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Autore: Leptine    02/02/2014    2 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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“..mio piccolo Achille.” disse con voce flebile e un sorriso così perfetto da far invidia al sole. Quei suoi occhi verdi brillavano come stelle per via delle numerose candele e la sua voce soave riecheggiava nella testa come il suono di un'arpa suonata dalla migliore musicista di Atene.
“Madre, se io sono discendente di Achille, qual'è il mio tallone? Quale sarà la mia sconfitta?” chiese curioso, inclinando il capo da una parte, la sua voce però era squillante e pulita.
“Oh mio Alessandro, il tuo tallone è proprio qui..” sussurrò avvicinandosi, si chinò di fronte a lui e gli puntò il dito sul petto all'altezza del cuore “..ma non sarà la tua sconfitta. Sarà il tuo più grande pregio. I re precedenti a te erano vili e rozzi, ciò importava a loro era solo la sete della vittoria, la voglia di nuove donne e il desiderio di uccidere e sottomettere. Ma tu, in te, c'è un cuore enorme. In te vedo un vero re, in te vedo un grande uomo Alessandro. Non dimenticarlo.” gli sorrise dandogli un delicato bacio sulla fronte e poi portò i suoi occhi di fronte a lui. Sorrise ancora.


Alessandro aprì lentamente gl'occhi, convinto che quello non era un sogno ma uno strano e bellissimo ricordo. Si portò una mano sul viso sfregandosi gl'occhi con due dita e poi voltò il capo alla sua sinistra, ritrovandosi il viso di Efestione a pochi centimetri. 
Dormiva tranquillamente e sulle sue labbra vi era una smorfia, simile ad un sorriso. Si doveva essere addormentato così.
Si voltò sul fianco rivolto verso di lui e rimase a fissarlo, quasi come se fosse uno dei dipinti più spettacolari nella storia della Grecia. Allungò una mano verso la sua spalla ma ostentò a sfiorargli la pelle. Forse per paura di svegliarlo o forse per paura che tutto ciò fosse un sogno. Ma quando appoggiò la mano sulla sua morbida pelle sorrise, era tutto vero.
Ma quel momento fu' disturbato da qualcuno che bussò bruscamente alla porta.
Alessandro si tirò su con il busto e fece per parlare, ma chi bussava lo precedette.
“Alessandro? Sei sveglio? Ho urgentemente bisogno di parlarti. Ora!” urlò appena Roxane.
Alessandro roteò gl'occhi stringendo una mano a pugno.
“Alessandro? Avanti sveglia!” urlò, ma questa volta con più insistenza, battendo una mano sulla porta.
A quel forte rumore Efestione aprì gl'occhi e ancora addormentato si volse con il capo verso la porta.
“Alessandro avant..” fece per parlare ma Alessandro si girò velocemente verso di lui e con un piccolo sorriso gli posò due dita sulle labbra, Efestione sorrise annuendo appena.
“Sssht, zitto. Non azzardarti a farti sentire.” sussurrò guardandolo negli occhi per poi stendersi lentamente su di lui, facendo scivolare la mano tra i suoi capelli.
“Uomo tu sei folle.” gemì appena Efestione, appoggiando le mani sui suoi fianchi mentre lo guardava negli occhi.
“Oh non puoi sapere quanto.” sussurrò ridendo silenziosamente.
“Alessandro!” urlò nuovamente Roxane, battendo entrambi i pugni sulla porta.
Efestione volse il viso verso la porta a quel gesto, ma Alessandro gliela voltò nuovamente e premette le labbra sulle sue, chiudendo gl'occhi.
Efestione rimase per un'attimo interdetto, ma si rilassò velocemente, avvolgendo un braccio intorno al suo collo e di scatto lo strinse con forza a se, ricambiando il bacio.
Quando i due si staccarono, si guardarono intensamente negli occhi, entrambi sereni.
“Come ti senti, mio re?” mormorò il giovane, passando una mano tra i capelli del ragazzo.
“Divinamente, per Dioniso” sussurrò il re, sorridendo ancora più ampiamente e poi inclinò il capo da un lato come suo solito fare “E tu, mio più fedele amico?”
“Mi hai letto nel pensiero, Alessandro.” mormorò ancora alzando appena il capo dal cuscino e lasciò un veloce bacio sulle labbra socchiuse del re.
Alessandro rimase immobile, ma poco prima che Efestione si staccò gli morse il labbro inferiore. Poi scese dal letto distendendo le braccia verso l'alto e prese da terra la tunica della sera prima.
“Fuggi da me? Così presto?” disse Efestione, mettendosi seduto sul letto.
“Voglio scoprire cosa aveva di così importante da dirmi quel cane rognoso che ha disturbato il tuo sonno.” annuì sorridendo mentre si sistemò la tunica sulla vita prima di mettersi i pantaloni arabi.
“Avanti ammetti che ti manca così tanto, quella..quella brava donna.” disse Efestione quasi con lieve amarezza mentre sorrise scendendo dal letto. Diede una piccola spallata al re e si diresse verso il bagno.
“Idiota di una macedone!” rise Alessandro, lanciandogli la sua tunica.
Efestione rise voltandosi un'attimo verso di lui e poi grattandosi la spalla sussurrò.
“Vedi di muoverti Re Macedone o potrei scappare io.” annuì sorridendo prima di sparire dietro il muro del bagno.
Alessandro scosse il capo sorridendo e una volta infilatosi i calzari nei piedi uscì dalla camera.
Mentre camminava verso gli alloggi di Roxane, si sistemò i capelli con una mano, scuotendo il capo ripensando a quella notte. Quasi come se non ci credesse.
Arrivò davanti alla porta e dopo un lungo respiro bussò.
Roxane aprì subito la porta e lo guardò dalla testa ai piedi, poi alzò la mano come per dargli una sberla, ma i riflessi di Alessandro, se pur mattina, erano perfetti e le bloccò la mano prendendogli il polso.
“Azzardati ancora una volta e giuro che ti pentirai di averlo anche solo pensato.” sussurrò Alessandro fissandola negli occhi e la spinse dentro la camera, sbattendo la porta dietro di se.
“Mi fai male.” emise la donna, stringendo i denti.
Una volta chiusa la porta le lasciò il polso scagliando via la sua mano.
“Cosa volevi prima, eh?” disse ignorando quasi le sue parole, e si guardò attorno. Fulminando con lo sguardo le sue ancelle, che impaurite uscirono dalla camera in un batter d'occhio.
“Volevo parlare con te di nostro figlio.” disse Roxane massaggiandosi il polso, con i segni evidenti delle dita del re.
“Nostro figlio?” rispose Alessandro scoppiando a ridere e tornò a guardarla “E chi mi dice che sia mio, mh?” disse ancora avvicinandosi nuovamente a lui.
La donna indietreggiò appena, abbassando lo sguardo, balbettò qualcosa e poi si morse il labbro inferiore “Mio re, come puoi pensare che io ti stia traendo in un così grande tranello?” sussurrò.
“Se prima lo dubitavo, ora ne sono certo Roxane. La tua mente è così contorta e difficile, che hai ideato tutto ciò pur di tenermi incollato a te. Nemmeno mi guardi, indietreggi al mio arrivo e fai difficoltà a parlare. Qualcosa mi dice che hai raccontato una menzogna più grande di te.” le sussurrò e finì la frase portando le labbra vicino al suo orecchio.
Roxane sgranò gl'occhi guardando davanti a se e quasi senza accorgersene tremò lievemente.
Alessandro si staccò nuovamente da lei e la guardò negli occhi.
“Fai in modo che io non scopra mai chi sta complottando insieme a te, ovvero il padre del bambino, perché sai bene che non sarò clemente. Con nessuno!” disse puntandole un dito e poi si voltò uscendo dalla porta che lasciò aperta.
Roxane, ancora immobile, cadde sulle ginocchia senza parole. Sapeva cosa aveva appena scatenato.

Alessandro, preso dalla furia si diresse verso gli alloggiamenti dei generali e si fermò davanti alla porta di Tolomeo, bussando diverse volte con insistenza.
“Arrivo, arrivo.” mormorò Tolomeo dall'altra parte e aprì la porta, spalancando gl'occhi quando vide Alessandro. “Mio re, c'è qualcosa che ti turba?” chiese subito.
“L'unica cosa che mi turba ora è vederti in questo stato Tolomeo. Quanto hai bevuto ieri notte?” fece una smorfia guardandolo e entrò nella camera, portandosi una mano sul fianco.
Tolomeo scosse il capo, chiudendo la porta e poi si volse verso il ragazzo, incrociando le braccia al petto.
Alessandro andò a guardarlo e inarcò un sopracciglio, non capendo, ma al cenno di Tolomeo capì.
“Roxane mi ha mentito. E io stolto che ci ho creduto. Non è in attesa di mio figlio. E' il figlio di qualcun' altro quello che porta in grembo.” allargò le braccia, fissando l'amico.
“Hai qualche sospetto?” disse Tolomeo avvicinandosi appena al re.
Alessandro scosse il capo continuando a guardarlo e si appoggiò le mani sui fianchi.
“Non ti preoccupare Alessandro, troveremo chi è. Farò in modo che salti fuori come un bocciolo in primavera. Te lo prometto.” continuò il generale posando una mano sulla spalla del re.
“Sapevo di poter contare sul tuo aiuto.” annuì sorridendo appena e poi fece un lungo respiro.
“Ma dimmi un po', giovane uomo..” sussurrò Tolomeo dandogli un piccolo pungo sul petto “..com'è andata la notte eh?” mormorò ridendo.
“Per gli Dei Tolomeo!” rise il re spingendo via l'amico e poi scosse appena il capo guardandolo.
“Avanti, pensi che non abbia capito cosa sia successo? Mi insulti se pensi che io non ti conosca così bene.” rise ancora il generale, pizzicando il fianco del ragazzo.
“Allora sei sai, non - hai - bisogno - di - chiedere.” disse Alessandro scandendo ogni parola mentre gli bloccò la mano, per poi uscire ridendo.
“Ci vediamo al banchetto, Tolomeo.” finì uscendo dalla camera e al fondo del corridoio incrociò lo sguardo con Cassandro, che giaceva appoggiato alla piglia con un calice in mano.
Alessandro socchiuse gl'occhi guardandolo attentamente e poi imboccò il corridoio che portava alla sua camera.
Vi entrò e si voltò per chiudere la porta, quando due mani gli oscurarono gl'occhi. Poi sentì delle calde labbra sul collo. Sorrise nuovamente appoggiando le mani sulle sue e inclinò il capo da una parte.
“Ci hai messo troppo, Alexandrè.” sussurrò Efestione vicino al suo orecchio.

   
 
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