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Autore: smile_tears    01/02/2014    5 recensioni
C’era aria di neve ma ad Harry questo non importava.
Lui voleva stare da solo, passeggiare per le strade e cercare di dimenticare, di non pensare
* * *
-C..Claire, sei davvero tu?- chiese Harry titubante
La ragazza si voltò immediatamente verso di lui facendogli sbarrare gli occhi ancora di più: quella ragazza era davvero Claire.
-Harry- sussurrò la ragazza sorridendo
-Che ci fai qui? Perché sei tornata?- chiese a raffica
-Sono tornata qui per te, perché mi mancavi, e sono tornata per restare- gli rispose sorridendo
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un freddo pomeriggio di febbraio, più precisamente il primo febbraio.
Le strade erano quasi deserte, fatta eccezione per qualche gattino abbandonato e quelle poche coppie che avevano trovato il coraggio di uscire pur di passare un po’di tempo insieme.
Tutti gli altri  erano chiusi in casa per ripararsi dal grande  freddo che quel giorno regnava sovrano nella cittadina di Holmes Chapel.
C’era aria di neve ma ad Harry questo non importava.
Lui voleva stare da solo, passeggiare per le strade e cercare di dimenticare, di non pensare.
Casa sua stracolma di gente era diventata fin troppo opprimente, specie in un giorno come quello.
Tutti sapevano che ormai da tre anni odiava il suo compleanno, che il primo febbraio era diventato il giorno che odiava di più ma a nessuno sembrava interessare.
Come sempre da tre anni a questa parte, sua madre si ostinava ad invitare amici e parenti per festeggiare e, puntualmente, Harry si infuriava e scappava di casa lasciando tutti tristi e amareggiati per il suo comportamento.
Ma Harry non voleva trattarli male, voleva solo che rispettassero le sue decisioni.
Lui aveva un buon motivo per odiare quel giorno, non era solo un suo capriccio.
Tutto questo era legato ad una ragazza. Una ragazza alta, con i capelli castano chiaro lunghi fino a metà schiena; occhi castani, ma un castano così particolare da sembrare irreale, potevi correre, saltare, camminare, vivere in quegli occhi.
Quella ragazza aveva anche un nome, si chiamava Claire. Lei era timida, pura, era la persona più innocente esistente in quel mondo andato a rotoli.
Fino a tre anni fa era la migliore amica di Harry, ma non quella migliore amica che incontri a sedici anni e che dopo una settimana chiami già “tesoro” o “principessa”, no. Lei era quella migliore amica che conosci sin da quando eri un neonato in fasce perché era figlia dei migliori amici dei tuoi genitori, quella migliore amica che da piccolo non sopportavi, con cui litigavi sempre ma, che una volta cresciuti, era l’unica persona che volevi al tuo fianco, l’unica che riusciva a capirti, ad aiutarti, l’unica che ti voleva davvero bene e che era diventato il tuo tutto.
E ad Harry era successo esattamente questo. Da piccolo odiava quella bambina capricciosa ma ora che non era più con lui la rimpiangeva, gli mancava da morire.
Harry, subito dopo aver lasciato casa sua, iniziò a passeggiare per le strade di Holmes Chapel.
Camminava a testa bassa, senza guardare in faccia a nessuno. Le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni e i riccioli coperti da uno dei suoi soliti cappellini che usava in inverno.
Era davvero triste anche se non lo dava a vedere, ogni cosa, ogni luogo, tutto le ricordava lei e bei momenti trascorsi insieme.
Era partito col presupposto di non voler pensare, di voler dimenticare tutto e tutti ma alla fine ottenne il risultato opposto.
Tutto stava tornando a galla, ricordi che credeva di aver seppellito negli angoli più scuri della sua memoria ma che, a quanto pare, erano ancora ben radicati nella sua mente.
Già quando era in camera sua la mattina presto aveva cominciato a ricordare e ora non aveva la forza di smettere.
Nella sua camera si ricordò uno di quei tanti pomeriggi passati insieme a giocare, a rincorrersi per la casa sotto lo sguardo attento di sua madre.
 
-Claire!- strillò il bambino per attirare l’attenzione dell’amica
-Dimmi Haz- rispose lei sorridendogli
-Ti va di venire a giocare a pallone con me?- chiese mettendo in mostra le fossette
-No, non voglio! Perché non giochi insieme a  me con le bambole?- gli chiese sorridendogli dolcemente mentre gli porgeva una delle sue adorate bambole
-No è una cosa da femmine!- rispose lui mettendo il broncio
-E il calcio è una cosa da maschi!- controbatté lei
-No-
-Si-
Continuarono con questi battibecchi per un po’ finché Anne non entrò nella stanza per farli smettere.
-Perché state litigando adesso?- chiese dolcemente la donna
-Non vuole giocare con me!- risposero in contemporanea indicandosi l’un l’altro
Anne sorrise scuotendo la testa e poi disse
-Non potreste mettervi d’accordo?-
-No! Lui vuole giocare a calcio!-
-E lei con le bambole!-
Ribatterono i due bambini per poi farsi la linguaccia a vicenda
-Dai ci penseremo dopo. Chi di voi vuole il gelato per merenda?- chiese gentilmente Anne cercando di porre fine a quell’inutile litigio
-Io, io!- strillarono entrambi agitando le braccia
-Prima dovete fare pace, sennò niente gelato- disse Anne incrociando le braccia, sapendo già di aver fatto placare il litigio.
I due piccoli si guardarono ancora con aria di sfida, finché entrambi non cedettero e si abbracciarono come dopo ogni litigio sussurrandosi vari “scusa” che, nonostante tutto, erano sinceri.
 
Un altro ricordo che aveva preso vita in camera sua, era una delle sue tante feste di compleanno.
 
-Claire, Claire aprimi per favore!-era un’ora che Harry bussava alla porta della sua camera da letto per farsi aprire dall’amica ma era stato tutto inutile.
Era il compleanno di Harry, festeggiava i tanto attesi quattordici anni ed aveva invitata tutti i suoi amici compresi Claire e il suo ragazzo.
L’unico problema era che nel corso della festa il ragazzo di Claire l’aveva lasciata dicendole di essere innamorato di un’altra.
A quelle parole la ragazza si sentì distrutta e per questo era corse in lacrime nella camera del suo migliore amico
-Claire, ti prego lasciati aiutare!Non voglio che tu stia male!- tentò ancora una volta Harry appoggiando la fronte contro la fredda porta della sua camera.
Dovette aspettare ancora un po’ prima che la chioma castana della sua migliore amica facesse capolino da dietro alla porta.
Tremava ancora scossa dai singhiozzi ;i capelli erano arruffati, segno che si era sdraiata sul suo letto per calmarsi e i suoi occhi castani erano diventati di castano spento  a causa delle troppe lacrime versate.
-Claire- sussurrò aprendo le braccia in un silenzioso invito a rifugiarsi al loro interno.
La ragazza non ci pensò due volte e si tuffò tra le braccia di Harry lasciandosi stringere e coccolare mentre continuava a piangere silenziosamente contro il suo petto.
-Non piangere per lui, non ne vale la pena. Ora ci sono io con te, non ti lascerò mai- le disse accarezzandole i capelli .
La ragazza a quelle parole sorrise, sapeva che non l’avrebbe mai fatto.
-Grazie Haz- sussurrò poi baciandogli una guancia e in quel momento tutta la tristezza svanì.
 
Harry sorrise a quei ricordi, gli mancava passare le giornate con la sua migliore amica.
Senza accorgersene era arrivato davanti alla casa di Zayn, uno dei suoi più cari amici, e attraversando il suo giardino, esattamente sotto una vecchia quercia, un altro ricordo si fece prepotentemente spazio nella sua mente.
 
Quel giorno, nonostante fosse pieno inverno, Zayn aveva deciso di festeggiare il suo compleanno all’aperto.
A Harry l’idea non piaceva più di tanto ma in fondo il compleanno era di Zayn, non poteva mica decidere lui.
-Hey Zayn hai visto Harry?- chiese Claire avvicinandosi al moro
-Si è li a giocare al gioco delle bottiglia- disse indicandolo – Ti va di unirti a noi?- le chiese poi sorridendole.
La ragazza sorrise di rimando e annuì per poi dirigersi con Zayn verso il grande cerchio creatosi sotto alla quercia.
Si sedette accanto a Zayn, esattamente di fronte ad Harry che non appena la vide le rivolse un caloroso sorriso.
-Vediamo chi dovrà baciare chi!- urlò euforico uno degli amici di Zayn facendo girare la bottiglia.
La bottiglia continuò a girare, tra le urla e le risate dei ragazzi, finché non arrestò la sua corsa fermandosi su Harry.
Harry sorrise imbarazzato passandosi una mano tra i capelli.
Si sentiva osservato, troppo al centro dell’attenzione.
Non aveva tutti i torti. Le ragazze lo fissavano mordendosi le labbra, lo stavano mangiando con gli occhi sussurrando cose poco appropriate all’orecchio delle loro amiche.
L’unica che non sembrava interessata, conoscendo fin troppo bene la bellezza di quel ragazzo, era Claire.
Aveva guardato tante volte quel ragazzo  da vicino che non aveva bisogno di guardarlo anche adesso per sapere quanto fosse bello, con i suoi ricci disordinati, le fossette sempre in bella vista, era una visione angelica.
E non aveva bisogno di alzare lo sguardo neanche per vedere che tutte le sue compagne avevano gli occhi puntati su Harry, sapeva che lo stavano fissando senza staccargli gli occhi di dosso sperando che così facendo Harry le notasse.
Lei si limitava ad osservare e sentire, come se in quel momento non si trovasse li, come se fosse solo una comparsa.
Subito dopo la bottiglia riprese a girare, in attesa di fermarsi sulla prossima vittima di quella serata.
Ad ogni giro Claire perdeva un battito, sentiva che il suo cuore stava diventando troppo grande per rimanere li nel suo petto, sembrava che volesse uscire e prendere vita e lei non ne capiva nemmeno il motivo.
La bottiglia prese a girare più lentamente essendo quasi alla fine della sua corse mentre il cuore di Claire fece l’esatto opposto aumentando i battiti in una maniera impressionante.
Il suo battito aumentò ancora di più quando vide la bottiglia fermarsi proprio davanti a lei.
Sentì un coro di “Ohh” arrivare da parte dei ragazzi, sentiva lo sguardo omicida di tutte le ragazze su di se e peggio ancora sentiva il cuore essere completamente impazzito.
Baciare Harry.
Avrebbe dovuto baciare Harry, il suo migliore amico.
Lo stesso pensiero lo ebbe anche Harry.
Avrebbe dovuto baciare Claire, la sua migliore amica, li davanti a tutti.
Alzarono lo sguardo e si guardarono a lungo negli occhi:verde nel castano, occhi diversi ma allo stesso tempo simili.
I due ragazzi si guardarono titubanti, erano insicuri sul fare una cosa del genere ma le voci degli altri che urlavano in coro “Bacio, bacio!” li costrinse ad alzarsi e posizionarsi al centro del grande cerchio.
Continuarono a guardarsi negli occhi, come per leggersi dentro, e poi Harry si avvicinò lentamente al viso di Claire.
Le sussurrò un flebile “scusa” che lui stesso fece fatica a sentire, poi annullò le distanze posando le labbra su quelle dell’amica.
Fu un bacio timido, casto, un semplice sfioramento di labbra che però provocò una scossa di brividi ad entrambi i ragazzi che pensarono che quella era sicuramente la parte della festa che gli era piaciuta di più.
 
Pensando a questo Harry si toccò inconsapevolmente le labbra, come a voler ritrovare il sapore di quel bacio che per lui era durato troppo poco.
Non appena si rese conto di cosa stava facendo si diede dello sciocco, si stava rendendo ridicolo e si stava facendo del male da solo riportando a galla tutti quei ricordi.
Ma ormai non poteva più farne a meno, sentiva il bisogno di avere Claire li accanto a lui e quello era l’unico modo.
Perso nei suoi pensieri, non si accorse di essere arrivato al parco.
Alla vista di quel luogo, il suo cuore perse numerosi battiti.
In quel parco c’era il loro posto segreto, il posto che Harry reputava il più importante di tutti.
Non solo perché era l’unico posto in cui poteva stare solo con Claire senza essere interrotto, ma anche perché era il luogo che gli aveva cambiato la vita, il luogo in cui aveva capito di amarla.
 
Come tutti i pomeriggi estivi, Harry e Claire si erano ritrovati nel loro posto segreto per poter passare un po’ di tempo insieme.
Erano li già da un po’.
Harry era seduto a terra, con la schiena appoggiata al tronco di un albero, le gambe distese per permettere a Claire di appoggiarci la testa sopra e le mani a giocare distrattamente con i suoi lunghi capelli castani.
Claire stava parlando, o meglio straparlando, da un bel po’ ormai ma Harry aveva completamente perso il senso del discorso.
Era troppo intento a fissarla, a studiarla in ogni minimo particolare. La testa appoggiata sulle sue gambe, i capelli profumati di camomilla che cadevano disordinati sull’erba, gli occhi chiusi, il sorriso sempre sulle labbra anche mentre parlava, le sue mani a giocare con la mano destra di Harry, tutto era perfetto in quel momento, lei era perfetta.
L’aveva sempre trovata una ragazza bellissima, di quelle belle davvero, sia fuori che dentro,  ma ora iniziava a guardarla con occhi diversi, non con quelli di un amico ma con quelli con cui si guarda la persona amata.
Con questo nuovo sentimento nel cuore, Harry si chinò appena su di lei e le lasciò un bacio sulla fronte sussurrando “Ti voglio bene  Claire”, come per auto convincersi che fosse così ma dentro di se sapeva già di aver perso la testa per la sua migliore amica.
 
 
Harry uscì dal parco, la testa ancora immersa nei ricordi mentre i piedi si muovevano da soli verso un posto che fino a poco tempo prima frequentava assiduamente: la casa di Claire.
Durante il tragitto l’unico ricordo che aveva in mente era quello più doloroso, quello che lo aveva portato ad odiare il suo compleanno:il giorno dell’addio.
 
Era il primo febbraio, Harry quel giorno compiva 17 anni e prima di festeggiare con i suoi amici aveva deciso di farsi coraggio e andare da Claire per dirle che l’amava.
Camminava per le strade a passo spedito, un sorriso enorme compreso di fossette a contornargli il volto e gli occhi verdi più luminosi del solito.
Era felice, sentiva che quel giorno sarebbe cambiato qualcosa, che sarebbe andato tutto bene.
Arrivò a casa dell’amica in meno di cinque minuti, aveva praticamente corso tanto che era eccitato.
Bussò alla porta continuando a sorridere come un ebete, i secondi che passavano sembravano un’eternità, non vedeva l’ora di liberarsi, di togliersi quel peso che portava addosso da ormai un anno.
La porta si aprì subito mostrando la figura minuta di Claire.
-Ciao Claire!- disse Harry salutandola felice
-Ciao Harry- le rispose la ragazza sorridendo malinconica.
Harry notò che l’amica aveva qualcosa di strano. I suoi occhi erano lucidi e spenti, la sua carnagione più pallida del solito e il sorriso che era presente sul suo viso in quel momento stava giocando a nascondino.
Cercò di non pensarci più di tanto, diede la colpa alla stanchezza e al fatto che pochi giorni prima avesse avuto la febbre.
-Devi dirti una cosa!- esclamarono entrambi dopo un attimo di silenzio
Scoppiarono a ridere, poi Claire riprendendosi disse
-Parla prima tu-
-No prima tu- ribadì Harry
-No Harry davvero, parla prima tu- rispose triste
-No prima le ragazze- rispose Harry
La ragazza sospirò frustrata facendo preoccupare Harry.
Si passò una mano tra i capelli e dopo un attimo di silenzio che ad Harry parvero ore disse
-Me ne vado Harry, mi trasferisco-
Harry sbarrò gli occhi incredulo.
Gli sembrò di sentire il cuore spaccarsi in due, non poteva credere a quelle parole.
-Cosa?- chiese con un filo di voce
-Me ne vado. Papà ha trovato un lavoro lontano da qui e dobbiamo andare tutti con lui- disse la ragazza con la voce incrinata dal pianto
-Non puoi andartene, non puoi! Come farò senza i tuoi sorrisi, i tuoi abbracci, come farò senza te?!- chiese Harry quasi arrabbiato mentre lacrime amare cadevano veloci dai suoi occhi
-Mi dispiace Harry, mi dispiace-  sussurrò la ragazza scoppiando in lacrime mentre il suo corpo era scosso dai singhiozzi.
Harry si sentì in colpa e quindi si avvicinò alla ragazza stringendola forte a se, forse per l’ultima volta.
La ragazza si aggrappò ad Harry stringendo la presa sulla sua maglia come se fosse la sua ancora di salvezza, come se aggrapparsi a lui fosse l’unico modo per non cadere.
-Mi mancherai da morire Haz- disse Claire continuando a piangere
-Anche tu Claire. Però non ti dimenticherò mai, sarai sempre nel mio cuore. Ti voglio bene- le disse accarezzandole i capelli.
-Ti voglio bene anch’io Haz, sarai sempre il mio migliore amico- le rispose abbozzando un piccolo sorriso
Harry era convinto che sarebbe stata la giornata migliore della sua vita ma si sbagliava, quel giorno segnava solo l’inizio di una grande sofferenza che non avrebbe potuto condividere con nessuno.
 
Ripensando  a quel momento Harry iniziò a piangere silenziosamente, cosa che aveva imparato a fare molto bene nel corso di tre anni.
Gli mancava Claire e si sentiva in colpa per non averle detto di amarla prima che se ne andasse , pensava che forse sarebbe potuto cambiare qualcosa.
Facendo questi pensieri malinconici non si accorse di essere giunto a destinazione.
Guardò malinconico la vecchia casa della sua migliore amica. Gli infissi chiusi, l’erba che prima era sempre curata ora era in pessime condizioni, tutto era cambiato da prima, come se  Claire andandosene avesse portato via la vita che c’era in casa sua.
Continuò a fissare la casa finché, spostando lo sguardo, non si accorse che poco distante da lui c’era qualcuno.
Era una ragazza, era abbastanza alta e con dei lunghi capelli castani che le arrivavano fino a metà schiena.
Era stretta nel suo cappotto bianco, le mani nascoste nelle tasche del pantalone mentre una sciarpa le circondava il collo.
Harry sbarrò gli occhi, sicuramente stava avendo un’allucinazione, quella non poteva essere Claire.
-C..Claire, sei davvero tu?- chiese Harry titubante
La ragazza si voltò immediatamente verso di lui facendogli sbarrare gli occhi ancora di più: quella ragazza era davvero Claire.
-Harry- sussurrò la ragazza sorridendo
-Che ci fai qui? Perché sei tornata?- chiese a raffica
-Sono tornata qui per te, perché mi mancavi, e sono tornata per restare- gli rispose sorridendo
Harry a quelle parole credette di morire mentre il cuore prendeva a martellargli prepotentemente nel petto.
Si aprì in un sorriso e poi spalancò le braccia vedendo Claire correre verso di lui.
Si abbracciarono forte, come per recuperare tutto il tempo perso in quegli anni ma non dissero niente, non erano necessarie le parole.
-Harry ho una domanda che mi tormenta da quando me ne sono andata...- disse Claire dopo un po’ separandosi dall’abbraccio.
-Che domanda?- chiese Harry aggrottando le sopracciglia
-Quel giorno in cui ti ho detto che me ne sarei andata mi dicesti che dovevi dirmi una cosa. Cosa volevi dirmi?- gli chiese puntando i suoi occhi in quelli verde prato di Harry.
Il ragazzo deglutì, non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere.
Si trovava di fronte ad un incrocio:dille la verità rischiando di perderla di nuovo o mentire e continuare a  soffrire ancora.
Alla fine scelse la seconda, per una volta volle essere egoista e pensare a se stesso alla sua felicità, anche se perdendo di nuovo Claire avrebbe sofferto comunque.
-Volevo dirti una cosa importante ma quando mi hai detto che saresti partita mi è mancato il coraggio- ammise Harry  abbassando lo sguardo
-Non puoi dirmelo ora? Ti prego, ho bisogno di sapere- lo scongiurò Claire
Il ragazzo sospirò, poi disse
-Volevo dirti che sono innamorato di te Claire, che dall’età di sedici anni ho smesso di guardarti come un’amica e ho iniziato ad amarti, con tutti i tuoi pregi e difetti. Ti amo- disse Harry tutto di un fiato guardandola negli occhi.
A quelle parole Claire sorrise apertamente e disse
-Non sai per quanto tempo ho sperato che me lo dicessi, non ci speravo quasi più. Ti amo anch’io Harry, più di ogni altra cosa. È anche per questo che sono tornata, non riuscivo a vivere senza il ragazzo che amavo, avevo e ho tuttora bisogno di te-
Harry sentì il suo cuore perdere numerosi battiti per poi recuperali tutti in una volta, era davvero felice.
Si avvicinò piano a Claire, quasi come se temesse di farle paura, per poi posare le sue labbra su quelle della ragazza come quella volta a casa di Zayn.
Un bacio lento, dolce e che sapeva d’amore.
Quello fu per entrambi uno dei baci più belli in assoluto e Harry pensò che, nonostante tutto, sarebbe potuto tornare ad amare il giorno del suo compleanno.


Hola!
Ciao a tutti!
Sono tornata con una nuova storia, stavolta per il compleanno del nostro Harry!
Mi sembra incredibile che abbia già venti anni anni,per me rimarrà sempre un ragazzino.
Comunque... la storia non so da dove mi sia venuta in mente, so solo che l'idea mi era piaciuta molto e quindi ho deciso di adattarla a questa occasione.
Non so se sia leggibile o meno e se vi piaccia, io ci ho messo l'anima per scriverla e devo dire che mi piace abbastanza ma i "giudici" siete voi.
Ora vado, speroa che la storia vi sia piaciuta e grazie a chiunque sia arrivato fin qui. In caso vi andasse mi piacerebbe avere un vostro parere, ci tengo molto!
A presto!
Miky

P.s. Dimenticavo! Per prima cosa vorrei ringraziare Francesca per il banner, mi è piaciuto davvero molto <3
Seconda cosa c'è una storia molto bella di una mia amica, ci andrebbe di passare e lasciare una recensione? Vi lascio il link sotto (se cliccate sull'immagine si dovrebbe aprire direttamente la pagina)
 

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