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Autore: Nihadara_bane    02/02/2014    4 recensioni
-“Sai Alexander, oggi avevo in programma di andare a visitare la città, ma questa tua mise, mi sta facendo prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di cambiare idea”- gli disse Magnus con una luce maliziosa che gli brillava negli occhi da gatto.
In Shadowhunters -città degli angeli caduti-la Clare ci ha concesso solo qualche accenno sul viaggio di Magnus e Alec,ma nulla di più.Ecco quello che potrebbe essere successo.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magnus e Alec stavano passeggiando lungo la riva del fiume Tejo, godendosi la giornata di sole. Lisbona era la meta di quella settimana. Alec era rimasto sorpreso dalla scelta dello stregone, non aveva pensato al Portogallo come tappa del loro viaggio, ma Magnus aveva tanto insistito che alla fine si era fatto convincere.
 
Adesso capiva il motivo di quella scelta. La città aveva un fascino decadente che non poteva non aver colpito lo stregone. Dava l'idea di aver vissuto un'epoca d'oro ormai finita, di essere stata parte di un grande impero, un tempo, ma di cui ormai restavano solo alcuni strascichi nel presente.
 
Alec era rimasto stupito da quella antica bellezza.
 
Quel giorno i due ragazzi avevano deciso di visitare la torre di Belem, che si stagliava in lontananza, alla fine della passeggiata. Magnus aveva subito attaccato a parlare, raccontando la storia della torre e del suo coinvolgimento nell'affondamento di una certa nave, che per ragioni sconosciute ad Alec trasportava un rinoceronte. Alec dopo un po' si era distratto e aveva smesso di ascoltarlo, assaporando ad occhi chiusi la sensazione dei raggi del sole che gli scaldavano il viso e della brezza leggera che gli accarezzava i capelli.
 
Se ripensava al gelido autunno di New York gli veniva da sorridere. Chissà come se la stavano cavando gli altri a casa, da quello che gli raccontava Jace andava tutto bene, ma avvertiva un senso di irrequietezza nel tono del suo parabati. Alec non aveva dato peso alla cosa, dopotutto Jace era sempre irrequieto, e lui era in vacanza. Doveva anche ricordarsi di chiamare Izzy quella sera, era passato un po' di tempo dall'ultima volta che l'aveva sentita.....
 
-"Alec, mi stai ascoltando?"-
 
La voce leggermente irritata di Magnus lo risveglió dai suoi pensieri.
 
-"Io....ehm....io non..."- farfugliò il ragazzo, arrossendo violentemente, cercando di giustificarsi.
 
L'espressione scocciata di Magnus mutò in un sorriso intenerito. Adorava quando Alec arrossiva in quel modo! In quel momento con la
 
felicità che gli brillava negli occhi e ancora l'ombra di un sorriso beato sulle labbra, il suo ragazzo era la cosa più bella che Magnus avesse mai visto. Non riuscendo a resistere oltre si sporse in avanti, baciandolo e mettendo a tacere le scuse farfugliate di Alec
 
 
 
Il sole stava tramontando, scomparendo all’orizzonte e facendo luccicare le acque del Tejo come fossero d’oro. Anche gli occhi azzurri di Alec brillavano, illuminati dalla luce morente.
 
-“Non riesco a credere che non ti sia piaciuta la torre di Belem!”- disse Magnus sconcertato, per l’ennesima volta. I due ragazzi si trovavano di nuovo lungo la riva del fiume ad osservare il tramonto.
 
-“Non ho detto che non mi sia piaciuta…insomma la vista era magnifica, ma dentro era così angusta, buia e poi era piena di turisti, stretti uno contro l’altro….mi davano fastidio, ecco tutto…”- rispose il cacciatore.
 
Fastidio. Bhe’ fastidio era un eufemismo. Alec, quel pomeriggio, avrebbe infilzato volentieri con una spada angelica, un bel po’ dei mondani che si accalcavano sulla stretta scala che portava in cima alla torre, gridando e accecandolo con i flash delle macchine fotografiche. Per loro fortuna, però, il Nephilim non aveva intenzione di passare il resto della sua vita in una cella della Città Silente, perciò aveva stretto i denti e cercato, senza risultati accettabili, di ignorarli.
 
-“Oh andiamo! Alla fine l’abbiamo trovato un posticino tranquillo, no?”- disse lo stregone facendogli l’occhiolino.
 
Alec arrossì al ricordo. In effetti all’ennesimo sospiro esasperato del ragazzo, Magnus l’aveva trascinato in una stanzetta buia che si affacciava sulla rampa di scale, e dopo averla chiusa a chiave con uno schiocco di dita aveva iniziato a baciarlo con passione tanto che il Cacciatore aveva temuto che le persone fuori dalla  porta avessero potuto sentire i suoi gemiti.
 
Alec mugugnò qualcosa di incomprensibile, facendo ridacchiare Magnus che prese a braccetto il suo ragazzo, incamminandosi verso la zona del porto.
 
-“ Mi dici dove stiamo andando esattamente?”- chiese il Nephilim con la voce venata d’ansia
 
-“Te l’ho detto, stiamo andando al Doca, il quartiere vicino al porto. Lì ci sono moltissimi capannoni abbandonati che sono stati convertiti in locali, e c’è un posto solo per Nascosti. Lo gestisce un vampiro, mio amico, insieme alla sua compagna che è una lupa mannara.”- spiegò lo stregone.
 
Il Cacciatore si fermò di colpo, con un’espressione stupita in volto.
 
-“Un vampiro che sta…con una lupa mannara?”- chiese allibito.
 
-“Sai le cose stanno cambiando, soprattutto tra i nascosti più giovani….sembra quasi che si stiano cominciando ad abbandonare le vecchie faide, che gli abitanti del mondo invisibile siano diventati più uniti dopo la battaglia contro Valentine…..in tanti anni non avevo mai visto una cosa simile!”- disse lo Magnus con gli occhi che brillavano.
 
Alec era rimasto incantato a guardare gli occhi del suo ragazzo, infiammati da una forza e un’energia incredibili, tanto che non si era accorto di essere arrivato davanti all’enorme facciata di un vecchio magazzino fatiscente, dell’aria abbandonata. Alec era confuso. Com’era possibile che uno dei locali per Nascosti più famosi di tutta l’Europa si trovasse li?
 
Magnus ignorò il suo sguardo perplesso e si avviò verso l’entrata sorvegliata da un energumeno dall’aria minacciosa, che gli lanciò un’occhiata truce. Dal canto suo lo stregone gli rivolse un sorriso a trentadue denti, e dopo aver scambiato qualche parola in fluente portoghese il buttafuori gli fece un cenno con la testa, lasciando passare lui e il Nephilim a cui riservò uno sguardo gelido.
 
-“Com’è possibile che tu riesca sempre a entrare ovunque?”- chiese il Cacciatore ammirato, mentre percorrevano un lungo corridoio buio, a cui giungevano dei suoni ovattati che facevano vibrare l’aria intorno a loro.
 
-“Sono pieno di risorse!”- spiegò Magnus, facendogli l’occhiolino.
 
Alec stava per ribattere, ma improvvisamente il corridoio si aprì su una grande sala e il ragazzo fu investito dalla musica e da fasci di  luce viola, blu e verde acceso.                                                                                                                        
 L’interno del magazzino era immenso e affollatissimo di Nascosti di tutte le razze, che si dimenavano, ballando, illuminati dalle luci multicolori e dal chiarore della luna che entrava dai finestroni alle pareti. Una leggera nebbiolina argentata avvolgeva tutto, rendendo i contorni indefiniti e dando la sensazione di essere immersi in una specie di sogno. Al centro della stanza, in mezzo alla pista da ballo, si trovava una fontana colossale, in pietra finemente decorata, da cui sgorgava un liquido dorato, più denso dell’acqua e che, notò il Nephilim imbrattava il viso e le labbra di molti invitati. Nell’angolo più estremo del locale c’era un impianto stereo modernissimo e dagli altoparlanti esplodeva musica trance, martellante e insistente. Alec sentiva le onde sonore fargli vibrare le ossa, scorrendo nelle vene col sangue e facendo aumentare i battiti del suo cuore, che sembravano seguirne il ritmo.
 
Il ragazzo sussultò sentendo la mano di Magnus sfiorargli la schiena, riscuotendolo  dai suoi pensieri in cui si era perso senza essersene nemmeno accorto. Gli occhi dello stregone si incatenarono nuovamente hai suoi, in uno sguardo intenso, pieno di amore e desiderio, cangianti sotto le luci colorate. Alec stava per dire qualcosa, probabilmente di molto stupido data la sua confusione mentale causata dagli occhi dello stregone, quando improvvisamente sentì un grido arrivare alle loro spalle.
 
-“MAGNUS!”-
 
Un vampiro si stava avvicinando a loro. Era alto, con capelli lunghi e neri e le movenze aggraziate della sua specie. I suoi occhi scuri erano truccati di nero e brillavano di una luce inquietante.
 
-“Il Sommo Stregone di Brooklyn nel mio modesto locale, quale onore! Sono secoli che non ci vediamo!”- ghignò facendo luccicare i canini appuntiti.
 
-“E’ solo un secolo, esageri come sempre Miquel. Comunque è bello rivederti.”- disse Magnus sorridendo a sua volta.
 
-“E chi è il tuo affascinante amico?- chiese il vampiro, lanciando a Alec un’occhiata penetrante che lo fece arrossire furiosamente.
 
-“Miquel, ti presento Alexander Lightwood. Alec lui è Miquel Alvarez, capoclan dei vampiri di Lisbona”-.
 
-“Benvenuto Figlio dell’Angelo. Resterei volentieri qui con voi, ma adesso vi devo proprio lasciare, Leticia mi starà cercando. Godetevi la serata”- disse Miquel e con un ultimo sorriso si dileguò tra la folla.
 
-“Tipetto particolare Miquel, eh? Un po’ strano ma uno che sa divertirsi, questo lo devo riconoscere”- disse Magnus. Alec sbuffò sonoramente alzando gli occhi al cielo.
 
-“Ma senti un po’ da che pulpito!”- disse il Nephilim ironico.
 
-“Comunque”- proseguì imperturbabile lo stregone –“Direi di seguire il suo consiglio e divertirci. Vuoi qualcosa da bere?”-.
 
Alec annuì.
 
-“Torno subito.”- disse Magnus dandogli un bacio veloce sulle labbra per poi scomparire tra gli ospiti. Il Cacciatore si  guardò intorno e notò una cosa che inizialmente non aveva visto. A pochi metri di distanza da lui c’era un giovane Nephilim, con le braccia coperte da rune che stava baciando appassionatamente una fata, dalla pelle viola e dai lunghi capelli verdi arruffati. Forse le cose stavano davvero cominciando a cambiare.
 
Le elucubrazioni di Alec furono interrotte dall’apparizione improvvisa di Magnus che gli piazzò in mano un bicchiere colmo del liquido dorato che sgorgava dalla fontana. Il ragazzo lanciò un’occhiata diffidente prima  allo stregone, poi al bicchiere che aveva in mano, come se dovesse trasformarsi in un demone da un momento all’altro.
 
-“Santo cielo Alexander, è solo un drink! Non ti trasformerà in un roditore, puoi starne certo!”- esclamò lo stregone, lanciandogli un sorriso malizioso che il Nephilim non comprese del tutto.
 
Con un’ultima occhiataccia Alec bevve in unico sorso tutto il contenuto del bicchiere. Il liquido gli scese giù per la gola bruciando come fuoco e infiammandogli il sangue nelle vene, scaldandolo dall’interno. Improvvisamente i colori divennero più intensi e brillanti e il Cacciatore sentiva la musica dal ritmo martellante rimbombargli nelle orecchie. Sentiva la testa leggerissima e aveva come l’impressione di fluttuare a qualche centimetro da terra, anche se era piuttosto sicuro di avere ancora i piedi ancorati saldamente al pavimento.
 
Per l’angelo, ma che diavolo c’era in quel drink?!
 
Alec sentì le dita inanellate dello stregone prendergli la mano e la sua bocca avvicinarsi al suo orecchio facendolo rabbrividire. Gli stava chiedendo qualcosa, a proposito di andare a ballare e il Nephilim gli fece un cenno di assenso in risposta ricevendo un sorriso smagliante dal suo ragazzo, che lo trascinò sulla pista da ballo, sgomitando gli altri ballerini fino a raggiungere il centro della pista.
 
Lì la musica era più forte e l’aria era impregnata del sudore di centinaia di corpi che si muovevano a tempo.
 
I sensi del Cacciatore erano come amplificati e una parte del cervello di Alec riusciva percepire ogni spostamento d’aria intorno a lui ogni contatto con gli altri ballerini, ma la sua attenzione era tutta concentrata su di Lui. Magnus. Era di fronte a lui, il suo corpo snello illuminato da fasci di luce colorata si muoveva, con una grazia felina in una danza morbida e sensuale. I suoi occhi truccati e cosparsi di glitter, leggermente socchiusi brillavano. Era la cosa più bella che Alec avesse mai visto.
 
Il ragazzo si avvicinò allo stregone, cominciando a ballare e provando a imitare i movimenti del suo ragazzo. In poco tempo il Cacciatore si abbandonò completamente al ritmo della musica muovendosi sempre più velocemente a un ritmo forsennato. Il suo corpo non lo deluse. Tutti quegli anni di allenamento gli avevano regalato movenze fluide e aggraziate che nemmeno sapeva di avere.
 
Ballava sempre più vicino a Magnus, i loro corpi che si sfioravano, e in modo provocante quasi quanto lui, senza rendersi nemmeno conto degli sguardi bramosi che attirava.
 
Alec si sentiva euforico e amava quella sensazione. Era come sentirsi parte di qualcosa, i suoi movimenti coordinati a quelli degli altri ballerini, dettati dal ritmo della musica, a formare un'unica massa pulsante di vita. Non si era mai sentito così potente, libero e felice.
 
 
 
“Accidenti a me! Che un fulmine possa cadere dal cielo e incenerirmi all’istante!” pensò Magnus rabbioso e leggermente in ansia, mentre camminava veloce, sbattendo i piedi sull’asfalto bagnato e fissava la schiena di Alec che camminava qualche passo davanti a lui. Bhe’, in realtà camminare non era il termine esatto. Più che latro saltellava gioiosamente canticchiando un motivetto e ridacchiando, per nulla infastidito dall’acquazzone che li stava inzuppando da capo a piedi .
 
Maledizione! Perché diamine gli aveva fatto bere quel drink? Avrebbe dovuto immaginare che il Nephilim non avrebbe retto bene l’alcol e il nettare fatato!
 
-“Alexander, amore mio, potresti fermarti?”- gridò lo stregone, accelerando il passo e cercando di afferrargli il braccio, ma il giovane Cacciatore si scostò agilmente.
 
-“Non ora Magnus”- gli disse il Nephilim sorridendo entusiasta -“Credo di aver appena visto un’anatra, devo assolutamente inseguirla!”-
 
Ok….era completamente andato.
 
-“Certamente tesoro, ma che ne diresti di tornare in albergo prima?”- gli chiese Magnus con voce su adente, riuscendo finalmente a prendergli la mano.
 
Alec annuì, con un’espressione leggermente delusa, come quella di un bambino a cui sono state negate delle caramelle. Lo stregone sorrise soddisfatto, felice di essere riuscito nel suo intento e di potersi togliere da sotto la pioggia, così con uno schiocco di dita fece apparire un portale.
 
Il Cacciatore fece un salto all’indietro, strappando la mano dalla presa dello stregone e fissando con aria inorridita il portale che brillava di luce azzurra di fronte a lui. Sembrava che la paura gli abbia fatto riacquistare un briciolo di lucidità.
 
-“No Magnus! Non entrerò mai più in uno di quei cosi infernali!”- urlò il giovane Nephilm indicando il portale.
 
-“Alec si può sapere di cosa parli?”- chiese lo stregone confuso.
 
-“Vuoi che ti ricordi l’ultima volta? Te l’ho detto, io lì non ci entro!”- esclamò il ragazzo risoluto.
 
-“Benissimo! E allora cosa proponi? Non troveremo mai un taxi a quest’ora.”- esclamò lo stregone esasperato. Un lampo di malizia attraversò gli occhi di Alec e lo stregone cominciò davvero a dubitare della sua sanità mentale.
 
-“Corriamo.”- soffiò il Cacciatore, a pochi centimetri dal viso di Magnus.
 
-“Come scusa?”- chiese Magnus esterrefatto.
 
-“Corriamo!”- ripetè il Nephilim a voce più alta –“Forza, prendimi!”- urlò voltandosi e cominciando a correre come un forsennato, ridacchiando.
 
“Maledizione a me!” pensò Magnus prima di lanciarsi al suo inseguimento.
 
La porta si aprì di scatto e i due ragazzi entrarono ansanti nella stanza, chiudendosela poi bruscamente alle spalle. Erano entrambi completamente fradici e i cappotti bagnati gocciolavano acqua sulla morbida moquette della loro stanza. Magnus si tolse il giaccone con un gesto stizzito e lo appoggiò con malagrazia sullo schienale di una sedia, subito imitato da Alec.
 
Il ragazzo sembrava essersi finalmente ripreso e gli ultimi sintomi dell’alcol stavano svanendo, lasciando spazio alla terribile consapevolezza di quello che aveva fatto. Non si era mai sentito così in imbarazzo. Insomma aveva appena fatto correre il suo ragazzo su e giù per tutta Lisbona sotto la pioggia. Il fatto meritava sicuramente delle scuse.
 
-“M-magnus, mi dispiace….io non volevo…”- cominciò il Cacciatore, ma venne zittito dall’occhiata che gli lanciò Magnus. Negli occhi felini dello stregone non c’era rabbia. Erano colmi di un desiderio bruciante che divampava incontrollato, infiammandoli. Con due lunghi passi Magnus si avvicinò al ragazzo, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con passione, mordicchiandogli il labbro inferiore. Quel contatto mandò in estasi Alec, che rispose al bacio, inebriato da Magnus, dal suo profumo, mischiato a quello della pioggia, dal suo sapore in bocca, dalla pressione del suo corpo contro il suo.
 
-“Non c’è niente di cui tu ti debba scusare, anche se giuro che non ho mai visto nessuno ubriacarsi con solo un drink fatato”- mormorò lo stregone contro le sue labbra, tracciandone il contorno con la lingua e provocando brividi di piacere che percorsero il corpo del Cacciatore.
 
Le loro bocche si scontrarono di nuovo, fameliche. Le mani fredde di Magnus si infilarono sotto la maglia del Nephilim, accarezzando la sua pelle bollente, percorrendo la curva della schiena muscolosa e degli addominali ben definiti. Alec ormai ansimava senza ritegno, le dita che, frenetiche, cercavano di slacciare la camicia dello stregone. Gli sembrava di avere tutte e dieci le dita rotte e di sicuro il tremore che le percorreva non lo aiutava, ma alla fine riuscì nell’impresa e lasciò cadere l’indumento hai suo piedi.
 
Dalle labbra di Magnus sfuggì un sospiro, mentre scendevano sul collo del Cacciatore, lasciando, al loro passaggio una scia di segni rossi sulla pelle candida.
 
-“ Magnus…noi…letto…”- riuscì ad esalare Alec, il respiro affannato.  Lo stregone lo sospinse verso la loro camera, adagiandolo morbidamente sul letto, ma non prima di avergli sfilato la maglia, ultimo intralcio fra di lui e la perfezione del corpo del suo ragazzo.
 
Il Cacciatore sentì su di se il familiare peso del corpo dello stregone. La sua lingua percorreva il suo corpo, seguendo il disegno intricato delle rune nere che lo marchiavano, mentre le sue mani dal petto scendevano sempre più in basso.
 
-"Alexander "- mormorò Magnus, con la voce rotta dal desiderio prima di spostare le mani sulla cintura del giovane cacciatore per slacciargliela e iniziare a disegnare piccoli cerchi concentrici sulla pelle morbida dell'addome del Nephilim. Lo stregone slacciò il bottone dei morbidi jeans scuri del Cacciatore e con un movimento deciso li fece cadere a terra  per liberarsi poi dei suoi e iniziare a giocare con l elastico dei boxer neri del cacciatore
 
Alec stava impazzendo. I gemiti usciva dalla sua bocca, incontrollabili e la sua pelle bruciava come fuoco. Ogni singola fibra del suo corpo desiderava Magnus, voleva fondersi con lui fino a diventare una cosa sola e….
 
“NO!” urlò quello che rimaneva della mente cosciente di Alec, cercando di riprendere il controllo. Non poteva finire sempre così! Ogni volta che Magnus lo sfiorava lui perdeva completamente la testa, abbandonandosi a lui completamente, mentre lo stregone era sempre così calmo, controllato….si divertiva a stuzzicarlo e osservare le sue reazioni. Non era affatto giusto! No, questa volta sarebbe stato lui a farlo impazzire! Non gliel’avrebbe data vinta così facilmente.
 
Lo stregone sembrava non essersi accorto del conflitto che stava avvenendo nella mente del Cacciatore e aveva continuato a baciarlo e accarezzarlo, ma improvvisamente con un colpo deciso del bacino, il ragazzo invertì le posizioni, ritrovandosi a cavalcioni, sopra di lui. Magnus era sorpreso e deliziato da tutta quella passionalità e quando il Nephilim cominciò a baciargli il collo, in una dolce tortura, le sue palpebre fremettero e un ansito sfuggì dalle sue labbra.
 
Alec esultò interiormente per quel piccolo risultato e sorridendo fece scorrere le mani per tutto il corpo del suo ragazzo, fino ad arrivare al bordo dei suoi pantaloni di pelle, che gli levò con un movimento veloce. Era sicuro di avere ormai la vittoria in tasca quando…Magnus si raddrizzò di scatto, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con una foga che lo destabilizzò, facendogli perdere il poco controllo che aveva.
 
Il Nephilim infilò le mani tra i capelli dello stregone, tirandoglieli e ansimando per la sorpresa e la forza di quel bacio. Magnus si scostò leggermente da lui, appoggiando la fronte contro la sua, cercando di riprendere fiato e ghignando soddisfatto. Ancora una volta aveva vinto.
 
Alec, con il fiato corto e le guance imporporate, aveva un’espressione imbronciata che fece allargare ancora di più il sorriso dello stregone.
 
-“Odio quando fai così Magnus Bane”- mugugnò il Nephilim, prima di fiondarsi nuovamente su quelle labbra morbide e dolci come miele.
 
“Ok, forse aveva perso il gioco, ma dopotutto poteva sempre riprovare….quella non sarebbe stata di certo l’ultima volta” pensò sorridendo.
 
 
 
  Angolo dell’autrice:
 
Ehm…buongiorno..*schiva un coltello* Ok, va bene, avete tutti i diritti di essere arrabbiati, perché sono in un ritardo scandaloso! Due settimane! Mi faccio schifo da sola…
 
Detto ciò, spero che voi possiate perdonarmi, magari lasciandomi qualche recensione (si, ci provo tutte le volte). Be’ non ho altro da dire, spero che questo capitolo vi piaccia e vedrò di pubblicare il prossimo più velocemente. Ancora una volta ringrazio tutti quelli che hanno recensito, e continuo a invitarli a farlo, ma anche quelli che leggono e basta.
 
p.s. aspettatevi una bella sorpresa per la prossima tappa.
 
 
 
 
  
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