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Autore: zoey_gwen    02/02/2014    6 recensioni
Gwendolyn Smith è una ragazza solitaria, insicura, esclusa da tutti e sola.
Nessuno, neanche suo padre, Jack Smith, sembr capirla.
Solo un piccolo ciondolo di ghiaccio delle steppe russe, la rappresenta, ed è la chiave di un oscuro passato a cui Gwen non può sfuggire..
E poi l'amore, quello vero, che Gwen non ha mai provato fino ad ora, sarà la chiave per la felicità.
Tratto dal capitolo 13:
"Smisi di ascoltare, per via delle calde e silenziose lacrime che da tempo sgorgavano dai miei occhi color pece, gli stessi di quella sgualdrina di mia madre. Aveva ingannato me e Crystal, con le sue false parole mielose... Come aveva potuto? Mi sedetti per terra, affondando i jeans nella terra umida e rigogliosa, mentre rivoli cristallini solcavano le mie guance"
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"-E così sono la tua ragazza, adesso?- ironizzai, baciandolo per l'ennesima volta. Lui mi fissó intensamente, guardandomi con il suo solito ghigno beffardo -Certo, a meno che tu non lo voglia...- come risposta lo baciai appassionatamente, mentre un anello dalla struttura d'argento con due smeraldi ed un onice incastonato al centro si infilasse al mio dito come segno del nostro amore."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Distolsi il mio sguardo dalle onde grigio-blu, e fissai gli occhi speranzosi di Trent.

Era ancora inginocchiato, mostrando fra le mani una scatoletta di velluto blu notte, con dentro un meraviglioso anello con zaffiro, che splendeva e rifulgeva nella luce.

Uno spiffero di vento gelido, proveniente dalle maree, mi fece rabbrividire, e mi maledissi di aver messo un vestito così corto, ma anche di essere venuta in discoteca.

-Gwen, allora...?- sussurrò, accarezzandomi teneramente la mano.

Io sospirai, pensando velocemente a Duncan e Trent.

Duncan... Be, io ero innamorato di Duncan, ma per l'ennesima volta si era dimostrato l'ennesimo stronzo.

Trent, lui era dolce e comprensivo, ma io non provavo niente per lui.

Assolutamente niente, tranne affetto, un affetto che ci può essere tra amici.

-Trent... Io... Questa è una proposta così improvvisa...- mormorai, confusa, arrossendo violentemente, ma sperai che non si notasse per via del buio.

Lui chiuse, leggermente nervoso, gli occhi smeraldini,

-Gwen, io ti amo davvero, e nessuno ti ama come ti amo io. Neanche Duncan. Voglio solo una possibilità.- decretò, calmo.

-...E va bene. Sì, v-voglio essere la tua ragazza.- sussurrai. Lui scattò in piedi, e mi stampò un improvviso bacio sulle labbra, poi con emozione mi infilò l'anello all'anulare.

Mi abbracciò, felice, poi mi prese il viso fra le mani.

-Non te ne pentirai, amore mio.- sussurrò, poi mi baciò di nuovo, questa volta con passione.

Mi staccai da lui con violenza, con le lacrime agli occhi e una voglia di piangere, ma mi trattenni.

-Vuoi che ti porto a casa?- domandò poi, intrecciando le dita nelle mie.

-Sì, grazie.- risposi, con lo sguardo basso.

Camminammo per un po' in silenzio, poi arrivammo alla sua moto.

Era argentata, con scritto in bomboletta verde “Trent” accanto alla ruota.

-Posso guidare io?- chiesi.

Avevo voglia di sperimentare cosa si prova su un motorino, e di provare l'adrenalina che avevo provato con Crystal.

Lui mi guardò preoccupato, prendendo il casco nero.

-Sai guidare una moto?- domandò.

Io annuii, anche se non ne ero affatto sicura.

Lui acconsentì, sedendosi dietro, e cingendomi la vita con forza.

Io palpai con i palmi della mano il manubrio, poi schiacciai il pedale dell'accelerazione.

Partimmo a velocità assurda, talmente veloce che non sentivo i rumori intorno a me.

Mi sembrava di sfrecciare nell'aria, un razzo argentato che rifulgeva nel cielo notturno.

Mi venne il mente il pensiero di Duncan, e di Courtney, di come se la stavano spassando adesso.

Per quanto ne sapevo, potevano essere talmente ubriachi da essersi scambiati molto più di un bacio.

Mi salirono le lacrime, e le lasciai scorrere liberamente, mentre premevo sempre con più forza il pedale dell'accelerazione.

Perchè mi ero innamorata di Duncan?

Perchè dovevo soffrire per colpa sua?

Perchè doveva essere tutto così maledettamente difficile?

Improvvisamente ebbi un sussulto, e sentii le grida di Trent, che urlava da un po' di tempo.

-GWEN! ATTENTA!- sbraitava.

Il manubrio mi sfuggì di mano, e sbandai contro la ringhiera che distanziava la scogliera dalla città.

Caddi velocemente, e il casco rotolò via, mentre il cranio sbattè contro il ferro della ringhiera.

Aprii gli occhi per un istante, vedendo Trent svenuto accanto a me, poi sentii la sensazione di sangue avvolgermi.

Infine, il buio più totale.

 

 

***

 

 

 

-Si è svegliata?-

-Sì, si è svegliata.-

-Oh, grazie al cielo! Gwen... Gwen!-

-Che paura che ho avuto...-

 

 

Aprii gli occhi, e venni accolta da un forte mal di testa, talmente forte che mi spaccava il cranio a metà.

La vista era confusa, nitida, non distinguevo bene i volti delle persone accanto a me.

Qualcuno mi accarezzò la guancia con delicatezza, apprezzai quel gesto dolce.

La vista si fece più chiara, distinsi le forme attorno a me: Jack, Crystal, Trent e... Duncan.

Lui era seduto accanto a me, ed era lui che mi aveva accarezzato la guancia.

Portai un mano alla testa, che scoppiò di nuovo di un male indescrivibile.

Notai che era fasciata, e anche pesantemente: diversi strati di bende ricoprivano tutto il cranio.

-C-cosa...- balbettai, riuscendo a dire solo quello prima di venire accolta da un altro scoppio mentale.

-Gwen! Stai bene?- era Trent, seduto accanto a me dall'altra sponda del letto.

Gemetti, con la testa che scoppiava vivida, e non riuscii a dire nulla.

La bocca era impastata, e mi sentivo debole.

Notai altre fasciature al braccio, al polso e alla coscia.

-Non pressatela troppo con le domande. Ha appena subito un incidente piuttosto grave, quindi è naturale non riesca ancora ad esprimersi. Deve avere un incredibile emicrania al cranio, una frattura incisiva che ha provocato una forte emorragia. Adesso l'abbiamo bloccata, ma deve avere una grande emicrania al cervelletto e nelle zone battute.- spiegò il medico, controllando una macchinetta la cui, attraverso un filo, era attaccata al mio naso e attraversava tutte le guance.

-Non dovevo farti guidare quella stupida moto... Perdonami, amore mio!- Trent scoppiò in lacrime, attirando la compassione di Crystal, che gli cinse il collo con un braccio, e di Duncan, che gli lanciò un'occhiataccia.

-Ah, inoltra ha una frattura al polso; dovrà mettere il gesso per almeno un mese.- aggiunse il medico.

Jack annuì, poi tirò fuori alcune banconote.

-Grazie, dottore. Mi dica, potrebbe avere una ricaduta?- chiese l'uomo.

Lui annuì -Sì, se subisce emozioni troppo forti o fa sforzi probabilmente subirà una ricaduta. E in quel caso, non credo che il cervello resista. Ha subito anche lui un forte colpo.-

Trent, con gli occhi velati di lacrime, mi stampò un leggero e veloce bacio sulle labbra.

-Dimmi come stai... Gwen, mi maledico ogni istante per averti fatto guidare quello schifo!- il mio ragazzo sbattè i pugni in aria.

Capii che dovevo parlare, ma ancora mi faceva tutto troppo male, e l'unica cosa che mi uscì fu:

-Mmmmh...- un gemito, ecco.

Portai il polso fratturato alla testa, e strillai di dolore.

Crystal si sedette ai miei piedi, giocherellando con il suo cuore di ghiaccio.

Mi portai istintivamente la mano al collo, notando con orrore che la collana non c'era più.

-T-Trent... L... Collana...- farneticai, venendo bloccata come sempre dal dolore.

Lui aggrottò le sopracciglia.

-Collana? Cosa...- non ebbe il tempo di finire, che il medico ordinò burbero a tutti di uscire.

-Dobbiamo fare ancora alcune analisi, e lei sta troppo male per poter sopportare tutta questa confusione.-

Tutti annuirono, e uscirono, tranne Duncan.

-Se ne vada, per cortesia.- disse l'infermiera, intenta a cambiarmi la flebo.

Lui annuì, poi mi lanciò uno sguardo pieno di dolore, comprensione e amore.

-A-Ah...- gemetti ancora, portandomi la mano alla testa.

 

 

***

 

 

 

Passarono i giorni, le settimane.

Ogni giorno tutti venivano a trovarmi, e io ogni giorno miglioravo poco a poco.

Il terribile dolore alla testa sparì quasi del tutto, lasciando spazio ad una leggera emicrania che, secondo il medico, se ne sarebbe andata non facilmente.

Il polso era ingessato, ma avrei potuto togliere il gesso fra poco, mentre quello alla coscia l'avevo già tolto.

Ero ancora in ospedale, ma ero stata informata che mi avrebbero rilasciata fra due o tre giorni.

Quel giorno mi passò a trovare solo Duncan.

Alzai gli occhi al cielo, e abbassai lo sguardo.

-Gwen, io...-

-Ah, no! Non voglio sentirti! Dovevi parlarmi l'altra sera, ma, ovvio, eri impegnato a ubriacarti e a osservare l'abito inguinale di Courtney...- ribattei, fredda, decisa a chiudere lì la questione.

-Gwen, ero ubriaco, ma non ho osservato nessuna Courtney e nessun'altra. Io volevo dirti che...-

-Non voglio sentire! Non capisci che tu mi vuoi solo quando ti fa comodo?-

-Non è vero! Non è assolutamente vero, tu mi piaci molto e lo sai!- sbottò.

-E COME MAI NON ME L'HAI DIMOSTRATO L'ALTRA SERA, AL POSTO DI UBRIACARTI O FUMARE?- urlai.

-IO ERO UBRIACO, NON POSSO NEANCHE BERE UN BICCHIERINO?- urlò di rimando.

-UN BICCHIERINO? SEMBRAVANO ALMENO DIECI O VENTI, BICCHIERINI! NON POSSO CREDERE CHE TU SIA COSì MESCHINO!- gridai con tutte le mie forze.

Le lacrime scorrevano libere, mentre guardavo con disprezzo Duncan.

-SAI UNA COSA? ADDIO, GWENDOLYN SMITH!- urlò, arrabbiato, uscendo con violenza.

Io scoppiai a piangere, e mi abbandonai sul letto.

La testa pulsava ancora, ma non più del mio cuore infranto.

 

 

 

***

 

 

 

Mio padre comparì due ore dopo dalla porta, con un enorme mazzo di gigli azzurri, i miei fiori preferiti, e una scatola di cioccolatini.

Al seguito c'erano Crystal e Trent, ovviamente non Duncan.

Sospirai, come dispiaciuta, poi sfoderai un sorriso per ringraziare dell'accoglienza.

-Gwen, oggi torni a casa! Come sono felice!- esclamò contento Jack, porgendomi i fiori.

Io annuii distrattamente, quando Trent mi prese la mano, quella dove vi era incastonato l'anello di fidanzamento, e la baciò.

-Sono così felice, ho avuto una paura...- una nota di tremito accompagnava la sua voce melodiosa.

Gli diedi un leggero bacio a stampo, poi lui mi accarezzò la guancia.

Alla fine, ringraziammo il medico e uscimmo dall'ospedale.

Respirai a pieni polmoni l'aria fresca che incombeva sul sole mattutino, e mi sentii libera.

Fu una cosa che mi portò all'agghiacciante verità: il mio cuore di ghiaccio non c'era più.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

 

 

Ciao a tutti!
Come vi è sembrato questo capitolo?

A me non dispiace, però sta a voi decidere^^

Sotto aggiungerò le immagini dei vestiti da discoteca di Gwen, Courtney, Heather e Crystal alla festa e l'anello di fidanzamento di Gwen^^

A presto e tanti dolcetti ai frutti di bosco a tutti :3

Gwen

 


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