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Autore: BebaTaylor    02/02/2014    1 recensioni
Peter respirò a fondo. «Hai detto che mi amavi!» sbraitò alzandosi in piedi.
«È stato uno sbaglio, un errore che non si deve ripetere.» disse Gillian con calma.
«Non è stato un errore!» Peter era esterrefatto dal modo in cui stavano andando le cose. «Mi hai detto che mi amavi!» ripeté
Gillian scrollò la testa, i capelli lisci e castani ciondolarono da una parte all'altra. «Ero ubriaca.»
«Ubriaca?» ripeté Peter incredulo, «Nell'ultima settimana? Tutte i giorni?»
Gillian annuì, «È stato un errore.» disse prima di uscire dalla stanza per dirigersi in bagno.
***
«Quella mattina mi avevi detto che mi avresti aspettato.» disse Gillian quando il cameriere si allontanò, «Sono tornata.»
«Dopo tre anni.» le fece notare Peter.
«Ma sono qua!» strillò Gillian.
«Dopo tre anni.» ripeté Peter, «Tre anni in cui non ti sei fatta né vedere né sentire.» Peter sbuffò e si voltò per guardarla. «Non dirmi che pensavi che io ti avrei aspettato per sempre?»
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Errore

Peter si girò nel letto e sorrise quando vide la ragazza accanto a lui, le sfiorò la spalla e la baciò. Giocò con i suoi capelli e pensò che – finalmente – era tutto perfetto. 
Gillian era al suo fianco.
Ci erano voluti quasi due anni prima che riuscisse a dirle cosa provasse per lei ma ora Gillian era lì, nel suo letto, fra le sue braccia.
La baciò nuovamente sulla spalla e la ragazza si mosse, stiracchiandosi.
«Buongiorno.» mormorò Peter giocando con i suoi capelli.
«Cosa abbiamo fatto?» domandò lei mettendosi a sedere sul letto, avvolgendo il lenzuolo sul corpo nudo.
«Quello che abbiamo fatto nelle ultime nove notti!» Peter rise e abbracciò la ragazza, facendola sdraiare nuovamente.
«No!» Gillian si divincolò, si alzò in piedi trascinandosi dietro il lenzuolo.
«Non dovevamo farlo!» urlò recuperando i suoi vestiti, sparsi in giro per la camera.
«Cosa?» domandò Peter, «Perché?»
Gillian strinse i vestiti al petto mentre cercava le scarpe. «Noi siamo amici!» disse, «E gli amici non scopano!»
Peter si sedette sul letto. «Noi non siamo amici e non abbiamo scopato.» esclamò, afferrò i boxer neri e l'indossò. «Abbiamo fatto l'amore.»
«È stato un errore.» disse Gillian afferrando le scarpa sinistra da sotto la scrivania. «Noi abbiamo scopato e siamo amici.»
Peter respirò a fondo. «Hai detto che mi amavi!» sbraitò alzandosi in piedi.
«È stato uno sbaglio, un errore che non si deve ripetere.» disse Gillian con calma.
«Non è stato un errore!» Peter era esterrefatto dal modo in cui stavano andando le cose. «Mi hai detto che mi amavi!» ripeté.
Gillian scrollò la testa, i capelli lisci e castani ciondolarono da una parte all'altra. «Ero ubriaca.»
«Ubriaca?» ripeté Peter incredulo, «Nell'ultima settimana? Tutte i giorni?»
Gillian annuì, «È stato un errore.» disse prima di uscire dalla stanza per dirigersi in bagno.
Peter rimase fermo fissando la porta della camera da letto. Afferrò i jeans e l'indossò, uscì dalla stanza e fissò la porta del bagno, provò ad entrare ma la porta era chiusa a chiave. Imprecò e bussò. «Gill, tesoro, ti prego parliamone.»
esclamò, «Non può essere stato un errore. Non lo è.» aggiunse abbassando la voce, non era sicuro che Gillian potesse sentirlo visto che stava facendo la doccia.
La ragazza uscì dal bagno venti minuti dopo, ignorò Peter e andò verso il salotto.
«Gill, tesoro...» disse lui prendendole una mano.
Lei sospirò e si voltò per guardarlo. «È stato un errore.» ripeté.
«Perché?» chiese lui.
Gillian sospirò. «Noi siamo amici, Peter.» rispose. «Io ti amo ma siamo amici.» disse, baciò le guance del ragazzo e andò verso la porta d'ingresso.
Peter afferrò le chiavi della porta. «Se veramente mi ami come dici, perché sei convinta che sia un errore?» domandò. 
«Perché lo è.» rispose lei.
Peter annuì debolmente, «Non vuoi rimanere e fare colazione?»
Gillian scosse la testa. «No.» disse, sorrise e accarezzò il viso di Peter. «Devo andare.»
Peter la guardò mordendosi le labbra, domandandosi come mai Gillian si comportasse il quel modo. «Io ti aspetterò fino a quando non cambierai idea.» disse e aprì la porta. 
Gillian annuì e uscì, Peter la guardò allontanarsi, chiuse la porta e sospirò. Amava Gillian e l'avrebbe aspettata finché non avesse cambiato idea, ne era certo, era sicuro che Gillian avrebbe cambiato opinione, prima o poi.

***

Tre anni e mezzo dopo.

«Tesoro!» esclamò Peter, «Vuoi darti una mossa? Arriveremo in ritardo!» aggiunse ed entrò nella camera da letto e scoppiò a ridere quando vide sua moglie. 
«Non ridere!» sbuffò lei, «Sono rimasta incastrata, aiutami.»
Peter si avvicinò a lei e liberò i capelli che si erano impigliati nella chiusura del braccialetto, passò una mano sui capelli della moglie e le sorrise guardandola allo specchio. «Sei bellissima.» le sussurrò.
Lei sorrise e si voltò verso di lui. «Oh, lo so di essere bellissima!» disse e lo baciò velocemente sulle labbra. 
«Ti amo, Megan.» esclamò Peter sorridendo. 

Dieci minuti dopo erano in macchina, diretti verso il bar dove dovevano incontrare i loro amici.
«È tornata.» esclamò Alan quando i Peter e Megan si sedettero al tavolo insieme ai loro amici.
«Chi?» domandò Peter afferrando il menu, anche se alla fine avrebbe preso la solita birra.
«Gillian.» rispose Samanta, la fidanzata di Alan.
Peter la fissò sorpreso, erano quasi tre anni e mezzo che non la vedeva o parlava con lei. Dopo essere uscita da casa di Peter quella lontana mattina di Giugno, Gillian se ne era andata, si era trasferita lontano e nessuno aveva avuto più sue notizie. Non era tornata a casa nemmeno una volta.
«Chissà come mai è tornata.» disse Peter, guardò Megan e le strinse la mano. 
Samanta alzò le spalle. «Spero per lei che non pensi che tutto torni come prima.» disse. «Ci ha mollato così, di punto in bianco e non ha più dato notizie di sé.»
Megan rimase in silenzio, conosceva benissimo tutta la storia di Gillian, Peter gliene aveva parlato fino allo sfinimento la sera di tre anni prima in cui si erano conosciuti. Il ragazzo la guardò e le strinse la mano sinistra e le sfiorò la fede con l'indice. Lei lo guardò e sorrise. 
«Peter!» gridò Gillian avvicinandosi al tavolo, si avvicinò a Peter e lo abbracciò. «Mi sei mancato tanto!» disse baciandogli la guancia destra.
«Ciao Gillian.» disse Peter, «Lei è Megan,» fece un cenno verso la ragazza alla sua sinistra, «mia moglie.» 
Megan allungò una mano per presentarsi ma Gillian la ignorò. Megan fissò Samanta e scrollò le spalle.
«Sei sposato?» esclamò incredula Gillian sedendosi. 
«Da quasi sette mesi.» rispose Megan.
Gillian aprì la bocca per chiedere qualcosa ma fu interrotta dall'arrivo del cameriere.
«Quella mattina mi avevi detto che mi avresti aspettato.» disse Gillian quando il cameriere si allontanò, «Sono tornata.»
«Dopo tre anni.» le fece notare Peter.
«Ma sono qua!» strillò Gillian.
«Dopo tre anni.» ripeté Peter, «Tre anni in cui non ti sei fatta né vedere né sentire.» Peter sbuffò e si voltò per guardarla. «Non dirmi che pensavi che io ti avrei aspettato per sempre?»
Gillian non disse nulla e fissò Samanta e Alan che la ignorarono. Guardò Megan con odio. «Io non volevo dirle quelle cose, non è stato un errore, io ti amo. L'ho capito adesso ma io ti amo.» disse Gillian rivolgendosi a Peter. «Mi sei mancato tanto.»
«Scopri di amarlo quando scopri che ti ha dimenticato?» domandò Samanta.
Gillian la guardò appena e si allungò sul tavolo per prendere la mano di Peter ma lui si ritrasse.
«Ho smesso di amarti tanto tempo fa.» disse Peter, «Ora la mia vita è Megan.»
Gillian si morse le labbra per non piangere. «Ma io...» mormorò, «Sono qui, adesso, sono tornata.» disse dopo un lungo sospiro.
«E puoi pure tornare da dove sei venuta.» esclamò Peter.
Gillian spinse indietro la sedia e si alzò, si allontanò di qualche passo e si appoggiò al bancone. Da dove si trovava riusciva a vedere Peter e gli altri e a sentire quello che dicevano.
Vide Peter abbracciare e baciare Megan, sospirò e andò dall'altra parte del bancone, si sedette su uno sgabello e ordinò da bere visto che prima non lo aveva fatto, troppo sconvolta dal fatto che Peter fosse sposato. 
Era tornata a casa troppo tardi, rassicurata da quel “ Io ti aspetterò fino a quando non cambierai idea”.
Scosse la testa e sospirò. Un altro errore da aggiungere alla lista.
Il primo era stato quello di pensare che fosse stato uno sbaglio andare a letto con Peter, il secondo era stato quando gliela aveva detto e il terzo era stato fare i bagagli e partire.
Gillian si asciugò una lacrima e osservò il bicchiere di Cuba Libre che il barista le aveva messo davanti.
Gli ultimi tre anni e mezzo erano stati un unico e grande errore.

***

Gillian seguì Peter e gli altri fuori dal bar.
«Peter!» lo chiamò.
Il ragazzo si voltò lentamente, «Cosa vuoi?» domandò.
Gillian respirò a fondo. «Parlare.» disse, «Non potremo ricominciare?» pigolò. «Come amici.» quella era la sua ultima possibilità. Averlo come amico era meglio di niente.
«No.» rispose lui. «Andiamo.» disse rivolgendosi agli altri, abbracciò Megan e le baciò la nuca.
Gillian lo guardò allontanarsi. Un altro errore. Un singhiozzo le sfuggi dalle labbra e si allontanò dal bar, dirigendosi verso il ponte sopra la linea della ferrovia. 
Quello sarebbe stato il suo ultimo errore. 

Salve! Piccola storia che avevo in mente da qualche giorno settimana, finalmente oggi sono riuscita a scriverla.
Spero vi sia piaciuta!
   
 
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