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Autore: Jacksonnie    01/02/2014    0 recensioni
"Perchè facciamo male anche alle persone che amiamo?"
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one.
Era appena arrivato di Dicembre e ciò significava il Natale, ma sopratutto il compleanno di Loulou. Negli ultimi mesi c'erano stati vari problemi: Eleanor, i management, Nick Grimshaw... e tutte queste coste avevano portato ad un distaccamento tra Harry e Louis. 
Lo scorso inverno Louis gli aveva chiesto la mano e dopo circa tre mesi si erano sposati, in segreto, solo loro due, e com'erano felici quel giorno, così tanto che fecero l'amore due volte: 
prima e dopo il matrimonio. Il loro letto chiedeva pietà.
All'inizio i management permisero ad Harry di portare la fede di tanto in tanto, e Louis... quando la vedeva al dito dell'amato mostrava un sorriso così meraviglioso che faceva innamorare il ricciolo ancora di più. Ma col passare del tempo il più piccolo fu costretto a portare l'anello sempre più di rado fino al divieto totale. L'aveva lasciato dentro al suo cassetto della camera, inisieme a dei preservativi e alle manette che Louis gli aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno.  
Verso la fine di Novembre e l'inizio del mese successivo, le uscite con Eleanor
erano aumentate e il ricciolo non riusciva a tollerarlo, così reprimeva la rabbia con l'alcool. Ogni volta che Louis tornava a casa da un'uscita con la ragazza trovava Harry ubriaco marcio, o peggio: con Nick. Più volte il ragazzo aveva minacciato Grimshaw perchè stava troppo vicino a suo marito, ma l'uomo sapeva quanto Louis fosse fragile e di conseguenza sapeva che non gli avrebbe mai messo le mani addosso. Era il classico "cane che abbaia non morde".
Era distrutto, ma non lo dava molto a vedere, sopratutto quando era sotto i riflettori. Sfogava tutta la sua rabbia e tutto il suo dolore durante notte fonda, quando Harry dormiva profondamente: si rifugiava in bagno e piangeva, e tirava fuori una lametta che teneva ben nascosta. Una volta finito puliva ogni macchia e usciva come se niente fosse accaduto, con le maniche penzolanti, perchè tirava indietro le braccia, le guance rosse e gli occhi ancora brucianti per le lacrime amare. Poi tornava a letto, stringeva il suo cuscino e poco più tardi s'addormentava. E fece così anche quella notte, ma quella fu diversa da tutte le altre.  Harry era sveglio perchè tutti i pensieri che circolavano nella sua testa non lo lasciavano dormire in pace, e si accorse dell'improvvisa scomparsa del più grande, ma non si preoccupò, non ancora. Nella casa rimbombavano le sue flebili grida di dolore e disperazione insieme ai suoi leggeri singhiozzi, poi i suoi lamenti furono interrotti da una parolaccia e il suono di un qualcosa di metallo cadere a terra. Harry aveva capito ogni cosa. Sentì il suo cuore venire trafitto. Appena Louis tornò sotto le coperte il ricciolo accese l'abat jour e lo fissò con sopracciglia agrottate per la rabbia. Il ragazzo dagli occhi azzurri sembrò restare impassibile, ma dentro di sè era spaventato a morte.
«Io so.», sussurrò a brucia pelo. Quella frase cominciò a ripetersi nella mente del maggiore. Oh no.
Con un sottile filo di voce mescolato con un po' di nervosismo gli disse di farsi gli affari suoi, ma stava mentendo, voleva che lo salvasse dal male che si stava facendo da ormai troppo tempo. Harry aveva difficoltà a controllare le sue emozioni e bastava un niente per farlo scatenare.
«Con che coraggio mi dici che devo farmi gli affari miei? Tu sei affare mio!»

Louis cominciò ad irritarsi e per quanto cercasse di tenere a bada la rabbia tutto sembrava essere inutile. Come osava dire una cosa del genere?
Tra i due scoppiò una litigata di quelle terribili.
Entrambi accusavano l'altro di essere uno stronzo menefreghista con occhi che ardevano dalla collera.
«Si può sapere perchè lo hai fatto? Perchè non mi hai mai detto nulla? Sei uno stupido!», urlò con il volto colorato ed accecato dal nervoso.
Prima di rispondere Louis si morse un labbro, sapeva che le parole che sarebbero uscite dalla sua bocca sare
bbero state devastanti, ma non riusciva più a digerirle, ormai gli davano il voltastomaco.
«Sei così orgoglioso di stesso, così egoista da non accorgerti che questa cosa è iniziata già prima del matrimonio. Mi hai sempre detto che io venivo prima di tutto e di tutti, ma hai mentito, al primo posto metterai sempre te stesso.»
A quelle parole il ricciolo sgranò gli occhi e rimase in silenzio con la bocca semi chiusa. Era rimasto sconvolto, era tutta colpa sua. La stanza fu ricoperta dal silenzio imbarazzante, ma poco dopo venne spezzato dal pianto del più grande. Gli era apparso di sentire il cuore di Harry rompersi in mille pezzi, e in effetti era così.
«Tutto quello che ci sta capitando mi sta uccidendo, apri quei fottuti occhi una volta ogni tanto, cazzo!», continuava a gridare con la voce che ogni tanto veniva interrotta dai singhiozzi. Era la prima volta che lo vedeva in quello stato e non fu per niente un bello spettacolo.
«Cosa ho fatto?», pensava il più piccolo terrorizzato. Era riuscito a distruggere l'unica persona che amava più della sua vita, e non se lo sarebbe mai perdonato, perchè non poteva perdonarsi una cosa simile.
Louis tremava, ma non dal freddo, ma per ciò che aveva detto senza volere e che non era riuscito più a controllare. Harry provò ad avvicinare una mano all'altro con timore di non essere accettato e infatti Louis la scansò.
«Esci da questa camera! Non voglio vederti o sentire la tua presenza fino a domani mattina!», alzò un'ultima volta la voce per poi lasciarsi scivolare nel letto. Non si pentì, aveva bisogno di stare da solo per riflettere, non sapeva di preciso su cosa, ma era sicuro su qualcosa. Era così confuso e non capiva più nulla.

Harry era rimasto così scioccato che anche lui non sapeva più cosa fare e cosa pensare, non riusciva neanche a piangere, ma il dolore di quelle parole l'aveva sentito. Voleva tornare indietro nel tempo e correggere tutti i suoi sbagli, ma non poteva. Prese il suo cuscino e andò a sdraiasi sul divano. Ogni cosa che era uscita dalla bocca di Louis occupava la sua mente e alla fine scoppiò anche lui in un pianto silenzioso. 
Quello fu il loro primo litigio, e fu devastante per entrambi. Si mise addosso una coperta e chiuse gli occhi, sperando di addormentarsi il prima possibile, ma c'erano troppe preoccupazioni che lo tormentavano e lo fecero rimanere sveglio per tutta la notte, Louis invece no, aveva troppe ferite sia fisiche che psicologiche, aveva perso troppo sangue, ed era stanchissimo, l'unica cosa che desiderava era dormire e non svegliarsi più.
  
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