Questo capitolo l'ho scritto per una mia cara amica, quindi prendetelo come un capitolo a parte. Il punto di vista della storia non è più da quello di Miley, ma è Moon che racconta. Ho usato uno stile completamente diverso appunto per sottolineare i suoi pensieri e enfatizzare i suoi sentimenti. La storia segue il testo di una canzone di Adam Lambert che si chiama "If i had you" Vi consiglio di ascoltarla e magari di leggervi la traduzione così da poter gustare a pieno certe frasi e alcuni particolari.
Spero che vi piaccia :)
- Jawisparks

Guardo la mia immagine intera riflessa nello specchio. Mi trovo in una delle stanze libere dell’accademia. Dato che non apparteneva a nessuno, era completamente bianca e spoglia, ho fatto apparire soltanto lo specchio, i vestiti e la tuta di pelle che uso in battaglia. Indosso gli stivali, sempre di pelle nera, con il tacco a spillo, lunghi fino al ginocchio. I tacchi non mi avevano mai dato nessun problema. Sono un demone, riuscirei a combattere in qualunque situazione e poi in casi estremi sono un ottima arma. Per finire mi lego i lucidi capelli neri in una coda di cavallo e mi trucco gli occhi con l’eyeliner.  Non sopporto di dover indossare la divisa nella mia forma umana, senza poter dispiegare le mie ali e quindi la mia natura demoniaca.
Ho fatto di tutto per evitare di venire proprio in questa accademia, ma qui c’è mi Littelton e questo è i l meglio per Miley. Odio questo posto. Perché questo posto significa rischiare di incontrare lui. Ormai non lo vedo da più di un anno. Era estate. In quel periodo la vita era molto più semplice, Miley non era in pericolo e io ero libera di andare dove volevo. Per quanto mi sforzi continuo a pensare a lui. Alla prima volta che lo vidi, in quella discoteca di New York, il Pandemonium. Non mi ero mai innamorata, mai veramente, in millenni. Vedevo gli altri innamorarsi. Cam e Laila con il loro amore controverso e passionale. L’amore di Daniel e Miley più forte della distanze e del tempo, per loro è così facile lasciarsi andare all’amore. Con lui è stato diverso. Lui è diverso.
I suoi occhi oro che risplendevano sotto le luci intermittenti viola e bianche. I capelli biondi, mossi e scompigliati che ricordavano la chioma di un leone. Anche la sua postura fiera, disinvolta e il suo fisico slanciato e muscoloso ricordavano il felino. Il modo in cui mi ha guardata per la prima volta. Non era intimorito come tutti gli altri, non mi assecondava in qualsiasi cosa. Era forte come me e lui era esattamente quello di cui avevo bisogno. Un ragazzo che mi prende al volo quando sto cadendo, ma che non me lo rinfaccia, non mi faccia capire che anche io posso essere debole. Tutte le volte che penso a lui mi vengono in mente tutti i nostri momenti insieme. Il nostro viaggio da New York  a Los Angeles guidando una Maserati e ascoltando rock a palla. Tutte le notti passate assieme. La nostra vita era una festa. Lo amavo, lo amavo più che mai e lo amo ancora per questo non voglio incontrarlo perché non so se ho la forza di lasciarlo un'altra volta.
Sono pronta. Appena uscita mi ritrovo con la schiena al muro, con Jace che mi blocca e mi guarda dritta negli occhi. Quanto mi è mancato. Mi sento come se il pavimento sotto di me fosse scomparso e che io stessi precipitando nel nulla, no non è ‘nulla’ sono tutti i nostri ricordi, tutto l’amore che ho fatto finta di non provare. Non è cambiato per niente. È sempre perfetto. Non sono mai stata così, prima di incontrare lui  non capivo come una persona potesse appartenere a qualcun’altra e viceversa.

“Jace…” Sussurro. I muscoli del suo petto che aderiscono al mio corpo.

“Ti prego lasciami parlare. Non voglio che mi lasci di nuovo, senza dirmi niente, senza darmi una spiegazione.” Ha il fiatone. Li trema la voce e dai suoi occhi capisco che non è un ordine, ma una supplica, lui non mi avrebbe mai obbligata era una mia scelta.

“Lo sai che dovrò andarmene comunque” Cerco di tenere la voce ferma quando in verità vorrei rifugiarmi fra le sue braccia e prometterli che non me ne sarei mai più andata.

“Perché te ne sei andata senza dire niente? Sarei venuto con te! Ti avrei aiutato, ho lottato per trovarti!” Rabbia, rancore, tristezza e desiderio. Non posso mentirgli, non ci riesco. Ho mentito a tutti sulla nostra storia, anche a me, ma con lui qui davanti a me no, non gli racconterò delle bugie.

“Credi che per me sia stato facile? Ho un compito da compiere! Non sai quante volte ho desiderato di tornare da te! Ho lottato con me stessa per starti lontana, continuavo a averti in mente… ma non ce la faccio più! Non mi importa più di questa guerra, non mi importa della scelta, della maledizione, ma ho promesso che avrei protetto Miley e io mantengo sempre le promesse.” La testa inizia a pulsarmi. L’unica cosa che voglio fare in questo momento è baciarlo. Afferro il colletto della sua maglietta e lo attiro a me. Dentro di me si accende un fuoco, ardente che propaga un calore per tutte le vene. Mi abbandono al suo corpo. Il sapore delle sue labbra mi fa sentire viva, viva come non ero mai stata prima. Lascio che le mie mani riscoprano la linea delle sue spalle, i movimenti del suo petto che si avvicinava e si stacca da me, i muscoli delle sue braccia; proprio come lui non indugia a accarezzarmi il volto, la schiena, la vita.

“Sei l’unica cosa di cui ho bisogno sei tu” Mi sussurra ansimando facendo piccole pause tra un bacio e l’altro.

“Tornerò, te lo prometto. Tornerò e non me ne andrò più” Gli rispondo piena di desiderio. Mi sporgo verso la porta e lui mi asseconda. Dopo poco trovo la maniglia, la giro e entriamo nella stanza dove mi ero cambiata. Solo noi due proprio come una volta.