoi stupidi insulti gratuiti. E che nessuno abbia la faccia tosta di dirmi che me li merito. Anche perché non è assolutamente vero. Proprio no. Per niente. Affatto.
Io, Morgan Anderson, non ammetterò mai, nemmeno sotto tortura, di essere stupida, immatura e fondamentalmente idiota. Chi dovrebbe ammetterlo, invece, è Benjamin Barnes, alias Mr. Ho Trentadue Anni E Conosco Il Mondo Meglio Di Te. Povero scemo.
Se per caso vi fosse passato per la testa che le cose tra me e Ben non procedono propriamente per il meglio, be’, sappiate che ci avete visto bene. Anzi, benissimo. Per usare un eufemismo non del tutto elegante, direi che la situazione attuale è una merda. E no, non voglio essere delicata e dire che le condizioni in cui mi trovo rasentano il catastrofico. Io voglio essere volgare, sfacciata e maleducata.
Perciò vaffanculo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV.

 

 
Devo prendere un respiro profondo prima di parlare, perché sono piuttosto certa che vomiterei una sfilza incredibilmente lunga di insulti che, ovviamente, non sono adatti ad una signorina come me. Ma chi voglio prendere in giro? Noi pirati siamo maleducati, volgari, sboccati e decisamente irascibili.
«Che diavolo ci fai tu in casa mia?»
E possessivi, nel caso in cui non si fosse capito. Amanda Seyfried – perché non sono per niente sorpresa? – inclina la testa da un lato e i capelli biondi le coprono la spalla candida ed esile. Vorrei strapparglieli uno alla volta, quei peli malefici. Dio, perché diavolo è in casa mia? Non è possibile che Ben le abbia chiesto di sposarlo, vero? Voglio dire, fino a poco tempo stava insieme a me, non può essersi ripreso così in fretta.
Inarco entrambe le sopracciglia, sorpresa, quando quel manico di scopa ambulante mi sorride come fossimo vecchie amiche e mi invita ad entrare in casa. Come se ce ne fosse bisogno: conosco la strada meglio di lei, non mi serva che mi dica di accomodarmi in salotto. È il mio salotto.
Sento un po’ di rumore dal piano di sopra, dopodiché dei passi felpati annunciano l’arrivo di Ben. Mi guarda come se fossi un’aliena e per un attimo vengo assalita dalla voglia di saltargli addosso e baciarlo. È così bello, maledizione. Come ho fatto a rimanergli alla larga per tutto questo tempo?
«Morgan?»
«No, Mary Poppins.»
Sono simpatica, vero? Lasciate stare, lo so già. Certe cose non hanno bisogno di conferme. Voglio dire, io al vostro posto mi amerei follemente.
«Che ci fai qui?» domanda di nuovo. Non so, forse oggi è la giornata delle domande idiote, perché siamo a quota due e sono passati solamente tre minuti da quando sono entrata.
«Sono venuta a dirti che sei un coglione.»
Ben non reagisce nel modo in cui mi aspettavo. Avevo già programmato tutto, nella mia mente. Si sarebbe incazzato tantissimo, avrebbe cominciato ad urlare e mi avrebbe accusato di essere la causa della sua rovina. A quel punto io gli avrei detto di fare marcia indietro e tutto si sarebbe risolto. Saremmo stati separati, ma almeno uno di noi non avrebbe distrutto il proprio futuro.
Invece rimane impassibile. Inarca un sopracciglio, si volta verso Amanda e le sorride. Vedo rosso. Qualcuno me la levi di mezzo, perché oggi faccio una strage. Come se avesse colto l’arrivo imminente della sua fine, la signorina Sono-più-bella-di-te scuote la testa e mi rivolge uno sguardo apparentemente tranquillo.
«Gliel’ho detto anche io, che sta commettendo uno sbaglio.» sostiene, stringendosi nelle spalle. E be’? Non è che se mi da’ ragione diventiamo amiche del cuore e cominceremo a scambiarci i vestiti. Annuisco bruscamente e torno a guardare Ben. Un sorriso appena accennato increspa il suo volto e sento una fitta al cuore perché, accidenti, è davvero bello e io lo amo così tanto. E mi manca. E mi rode da impazzire che questa stangona fantastica passi così tanto tempo insieme a lui.
«Cos’hai da guardare?» ringhio, in difficoltà. I suoi occhi continuano a farmi uno strano effetto. Vorrei piangere, ma vorrei anche baciarlo. E urlare, e ridere. E vedere uno psicologo, che non sarebbe male.
«Sei ingrassata?»
«Vedi che sei un coglione? Ho ragione o no?» Amanda si schiarisce la voce e mi posa una mano sulla spalla. Avrei voglia di staccargliela a morsi, ma mi trattengo.
«Io ti trovo bellissima.» dice. Oh, dai, però se fa così come faccio ad odiarla? Voglio dire, dalla donna che ti ruba l’amore della tua vita non ci si aspetta tanta gentilezza. Non potrebbe ridere, malefica, come fanno tutte? Magari potrebbe dirmi che Ben è suo, che ha vinto lei, che ne so, qualcosa del genere. Ma se mi dice che sono bella, rende praticamente impossibile avercela con lei.
Poi, prima che possa risponderle qualcosa, Ben si avvicina.
«Certo che è bellissima. Lo è sempre stata.» apro e chiudo la bocca un paio di volte perché rischio davvero di scoppiare a piangere. Amanda mormora un «vi lascio soli» e si chiude la porta della cucina alle spalle.
Pochi secondi dopo, colpisco Ben con un calcio sugli stinchi.
«Morgan! Sei impazzita?» si lamenta, massaggiandosi la parte lesa con un broncio adorabile.
«Sarei io quella impazzita? Mi spieghi cosa cavolo ti dice il cervello?» urlo, gesticolando come una forsennata. Di nuovo, Ben sorride. Dio, ora lo picchio. Poi lo bacio. E poi lo picchio di nuovo. Come si fa a sorridere in una situazione simile?
«Volevi una vita normale, Morgan. È quello che avrai. Posso rinunciare alla mia carriera, a te invece no.» mi porta una ciocca di capelli dietro le orecchie e si avvicina di un passo.
Socchiudo gli occhi, perché anche un contatto così innocente riesce a scatenare un fremito incontrollato. Santo cielo, è Ben. E io vorrei solo buttarmi tra le sue braccia e chiedergli di tornare insieme. Ma non voglio che sacrifichi tutto per me. Non voglio essere causa del suo insuccesso, ne voglio essere il sasso legato al filo del suo palloncino. È una metafora del cavolo, ma sono così confusa che non saprei fare di meglio. Sospiro, godendomi a pieno il tocco della sua mano, che si è spostata sulla guancia.
«Non è così che funziona, Ben.»
«Mi spieghi che cosa vuoi, Morgan?» sbotta, allora, infastidito. Si allontana di qualche passo e comincia a girare per la stanza come un animale in gabbia. Lo osservo con attenzione, perché anche quando è arrabbiato resta affascinante e posato ed estremamente bello. La vita è ingiusta. Ed è ingiusta per colpa mia, perché sono stata io a cacciare entrambi in questa situazione del cavolo. E sono sempre io che ora vorrei solo fare marcia indietro. Ma c’è un motivo se mi dicono di continuo che sono stupida e immatura e idiota. E hanno ragione.
«Non voglio che rinunci alla tua vita per me.»
«Non rinuncio a niente di importante.»
«Ben, fai la persona seria.»
«Non mi ero accorto che fino ad ora stessimo scherzando.»
Tieni duro, Morgan. Non sorridere. Non fare niente. Mantieni la tua posizione e resisti. Porta a termine ciò per cui sei venuta e poi vattene, prima di cambiare idea., mi ripeto. Eppure per un attimo sono tentata di cedere. Potrei rendere le cose più facile, lasciare che sia lui a sacrificarsi ed essere felice. Ma non lo sarebbe Ben. E se c’è una cosa che ho capito, è che lui per me viene prima di chiunque altro.
«Chiama il tuo agente, digli che vuoi la parte e che stavi scherzando. Inventati qualcosa, non lo so. Ma non mandare tutto in merda per me, Ben. Dico sul serio. Volta pagina.» affermo, seria come non mai e non senza un certo sforzo.
«Tu l’hai fatto?»
«Sì, l’ho fatto.»
Bugiarda.
«Non ti credo.» Ben sorride ancora, per niente colpito dalla mia risposta. Anzi, come a dimostrarmi che non ci è cascato nemmeno per un istante, muove un passo nella mia direzione e mi intrappola tra la parete e il suo corpo, con le mani ai lati della mia testa e il viso così vicino che mi basterebbe allungarmi per baciarlo. Mi volto dall’altra parte.
«Levati.»
«Guardami, Morgan.»
Scuoto la testa, perché se lo guardassi adesso, sono certa che tutte le mie barriere cederebbero all’istante. E non è quello che voglio. Devo mettere un punto a questa situazione e devo farlo subito.
«Mi vedo con un'altra persona.»
Percepisco chiaramente i muscoli delle sue braccia irrigidirsi e mi azzardo a guardarlo perché, be’, non avevo messo in conto di dire una cazzata simile e non so come potrebbe reagire. Tuttavia, la tensione dura un attimo.
«Non ti credo.»
«Non è un mio problema.» dai così, Morgan, fai la sostenuta.
Ben ghigna e a me vengono i brividi. Perché io quell’espressione la conosco bene. È quella che fa quando ha in mente qualcosa e, il più delle volte, non è mai qualcosa di buono. Vorrei chiedergli cosa sta pensando, ma ho paura di sentire la risposta.
«Venite a cena qui, domani sera. Sono proprio curioso di conoscerlo. Ma prima…» mi afferra il mento con una mano, mi costringe a guardarlo e senza lasciarmi il tempo di fare niente, mi bacia. E non è delicato come suo solito. Riesco a sentire tutta la sua rabbia e non posso fare a meno di ricambiare come se fosse l’ultima volta che lo bacio. Quando mi lascia andare, ansante e con il fiato corto, mi sorride di nuovo.
«Baci anche lui così, Morgan?» mi porta di nuovo una ciocca di capelli dietro le orecchie e si dirige verso le scale. Si volta per lanciarmi un ultimo sguardo pieno di soddisfazione.
«Domani alle diciannove, Morgan. Ti aspetto a cena con il tuo nuovo fidanzato.»
E adesso che cavolo faccio? Sento i passi di Ben su per le scale e sono tentata dall’idea di rincorrerlo e prenderlo a schiaffi per avermi baciata in quel modo. Come ha osato farlo? Perché deve essere così testardo e stupido e così stronzo! Non doveva baciarmi e basta. Adesso sono più confusa di prima e non so cosa fare e…
 «Stai bene?»
Ecco. Amanda Seyfried non dovrebbe essere così gentile con me.
«Ho fatto un casino.»
E io non dovrei nemmeno parlarle, ma in questo momento sono così fuori di testa che potrei scambiarla anche per mia madre. Il che non è un bene, credetemi.
«Si sistemerà tutto, Morgan.»
«Perché lo fai?»
«Cosa?»
«Perché sei gentile con me? Tu vuoi stare con Ben!» protesto, con le lacrime agli occhi. La sento sospirare, poi il suo braccio mi circonda gentilmente le spalle. «Io e Ben siamo amici, Morgan. Tutto qui. E lui ti ama così tanto.»
«Ma tu sei così bella.»
«Anche tu lo sei. Perciò ti offro il mio aiuto, ci stai?»
Mi ritrovo ad annuire, perché sono stupida – anche se non c’è bisogno di ripeterlo un’altra volta – e perché tutto sommato comincio a pensare che l’attrice qui presente sia davvero dalla mia parte. Se invece non lo fosse, la mia vendetta sarà tremenda e lei dovrebbe dire addio alla sua carriera, alla sua vita e… non è vero, probabilmente mi ritroverei in camera di Brian a piangere perché, di nuovo, sono stata stupida.
«Cosa pensi di fare? Dai, parliamoci chiaro, non troverò mai qualcuno disposto a fingersi il mio ragazzo! Non sono mica te.» sbotto, poco dopo, mentre camminiamo verso la mia macchina. Amanda si è offerta di accompagnarmi a fare benzina – sì, mi sono lasciata sfuggire il dettaglio della riserva fissa – ed io ho anche accettato, perché tanto ormai peggio di così non può proprio andare. È matematicamente impossibile.
«Noi attori abbiamo un sacco di conoscenze. Ora voglio capire fino a dove sei disposta ad arrivare.» sostiene, seria come non mai. Non che io la conosca eh, però quell’espressione è preoccupante.
Fino a dove sono disposta ad arrivare per risolvere il casino che io stessa ho causato? Dappertutto, penso. Farei qualsiasi cosa per tornare indietro di qualche mese e riavvolgere il tempo. Potrei raggiungere Ben a Los Angeles e stare con lui, anziché piantarlo in asso e andarmene di casa solo perché soffro di solitudine. Oppure potrei compare un cane.
«Cosa hai in mente?»
«Ho il fidanzato perfetto per te. Tieniti pronta.»





***



Chi vorrebbe uccidermi alzi la mano! No, davvero. Non mi metto nemmeno ad implorare perdono perchè è una vergogna postare dopo un tempo così schifosamente lungo. Anyway, ecco qui.
Lascio a voi i commenti, perchè io proprio non so cosa dire.
Scusatemi. 
   
 
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