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Autore: CUORE_FRA_CUORE    01/02/2014    0 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se Rachel non avesse accettato di diventare oracolo?
Bhe,io si e ho provato a immaginarlo.
Questa storia parla di Annabeth e Percy che,ormai sposati e con figli,vengono richiamati da Chirone perchè l'Oracolo di Delfi sta morendo e quindi sono costretti a tornare dopo anni al campo per risolvere il problema.
Questa è la mia prima storia e quindi,incrociando le dita, spero vivamente che vi piaccia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.3

POV Percy

Mentre uscivo dalla Casa Grande qualcuno dietro di me disse-Allora, torni al campo e neanche vieni a salutarmi??-

Quando mi girai davanti a me avevo un satiro dai capelli brizzolati e che era lievemente sovrappeso, ma quando lo guardai negli occhi rimasi di sasso. Avrei riconosciuto quello sguardo ovunque.

-Grover!!!-urlammo all'unisono io e mia moglie.

-Beh non venite ad abbracciare il vostro satiro preferito??-disse.

Io non me lo feci ripetere due volte, corsi verso di lui con Annabeth alle calcagna.

-E' dal nostro matrimonio che non ti si vede-dissi.

Gli avevo chiesto di farmi da testimone.

Era stato molto buffo vederlo in smooking e con le stampelle, soprattutto quando aveva cominciato a belare tra le lacrime nel bel mezzo della cerimonia.

-Beh non potevo mica lasciare sola mia moglie!!-

Lui e Juniper si erano sposati poco dopo la guerra contro i giganti. Quindi, almeno che il mio amico non si fosse messo a fare il doppio giochista, dedussi che la moglie in questione fosse lei.

-Juniper come sta??-chiese Annabeth.

-Benissimo ora è a casa con i bambini-

-Avete avuto dei figli!?!-domandai.

Cercavo di immaginare cosa potesse venire fuori da un satiro ed una ninfa.

Forse un bambino mezzo capra che era in gardo di entrare in un albero.

-Certamente, ne abbiamo due-disse.

-Beh allora mi sa che questa volta ti ho battuto amico-dissi-Noi ne abbiamo quattro-

-Quattro!?!?-chiese con gli occhi fuori dalle orbite.

-Si, si-disse Annabeth- Due di loro sono qui al campo, ecooli li...Zoe, Luke venite qui-disse chiamando i nostri figli che si stavano allontanando insieme a Jacob.

I due ragazzi si voltarono e si incamminarono verso di noi.

-Cosa c'è mamma?-chiese Luke che ancora non aveva notato Grover.

-Lui è Grover, un vecchio amico mio e di vostro padre-gli rispose la madre indicando il satiro -Grover, loro sono Luke e Zoe, due dei nostri figli-continuai io.

-Molto piacere signor Grover- disse Luke porgendogli la mano.

Zoe si limitò a stringergli la mano e ad annuire...sembrava non essere ancora uscita dallo stato di non vedo-non sento-non parlo.

-Signor Grover?? si vede che sei figlio di Annabeth, anche se avrei qualche dubbio sul fatto che sei anche figlio di Percy- disse rivolgendomi uno sguardo al quale io risposi alzando gli occhi al cielo con aria sconsolata.

-Comunque puoi tranquillamente darmi del tu e se vuoi puoi anche chiamarmi zio Grover, non mi dispiacerebbe affatto-disse il satiro con aria divertita, Grover non sarebbe mai cambiato...

-Hem ok...zio Grover- disse Luke con aria vagamente imbarazzata.

-Luke, Zoe andiamo!!-li richiamò Jacob che era rimasto ad aspettarli.

I due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, salutarono velocemente me e la madre e si allontanarono insieme a Jacob.

-Allora questi sono due, e gli altri due dove sono?-chiese Grover fissando gli amici.

-Gli altri due, Charles e Silena, sono troppo piccoli per venire con noi quindi li abbiamo lasciati dalla nonna-disse Annabeth.

-Nonna?!?!?Li avete lasciati ad Atena?!?!-chiese il satiro con gli occhi sbarrati.

-No Grover, li abbiamo lasciati all'altra nonna, mia madre-risposi io alzando gli occhi al cielo.

-Ah vero, Sally è tua madre, loro sono i tuoi figli quindi lei è la nonna, giusto, giusto....-disse il satiro riassumendo un espressione normale.

Io ed Annabeth ci scambiarono un sorrisetto, era bello tornare tra vecchi amici.

-E i tuoi...bambini come si chiamano?-gli chiesi.

-Sono un maschio e una femmina, si chiamano Jon e Cloe...ma perchè non venite a casa mia??Juniper sarebbe felice di rivedervi-chiese all' improvviso il satiro.

-Perchè no?? Non mi va di girare per il campo a farmi fissare da qualche altro ragazzino-risposi.

-Allora andiamo, venite con me-disse Grover cominciando ad incamminarsi verso la foresta con me e Annabeth al seguito.

 

Poco dopo ci fermammo davanti ad un albero. Continuavo a guardarmi intorno alla ricerca di una casa quando Grover diede un paio di colpetti al tronco dell'albero e su di esso apparve una porta.

-Benvenuti nella mia umile dimora, ragazzi-disse Grover aprendo la porta.

All' interno la casa era molto grande e sembrava quasi che l'albero comprendesse anche i mobili.

-Grover, sei tornato??-disse una voce che provenia da quella che immaginai essere la cucina visto il buon odorino che vi proveniva.

-Si amore, e guarda chi ho portato!!-Juniper fece capolino dalla cucina e rimase a bocca aperta.

-Percy, Annabeth!!-disse correndo ad abbracciarci.

-Oh come mi siete mancati!!!-disse tra le lacrime rigorosamente verdi.

Neanche Juniper era cambiata sempre sensibile ed espansiva come sempre.

-Anche te ci sei mancata, Juniper- disse Annabeth abbracciandola.

-Come mai siete qui???-chiese la ninfa fissandoci.

-Ci ha chiamato Chirone, sai...per quella storia dell'Oracolo-risposi io.

-Oh giusto,speriamo che riusciate a trovare una soluzione...-Juniper non riuscì a finire la frase perchè una bella bambina sui cinque anni arrivò piangendo lacrime verdi proprio come la madre.

-Cosa è successo Cloe??-chiese la madre alla figlia.

-Jon mi ha rotto la bambola, guarda-disse lei mostrando la bambola di pezza senza testa che aveva in mano.

-Jon, vieni qui un secondo-disse Juniper sospirando.

Un giovane satirò spuntò sulla porta con la testa bassa e le mani dietro la schiena.

-Jon ti ho detto di venire qui, subito-disse la ninfa con aria più severa.

Jon si avvicinò alla madre sempre con lo sguardo basso.

-Perchè hai rotto la bambola di tua sorella??-gli chiese la madre guardandolo con le mani sui fianchi.

-Non l'ho fatto a posta, stavamo giocando a fare la lotta e per errore le ho rotto la bambola-disse lui continuando a guardarsi i piedi.

-Ok, ora chiedile scusa e fate pace-disse Juniper.

-Scusami sorellina, non volevo romperti la bambola-disse guardando la sorella.

-Ok fratellone, ti perdono-disse lei abbracciando il fratello.

I due bambini se ne andarono nell'altra stanza a giocare.

-Ecco,loro sono i nostri figli-disse Grover.

-Sono proprio carini, magari i nostri fossero così dolci tra di loro-disse Annabeth con un sorriso.

-Anche voi avete dei figli??-chiese Juniper.

-Si ne abbiamo quattro-risposi io.

-Quattro?!?!-chiese Juniper sgranando gli occhi.

-Io ho avuto la stessa reazione, ma si, i miei amici si sono dati da fare-disse il satiro.

-Grover attento a quello che dici- lui ridacchiò.

-Ma che maleducata, non vi ho neanche fatto accomodare, forza andiamo di là, ho preparato i biscotti al cioccolato-disse Juniper.

Ecco spiegato il buon odorino.

 

 

Passammo il pomeriggio a chiaccherare e a ricordare i bei vechi tempi quando ad un certo punto sentimmo il corno di Chirone annunciare che era ora di cena.

-Finalmente si mangia, sto morendo di fame-disse Grover alzandosi.

-Ma se hai mangiato quasi tutti i biscotti te!!-disse Juniper guardando il marito.

-Non è vero ne avrò mangiati due, tre...e comunque io ho fame, andiamo-disse cominciando ad uscire.

Noi ci guardammo in faccia con un sorrisetto e cominciammo ad uscire anche noi.

Poco dopo arrivammo alla mensa, era come tornare a quando anche io frequentavo il campo con l'unica differenza che ci sedemmo al tavolo con Chirone e il Signor D invece che ognuno al tavolo del proprio genitore divino.

Mentre ci sedevamo molte teste si alzarono per fissarci ed io feci finta di niente mentre con lo sguardo cercavo i miei figli.

Li vidi seduti al mio tavolo, Luke chiacchierava con Jacob e una ragazza che doveva essere l'altra figlia di Poseidone mentre Zoe stava zitta con lo sguardo basso e giocava con il cibo nel piatto, ancora una volta non riuscii a capacitarmi con me stesso del perchè mia figlia si comportasse così, dopo cena dovevo assolutamente parlarle.

-Allora Percy, raccontaci come è vivere nel mondo mortale tutto l'anno-domandò Chirone risquotendomi dai miei pensieri.

-Alla fine non è così male, certo a volte riceviamo la visita di qualche mostro ma in genere riusciamo a eliminarlo velocemente e comunque ormai ci siamo attrezzati e siamo pronti ad ogni evenienza-risposi.

-E invece qui al campo come va??-chiese a sua volta Annabeth.

-Qui al campo va tutto bene, i semidei continuano ad arrivare regolarmente al campo entro il tredicesimo anno di età e come avete visto anche i Tre Pezzi Grossi hanno ricominciato ad avere figli, quindi va tutto a meraviglia...almeno andava tutto a meraviglia...-concluse Chirone incupendosi.

-Tranquillo Chirone, io e Annabeth domani partiremo e troveremo Rachel, vedrai che si sistemerà tutto-dissi io per tranquillizzarlo.

-Lo so ragazzi, solo che se non doveste riuscire a convincere Rachel...-disse il centauro.

-Chirone, devi stare tranquillo, Percy e Annabeth ci riusciranno-disse Nico.

-Ora basta parlare di questo, godiamoci questa splendida cena e brindiamo ai vecchi amici-disse Grover alzando il calice.

Brindammo e passammo la serata chiacchierando e mettendo da parte le preoccupazioni per l'Oracolo di Delfi.

 

POV Zoe

 

Finita la cena stavo tornando alla capanna di Poseidone insieme a mio fratello, Jacob e sua sorella Lucy seguendoli a distanza, quando qualcuno spuntò da dietro un cespuglio e mi afferrò il polso.

Io istintivamente mi girai e gli mollai un ceffone, ma subito dopo mi resi conto che era mio padre.

-Papà scusa, mi hai spaventata-dissi per giustificarmi.

-Stai tranquilla tesoro, non è niente-disse anche se si teneva una mano sulla guancia dolorante.

-Perchè mi hai afferrata così all'improvviso??-chiesi.

-Perchè devo parlarti-rispose-Mi vuoi spiegare cosa è successo, è da quando siamo arrivati al campo che non fai che startene zitta in un angolo. Perchè??-chiese.

-Non è niente papà, non preoccuparti-dissi girandomi per andarmene, ma lui mi riafferrò per il polso e mi rifece girare.

-No, non è vero, qualcosa c'è che non va, altrimenti perchè ti comporteresti così??-replicò lui.

-Papà non è niente...-riprovai ma senza convinzione perchè sapevo che se mio padre voleva farmi parlare ci sarebbe riuscito quindi alla fine mi decisi a cedere.

-E' che mi sento a disagio al campo, qui tutti sanno fare qualcosa, io non so neanche tenere in mano una spada senza...-

-E' solo questo??? Chi sa cosa mi immaginavo...senti non importa a nessuno se non sai tenere in mano una spada o non hai nessun potere semidivino , sei speciale lo stesso-tentò di consolarmi mio padre.

-Papà come posso essere speciale se sono figlia di due dei semidei più famosi di questo secolo e sono praticamente umana??-dissi con le lacrime che cominciavano a pizzicarmi gli occhi.

-Primo nessuno pretende niente da te perchè sei mia figlia e secondo non è vero che sei assolutamente umana altrimenti la barriera del campo non ti avrebbe fatto passare, anche te hai qualcosa di semidivino, magari non allo stesso modo dei tuoi fratelli ma sono sicuro che anche te dentro sei in parte semidea, quindi devi stare tranquilla, capito??-disse mio padre asciugandomi le lacrime.

Io annuii e e lo abbracciai.

-Tranquilla piccola mia, per me tu sei più speciale di ogni semidio di questo campo-disse lui ricambiando l'abbraccio.

-Dai su, ti accompagno alla capanna e poi vado a dormire che domani il tuo vecchio deve alzarsi presto... ah, comunque, quel ceffone era degno dei riflessi di una semidea-disse mettendomi un braccio sulle spalle.

-Grazie papà-dissi io ridendo.

Arrivammo davanti alla capanna di Poseidone dove mio fratello era seduto sugli scalini con aria preoccupata.

Quando mi vide arrivare si alzò e mi venne incontro.

-Si può sapere dove eri finita?? Mi hai fatto preoccupare-disse.

-Tranquillo Luke, l'ho fermata io per parlarle-disse papà.

-Oh ciao papà, non ti avevo visto-disse Luke.

-Ciao figliolo, come ti ho detto ho fatto due chiacchere con tua sorella e l'ho riaccompagnata, ma ora sono stanco morto quindi vado a drormire e lo stesso dovreste fare voi due-disse lui.

-Ok papà, 'notte- lo salutammo io e mio fratello in coro.

-'Notte figlioli-disse papà cominciando ad incamminarsi.

Quando sparì alla vista mio fratello mi chiese.

-Di cosa ti ha parlato papà??-

-Non era niente di importante- risposi.

-E allore perchè hai gli occhi rossi??-chiesi lui notando i miei occhi un po' arrossati.

-Ti ho detto che non è niente stai tranquillo...perchè non andiamo a dormire??-dissi tentando di cambiare argomento.

Mio fratello annuì anche se non sembrava convinto, comunque ci incamminammo verso la capanna e, appena poggiammo la testa sul cuscino, ci addormentammo, era stata una giornata stancante per tutti.

 

Allora, buonasera a tutti e scusate per il ritardo ma, come ho già detto a qualcuno, sono andata in viaggio con la scuola quindi non ho potuto scrivere.

Non ho molto tempo quindi ringrazio tutti quelli che hanno recensito la storia e\o l'hanno inserita tra le seguite\preferite\ricordate.

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate deel capitolo.

 

Un bacio.

CUORE_FRA_CUORE

 

  
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