Il sole alto e rovente batteva forte su Konoha quel giorno. Naruto, Kiba e Hinata stavano bighellonando lungo le strade del villaggio, alla ricerca di un po’ di ristoro dato dalle ampie ombre che  grandi alberi in fiore disegnavano sul terreno. Qualche albero più in là, appoggiato alla corteccia di un grosso albero da frutto, incrociando una gamba dietro l’altra, silenzioso e coperto da un cappuccio tanto da far uscire solo gli occhi e parte del naso, stava ritto Shino Aburame.
“Dico io, ma quel ragazzo è proprio strano”, disse Naruto appoggiando la nuca tra i palmi delle mani, “Con tutto questo caldo, come diavolo fa ad andarsene in giro così imbacuccato! Senza contare che è sempre silenzioso, e solo”. “Andiamo Shino! Unisciti a noi!” , gridò verso il ragazzo.
“Lascia perdere, Naruto”, borbottò Kiba, “Shino è un ragazzo particolare, vive in un mondo tutto suo. Ormai noi del team ci abbiamo fatto l’abitudine”. Il piccolo Akamaru sembrò annuire con brevi abbaiate squillanti.
“Shino è un ragazzo molto sensibile, è per questo motivo che passa gran parte del suo tempo da solo. Inoltre ha un gran cuore ed è sincero e leale.”
“Dì un po’ Hinata, non è che ti piace?” domandò assai stupidamente Naruto.
“Come al solito non capisci nulla, Naruto”, “proprio tu fare una domanda del genere!”, bofonchiò tra sé Kiba, mentre Hinata arrossì d’un tratto, affondando il mento tra le spalle in segno di pudore. “M-ma cosa dici, Naruto? E solo che ogni tanto Shino si confida con me, quindi lo conosco un po’ meglio di voi, tutto qui”
“Sarà, ma io non capisco. Che ci troverà mai nello starsene lì tutto solo coi suoi insetti?!” disse Naruto, e senza accorgersene, in mezzo al suo solito sproloquiare, fece una domanda che sembrò colpire nel centro.
“Quindi se tu sei in confidenza con Shino, saprai dirci se gli piace qualcuno! Andiamo Hinata, al nostro caro Aburame piace qualcuna?”
“Beh, in realtà… ecco io…non potrei...”
“Andiamo Hinatuccia! TI prego!”
“Vedete, Shino in effetti prova dei sentimenti per una ragazza”. In quell’istante le guance di Hinata si fecero ancora più rosse di quanto non lo fossero prima, data la vicinanza con Naruto e l’inconvenienza dell’argomento. Contemporaneamente i volti di Kiba e Naruto si illuminarono di un sorriso intriso di curiosità e stupore, come quello di un bambino di fronte a un enorme e misterioso pacco regalo.
“Beh che aspetti? Raccontaci tutto!E chi è la donzella in questione?”, si sentì ruggire ad una sola voce.
“Ayame, la ragazza del chiosco di ramen”. Non si sentì volare una mosca. Le bocche dei due giovani ninja rimasero spalancate per alcuni secondi.
“No! La giovane Ayame! Certo che è carina, ma non credo che Shino possa interessarle!”, rise Kiba.
“TI sbagli, Kiba” puntualizzò Hinata, “in realtà fu lei a farsi avanti. Entrambi decisero di uscire, e tutto andò bene fino a quando…”
“Smettila, Hinata!”
Shino si fece avanti con sguardo fermo. Hinata si interruppe con timore. I raggi del sole si specchiavano prepotentemente sulla superficie lucida e scura dei suoi occhiali. Rimase in piedi, con le braccia conserte, guardando i tre amici dall’alto verso il basso in modo quasi minaccioso.
“Penso sia più giusto che racconti io questa storia. Del resto, perché preoccuparsene, ormai è passato del tempo. Vedete io e Ayame siamo usciti una volta, qualche tempo fa. Avevo persino anticipato gli allenamenti al mattino presto per poter stare con lei. La portai a prendere un gelato e a fare una passeggiata lungo le vie di Konoha. Lei era bellissima, e ricordo che faceva un gran caldo, una giornata simile a questa. Ero incredibilmente agitato, le mie mani sudavano e non facevo che pensare a lei.. Inoltre sapete, alcuni insetti in quel periodo dell’anno sembrano particolarmente..”
“Oh, dai Shino! Chissenefrega degli insetti! Vai al sodo! Cosa è successo dopo?”
“Come sei gentile Naruto! Beh, comunque avevamo passato una bella giornata, e sotto quello stesso albero a cui mi appoggiavo stavamo per baciarci. Il problema fu che, come stavo dicendo prima che Naruto mi interrompesse, alcuni insetti della specie che io utilizzo per combattere, in quel periodo dell’anno si riproducono, quindi per loro era un periodo continuamente scandito da riti di corteggiamento. In poche parole questi insetti si innamorano e perdono la testa, e riesce difficile persino a me controllarli”.
“E questo cosa c’entra con Ayame?”, interruppe Kiba.
“Inoltre devo ammettere che anche io ero molto imbarazzato, e le sue labbra protese verso di me mi fecero battere il cuore così velocemente che gli insetti dentro di me percepirono Ayame come un nemico. Così
alcuni dei miei insetti le entrarono nella scollatura. In quel momento perse la testa, cominciò a dimenarsi e ad urlare in preda alla paura. Il fatto che gli insetti provenissero da me non mi permise di rassicurarla, anzi la terrorizzarono e lei fuggi via correndo.”
Hinata scoppiò in mille lacrime e corse tra le braccia di Shino che cercò di consolarla, mentre la riportava a casa,quasi fosse stata lei la protagonista della triste storia.
E Naruto e Kiba?
Fecero ritorno a Konoha diverse ore dopo, assai malridotti, trascinati via da un immenso sciame nero di insetti. Smisero solo a tarda notte di ridere a crepapelle dell’amico.



Nota: Questa è la mia terza fanfiction, ma in realtà ho un progetto un pò più impegnativo: una one-shot a più puntate sull'incontro Hidan-Kakuzu, che spero di pubblicare presto. Nel frattempo, mi "alleno" a scrivere!