A tutte le vittime innocenti. A tutti quelli che sono morti per mano di un uomo senza cuore.
27-01 ,Giorno della memoria.
Campo di concentramento di Dachau.
27-01 ,Giorno della memoria.
Campo di concentramento di Dachau.
Nevicava.
Per me questo non è altro che un verbo impersonale, nulla di più, nulla di meno.
Eppure quel giorno nevicava talmente tanto che il solo scrivere questa parola mi provoca quella naturale sensazione di freddo che si associa sempre alla neve.
Nevicava. Tanto, forse troppo.
E io non sorridevo.
Eppure alzavo lo sguardo e i fiocchi di neve arrivavano a sfiorarmi il naso.
Ma io non li sentivo e non sorridevo.
Eppure ero in viaggio e con le presone migliori, forse persino quelle giuste.
Ma non mi importava e non sorridevo.
Perché forse tutto quel bianco candido avrebbe rallegrato anche l’animo più turbato ma in quel momento il mio sembrava oppresso in una voragine oscura.
Non riuscivo a sollevare gli angoli delle labbra, sembrava che gli angeli me li avessero cuciti all’ingiù.
Ma poi ci pensavo.
In quel posto erano morti persino gli angeli.
Nevicava e tutto era bianco, tutto era bello.
Ma come sorridere ferma in un punto dove la morte aveva più volte banchettato?
Quel giorno nevicava, la neve accarezzava tutto con i suoi fiocchi leggiadri e soffici, il freddo ci costringeva a stare sempre più vicini.
Rumore di vento, passi e gomiti che si scontravano quasi per caso.
Eppure non sorridevo e anzi volevo soltanto piangere.
Perché avevo iniziato a chiedermi come poteva una semplice distesa desolata di cemento sopportare tanto dolore.
A rendermi conto di quanto dolore hanno subito tutti coloro vissuti in queste Città della Morte.