The
Beauty
and The Beast
Capitolo
2 – La prova di coraggio –
-
Voi siete matti! Io li dentro non ci metto piede! – esclamò una ragazza sui
sedici anni con capelli a caschetto neri.
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Andiamo Lisa non avrai mica paura? – le chiese un ragazzo con capelli biondi
al suo fianco
-
Secondo me sei tu che hai paura David. – sogghignò una biondina con occhi
azzurro cielo, magra, ma col corpo poco formoso
-
Non ho paura. – si difese il ragazzo
-
Io vorrei sapere a chi è venuta questa splendida idea della prova di coraggio.
– esclamò una terza ragazza tremando di paura.
La
biondina sospirò; si chiamava Silvia De Alisia e frequentava la Deava institute
e il giorno prima dei suoi compagni avevano avuto la brillante idea di
organizzare una prova di coraggio in piena notte. La prova si sarebbe svolta nel
vecchio castello Fudo, alla periferia della città. Quel castello era disabitato
da almeno cento anni. La gente del posto diceva che era maledetto, strani rumori
e ululati si sentono dal castello. Nessuno ci ha più messo piede da quando, da
un giorno all’altro, tutti i suoi abitanti, compreso il principe Fudo,
scomparvero misteriosamente; o almeno questo era quello che raccontava la
leggenda.
Silvia
e altri quattro suoi compagni di scuola avevano accettato la prova, in tutto
erano in sei compreso l’ideatore; la fantomatica prova consisteva in un giro
completo del castello tutti insieme.
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Ragazzi muoviamoci ormai è mezzanotte. – esclamò Silvia stufa di stare fuori
al freddo.
I
sei varcarono il cancelli ormai arrugginito. Il castello era davvero imponente,
ma anche molto lugubre. Silvia si strinse nel giubbino rabbrividendo, quel posto
non le piaceva affatto! Alzò gli occhi verso una delle torri scorgendo una
figura in ombra, si stropicciò gli occhi credendo di essersi sbagliata e
tornando a guardare in alto non vedendo più niente.
Percorsero
il lungo viale costeggiato da alberi spogli e secchi giungendo ad un enorme
portone in lagno scuro.
-
Bene ora entriamo. – Peter, l’ideatore della prova, si avvicinò alla porta
estraendo un coltellino multiuso per forzare la porta.
-
Stupido cosa credi di fare con quei coltellini? Sono troppo piccoli! – disse
saccente Silvia.
-
De Alisia stai indietro e fai lavorare il maestro. – disse sorridente
facendole l’occhiolino. Silvia sbuffò: quello cercava sempre di mettersi in
mostra per conquistarla, ma a lei non interessava. Cercava il grande amore ed
era certa che un giorno o l’altro lo avrebbe trovato.
Peter
si appoggiò alla porta e questa si aprì.
-
Bel lavoro Pet! Era già aperta! – lo canzonò un altro ragazzo al suo fianco.
L’altro
lo ignorò ed entrarono. Dentro era immenso.
-
Nessuno ha un accendino? –
-
No, Betta. – le rispose Silvia
-
Io si. –Peter estrasse un accendino creando una fiamma, si accorse poi di un
candelabro a tre braccia posizionato su di un mobile accanto a lui: - Con la
fiamma del candelabro vedremo meglio. – esclamò posando la fiamma
dell’accendino su di esso
-
Ehi,ehi,ehi! Così mi scotti, idiota! –
-
Chi ha parlato? – chiese impaurito David
-
Io. –
I
ragazzi si guardarono in giro, prima che la voce parlasse di nuovo: - Qui, qui!!
–
Tutti
gli sguardi si posarono sul candelabro in mano a Peter. All’apparenza era un
candelabro come gli altri se non fosse per una bocca, un naso e due occhietti
castani che li guardavano.
-
Ciao! – salutò cordiale il candelabro: - Ehi ragazze siete proprio uno
schianto! ^___- -
-
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH – urlarono tutti spaventati. Peter lasciò cadere
malamente lo strano oggetto che imprecò per la caduta; presi dal terrore
scapparono tutti verso l’uscita, ma Silvia inciampò e cadde.
-
ASPETTATEMI! – urlò la ragazza ancora a terra: - TORNATE IN DIETROOOO!!! –
Era
sola! Quelli che credeva suoi amici l’avevano abbandonata senza pensarci due
volte. Si sedette portandosi le ginocchia al petto e iniziando a piangere
disperata.
-
Ehi piccola non piangere. –
Silvia
alzò lo sguardo umido sul candelabro che le aveva appena parlato: - Io mi
chiamo Pierre e tu? –
-
Si-silvia. – disse tirando su col naso e asciugandosi un po’ le lacrime.
-
Non avere paura Silvia. Qui non c’è nessuno che ti farà del male. –
La
bionda sorrise debolmente. Quella situazione era assurda: stava parlando con un
candelabro!!
-
Ehi Pierre! Cos’era tutto quel trambusto? –
-
Abbiamo una deliziosa ospite, Jun! –
Silvia
osservò il nuovo arrivato: un orologio da tavolo con un piccolo pendolo
nascosto dietro una vetrinetta, al posto dello stomaco; anch’esso con occhi,
naso e bocca, ma in più dell’altro aveva anche dei piccoli occhiali da vista.
-
Io sono Jun. –
-
Silvia piacere. –
-
CHE STATE FACENDO QUI’? – esclamò una voce tonante e leggermente roca
In
quel preciso istante Pierre e Jun capirono che per la loro ospite iniziavano i
guai....
Fine
2° capitolo
()Apollo
(Sono
tornato!^^) Purtroppo per noi!=__= (Dai Him, sii più allegra! Fuori splende il
sole e tu devi scrivere le lemon!^^) Ecco perché sei così felice....-__-‘’
Cmq hola a tutti! Allora bella gente cosa ne pensate del secondo capitolo?
Allora rispetto al primo capitolo abbiamo fatto un bel salto temporale di 100
anni. ^^ (Perché proprio 100? ) Perché sul copione c’è scritto così!U__U(Si,
ma…) Zitto! Io sono il capo supremo qui e decido IO!!! (O.O S-si…) Bene^^
ora passiamo alle recensioni:
Dreamer21:
*Himi e Apy si tappano le orecchie* Ti prego shore fallo smettere! (O.O Le sue
storie magnifiche? Ahahahahaah questa si che è buona! XD ahahahaha… SDONG
@___________@) APOLLO!!è__é Il solito stupido!! Cmq grazie shore ^///^
Silviatheangel:
Si anche a me piace molto!^^ Eccoti il secondo capitolo!!^^
Roby
the best:
( Come sarebbe che sono sempre una bestia?!!? è____é) Guarda che ha
perfettamente ragione!!U__U
Ringrazio
anche Dreamer21, Inukami, Miettajessica per aver messo questa fanfic fra
i preferiti!^^