Salve a tutti, ho
deciso di iniziare questa round robin in cui vengono affrontate le
paure dei
vari personaggi di Harry Potter, potete scegliere la paura che
preferite per
ciascun personaggio e affrontarla nel modo che vi è
più congeniale, in modo
comico, drammatico, ecc…ecc…
Io ho iniziato con un personaggio un po’
particolare, spero che vi
piaccia e che mi aiutiate a continuare la round robin….
baci kassandra black^^
Mi sveglio,
sono sola, sdraiata su un divano posto all’interno di un
ampio salotto sontuosamente
arredato, mi guardo confusamente attorno, so di essere in una stanza
che fa
parte del mio maniero, ma allo stesso tempo quello non mi sembra il mio
maniero,
continuo a spostare il mio sguardo sui vari oggetti, tutto mi sembra
così nuovo,
estraneo, il freddo s’impossessa di me, non sento quel calore
familiare tipico
di una casa, anche se a dire il vero a casa mia non
c’è mai stato tutto questo
calore. Piano mi alzo, forse sono a casa di Draco penso e allora lo
provo a
chiamare, ma la mia voce è poco più di un
sussurro, provo di nuovo, questa
volta la voce mi esce un po’ più forte, ma si
disperde nel vasto salotto.
Nessuna risposta. Il silenzio avvolge tutto, prevale su ogni cosa. Esco
dal
salotto e decido di provare a guardare nelle altre stanze, ci deve pur
essere
qualcuno che mi possa dire dove mi trovo, inizio a camminare per il
lungo
corridoio, è tetro, buio e la sensazione di freddo aumenta
sempre di più, mi
stringo le braccia per provare a riscaldarmi un po’, questo
gelo ti entra
dentro. Poi come dal nulla vedo apparire una figura,
all’inizio non riesco a
distinguerla chiaramente, ma poi mi avvicino un po’ e metto a
fuoco. E’ un
elfo. Lo chiamo, ma non sembra sentirmi, e la mia voce è
nuovamente inghiottita
dal silenzio. Provo a richiamarlo, questa volta il mio tono di voce
è più duro,
deciso e l’elfo si ferma, mi guarda e tremando mi chiede:
“Che cosa desidera
padrona?”, io mi avvicino ancora un po’ e vedo che
l’elfo indietreggia
spaventato, poi domando “Questa è casa
mia?”, lui continua a indietreggiare e
risponde “Sì sua e del padrone”. Io sto
nuovamente aprendo la bocca per
domandare all’elfo chi è il padrone, ma questo si
è già dissolto nel nulla. Grido:
“Aspetta”, ma ormai non c’è
più niente
da fare, sono di nuovo solo io.
Riprendo
a camminare, ci deve pur essere una
porta in questo corridoio e poi improvvisamente eccola, come se avesse
sentito
la mia richiesta, una porta mi si para davanti. La mia mano si sofferma
un po’
sulla maniglia, poi nel timore che la porta scompaia
all’improvviso com’è
apparsa, la apro. All’interno c’è una
donna dai capelli corvini, piange disperatamente
distesa sul suo letto, sembra
la mamma che piange come tutte le volte in cui papà la
tradisce con una delle
sue molteplici donne. Faccio qualche passo e capisco, quella
è la mamma. Mi
avvicino senza far rumore e con una mano le accarezzo delicatamente i
capelli,
ho quasi paura che anche lei scompaia come l’elfo. Ma lei non
dice niente,
continua a piangere e singhiozzare, sembra non aver nemmeno notato la
mia
presenza, poi a un tratto sembra tornare in sé mi guarda con
gli occhi rossi
per il pianto e qualcosa di folle nello sguardo, mi afferra per le
spalle e
quasi grida, dice che non è troppo tardi, che tutto
può ancora cambiare, che
non devo fare lo stesso errore. Ripete quest’ultima frase
diverse volte, poi
ritorna a piangere ed io cerco di calmarla, le domando qual
è l’errore che non
devo ripetere, ma niente ormai non mi risponde più, ormai
è tornata nel suo
mondo e non sente più niente. Mi alzo dal letto e imbocco
l’uscita, mi ritrovo
nuovamente nel freddo corridoio, davanti a me il buio più
assoluto, ma io
cammino, continuo a camminare fiduciosa, sono sicura che ci debba pur
essere
una fine in questo corridoio.
All’improvviso sento una
risata, una risata allegra, cristallina, la riconosco subito.
E’ la risata di
Daphne, la mia migliore amica. Inizio ad accelerare, sto correndo ormai
e la
vedo sempre più vicina, la mia amica è
abbracciata a Blaise Zabini, io l’ho
quasi raggiunta, la voglio chiamare, ma la voce non risponde ai miei
comandi,
sono a un passo da loro, ma improvvisamente si allontanano, riprendo a
correre
per raggiungerli, questa volta ci sono quasi, sto per allungare la
mano, ma
loro non si voltano verso di me e si allontanano di nuovo, riprendo a
correre,
ormai ho il fiato corto, ma continuo a correre, li devo raggiungere,
poi non so
com’è possibile, inciampo, devo essere inciampata
nel mio stesso vestito e cado
a terra. Il pavimento è freddo come tutto il resto qui, ma
non mi sono fatta
male, alzo la testa e Daphne e Blaise non ci sono più, mi
alzo e riprendo a
correre, ma non li trovo, se ne sono andati e mi hanno lasciato di
nuovo qui da
sola.
Riprendo a
vagare per questo corridoio infinito, sembra di essere in trappola,
ormai
inizio a perdere la fiducia in me stessa, inizio a credere che questo
dannato
corridoio non finirà mai, che non ci sarà una
luce alla fine, non ci sarà
nessuno ad aspettarmi, continuerò ad andare avanti da sola.
Cammino non so da
quanto ormai, inizio ad essere stanca, il freddo mi attanaglia, ho
tanta voglia
di fermarmi e mettermi a piangere. Prima però faccio un
ultimo tentativo, grido
chiedendo se c’è qualcuno, ma in risposta ottengo
solo il sordo eco della mia
voce, provo ancora e resto in ascolto, ancora niente. Resto non so
quanto
tempo, lì, ferma, attendendo una stupida risposta, ma quando
ormai ho rinunciato,
mi sembra di sentire qualcosa, sento delle voci o almeno
così sembrano. Così
riprendo a correre e questi rumori e mormorii diventano sempre
più forti,
vicini, e finalmente trovo la porta da dove provengono queste voci.
Apro decisa
la porta e la scena che mi si presenta davanti mi lascia interdetta e
sento le
lacrime salirmi agli occhi. Ci
sono un
ragazzo e una ragazza su un letto, stanno facendo sesso, lui le
sussurra
dolcemente che è bellissima. Non riesco a vedere il viso, ma
il ragazzo lo
riconosco lo stesso, riconoscerei tra mille quei capelli biondi, quella
voce
sensuale. E’ Draco. Piano richiudo la porta, le lacrime ormai
mi appannano la
vista e poi iniziano a scendermi copiose, mentre sento che le gambe non
mi
reggono più e mi accascio a terra, e qui continuo a piangere
disperatamente.
E
in questo momento, come ogni volta, mi sveglio, caro diario. Sono
settimane che
faccio ogni notte questo stramaledetto sogno. Da quando ho scoperto che
Draco
mi tradisce, so che lo fa in continuazione, o forse l’ho
sempre saputo, ma non
volevo vedere, eppure anche ora non ho il coraggio di lasciarlo, ho
troppa
paura, ho paura di rimanere sola. E questa sensazione è
aumentata da quando
Daphne si è messa con Blaise, lo so che è normale
che lei ora dedichi tempo al
suo ragazzo, ma non posso fare a meno di sentirmi ancora più
abbandonata. Non
ho ancora avuto modo di dirle di Draco, un po’
perché c’è sempre Blaise, un
po’
perché non mi sembra mai il momento giusto e così
mi stampo sul viso il mio bel
sorriso e continuo a recitare la parte della fidanzatina felice,
fingendo che
tutto vada bene. Ma non so quanto potrò durare ancora, sento
di essere sul
punto di scoppiare, io non sono forte come mamma, non voglio vivere
come lei un’intera
vita con un uomo che non la ama e che la tradisce in continuazione, non
voglio
passare le mie giornate in solitudine in un immenso e freddo maniero,
perché in
fondo questa è la più grande forma di solitudine
ed io non voglio vivere tutta
la mia vita con un uomo fantasma, con un uomo che non mi ama. E per
evitare ciò
forse dovrei lasciare Draco, devo riuscire a camminare da sola con le
mie gambe
e trovare qualcuno che mi ama davvero.
Magari scopro che essere sola non fa poi
così paura…
Pansy