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Autore: bluocean    01/02/2014    2 recensioni
Ho immaginato un finale diverso di Mockingjay. Prim è sopravvissuta, Gale vive nel distretto 12 e non smette di lottare per l' amore di Katniss ma lei si sente sempre più legata al ragazzo del pane.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 3
Piango, piango tutte le lacrime che ho. Piango per Gale, per il bacio che mi ha dato. Piango per Prim che a 14 anni è costretta a convivere con gli incubi e con i ricordi di una guerra, a vivere in un corpo da ibrido. Piango per Peeta, mi sento terribilmente in colpa nei suoi confronti perché è colpa mia se si è sentito tradito per il finto fidanzamento e per il finto matrimonio al tempo del Tour della Vittoria, è colpa mia se è tornato nell'arena una seconda volta e soprattutto è colpa mia se è stato depistato e se la sua famiglia è morta. Mi sento sfinita. Il sole sta tramontando così decido di andare a casa. Passo dritta davanti alla casa di Gale al giacimento fino a raggiungere il villaggio dei vincitori. In casa di Peeta la luce della cucina è accesa, sono tentata di bussare, vorrei sapere come sta ma so che non mi vorrebbe vedere così vado a casa. Non appena entro trovo Haymitch mentre gioca a scacchi con Prim.
<< Ciao Katniss, dove sei stata? >> mi chiede Prim.
<< Ero nei boschi, dovevo riflettere. Che ci fai qui Haymitch? >>chiedo io con voce neutra.
<< Oh dolcezza, sei sempre così acida! Ti devo parlare >>
<< Di Peet... >> non finisco la frase che Haymitch mi prende per un braccio e mi trascina in camera chiudendoci la porta alle spalle.
<< Senti dolcezza, so che quello che è successo oggi è stato un brutto colpo per te ma lo è stato ancora di più per lui e per questo dobbiamo aiutarlo. >> comincia Haymitch.
Io non so cosa dire, sto a fissarlo preoccupata mentre mi parla con tono incredibilmente serio.
<< Sono stato a casa sua prima e abbiamo parlato un po'... è distrutto. Non ti si avvicina perché ha paura di farti del male e non ha nessuno su cui fare affidamento. Siamo io e te la sua famiglia ma convive con il terrore di ucciderti e io beh, lo sai, non sono uno su cui si possa contare molto >>
Ragiono su ciò che mi ha detto: Peeta da solo in preda ad un flashback.
<< Cosa facciamo? >> chiedo determinata.
<< Beh dolcezza, farci sentire vicini anche se lui non vuole ma senza pressarlo e soprattutto fargli capire che tu non lo vuoi uccidere anche se lui continuerà a crederlo. >>. Si ferma un attimo per osservare la mia reazione ma vedendo che nei miei occhi c' è solo tanta confusione continua: << Glielo dobbiamo. >>
Quelle parole mi fanno riprovare quel terribile senso di colpa che mi ha devastata nei boschi. Haymitch mi guarda e mi dice: << Saremo la sua famiglia, okay? >>
Io annuisco e lui inaspettatamente mi abbraccia bisbigliandomi: << Ricorda: potresti vivere cento vite e ancora non lo meriteresti >> poi scioglie l'abbraccio, scende le scale, saluta e se ne va.
Potresti vivere cento vite e ancora non lo meriteresti.
Haymitch sa che punti toccare per convincermi: il mio sentirmi in debito nei confronti di Peeta. Però è vero, non lo merito neanche come amico. Lui ha dato tutto per me, io invece gli ho solo causato problemi e adesso, nel momento del bisogno io sarò al suo fianco, a costo di essere aggredita.
Durante la cena sono estremamente taciturna. Non sono mai stata una gran chiacchierona ma non riesco a smettere di pensare a Peeta. La sera, in camera, Prim da sfogo a tutte le sue preoccupazioni: << Katniss che ti succede? >>
<< Niente, perchè? >> rispondo cercando di sembrare calma e serena.
<< Non ti credo. Sei sparita per tutto il pomeriggio, è venuto Haymitch a cercarti e dopo che avete parlato sei stata più taciturna e assorta nei tuoi pensieri del solito. Qualcosa è successo di sicuro. >>
Alla fine decido di raccontarle tutto perché ho bisogno di parlare con qualcuno. Finito di spiegarle tutto per filo e per segno mi dice: << Katniss tu ci tieni moltissimo a Peeta, più di quanto pensi >>. Rimango colpita dalle sue parole perché mi riportano alla mente Finnick la notte del bombardamento.
<< Sai Prim, me lo aveva detto anche Finnick che si era accorto che io amavo Peeta da come avevo reagito quando ha colpito il campo di forza nell'edizione della memoria e che molto probabilmente non me ne rendevo conto. >>
<< Penso che Finnick avesse ragione Katniss. Tu non vuoi crederci ma si vede che provi qualcosa di profondo per Peeta altrimenti non avresti reagito in quel modo quando ti ha aggredito. >>
<< Si, certo Prim che provo qualcosa per Peeta. Io e lui siamo grandi amici, ci capiamo perché abbiamo vissuto insieme le esperienze che hanno cambiato le nostre vite e che ci hanno fatto diventare quello che siamo. Lui mi è stato vicino nei momenti in cui ne avevo più bisogno ed è sempre riuscito a calmarmi e a darmi coraggio, ci siamo protetti a vicenda ma…niente più di questo… >>
<< Katniss secondo me questo è già qualcosa di più di amicizia. Anche il presidente Snow si era accorto del tuo legame con Peeta infatti lo ha depistato per spezzare te. Posso svelarti una cosa? >>
Faccio un cenno di assenso.
<< Il giorno in cui ha piantato le primule, quando lo guardavi c’era un luccichio nei tuoi occhi. >>
Sono letteralmente a bocca aperta, non so cosa dire. Io innamorata di Peeta. Un luccichio nei miei occhi?! Non lo so, non so come dovrei sentirmi o cosa dovrei pensare, so solo che voglio chiudere questa conversazione: << Ora dormiamo Prim, buonanotte >> la abbraccio, le do un bacio sulla fronte e ci stendiamo. Lei mi mormora un buonanotte prima di addormentarsi.
Non riesco a chiudere occhio, passo tutta la notte a pensare a ciò che mi ha detto Prim, rivivendo il momento delle primule e il flashback a casa di Haymitch. Riesco ad addormentarmi solo verso mattina con l’immagine di Peeta che mi abbraccia davanti agli occhi. Quando mi sveglio sono già le undici; Prim è già scesa e noto con piacere che non ha avuto incubi. Mi faccio una doccia, mi vesto e scendo; non ho ancora sceso l’ultimo scalino quando sento una voce a me molto familiare: è la voce di Gale.
Arrivo in cucina e me lo ritrovo davanti. Il mio migliore amico Gale. Il mio migliore amico che mi ha confessato di essere innamorato di me e mi ha pure baciato.
<< Ciao Catnip >>
<< Gale. Che ci fai qui? >>
<< Ti devo parlare. >>
Si alza, saluta mia madre e Prim che lo ringraziano per la selvaggina che ha portato e si dirige verso la porta. Io lo seguo. Arriviamo nei boschi e ci sediamo vicino al nostro masso. E’ lui a parlare per primo:
<< Senti Catnip mi dispiace per quel bacio e per ciò che ti ho detto su Peeta. Se non mi ami me ne farò una ragione ma non evitarmi >>
<< Gale, mi sento molto confusa ma io al momento ti considero solo il mio migliore amico. Mi dispiace. >>
Ci guardiamo, lui fa un cenno di assenso e poi, come se ci fossimo letti nel pensiero ci alziamo diretti verso il tronco dove nascondiamo gli archi per cacciare. Dopo un’ora e mezza io ho catturato due scoiattoli e un tacchino e Gale due conigli. Ci incamminiamo verso casa, ci salutiamo davanti casa sua poi io proseguo fino al villaggio dei vincitori. Decido di passare da Peeta e dopo aver bussato due volte viene ad aprirmi:
<< Haymitch cosa… Katniss! >> esclama lui sorpreso.
<< Ciao Peeta! Ti ho portato un tacchino selvatico e due scoiattoli, so che ti piacciono… >> dico in tono calmo.
Lo vedo fare un sorriso. << Come fai a sapere che mi piacciono gli scoiattoli? >>
<< Me lo hai detto tu, tempo fa. >> decido di non nominare gli Hunger Games. Mi accorgo che siamo ancora fuori dalla porta.
<< Peeta, posso entrare? Non so, ti posso aiutare a scuoiare gli scoiattoli e poi se hai qualche dubbio su qualche ricordo potremmo chiarirlo… >> propongo cercando di coinvolgerlo, ma ottengo tutto un altro effetto: la sua espressione serena diventa cupa all’improvviso, le iridi si stanno trasformando in pozze nere. Ho sbagliato tutto, ancora una volta. Peeta afferra la maniglia della porta, chiude forte gli occhi per dieci interminabili secondi e poi li riapre. Gli occhi sono ritornati di un azzurro limpido, lascia la maniglia e in quel momento non riesco a resistere così gli getto le braccia al collo e lo abbraccio. Lui però non ricambia l’abbraccio così io mi stacco subito.
<< Senti Katniss, te ne devi andare. Ti farò del male, lo so… >> dice con voce un po’ tremante.
<< No Peeta, non lo sai. Non puoi vivere con la paura di uccidermi, devi superarla e io sono qui per aiutarti. Abbiamo superato mille ostacoli insieme, supereremo anche questa e poi lo sai no? Noi ci aiutiamo e proteggiamo a vicenda: è questo che facciamo! >>.
Nonostante la situazione non riesco a non provare piacere ad essere qui e parlare con lui e penso che frequentarci farebbe bene a lui quanto a me. Alla fine penso di averlo convinto perché mi fa entrare. La casa è uguale alla mia solo che questa sa di… Peeta. Lo seguo in cucina, poso gli scoiattoli e il tacchino sul bancone e sto in piedi immobile finchè non mi dice di sedermi e mi domanda: << Ti va di mangiare qui? Ho preparato lo stufato di agnello e prugne secche >>
<< Si volentieri, è il mio stufato preferito >> rispondo, felice per la proposta.
 A tavola non parliamo anche se ogni tanto sento il suo sguardo su di me. Ad un certo punto mi chiede: << Perché non hai paura di me? Ieri stavo per ucciderti. >>
Io alzo lo sguardo dallo stufato e incontro i suoi occhi, devo essere sincera: << Ti conosco e so che non mi uccideresti mai. >>
<< Come fai ad esserne così sicura? >>
<< Perché il vero Peeta sta uscendo pian piano ed io e Haymitch ti aiuteremo a farlo uscire completamente >>
<< Lo sai che non ha molto senso? >> dice alzandosi e portando via il piatto.
<< Non ha importanza se ha senso o no, basta che mi prometti di non avere mai più paura ad avvicinarti a me >> dico alzandomi a mia volta.
<< Non posso Katniss, lo sai. >>
<< Promettimelo >>
<< Okay, ci proverò >>
Penso lo dica solo per farmi piacere. Iniziamo a scuoiare gli scoiattoli e intanto “giochiamo” al vero e falso:
<< Nella prima arena mi hai salvato. Vero o falso? >>
<< Vero, ti ho trovato al fiume con una brutta ferita alla gamba. >>
<< Mi volevi uccidere con le bacche. Vero o falso? >>
<< Falso! Non ho mai voluto ucciderti! >>
<< Neanche una volta? Neanche ieri? >>
<< Assolutamente no! Mai e poi mai ti ho voluto uccidere e mai ti ucciderei! Ehi! Questo non era un vero e falso! >> dico cercando di alleggerire la tensione che si è creata tra noi. Lo vedo accennare un sorriso. Povero Peeta, cosa gli ha fatto credere Capitol City? Ripenso al presidente Snow durante l’esecuzione pubblica per la sua morte e se anche non l’ho ucciso io è morto e questo è ciò che si meritava dopo tutto il male che ha fatto. Peeta mi riporta alla realtà:
<< Katniss? Ci sei? Ti ho fatto una domanda. >>
<< Ehm… scusa Peeta, ero sovrapensiero… dimmi… >>
<< Nella seconda arena mi hai spinto contro il campo di forza, Finnick mi ha salvato e tu fingevi di essere preoccupata per me. Vero o falso? >>
<< Vero e falso. Falso perché io non ti ho spinto contro il campo di forza e piangevo perché stavo veramente male per te. Vedi in quell’arena io dovevo morire e tu vincere. Se tu fossi morto non me lo sarei mai perdonata. E’ vero perché Finnick ti ha fatto ripartire il cuore con la respirazione bocca a bocca. >>
<< Quindi tu ci tenevi a me? >>
<< Certo che ci tenevo a te Peeta e ci tengo anche adesso >>
<< Non hai più la mia perla. Vero o falso? >>
<< Falso, la conservo insieme al medaglione che mi hai dato. Peeta perché mi chiedi della perla? >> cosa gli ha fatto credere al riguardo Capitol City? Come hanno fatto a manovrare questo ricordo? Non c’era niente che potesse essere manovrato.
<< Era una curiosità. E la guardi spesso? >>
<< Ogni tanto, quando ho delle brutte giornate. Perché? >>
<< Niente, perché hai detto che ci tenevi a me e volevo capire se dicevi la verità. >>
<< A! >> rispondo io abbassando lo sguardo, poi inizia a ridere di gusto e io ne resto piacevolmente stupita.
<< Katniss, sei diventata un peperone! >>
La sua risata e così bella e contagiosa che alla fine rido anch’io. E’ strano vedere come ieri volesse uccidermi e oggi rida di gusto perché sono arrossita. Sono quasi le cinque così decido di andare a casa. Prima sarà preoccupata. Saluto Peeta e percorro i pochi metri che separano le nostre case. Devo ammettere che mi sento bene, mi sento felice.
<< Katniss, dov’eri? Ero preoccupata. >> mi dice Prim saltandomi addosso appena entro.
<< Ero da Peeta >> affermo con il sorriso.
<< Ciao cara. Ha chiamato Plutarch, gli ho detto che non c’eri e ha chiesto di richiamarlo >> mi avvisa mia madre.
<< Okay. Grazie mamma >>
Plutarch. Perché ha chiamato? Al momento non mi interessa, sono troppo felice per Peeta. La sera racconto tutto a Prim. Anche lei è felice che Peeta non abbia avuto episodi e mentre ci stiamo mettendo a letto mi chiede:
<< Katniss, pensi che Peeta mi insegnerebbe a fare una torta? >>
<< Penso ne sarebbe felicissimo. Buonanotte Prim. >>
<< Notte Katniss >>
Mi lascio andare subito avvolta da un sonno senza incubi e mi accorgo di non aver mai dormito così tranquillamente da quando sono tornata.
 
Ciao a tutti!
eccomi qui con un nuovo capitolo. è passato tanto tempo, lo so ma non ho avuto tempo per scrivere. recensite in tanti, mi raccomando! 
bluocean
 
 
 
  
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