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Autore: kassandra_Black    12/06/2008    1 recensioni
E' una round robin in cui vengono affrontate le maggiori paure dei vari personaggi di Harry Potter...io ho iniziato, voi aiutatemi a continuare^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, ho deciso di iniziare questa round robin in cui vengono affrontate le paure dei vari personaggi di Harry Potter, potete scegliere la paura che preferite per ciascun personaggio e affrontarla nel modo che vi è più congeniale, in modo comico, drammatico, ecc…ecc…                                                                             
Io ho iniziato con un personaggio un po’ particolare, spero che vi piaccia e che mi aiutiate a continuare la round robin….

baci kassandra black^^

Mi sveglio, sono sola, sdraiata su un divano posto all’interno di un ampio salotto sontuosamente arredato, mi guardo confusamente attorno, so di essere in una stanza che fa parte del mio maniero, ma allo stesso tempo quello non mi sembra il mio maniero, continuo a spostare il mio sguardo sui vari oggetti, tutto mi sembra così nuovo, estraneo, il freddo s’impossessa di me, non sento quel calore familiare tipico di una casa, anche se a dire il vero a casa mia non c’è mai stato tutto questo calore. Piano mi alzo, forse sono a casa di Draco penso e allora lo provo a chiamare, ma la mia voce è poco più di un sussurro, provo di nuovo, questa volta la voce mi esce un po’ più forte, ma si disperde nel vasto salotto. Nessuna risposta. Il silenzio avvolge tutto, prevale su ogni cosa. Esco dal salotto e decido di provare a guardare nelle altre stanze, ci deve pur essere qualcuno che mi possa dire dove mi trovo, inizio a camminare per il lungo corridoio, è tetro, buio e la sensazione di freddo aumenta sempre di più, mi stringo le braccia per provare a riscaldarmi un po’, questo gelo ti entra dentro. Poi come dal nulla vedo apparire una figura, all’inizio non riesco a distinguerla chiaramente, ma poi mi avvicino un po’ e metto a fuoco. E’ un elfo. Lo chiamo, ma non sembra sentirmi, e la mia voce è nuovamente inghiottita dal silenzio. Provo a richiamarlo, questa volta il mio tono di voce è più duro, deciso e l’elfo si ferma, mi guarda e tremando mi chiede: “Che cosa desidera padrona?”, io mi avvicino ancora un po’ e vedo che l’elfo indietreggia spaventato, poi domando “Questa è casa mia?”, lui continua a indietreggiare e risponde “Sì sua e del padrone”. Io sto nuovamente aprendo la bocca per domandare all’elfo chi è il padrone, ma questo si è già dissolto nel nulla.  Grido: “Aspetta”, ma ormai non c’è più niente da fare, sono di nuovo solo io.

 Riprendo a camminare, ci deve pur essere una porta in questo corridoio e poi improvvisamente eccola, come se avesse sentito la mia richiesta, una porta mi si para davanti. La mia mano si sofferma un po’ sulla maniglia, poi nel timore che la porta scompaia all’improvviso com’è apparsa, la apro. All’interno c’è una donna dai capelli corvini, piange  disperatamente distesa sul suo letto, sembra la mamma che piange come tutte le volte in cui papà la tradisce con una delle sue molteplici donne. Faccio qualche passo e capisco, quella è la mamma. Mi avvicino senza far rumore e con una mano le accarezzo delicatamente i capelli, ho quasi paura che anche lei scompaia come l’elfo. Ma lei non dice niente, continua a piangere e singhiozzare, sembra non aver nemmeno notato la mia presenza, poi a un tratto sembra tornare in sé mi guarda con gli occhi rossi per il pianto e qualcosa di folle nello sguardo, mi afferra per le spalle e quasi grida, dice che non è troppo tardi, che tutto può ancora cambiare, che non devo fare lo stesso errore. Ripete quest’ultima frase diverse volte, poi ritorna a piangere ed io cerco di calmarla, le domando qual è l’errore che non devo ripetere, ma niente ormai non mi risponde più, ormai è tornata nel suo mondo e non sente più niente. Mi alzo dal letto e imbocco l’uscita, mi ritrovo nuovamente nel freddo corridoio, davanti a me il buio più assoluto, ma io cammino, continuo a camminare fiduciosa, sono sicura che ci debba pur essere una fine in questo corridoio. 
All’improvviso sento una risata, una risata allegra, cristallina, la riconosco subito. E’ la risata di Daphne, la mia migliore amica. Inizio ad accelerare, sto correndo ormai e la vedo sempre più vicina, la mia amica è abbracciata a Blaise Zabini, io l’ho quasi raggiunta, la voglio chiamare, ma la voce non risponde ai miei comandi, sono a un passo da loro, ma improvvisamente si allontanano, riprendo a correre per raggiungerli, questa volta ci sono quasi, sto per allungare la mano, ma loro non si voltano verso di me e si allontanano di nuovo, riprendo a correre, ormai ho il fiato corto, ma continuo a correre, li devo raggiungere, poi non so com’è possibile, inciampo, devo essere inciampata nel mio stesso vestito e cado a terra. Il pavimento è freddo come tutto il resto qui, ma non mi sono fatta male, alzo la testa e Daphne e Blaise non ci sono più, mi alzo e riprendo a correre, ma non li trovo, se ne sono andati e mi hanno lasciato di nuovo qui da sola.
Riprendo a vagare per questo corridoio infinito, sembra di essere in trappola, ormai inizio a perdere la fiducia in me stessa, inizio a credere che questo dannato corridoio non finirà mai, che non ci sarà una luce alla fine, non ci sarà nessuno ad aspettarmi, continuerò ad andare avanti da sola. Cammino non so da quanto ormai, inizio ad essere stanca, il freddo mi attanaglia, ho tanta voglia di fermarmi e mettermi a piangere. Prima però faccio un ultimo tentativo, grido chiedendo se c’è qualcuno, ma in risposta ottengo solo il sordo eco della mia voce, provo ancora e resto in ascolto, ancora niente. Resto non so quanto tempo, lì, ferma, attendendo una stupida risposta, ma quando ormai ho rinunciato, mi sembra di sentire qualcosa, sento delle voci o almeno così sembrano. Così riprendo a correre e questi rumori e mormorii diventano sempre più forti, vicini, e finalmente trovo la porta da dove provengono queste voci. Apro decisa la porta e la scena che mi si presenta davanti mi lascia interdetta e sento le lacrime salirmi agli occhi.  Ci sono un ragazzo e una ragazza su un letto, stanno facendo sesso, lui le sussurra dolcemente che è bellissima. Non riesco a vedere il viso, ma il ragazzo lo riconosco lo stesso, riconoscerei tra mille quei capelli biondi, quella voce sensuale. E’ Draco. Piano richiudo la porta, le lacrime ormai mi appannano la vista e poi iniziano a scendermi copiose, mentre sento che le gambe non mi reggono più e mi accascio a terra, e qui continuo a piangere disperatamente. 
E in questo momento, come ogni volta, mi sveglio, caro diario. Sono settimane che faccio ogni notte questo stramaledetto sogno. Da quando ho scoperto che Draco mi tradisce, so che lo fa in continuazione, o forse l’ho sempre saputo, ma non volevo vedere, eppure anche ora non ho il coraggio di lasciarlo, ho troppa paura, ho paura di rimanere sola. E questa sensazione è aumentata da quando Daphne si è messa con Blaise, lo so che è normale che lei ora dedichi tempo al suo ragazzo, ma non posso fare a meno di sentirmi ancora più abbandonata. Non ho ancora avuto modo di dirle di Draco, un po’ perché c’è sempre Blaise, un po’ perché non mi sembra mai il momento giusto e così mi stampo sul viso il mio bel sorriso e continuo a recitare la parte della fidanzatina felice, fingendo che tutto vada bene. Ma non so quanto potrò durare ancora, sento di essere sul punto di scoppiare, io non sono forte come mamma, non voglio vivere come lei un’intera vita con un uomo che non la ama e che la tradisce in continuazione, non voglio passare le mie giornate in solitudine in un immenso e freddo maniero, perché in fondo questa è la più grande forma di solitudine ed io non voglio vivere tutta la mia vita con un uomo fantasma, con un uomo che non mi ama. E per evitare ciò forse dovrei lasciare Draco, devo riuscire a camminare da sola con le mie gambe e trovare qualcuno che mi ama davvero. 
Magari scopro che essere sola non fa poi così paura…

Pansy

   
 
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