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Autore: Jeliza Rose    01/02/2014    1 recensioni
Bianca come il latte e rossa come il sangue: questa è Rozen … una ragazza irlandese di 18 anni dai lunghi capelli rossi e la pelle candida …
Un incontro casuale o forse del destino la legherà al giovane Sorensen, un ragazzo diciannovenne chiuso e misterioso che per colpa di Rozen si ritroverà ad affrontare il suo passato tormentato e segreto…
Una foto scattata di nascosto, due occhi verdi sconosciuti, i caratteri incompatibili e un legame indissolubile saranno da sfondo a questa storia o… favola? un po’ particolare!
Dal prologo:
E lei era lì... i lunghi capelli rossi risplendevano alla luce dei raggi solari che filtravano dagli alberi e la sua pelle era bianca come il latte, leggermente arrossata dal sole.La sua risata rieccheggiava nel silenzio del bosco accompagnata dal rumore del vento e dello scorrere del fiume…
Quello che si presentava davanti a Sorensen in quel momento era un quadro surreale...non poteva essere vera...era come una piccola creatura del bosco...magica e meravigliosa con quei riccioli rossi che le incornciavano il bel viso e che danzavano ad ogni suo movimento...
Sembrava come uscita da un libro delle fiabe...
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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cut your ties
and say i never knew you 
but they'll see right through you 
and you cannot run and hide 



Rozen


Non sapevo che cosa stavo provando.Ero talmente scioccata dalle parole di Soren e dalla sua cattiveria nei miei confronti che forse, nonostante in un primo momento fossi  scoppiata in lacrime, mi sembrava di non provare niente.

In realtà non era così...ero ferita.E molto anche.

Non  meritavo quelle parole, e sapevo che probabilmente tutta quella rabbia non era nemmeno rivolta verso di me, ma sinceramente mi ero stufata.
Non poteva usarmi sempre come suo capro espiatorio.
Soren doveva aver sofferto molto in passato, ma questo non lo giustificava...potevo sopportare i suoi comportamenti strani, i suoi silenzi ed i suoi improvvisi sbalzi d'umore.

Ma questo no.

Uscii di casa in pigiama con ancora la sua felpa addosso e a piedi nudi, calpestando le foglie rosse e arancioni che il vento autunnale aveva portato fino lì. Mi appoggiai per un momento alla ringhiera del portico e presi un bel respiro per calmarmi.
Faceva freddo e dopo essermi asciugata le lacrime con le maniche della felpa mi strinsi in una specie di autoabbraccio per riscaldarmi.
Non volevo rientrare, non volevo vederlo e non volevo parlargli...se voleva farsi odiare c'era riuscito benissimo.
Mi accoccolai sul dondolo e mi avvolsi nella coperta di lana che avevo lasciato lì apposta per quando volevo starmene fuori tranquilla.
Sentii la porta di casa aprirsi e m'irrigidii subito con l'ansia che fosse quello stupido scimmione, invece grazie al cielo era solo mio fratello con una tazza di té caldo tra le mani ed un sorriso incerto.
Appena incontrai il suo sguardo mi rilassai subito e gli sorrisi debolmente.Non era più in pigiama e aveva il suo zaino pronto per andare da qualche parte.
Si avvicinò cautamente e mi porse la tazza.L'accettai volentieri e ne bevetti un bel sorso che mi riscaldò subito.
Poi Kieran parlò rompendo il silenzio.

-Allora....Litigata epica stavolta...-

-Già...-

-Ti ha fatto piangere?! Guarda che...sì insomma a me piace Soren ma se ti fa piangere gliene dico quattro!-

-NO! NO! Non...lascia perdere Teddy...è un problema nostro, tu non centri...lo sai che non ci sopportiamo e stavolta le cose diciamo che...ci sono sfuggite di mano...tutto qui!-

-Sì...ma di solito le vostre litigate fanno ridere, vi punzecchiate è vero... ma stavolta è stato diverso...non mi è piaciuto come ha alzato la voce...e poi...sì insomma mi sento in colpa perché non so che cavolo ho detto, ma è stato quello...è stato quello che l'ha fatto incazzare così e non capisco...-

-Kieran, lascia perdere...non lo sapremo mai probabilmente. Non è colpa tua...Soren è così e basta, hai visto com'è chiuso e introverso...se è quello che vuole bene!Io non gli chiederò più niente e non gli parlerò proprio come vuole lui...Ho chiuso! Fine! Ci rinuncio!-

-Mmmm, la vedo difficile visto che A: abitate insieme...B: questa settimana dovete presentare il compito di musica al prof...e siete già in ritardo...-

Mi misi le mani sulla faccia lanciando un urlo di frustrazione, maledicendo il giorno in cui mi ero trasferita qui.
Se fossimo rimasti a Dublino tutto questo non sarebbe successo.
Non avrei mai incontrato quell'idiota e a quest'ora essendo domenica sarei stata nel giardino di nonna a Glendalough a fare colazione con i suoi muffins e magari chiacchierando con Meave al telefono mentre Kieran strimpellava alcune canzoni con la chitarra di papà.

Ero felice, serena, senza Sorensen J.Parker a rovinarmi le giornate e a farmi dannare perché...
Perché porca puttana alla fine ci tenevo.In qualche modo non so come e perché...ma ci tenevo. Sentivo che dentro di lui in realtà si nascondeva una persona che meritava di essere conosciuta e per questo provavo davvero una forte rabbia.

Ma ripensandoci in fondo lui aveva ragione.Mi aveva chiesto di lasciarlo stare ed io invece non avevo fatto altro che fargli domande e creargli probemi anche con quello schifoso di O'Brien.
Ero entrata a casa sua anche quando mi aveva intimato di andarmene e come al solito avevo fatto di testa mia.Avevo alterato il suo mondo, ci ero entrata senza il suo consenso facendolo stare ancora più male.
Aveva accettato di venire a vivere a casa nostra, perché non aveva alternative, perché per colpa mia era scoppiato.
L'unico lato positivo era che non doveva più affrontare quel mostro di suo padre.
Io sapevo troppo, avevo visto troppo e stavo scavando nel suo passato senza che lui mi avesse dato il permesso di farlo.

Probabilmente non aveva tutti i torti.
Forse era davvero meglio così, forse aveva ragione.
Certo ero ferita perché comunque non doveva urlarmi tutte quelle cattiverie, ma in un certo senso me le ero cercate.


Kieran interruppe i miei pensieri abbracciandomi forte e dandomi un bacio sulla fronte...

-Anna Roze...ora devo andare, ma lo sai...se hai bisogno di parlare ci sono sempre per te...-

-Non ti preoccupare Teddy!Grazie per il té...ora sto già meglio!Dove vai di bello?-

-Vado da Josh che mi aiuta con matematica.Sai quanto faccio schifo in quella materia e ho deciso di essere una persona responsabile e diligente...non sono un tesoro?!-

Scoppiai a ridere, come al solito Kieran doveva sdramattizzare con le sue uscite!

-Sì certo...come no!Di sicuro finirete per bere birra e giocare all'XBox ma ho fiducia in te fratellone!...-

Un'espressione di finto shok si dipinse sul volto di Kieran...-Ma come!Sono indignato!INDIGNATO!Non posso credere che tu pensi questo di me!Io che bevo birra ma quando mai...-

-Sì  ciao Kieran buona partita...cioè volevo dire buono studio!!-

Risi tra me e me mentre lo vidi uscire dal cancelletto  cantando Whiskey in the Jar e saltando come un folletto ubriaco solo per farmi ridere.

-E comunque solo la nonna mi chiama Anna Roze quante volte te lo devo dire!!-

Sorrisi perché in fondo mi faceva piacere sentire quel soprannome...chissà magari glielo avrei concesso, visto che mi ricordava tanto casa.



Rimasi ancora fuori per un po' a godermi l'Autunno e a finire il té che mi aveva portato Kieran.Poi con riluttanza mi decisi a rientrare e proprio mentre stavo per aprire la porta di casa, Soren lo fece al posto mio ritrovandomelo davanti a pochi centimetri di distanza.
Mi gelai sul posto e lui anche guardandoci negli occhi. E magari mi sbagliavo ma sembravano dispiaciuti ed erano così carichi di tristezza che mi salì un groppo in gola...e in quel momento tutta la rabbia che provavo svanì perché non potevo vedere tutto quel dolore e ignorarlo.
Soren era ancora più pallido del solito, gli occhi erano gonfi e di un verde brillante perché di sicuro aveva pianto, i suoi capelli mossi e ricci così scuri in netto contrasto con la sua pelle gli incorniciavano il viso scomposti e arruffati come se ci avesse passato più volte le dita in un gesto nervoso...che ripetè proprio in quel momento.
E di nuovo mi ritrovai a pensare come un essere così bello e perfetto, potesse tenere dentro di sé tutta quell'oscurità.
Soren aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi abbassò lo sguardo e per la prima volta lo vidi arrossire ed io rimasi lì impalata senza dire niente, perché fondamentalmente non c'era niente da dire.
Poi alzò di nuovo lo sguardo e ancora con le guance rosse mi scostò delicatamente senza dire una parola ed uscì velocemente di casa, la testa china e con in spalla uno zaino a cui era legata la sua tenda.
E lì capii...Soren stanotte non sarebbe tornato.
Ma non mi preoccupai perché sapevo dove sarebbe andato, aveva bisogno di stare solo al Fiume ed io di certo non glielo avrei impedito.





 

Soren


 
Still this burning in my throat
Is going through all of the motions
And I will someday come to my home
And maybe one day I will reach the ocean



Il problema era semplice....perdersi negli occhi colore oceano di Rozen era semplice...lasciarsi andare era semplice e magari chiedere anche scusa lo era...

Per un ragazzo normale forse, ma non per me.

E così feci quello di cui ero capace: chiudermi lasciando tutti fuori e nonostante sapessi di aver sbagliato non avrei fatto niente.

Non avrei fatto niente perché per una volta non volevo proteggere solo me stesso, per una volta  pensavo che questa scelta fosse giusta per Rozen.
Perché per la prima volta sentivo di preoccuparmi per qualcuno che non fosse mia sorella.

Sapevo che lei soffriva per me e non se lo meritava. Non capivo perché ci teneva così tanto a darmi la sua amicizia, perché si preoccupava e si prendeva cura di me anche se non facevo altro che respingerla.Se mi odiava era più semplice...per tutti.

Quindi non avrei fatto niente e mi sentivo solo...perché alla fine era quello che ero, solo, e con un fardello sulle spalle che dovevo portarmi per tutta la vita e non ero capace di condividerlo per togliermi un po' di quel peso perché d'altronde era la mia punizione. 

Lo era anche Frank.

Ma sapevo che andare a vivere dai Gallagher era stata la scelta giusta perché non potevo essere così maoschista, perché mi sarei fatto ammazzare se fossi rimasto in quella maledetta casa e a volte pensavo che sarebbe stato megliocosì e farla finita per non soffrire più.

Ma poi ripensavo alle parole di Mery Beth e volevo crederci con tutto me stesso che qualcosa sarebbe cambiato prima o poi...

Rimasi tutta domenica lì al Fiume, rimasi lì a dormire e a rimuginare tutta la notte e presi una decisione.
Sarei andato a quella fottuta festa, non potevo lasciare nella merda la band...quei soldi ci servivano e a me più di tutti... e poi come mi giustificavo?Certo Josh sapeva che odiavo Halloween, ma ovviamente era all'oscuro del motivo.
Sarei andato lì giusto il tempo di suonare, avrei bevuto fino a a trascinarmi al Fiume e perdere i sensi e fanculo tutto.




Quel Lunedì saltai la scuola e decisi di andare direttamente a casa di Josh per parlare con lui.
Mi sentivo anche in colpa verso Kieran perché alla fine gli avevo risposto davvero male e lui proprio non centrava niente, sperai non ce l'avesse con me perché in fondo mi piaceva quel pazzo di un irlandese.
Passai prima da casa a lasciare lo zaino e stranamente sembrava  fosse deserta, se non per  una dolce melodia che riecheggiava attutita dall porta chiusa della "Stanza della musica"...di sicuro proveniva da lì.

Era il suono di una chitarra, e pensai fosse Kieran così d'istinto aprii la porta con l'intenzione di "scusarmi" con lui.
Ma con mia sorpresa trovai il sig Gallagher.
Appena mi vide smise di suonare e il suo viso s'illuminò di un bel sorriso...assomigliava davvero tanto a suo figlio.

-Hey Sorensen...i ragazzi non ci sono...tutto ok?Ieri non ti ho visto in casa...-

Lo guardai imbarazzato non sapendo bene cosa rispondere, poi non so come riuscii a parlare.

-B-buongiorno...io, diciamo che ho dormito fuori stanotte...-

Non so perché mi sentii impacciato e quasi in dovere di rispondere anche se dopo tutto non erano affari suoi...il fatto era che il padre di Rozen era una bella persona...così diverso dal mio.
Amava i suoi figli e si vedeva e non aveva avuto nessun problema ad accogliermi in casa sua, sì certo pagavo l'affitto, ma non si poteva nemmeno considerare tale visto quanto era basso.
E quindi mi sentivo sempre in imbarazzo con lui perché lo rispettavo molto e mi metteva un po' di soggezione.

Abbassò la chitarra e si avvicinò di qualche passo.

-Mmmm ti vedo pensieroso...qualche ragazza che ti fa dannare?-

Rise della sua battuta ed io ero ormai ero arrossito senza ritegno..decisamente Kieran doveva aver preso da lui.

-N-no...niente di che, in realtà sono io che sono un casino tutto qui...-

M'insultai mentalmente...come diavolo mi era uscita una cosa del genere?! Non era niente di specifico, ma era comunque personale...ammettere a qualcuno come mi sentivo.

Dovevo andarmene e subito.

Aggrottò la fronte studiandomi un attimo, approfittai di quel momento di silenzio per salutare e andarmene ma...

-Bene io ora devo andare, spero che...che il suo weekend di lavoro sia andato bene, arrivederci.-

Wow quando volevo sapevo essere anche educato e gentile.
Feci per svignarmela ma sentii la sua mano afferrarmi delicamente, così mi voltai verso di lui confuso.

-Soren...vuoi sapere una cosa? I casini...come ti definisci te...possono essere messi apposto sai? A volte è difficile...soprattutto quando si è soli e a volte non basta...a volte serve che qualcuno ci aiuti a riordinare il caos dentro di noi, farsi aiutare non è essere deboli...anzi...anche solo per il fatto che è molto difficile chiedere aiuto a qualcuno perché si pensa di potercela fare da soli, ma non è così...-

Lo guardai scioccato, il cuore che tamburellava nel petto...se solo lui sapesse che disastro irreparabile fossi, probabilmente non avrebbe detto quelle cose, soprattutto sa avesse saputo come avevo trattato sua figlia.

Lo guardai ancora col viso in fiamme e non so come borbottai un grazie salutandolo e uscii dalla stanza in un secondo...lo sentii urlare in lontananza: - e dammi del tu che così mi fai sentire un vecchio bacucco!-

MI sciolsi in un sorriso...decisamente Kieran aveva preso da lui.
Raccolsi il mio skate e mi avviai verso casa di Josh con le cuffiette nelle orecchie e la musica a tutto volume, avevo bisogno di un rumore che soffocasse tutti i miei pensieri, perché le parole del sig Gallagher non mi avevano lasciato indifferente.

Frenai di colpo davanti a casa di Josh, feci scattare lo skate colpendo la parte posteriore  e lo afferrai con la mano destra.
Mi aggiustai il cappellino di lana da dove uscivano i miei ricci leggermente sudati per la corsa, e mi levai il giubbotto di pelle lasciando solo la mia kefia grigia e nera intorno al collo e il maglione un po' largo che ricadeva sui miei jeans neri stretti...era l'unico maglione pesante che avessi...dovevo comprare roba nuova, decisamente.
Capii subito che il mio amico doveva aver visite perché sentivo della musica e delle voci che provenivano dal garage.
Mi bloccai un attimo incerto se entrare o meno...insomma ero lì per parlare con Josh non per partecipare ad una riunione tra amici, anche perché sapevo a chi appartenevano quelle voci, soprattutto una e non sapevo se avevo voglia di affrontarla proprio adesso.
Mentre ero quasi deciso a voltarmi e andarmene, la porta del garage si spalancò e ne uscì Kieran con un sorriso enorme sul volto che vedendomi quasi si spense.

Avrei voluto sotterrarmi al pensiero del giorno prima, quando ero scappato dalla cucina.

Mi guardai per un momento la punta delle mie converse bianche, che ormai bianche non erano più, per poi alzare gli occhi ed incontrare quelli di Kieran che mi guardavano perplesso.

Così... -Hey Kieran, io non...sai ieri io...-

Kieran scoppiò in una fragorosa risata e mi abbracciò lasciandomi sorpreso e interdetto.Rimasi inerme con le braccia lungo i fianchi, di solito non mi piaceva essere toccato ma in quel momento mi fece piacere, perché avevo capito che non ce l'aveva con me.

-Hey amico!non ti preoccupare per ieri ok?Probabilmente anch'io non avrei dovuto dirti niente, insomma immaginavo che tu sapessi della festa quindi...-

-No no infatti non è colpa tua, sono io che...sì insomma...lascia stare, ho un carattere impossibile lo so...-

-Non ti preoccupare... io non voglio le tue scuse...non è a me che devi chieder scusa...e lo sai...- 

Mi fissò con uno sguardo serio e consapevole...

Alle sue parole diventai rosso e mi sentii stringere lo stomaco, sapevo che aveva ragione ma non potevo.
In quel momento la voce di Dave ci interruppe e lo sentimmo gridare...-Kieran vuoi chiudere quella porta fa freddo cazzo!Che stai facendo?!-

L'irlandese si girò e gli rispose..- Sì sì ora vado, è arrivato Parker!Vado a prendere le birre ci vediamo dopo!-
Mi diede una pacca sulla spalla e s'incamminò verso il cancelletto.

Fantastico...ed io che volevo andarmene.

Entrai nel garage e mi chiusi la porta alle spalle, alzai la testa e feci un cenno di saluto generale al quale risposero tutti...tutti tranne Rozen che per un attimo incrociò il mio sguardo e si girò dall'altra parte indifferente, ritornando a parlare con Emma che teneva sulle gambe il portatile di Josh.

Presi un bel respiro ripetendomi mentalmente che non me ne fregava niente, che era quello che volevo.

Bé almeno Lip non era presente...

Rozen portava un maglione color crema un po' largo sulle spalle ma che invece di essere lungo come li usava solitamente era molto più corto e da sotto spuntava una maglia marrone, le sue belle gambe erano fasciate in un paio di jeans stretti e ai piedi portava degli ugg dello stesso colore della maglia, stavolta i suoi meravigliosi capelli erano lisci e sembravano ancora più lunghi.Amavo i suoi boccoli, ma anche così era davvero incantevole.
Josh lasciò il joystick dopo aver messo pausa e venne verso di me.
Io ero ancora praticamente vicino alla porta non sapendo davvero che fare.

-Hey Soren! Senti...ho provato a chiamarti e a scriverti ma come al solito il tuo cellulare  era spento...e Kieran mi ha detto che...-

Josh parlava a raffica e lo fermai subito.

-Ok ok senti...Va bene...canterò e suonerò a quella cazzo di festa, ma perfavore...la prossima volta vorrei essere il primo a saperlo e non che me lo devono dire altre persone....-

-Certo!E' che volevo dirtelo sabato perché appunto l'ho saputo quella mattina ma tu non eri al Fox...poi domenica sei sparito e oggi Kieran mi ha raccontato che è successo!-

-Va bene...solo sappi che entrerò lì dentro solo per suonare, ubriacarmi e andarmene...lo sai che odio quelle cazzo di feste, soprattutto quella!Ma mi rendo conto che sono una sacco di soldi quindi ok...-

-Grazie bro! Dai vieni a giocare con me e Dave...è una schiappa!-

-Stà zitto coglione che ora ti faccio vedere io!!-

Alle parole di David mi scappò un sorriso, mi sedetti tra loro due sul divanetto ormai mezzo rotto di Josh, cercando di distrarmi e di non pensare alla sensazione di essere osservato da due occhi verdeacqua.

Il suo sguardo anche se non potevo vederlo, lo sentivo e bruciava sulla mia schiena, ma non mi sarei girato.



Era la scelta giusta...










Hey ciao a tutte! Scusate la frequenza non molto costante nel postare i capitoli, ma non è un periodo facile! Ma giuro che questa storia non l'abbandono, a costo di metterci una vita a finirla!

Ok no...speriamo di no! ;-b

Comunque ci stiamo avvicinando ad Halloween e posso assicurarvi che nel prossimo capitolo si scopriranno tante cose e sarà molto importante per la storia!
Ringrazio chi ha avuto ancora la pazienza di aspettarmi e spero davvero che il capitolo vi piaccia, anche se è più un capitolo di passaggio.
La canzone a cui mi sono ispirata mentre scrivevo e di cui ho scritto alcune parti di testo nel capitolo è "The Ocean" di Noah Gundersen, che è un cantante che io semplicemnte adoro!

Buona lettura e alla prossima =)

 
  
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