One Direction, 'Painting you on my walls' di johnnyaddict su EFP Fanfiction

painting you on my walls

«spesso le nostre paure ci imprigionano gli occhi e il petto, senza lasciare spazio all’aria di passare attraverso i polmoni.»

Liam solitamente sorride. Che sia per le telecamere, per le fan o per i suoi amici non ha importanza. È un gesto per dimostrare che, sì, sta bene, non è stanco e soprattutto si fermerà a fare le foto con tutte le ragazzine che aspettano fuori dall’hotel.
È un modo per fuggire, una scappatoia, è molto più semplice che ammettere di non voler alzarsi dalla sedia, non volersi metter il giaccone e andare a scattare questa dannata foto.
Lui sorride e che poi rispetti le promesse non è sempre detto.
Sorridere per lui è nascondere cosa davvero vorrebbe dire, nascondere cosa prova veramente, nascondere tante parole che gli pesano sul petto.
Come gli abbracci. Lui ne dà tanti, di abbracci. Servono a nascondere il suo imbarazzo, il suo viso e magari a sopprimere qualche parola che ora proprio non deve uscire dalla sua bocca.
E lui a volte ha paura, perché: le persone gli credono? È così bravo a recitare, a fingere che vada tutto bene e che tutta questa farsa sia vera?
Perché a volte vorrebbe urlare che quella dannata foto non la vuole fare e che tutto ciò di cui ha bisogno è che qualcuno lo abbracci per davvero guardandolo negli occhi.
L’unica volta che si è sentito davvero guardato negli occhi è stato nel camerino del backstage di Oslo. Si stava guardando allo specchio, vedeva quel ventenne la cui vita era ora, adesso o mai più, e pensava che avrebbe fatto meglio a dare il meglio di sé su quel palco, e su tutti gli altri, se voleva andare avanti così. Ad essere ammirato e amato.
Perché può sembrare che non gli importi cosa pensino gli altri, ma lui ci guarda. Lui sta attento a quali commenti sono detti sul suo conto. Se no perché fingere?
Ha visto solo una volta una persona leggergli dentro e oltre i propri occhi scuri come se fosse ciò che di più semplice ci sia al mondo. E quando Zayn è entrato dalla porta di quel camerino puzzolente per il troppo deodorante e gli ha chiesto «va tutto bene?» Liam si è sentito mancare la terra sotto i piedi.
Non si vedeva? Non si vedeva che era tutto perfetto? Perché come deve essere la vita di un ventenne che ha riempito le tasche dei propri genitori di soldi? Che non può uscire di casa senza che una calca di ragazzine lo assalga?
Devo essere riconoscente, ringraziare e andare avanti si dice sempre Liam. Deve fingere e ormai si è abituato a ciò e credeva di starcela facendo alla grande! Poi è arrivato Zayn che l’ha guardato con quegli occhi tanto scuri come i suoi e si è accorto che non riuscirà mai ad ingannare tutti, perché ci sarà sempre qualcuno da cui vorrà essere salvato.
Che quel qualcuno poi sia Zayn, Liam se n’è accorto troppo tardi.
Se n’è accorto solo quando il sole di luglio scaldava più del dovuto una Londra abituata alle nuvole. Mentre l’aria condizionata rendeva più vivibili le stanze del piccolo appartamento nel centro di Londra di Zayn e mentre Frank Ocean cantava dalle casse dell’impianto stereo a diffusione.
L’appartamento è composto di tre stanze, un bagno e un corridoio in totale. Non c’è stanza che non sia stata decorata almeno da uno dei bellissimi murales di Zayn e non c’è muro che non possa ospitare ancora un ultimo tocco di bomboletta. Liam ha capito di aver sbagliato tutto nella vita quando – nell’unica parete che era rimasta vuota fino a quel momento perché «la riempirò con qualcosa di veramente importante» era sempre stata la risposta di Zayn – ha visto ritratto il proprio sorriso.
Sull’enorme parete della camera da letto c’era un graffito che occupava completamente tutta la superficie bianca: lo sfondo era scuro, con delle scritte colorate tratte da canzoni di Kanye West come piacciono a lui. E al centro del murales Liam vedeva il profilo del proprio viso. Non era chiaro e definito, ma riusciva a vedere le guance sollevate e i propri occhi socchiusi, resi con una delicata sfumatura dei colori sgargianti delle scritte che attraversa nel suo percorso. Era come se lui fosse nascosto dallo sfondo scuro e dai testi delle canzoni.
Liam si era voltato a guardare Zayn negli occhi, con la bocca socchiusa e gli occhi sgranati.
Il ragazzo che gli stava affianco era riuscito a comprenderlo molto più di quanto avessero fatto tutte le altre persone che gli stavano accanto, senza mai farglielo notare o pesare.
«È…» aveva sussurrato Liam «è il mio sorriso.»
«No.» Zayn non aveva ancora avuto il coraggio di guardarlo negli occhi «quello sei tu.»
Zayn non aveva solo ritratto il sorriso di Liam. Aveva ritratto Liam mentre parlava al telefono con sua madre, mentre guardava le arene piene di fan che cantavano insieme, mentre non si accorgeva di essere osservato dagli occhi rapiti di Zayn.
E a Liam ha fatto paura questo sentimento che l’amico stava provando per lui. Perché era troppo vero, troppo sincero e reale. Perché lui non era e non è capace di non fingere, di essere sincero e reale. È incatenato nelle sue stesse bugie e nei suoi stessi incubi.
Non voleva trascinarci dentro anche Zayn.
Quindi è uscito da quella stanza, da quella porta e da quella casa. Perché forse scappare era molto meglio che far finta di sorridere.

«disegnerò la tua più bella espressione su ogni parete che mi circonda, perché anche quando non la vedrò sul tuo viso sarà comunque intorno a me.»

Ora Londra è buia, le automobili sfrecciano alla sinistra di Liam e lui sta camminando a passo spedito col cappuccio calato sulla testa. Si ferma davanti all’insegna della palestra “Healthy Body” e attende.
Il suo telefono segna le 22.49 quando Zayn esce dalle porte scorrevoli dell’edificio con un borsone sulle spalle e i pantaloni della tuta. Liam s’incammina subito verso di lui fino a quanto non c’è un metro fra loro e l’altro non lo nota.
Zayn sobbalza «mi hai spaventato».
Liam scuote la testa «mai quanto te, mostrandomi quel graffito» e gli basterebbe fare altri due passi per baciarlo.
Non dà neanche il tempo a Zayn di capire cosa vogliano dire quelle parole perché continua «dimmi solo che lo vuoi, come lo voglio io, non perché ti faccio pena o perché ti senti obbligato. Perché di doveri e regole da rispettare io non voglio più saperne. Voglio essere libero di amarti senza che nessuno mi costringa a dire in diretta televisione che non stiamo insieme e che tra noi non c’è mai stato nulla.»
Zayn non sembra ancora deciso a parlare, sembra quasi incoraggiarlo silenziosamente a sfogarsi.
«Possiamo farcela insieme. Possiamo affrontare tutte le persone che saranno contro di noi, tutti gli ostacoli e le bugie. Possiamo affrontare… me.» la voce di Liam si è ridotta a un sussurro.
È a quel punto che Zayn si avvicina e riesce a rispondergli «il tuo sorriso non è mai stato un segreto per me. Ho imparato presto quando riconoscere quello vero da quello forzato. E sono riuscito a innamorarmi di te comunque.»
Liam sente le lacrime salirgli agli occhi mentre Zayn scuote la testa «non ti lascio solo.»
Le sue braccia possenti di Liam si stringono intorno alla schiena magra di Zayn mentre il moro affonda il viso nel suo collo.

«Non ti lascerò solo in balìa delle tue paure neanche diventassero le mie. Possiamo combatterle insieme e costruire qualcosa che si basi sulla solida verità che compone i sentimenti che proviamo l’uno per l’altro. Senza timore e bugie.»

ciao a tutti :)
voglio premettere che questa os era nata come una larry, ma non usciva niente di decente, quindi come per scherzo l'ho messa dal punto di vista di Liam per Zayn ed è uscita questa "cosa"
non so come sia uscita o perché, ma spero davvero che vi sia piaciuta, perché tengo agli ziam come a poche coppie :)
è assolutamente senza pretese e spero che vi abbia lasciato un piccolo sorriso.
ringrazio Clarissa per aver letto questa cosa in anteprima e Anna (taiyang) per avermi fatto il banner!
vi voglio bene, ragazze <3
un bacio a tutti :)

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