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Autore: AlexBoss1997    02/02/2014    0 recensioni
I primi sospetti, le ipotesi, la distanza, le paure, gli amori... riusciranno i nostri protagonisti a coronare il loro sogno segreto, o si terranno tutto dentro?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nami, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rufy stava lì, seduto sulla polena della Sunny, sembrava non avere pensieri mentre osservava il mare che tanto amava; Nami, al contrario, era china su diverse carte, sparse molto disordinatamente sulla sua scrivania, aveva già impostato la rotta, le condizioni meteorologiche erano dalla loro parte, avrebbero raggiunto Dressrosa in 5 giorni, ma comunque continuava a studiare quelle carte, ne aveva controllato ogni centimetro quadrato, le conosceva a memoria, ma erano le uniche cose sulla nave che potessero farle dimenticare i suoi pensieri, i pensieri del suo capitano insieme a una bellissima donna quale Boa Hancock, che lo stringeva forte a se con le sue lunghe braccia da arpia e lo baciava in ogni dove… No, al solo pensarci le venivano le lacrime agli occhi.
“Perché mi sento così?” pensava “Dopotutto lui è il mio capitano e io la sua navigatrice, mi ha salvata innumerevoli volte, mi ha donato il suo cappello, mi ha sempre fatta sorridere” sorrise mentre pensava ai momenti di gioia passati insieme, anche quando lo picchiava, lo faceva perché gli voleva bene, o forse di più “io… io lo amo” scoppiò a piangere, buttò la testa sul tavolo, le sue carte si stavano inzuppando di lacrime, ma non riusciva a smettere, ci provava con tutte le sue forze, ma era un vero e proprio fiume in piena… Rimase li, per un tempo indescrivibile, a crogiolarsi nel suo dolore.
 
“Allora Sanji” Robin si trovava in cucina, stava aiutando il cuoco col pranzo, qualche mano in più faceva sempre comodo, e la ragazza ne aveva letteralmente da vendere “mi sembra un momento buono per pensare a qualcosa” gli disse, mentre affettava con delicatezza un pomodoro. Sanji cadde nei suoi ricordi, poche ore prima avevano iniziato quella discussione.
(Poche ore prima)
“Sanji, volevo parlarti”
“Dimmi tutto, mia dolce Nico Robin” i suoi occhi avevano assunto una forma a cuore, come ogni volta che la ragazza gli rivolgeva la parola.
“Hai notato il comportamento di Nami?” chiese lei, sicura di una risposta affermativa del cuoco, si dava il caso che non le togliesse mai gli occhi di dosso.
“Intendi verso Rufy?”
“Si”
“Si comporta in modo strano” disse guardando il resto della ciurma a pochi metri da loro, non voleva che occhi indiscreti li notassero “Abbassa lo sguardo ogni volta che gli si para davanti, e soprattutto evita di pronunciare il suo nome”
“Sei preoccupato?”
“Preoccupato è una parola grossa, piuttosto in pensiero, non si era mai comportata così, l’ho vista molte volte arrabbiata, ma mai fino a questo punto”
“Io invece non credo sia arrabbiata, ma confusa”
“Confusa?” in quel momento era il suo sguardo a essere confuso.
“Si… Beh… Tanto vale dirtelo ormai, ieri notte ho diciamo ascoltato una discussione fra Rufy e Zoro, non sono riuscita a carpirne i dettagli, ma da quello che ho sentito pare che Rufy si sia trattenuto molto piacevolmente fra le lenzuola dell’imperatrice pirata” Guardò il cuoco digrignare i denti e stringere i pugni.
“Stupido stupido stupido Rufy, perché ha dovuto fare questo alla dolce Nami, possibile che non si sia realmente reso conto di niente?” era arrabbiato, aveva rinunciato alla sua navigatrice per lasciarle sognare una storia d’amore col capitano, e lui si comportava così? Era inaccettabile, soprattutto dall’uomo che aveva promesso di non farla mai più piangere. Voleva andare da lui per prenderlo a calci, mentre gli urlava contro la sua idiozia e il menefreghismo verso i sentimenti altrui, ma una voce lo fermò.
“Aspetta Sanji, calma i bollenti spiriti, Rufy ha negato tutto davanti a Zoro, ma la discussione è stata interrotta da Nami, che aveva a sua volta sentito tutto”
“Quindi… Tu pensi che possa esserci stato un malinteso?” chiese, mentre si calmava.
“Forse, non lo so, è stata una discussione molto vaga, voglio parlarne con Zoro, lui saprà darmi qualche informazione in più, poi potremmo pensare a cosa fare”
“Hai gia un piano?” chiese, mentre, come al solito, portava alla bocca una sigaretta.     
“Forse…”
 
(Nel tempo presente)
Sanji ricordò tutta la discussione.
“Prima di tutto cosa ti ha detto il marimo?” chiese lui, girava un mestolo in un’enorme pentola, qualche volta lo alzava per assaggiare il profumato liquido, aggiungendo ogni volta qualche ingrediente e spezie.
“Quello che volevo sentire, Rufy non è stato a letto con Hancock, è solo tutto un enorme disguido” disse lei, era veramente felice di quello, ma anche pensierosa. Sanji tirò un sospiro di sollievo, ci sarebbe stato veramente male se le sue orecchie avessero sentito il contrario, e avrebbe fatto stare male anche il suo capitano.
“Quindi qual è il piano?” chiese. Robin era veramente entusiasta dal suo comportamento, forse lo aveva giudicato un po’ male, ma meglio tardi che mai.
“Prima di tutto dobbiamo far riappacificare quei due, se continuano a non parlarsi non potranno mai stare insieme…” rispose lei “Il piano inizierà a pranzo, lascia che ti spieghi” cominciò a esplicare al cuoco, che cambiava continuamente espressione: un po’ ascoltava, un po’ si sorprendeva, un po’ rideva.
 
“E’ pronto, tutti a tavola” la ciurma si riunì, Rufy fu il primo a sedersi, come al solito. Nami arrivò lenta, il volto straziato, coperto da un filo di trucco fresco fresco, appena messo per nascondere quel pianto che fino a poco fa non riusciva a fermarsi. Stava per prendere posto, quando un galantissimo Sanji le scostò la sedia e con un cenno della mano le fece segno di sedersi.
“Madame” sorrideva dolcemente. Nami non ci fece molto caso e si sedette, al suo fianco Robin e il sottoscritto.
“Hai visto come è elegante oggi?” le disse Robin, avvicinando le labbra a un suo orecchio “credo che dovresti farci un pensierino” disse maliziosa e con un sorriso perverso. Nami osservò il cuoco, era veramente più elegante del solito, aveva un sorriso dolce e i suoi modi, già di per se sempre gentili, erano ulteriormente cortesi.
“Mia musa, vuoi forse che ti servi del buon vino?” aveva già preso in mano il bicchiere, e stava versando una discreta quantità del rosso liquido.
“Grazie Sanji” Nami accennò un sorriso, lui sorrise a sua volta.
“Guarda quello strapazzo di un cuoco” Zoro diede una leggera pacca col ginocchio a Rufy, seduto di fianco a lui, mentre si ingozzava di carne “come fa il cascamorto con la mocciosa” il capitano alzò lo sguardo e li vide mentre chiacchieravano, ridevano frequentemente, per un attimo si perse nel sorriso di Nami, era veramente magnifica.
“Lo fa sempre” disse a bocca piena, noncurante della situazione.
“No, questa volta è diverso, oggi è convinto, potrebbe anche raggiungere il suo scopo” disse con la sua solita voce secca e indifferente. Stava facendo apposta, Robin le aveva spiegato il piano e lui aveva accettato, era curioso di vedere cosa sarebbe successo, nella migliore delle ipotesi il cuoco le avrebbe prese di santa ragione, il che lo avrebbe divertito assai.
“Il suo scopo?” deglutì Rufy, il suo sguardo era cambiato, fissava lo spadaccino spaventato.
“Si beh, sai com’è, da cosa nasce cosa…” rispose, lasciando intendere, anche a una mente bambinesca come quella di Rufy. Il cuore gli si fermò, non batteva più, non riusciva a respirare, la saliva gli si strozzò in gola, aveva capito le parole dell’amico, davvero poteva nascere qualcosa fra quei due; per la prima volta nella sua vita la fame gli passò, si alzò senza spiaccicare parola e uscì dalla cucina.
“Che diavolo gli ha preso?!” urlò Usopp, nello sgomento generale.
“Ha lasciato metà del suo pranzo nel piatto, magari non si sente bene, sarà meglio che vada a controllarlo” Chopper stava già alzandosi dalla sedia.
“Tu non vai da nessuna parte” gli intimò Zoro minaccioso “sta benissimo, lasciatelo in pace” terminò, mentre i compagni lo fissavano sorpresi. Sanji incrociò lo sguardo con quello di Robin, era preoccupato, forse avevano esagerato.
“Va tutto secondo i piani, non preoccuparti” Robin non parlò, mosse solo le labbra rivolta al cuoco, la frase anche se non pronunciata venne capita dall’uomo, e anche dallo spadaccino, che voleva andare fino in fondo. Finirono il pranzo in fretta, si diressero tutti sul ponte a controllare il loro capitano, si trovava li, sulla polena, immobile con lo sguardo coperto dal fedele cappello di paglia, in quel momento il suo unico amico.
 
 
Angolo dell’autore:
Ciao a tutti, ecco il sesto capitolo, ed anche il penultimo, si, ho intenzione di terminare questa fanfiction nel prossimo episodio, mi sono reso conto che su due fanfiction che ho scritto finisco sempre al capitolo sette, una mera coincidenza. Spero che vi piaccia, domani l’ultimo capitolo, non voglio deludervi (so già che con molti termini sono ripetitivo, spero che non sia un grosso problema per la scorrevolezza nella lettura).
 
Grazie a tutti.
  
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