Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |      
Autore: Madotsuki    02/02/2014    1 recensioni
Estratto dal primo capitolo:
Non ci mise molto a raggiungerlo, e alla fine fu la stessa moto a fermarsi, entrata in uno stretto vicolo.
Leonardo scese dallo skate e fece qualche passo, ma si fermò subito non appena la figura posò Michelangelo sulle sue ginocchia e decise di togliersi il casco.
Genere: Comico, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Io lo sapevo che non era una buona idea”, esclamò Raffaello del 2003, incrociando le braccia e sbuffando pesantemente.

“Cosa te lo fa pensare, amico?” esclamò Raffaello degli anni '80, trotterellando intorno a dei Ninja in nero, ridacchiando sempre più forte ad ogni membro del Clan del Piede che metteva K.O.

“Lascia perdere, Raph!” s'affrettò a dire Michelangelo del 2003, “A quanto pare abbiamo ben altro a cui pensare!” sistemando subito dopo un Ninja con un nunchaku dritto in faccia.

Raph del 2003 sbuffò ancora, dando un sonoro pugno ad un Ninja che voleva colpirlo alle spalle, senza nemmeno girarsi “Facciamoli neri!”

“Più di quanto già non siano?” scherzò Michelangelo degli anni '80.

 

Sistemarono la faccenda in battito di ciglia, avevano sistemato senza problemi anche lo Shredder di quell'universo e finalmente potevano dirigersi verso la “via di casa”.

“Maestro! Maestro! Siamo tornati!” esclamarono tutte e quattro le tartarughe degli anni '80, zittendosi subito dopo; sia lo Splinter di quell'universo sia lo Splinter del 2003 erano seduti, uno di fronte all'altro.

Sembrava stessero discutendo fra di loro, ma le tartarughe degli '80 non lo capirono subito, quindi una di loro, Donatello, si girò verso il se stesso dell'altro universo, chiedendogli: “Di cosa stanno parlando?”

Donatello del 2003 alzò lo sguardo verso i due padri, assottigliando gli occhi e portando una mano sul mento con fare pensoso, poi portò lo sguardo, perso verso il basso: “Non ne ho idea”, disse “Forse sarà meglio aspettare che finiscano”; l'omonimo annuì, riportando lo sguardo sui due Splinter.

 

Proprio in quel momento, entrambi i Maestri annuirono, sorridendo.

“Mi sembra una buona idea” disse lo Splinter degli anni '80.

“Un ottima idea, amico mio” aggiunse lo Splinter del 2003.

“E' fatta”, dissero in coro.

 

Le otto tartarughe rimasero a fissarli per un bel po', tra sbattimenti di ciglia e farfugliamenti vari.

“Ragazzi, dobbiamo parlare” disse lo Splinter degli '80. rivolgendosi non solo ai suoi bambini, ma anche alle altre quattro tartarughe del 2003.

 

* * *

“Mi sembra una fantastica idea!” esclamò Leonardo degli anni '80, alzando le braccia in aria come se fosse su una montagna russa.

“Ma dite sul serio, Maestro?” iniziò Leonardo del 2003 “Non avete paura che...”
Prontalmente, il Maestro Splinter degli anni '80, rispose: “Non temere, Leonardo” poi l'altro Splinter continuò: “Siamo sicuri che ve la saprete cavare benissimo”.


Raffaello del 2003 era appoggiato con il guscio sopra il bianco e ruvido muro della tana, vicino agli altri inginocchiati sui cuscini di fronte ai due uguali Maestri; non riusciva ancora a capire l'utilità dello scambiarsi di universo, dato che Donatello e il Maestro Splinter degli anni '80 sarebbero partiti con loro ma tanto valeva accettare quella piccola “vacanza”.

“Un mese” proferì Splinter del 2003 “Tutto questo terminerà tra un mese esatto”.

“Come un mese?” domandò Raffaello del 2003, alzando un sopracciglio e staccandosi dal muro “E perché Don non resta qui con noi?”

Non ricevette risposta.

* * *

 

- Bene, noi andiamo - avevano proferito i due Maestri, prima di partire per l'altro universo.

 

“E' in ritardo” disse Leonardo, guardando l'orario sull'orologio che aveva sul polso sinistro.

L'April di quell'universo era venuta a trovarli, e s'era portata via Michelangelo con sé, dicendo che doveva fare una cosa di estrema importanza.

Poi, dopo quindici minuti esatti ricevette uno strano messaggio sul tarta-cellulare, con su scritto:

 

Ci vediamo alla Piazzetta vicino al Centro Commerciale tra un'ora esatta.

By April ;)

Ps. Se controlli fuori il tombino troverai una scatola con dei vestiti.

Indossali.-

 

Leonardo era rimasto molto perplesso, non capiva perché dovesse vestirsi in quel modo, ma alla fine lo fece; indossò una camicia bianca e un gilet blu scuro e dei pantaloni neri, con delle scarpe da tennis blu e bianche. Ovviamente non si era dimenticato delle sue inseparabili katana.

 

Dentro la scatola trovò anche un orologio in acciaio,

almeno quello gli era stato molto utile fin a quel momento.

“Quarantaquattro minuti” contò Leonardo, guardando per l'ennesima volta l'orologio.

Così si girò, facendo per andarsene via...

“Scusa il ritardo, Leo!”

Il Leader sbatté le palpebre più e più volte, sperando di non aver sentito bene.

Poi si girò nuovamente, di scatto, e rimase con la bocca semiaperta, mentre le sue guance si coloravano di un lieve colore roseo.
“M-Michelangelo?”

“Cosa c'è? Non mi riconosci più?” ridacchiò, facendo un piccola giravolta su se stesso, sollevando così l'ampia gonna a palloncino che aveva indosso.

 

Beh, era davvero impossibile poterlo riconoscere, se proprio Leo doveva ammetterlo...

 

Era... era... come dire? Diverso. Molto, molto diverso...

Prima di tutto, aveva indosso una parrucca bionda e boccolosa, che gli arrivava fino alle spalle, con un piccolo fiocco arancione sul lato destro dei capelli. Poi una camicetta arancione, ma più chiara rispetto alla gonna, la quale aveva raffigurato sopra dei fiori, ed essi erano colorati da un arancione più scuro.

Dato che Michelangelo era il più piccolo dei tre, era sempre stato il più magro (se non mingherlino) e il più esile di tutti; e decisamente, con quel vestito, sembrava davvero che fosse una vera e propria tartaruga di sesso femminile.

 

Leonardo abbozzò un sorriso, porgendo una mano al minore dei suoi fratelli, chinando il capo non appena toccò la piccola mano dell'altro, baciandola sul dorso.

Se quello era un appuntamento, allora, doveva comportarsi come di dovere.

“E' un onore per me poter uscire con voi, Signorina”

Mikey ridacchiò, portandosi l'altra mano sopra la bocca.

 

* * *

Leonardo e Michelangelo andarono in molti posti quel pomeriggio: al Parco Divertimenti, allo Zoo, a fare una passeggiata lungo Central Park e infine a prendere un gelato.

“Com'è?” fece Leonardo, fissando con la coda degli occhi Mike, il quale aveva uscito la lingua per dare un piccola leccata al suo gelato al cioccolato...

“Ottimo!” esclamò, sporcandosi però il labbro inferiore.

Leo dovette voltarsi completamente verso Michelangelo, ma non poté fare a meno d'arrossire.

Il Leader, poi, s'avvicinò a lui, e si fermò a pochi centimetri dal suo viso, uscendo la lingua per pulire via il cioccolato dalle labbra di Mike.

Michelangelo arrossì a sua volta, sgranando leggermente gli occhi azzurri e, successivamente, li socchiuse, schiudendo la bocca.

Erano talmente vicini che Leonardo non poté fare a mano che fissargli le labbra, cosi piccole e alla vista, così morbide.

Così vicini da potersi sentire il respiro a vicenda, e Leo, sentire il proprio cuore battere all'impazzata mentre pian piano si avvicinava ancora a quelle labbra.

C'era quasi... era QUASI fatta.

 

Poi un forte rumore, che sfrecciò veloce lungo le strade di NYC, e lasciò un incredibile quantità di fumo dietro di sé.

Leonardo tossì, e quando il fumo si fu dissolto tutto, notò che Michelangelo era sparito. Abbassò lo sguardo e notò che sia il suo gelato alla fragola che sia quello di Michelangelo erano finiti inesorabilmente in terra. Subito dopo alzò lo sguardo: una moto rossa, un individuo vestito con un lungo cappotto in pelle di colore nero e dei pantaloni sempre di pelle anch'essi neri; stava svoltando l'angolo e, sulla sua spalla, Michelangelo con gli occhi sbarrati che fissava il vuoto.

 

“Mike!”

esclamò il Leader, guardandosi intorno; adocchiò uno skateboard blu per terra e corse per raggiungerlo. Un ragazzino con un cappellino verde stava per salirci, ma Leonardo con una mossa fulminea ci si mise sopra prima di lui, esclamando: “Non preoccuparti. Te lo riporto!” Poi velocemente, partì all'inseguimento.


Non ci mise molto a raggiungerlo, e alla fine fu la stessa moto a fermarsi, entrata in uno stretto vicolo.
Leonardo scese dallo skate e fece qualche passo, ma si fermò subito non appena la figura posò Michelangelo sulle sue ginocchia e decise di togliersi il casco.

“Non c'è bisogno che ti scaldi tanto, Fearless”.

“R-Raph?!” esclamò Leonardo, stringendo la mani a pugno.

Raffaello cinse per un fianco Michelangelo, sogghignando e avvicinandosi piano al suo collo, sospirandoci sopra “Qualche problema, ””Capo””?” e sfiorò una guancia della tartaruga bionda, lentamente.

Leonardo s'avvicinò in fretta ai due, e bruscamente tolse la mano di Raffaello sulla guancia del loro fratello minore, che non voleva saperne di proferire parola.

“Cosa vuoi, Raph? Nessuno ha chiesto la tua presenza, mi pare”.

Raffaello rise, portando la mano che prima stava sui fianchi di Mike, sopra la sua coscia destra, stringendola con forza. “Non l'ho chiesta, infatti”.

Michelangelo emise un piccolo mugolio, e strusciò le gambe una contro l'altra, non sapendo come comportarsi.

E arrossendo violentemente.

“Mmhn...” mormorò, fissando altrove.

“Sembra che a qualcuno non dispiaccia, la mia presenza”.

Leonardo non aveva mai provato odio per nessuno, nemmeno verso i suoi più temibili nemici...

 

Raph invece si comportava come più gli faceva comodo, sempre di testa sua. Non ascoltava mai i consigli e si cacciava sempre nei guai.

Ok, lo aveva sgridato molte volte, portando sia lui che se stesso a litigare, ma lo faceva per il suo bene. Come voleva il bene di tutta la sua famiglia.

“Ora basta” disse, prendendo il braccio di Raffaello che stringeva Mikey e sollevandolo con poca grazia, mentre andava subito a togliere il fratellino dalle sue grinfie, stringendolo a sé, con la testa sopra il petto.

Non avrebbe mai pensato di arrivare ad odiare Raffaello. Uno dei suoi fratelli.

“Se ti avvicinerai ancora una volta a Michelangelo... dovrai vedertela con me” i suoi occhi chiari erano diventati di un ghiaccio intenso, e si poteva leggere il disprezzo che si celava in essi. “Lo giuro sul mio onore”.

Raffaello rimase come interdetto per un paio di secondi, poi s'alzò, e mise le braccia dietro la schiena, avvicinandosi ai due, sogghignando.

“Ti avevo detto di non scaldarti, Leo” disse tranquillamente, fermandosi e guardando altrove, stando quindi a debita distanza. “Voglio proporti una scommessa”

Leonardo sbatté le palpebre e strinse ancora di più Mikey a sé, indietreggiando un po' anche se l'altro era immobile davanti a loro.

“Che tipo di scommessa...?” domandò, curioso.

 

“Chi si prenderà il cuore di Michelangelo, facendolo innamorare... lascerà l'altro in pace,” poi girò il capo per guardare Leonardo. “Ovviamente finché non torneremo a casa. Quindi per tutto l'intero mese della nostra permanenza in questo universo”, Raffaello sorrise, avvicinandosi ancora un po' e porgendogli successivamente una mano, come se si aspettasse già una risposta positiva da parte sua.

Leonardo rimase a primo impatto scosso, se non disgustato. Poi ci pensò su: non sembrava una cattiva idea. Tra l'altro, lo allettava non avere più la presenza di Raffaello tra i piedi.

 

Si sollevò che Michelangelo non stesse ascoltando la conversazione; la testa premuta contro il suo petto era così stretta da non permettergli nemmeno di sentire oltre che a non vedere la scena, e poi lo shock era stato così forte che faticava pure a muoversi, quel poveretto.

“Ci sto”, disse senza peli sulla lingua, stringendo quell'odiosa mano con forza. Voleva fargli male. Ci sperava. “Preparati a venire sconfitto” disse, aspro, “e preparati anche un bel biglietto di sola andata verso l'inferno, mentre ci sei”.

Raffaello s'avvicinò ancora di più e combaciò lo stomaco sulla schiena di Michelangelo, che sussultò, prendendogli il braccio destro e accarezzandolo con le dita.

“Sembri così sicuro...” disse Raph, con una nota d'ironia nelle sue parole.

 

Leonardo afferrò la mano sinistra del fratellino, stringendogliela. L'avventatezza di Raffaello lo stava facendo sempre di più andare di matto. E dire che lui era un tipo che manteneva sempre la calma. Anche per questo gli era stato assegnato il ruolo di Leader.


La tartaruga dalla maschera blu fisso quella dalla maschera rossa, egli con disprezzo, mentre l'altra con uno snervante sorrisino sulle labbra.

 

Chi si sarebbe aggiudicato il cuore di Michelangelo?

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Madotsuki