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Autore: Caffelatte    01/02/2014    1 recensioni
Anna sembra proprio una di quei protagonisti di film horror, una di quelli ingenui, che se sentono un rumore provenire da qualcosa che potrebbe essere potenzialmente pericoloso pensano— « Andiamo a controllare! » [...] e poi, uh, quella cosa era davvero potenzialmente pericolosa e, come dire, il protagonista schiatta. Ops.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 4
/In cui a parte i bambini, le donne incinte ed i vecchi, il resto è carne da macello/.

 
In estate, il modo migliore per passare il tempo è gettando palloncini pieni d’acqua addosso alla gente. 
Gavettonare non è un gioco, è un’arte, uno stile di vita, un modo di essere degli stronzi fatti e finiti.
Esiste almeno una persona in ogni città che durante l’estate, al mare, ha lanciato un gavettone addosso a qualcuno – e se poi c’è riuscito mentre la vittima era di spalle o dormiva, allora c’è da fargli la statua.
Il paese in cui passo le vacanze io è piccolo e pieno di credenti cattolici. Personalmente, non ho mai creduto, ma fa nulla: loro sembrano così convinti che non voglio creare dibattiti sull’esistenza di Dio, me ne guardo bene.
Fatto sta che ogni anno per la festa del santo patrono del paese fanno una processione, e partecipa sempre un sacco di gente.
Poi ci siamo io e i miei amici che restiamo in casa a ideare congiure contro quelle povere anime.
Io non lo farei, eh: insomma, non mi metterei mai sul balcone con secchi pieni di gavettoni e acqua ghiacciata, nascosta dalle salviette. Fatto sta che Jean è particolarmente persuasivo, e se poi calcoliamo che è pure sadico, siamo a posto.
E quindi eccomi qui, nascosta da salviette rosa confetto sul balcone dell’appartamento in cui passo le vacanze lontano dalla città e dalla sua magnifica gente.
« La regola è solo una » bisbiglia Jean mentre mi dà in mano un gavettone « A parte donne incinte, bambini e vecchi oltre i novanta, il resto è sacrificabile. » e si inginocchia tra me ed Andrew.
Anna e sua cugina Giulia invece osservano la situazione dal balcone accanto, tanto per essere sicure che nessuno noti i colpevoli di ciò che probabilmente farà anche più casino del diluvio universale.
Intanto sul balcone dell’appartamento di fronte c’è un signore seduto con una birra in mano che osserva la gente che passa: Andrew vorrebbe lanciargli un gavettone, ma essendo nel suo campo visivo rinuncia quasi subito.
Appena le persone imboccano la stretta via sotto di noi, ci scambiamo velocemente uno sguardo e ognuno prende quattro gavettoni.
« Al mio segnale, scatenate l’inferno. » sussurra Giulia.
Giuls, la citazione in questo frangente direi che è azzeccata.
Poi, insomma, succede quello che succede quando dai il via ad un gavettone-party delle nove e un quarto di sera: mentre l’acqua ghiacciata cade da non si sa dove e si sentono vecchie zitelle imprecare noi tre siamo stesi a terra dalla risate e Anna e Giuls tentano di far finta di nulla.
Dopo, accade.
Si leva un grido più forte degli altri, così Andrew alza un po’ una salvietta-confetto e guarda giù, descrivendoci la situazione: un ragazzo sulla ventina super palestrato è incazzato nero, gli abbiamo beccato in pieno la ragazza (beh, è anche colpa sua che se ne stava proprio sotto il balcone …).
Ma i miracoli non accadono solo a Natale, infatti il signore sul balcone di fronte si affaccia, il palestrato lo vede, pensa che sia lui il responsabile: « Vieni qui, tu! Vieni giù che ti faccio un culo tanto! » grida e inn contemporanea da dentro la casa dell’uomo si sente la voce di sua moglie « Vieni dentro, pirla! Vieni dentro te e la tua birra! ».
Ci stendiamo sulle piastrelle del balcone, nessuno di noi ha il coraggio di farsi vedere e Andrew mormora a Jean che abbiamo fatto jackpot di bastardaggine.
Ci mettiamo a pancia in giù sulle piastrelle del balcone e come se fossimo soldati scelti strisciamo dentro casa, urtando qualcosa come ventordici comodini - siamo anche meglio dell'A-Team. Faccio pure cadere la scatola del Risiko e dopo un'imprecazione poco carina contro carri armati ed obiettivi vari, Giuls chiude la porta finestra, mentre la processione continua.
Anna è davanti a noi – che siamo ancora sdraiati a terra e con le lacrime agli occhi – e ci osserva « Sapete » dice « volevo dirvi che fare questo genere di cose è da sadici, ed è anche sbagliato. » oh dai An, non ci farai mica la paternale spero, ci si divertiva un po’ – e poi l’idea era di Jean, parla con lui « Però » aggiunge dopo « è stato esilarante, quindi credo dovremmo rifarlo ».
Non sarebbe mare ritentare il colpo e scatenare di nuovo l’inferno, come dice Giuls, però dovremo trovare un altro capo espiatorio, perché il signore dell’appartamento di fronte non l’abbiamo più visto su quel balcone.
E quasi mi spiace per lui e la sua Becks.





 
  
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