Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Feltonistas    02/02/2014    6 recensioni
Molly Hooper, donna, patologa, madre single. Scappata dalla sua vita sei anni prima, adesso è costretta a tornare nella città dove tutto è cominciato, è costretta a rivedere i suoi vecchi amici. A rivedere lui.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fa schifo? Vi piace? Fatemi sapere :)


"Billy..."
"Sì, mamma." rispose pazientemente il bambino, un pizzico di esasperazione nella voce. Erano ben due volte che ripeteva il suo nome senza arrivare a niente. Molly sospirò per l'ennesima volta. Si passò una mano tra i capelli e si fece aria con l'altra.
"Non fa un po' troppo caldo qui dentro?"
Billy alzò le sopracciglia e la guardò male.
"Siamo a Giugno. È normale che fa caldo, mamma. Puoi gentilmente dirmi quello che mi dovevi dire senza girarci troppo attorno?"
Molly annuì. D'accordo, ce la poteva fare. Quanto difficile poteva essere parlare ad un bambino di suo padre?
"Billy, io vorrei parlarti di tuo padre."
Ecco, c'era riuscita. Adesso il problema era solo riuscire a formulare pian piano frasi di senso compiuto. Sembrava essere una missione piuttosto difficile.
"Cosa c'è da dire su di lui? Non mi voleva, semplice." fu la risposta placida del bambino. Molly lo guardò sbalordita.
"Cosa? Chi ti ha detto queste cose?"
Il figlio le lanciò una sguardo piuttosto eloquente. La stava guardando come Sherlock era solito guardare coloro che riteneva degli idioti. 
"Nessuno. L'ho capito da solo. Non ci vuole molto. Per prima cosa, non l'ho mai visto. Potrebbe essere morto, ma non è così. Il papà di Sarah è morto, ma nella loro casa ci sono tante sue foto. L'unica soluzione è che non mi ha voluto."
Molly era senza parole. Aveva sempre pensato che sua figlio assomigliasse in tutto e per tutto al padre, ma non così! Le faceva paura. Aveva soltanto sei anni, per l'amor di Dio! Non era normale che un bambino così piccolo potesse capire cose del genere. Rimase in silenzio, con la bocca spalancata, per minuti che parvero anni. Poi si riscosse dal suo torpore, decidendo che ci avrebbe pensato più tardi, e riprese il discorso che aveva cominciato, con le dovute modifiche che erano state apportate dopo l'intervento di Billy.
"Ma no, Billy. Non è vero che il tuo papà non ti ha voluto." disse con tono dolce al figlio, il quale nonostante mantenesse un'espressione dura, quasi comicamente distaccata, aveva gli occhi colmi di dolore. "Lui non è neppure a conoscenza della tua esistenza."
A quella frase, lui si girò con gli occhi spalancati.
"Perché?" disse pochi secondi dopo, incuriosito. Le guance di Molly si infiammarono.
"Non gliel'ho detto, tesoro." Non sapeva perché si vergognasse tanto a dire una cosa del genere al figlio.
Billy aveva un'espressione ancora più confusa. 
"Non capisco." sussurrò, aggrottando ancora di più le sue piccole sopracciglia. Molly poteva quasi vedere le 'rotelle' girare nella sua mente. Ce la stava mettendo tutta, ma non la seguiva. Povero cucciolo. Molly lo tirò a sé e lo avvolse tra le sue braccia, appoggiando il mento sulla sua testa.
"Non c'è molto da capire, Billy. Quando ho scoperto di star aspettando un bambino, mi sono fatta prendere dal panico. Non l'ho detto a nessuno. Beh, non proprio a nessuno."
"A chi l'hai detto?" 
Molly lo strinse ancora di più e gli posò un bacio sul capo. 
"A tuo zio."
Billy si districò subito dal suo abbraccio e la guardò negli occhi. 
"Ho uno zio? Davvero?" chiese velocemente. Molly sorrise lievemente.
"Oh sì, hai uno zio. E anche dei nonni." 
Gli occhi del bambino di illuminarono. 
"Nonni?"
La donna annuì ancora. Billy scosse il capo e si rimise tra le sue braccia.
"Continua." si limitò a dire. Molly lo guardò aggrottando le sopracciglia. Ecco che partiva con il suo tono da comandante. Questa volta poteva permetterglielo. 
"Beh...quando ho scoperto di aspettare un bambino, come ho già detto, ero spaventata. Per qualche mese non ho detto niente a nessuno. Poi, ho deciso di partire, di lasciare Londra. Ma...c'era un piccolo problema..." bisbigliò nel suo orecchio e lo baciò teneramente sulla guancia. 
"Quale problema?" chiese il piccolo, incuriosito.
Molly sentì le guance arrossarsi ancora di più. Non era una cosa carina da dire. Ma doveva.
"Non avevo abbastanza soldi per partire...."disse velocemente, come se sperasse che in questo modo sarebbe stato più facile dire una cosa del genere. Non ne era proprio fiera.
"E cosa hai fatto?"
"Sono andata da tuo zio. Gli ho chiesto...aiuto." rispose, facendo una smorfia al ricordo. Aiuto...aveva fatto la figura della povera stupida. Andare da Mycroft Holmes a chiedere dei soldi era stata probabilmente la cosa più umiliante della sua vita. Ma non se n'era pentita. Era stato necessario. 
"E lui ti ha dato i soldi?" la voce del figlio la riscosse dai suoi pensieri. 
"Sì. Io glieli ho restituiti tutti, chiariamoci." constatò velocemente. Passarono alcuni momenti di silenzio profondo.
"Va bene." fu la frase che lo spezzò, pronunciata con tono solenne da Billy.
"Va bene?" gli fece eco la mamma, non capendo a cosa si riferisse. 
"Sì, va bene. Ho capito. L'hai fatto per il mio bene."
Ancora leggermente confusa, Molly scosse il capo lentamente, sempre più sorpresa – e orgogliosa – dell'intelligenza del figlio. 
"Lo voglio conoscere."
A quelle parole la donna sentì il gelo calare. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma sperava più tardi.
"Come?" chiese stupidamente.
"Ho detto che voglio conoscerlo.Ora." 
Molly guardò il bambino alzarsi velocemente con la bocca spalancata.Ora? COSA?
"Ma Billy..." cercò di dire, ma tutto ciò che uscì fu un sussurro poco udibile. 
"Dai, mamma, è ancora presto! Possiamo andare da lui! Stiamo poco poco, promesso." 
Molly non sapeva cosa dire. Lo sguardo speranzoso ed entusiasta sul viso del bambino minacciava di spezzare tutta la sua convinzione nel negargli quello che aveva chiesto. 
"Ti preeeeeeeeego." iniziò a cantilenare Billy, facendole gli occhi dolci. Molly sentì se stessa sospirare e alzarsi lentamente. Era come se la mente si fosse distaccata dal corpo. Non era fisicamente e soprattuto psicologicamente pronta. Ma, nonostante il suo buon senso le stesse urlando di tornare a sedersi sul divano, lei continuò a camminare verso la porta, con il figlio che la seguiva a ruota. 
"Dove andate?" 
Molly girò la testa e vide Allison che li guardava a braccia conserte, con un cipiglio preoccupato sul viso perfetto.
"Billy vuole incontrare suo padre." rispose la donna, cercando di sembrare sicura. Ma non poteva prendere in giro la sua migliore amica. Ally si limitò ad alzare le sopracciglia.
"Stai bene?" le chiese, avvicinandosi. Molly deglutì a fondo e prese un profondo respiro. No che non stava bene. In poche ore tutta la sua vita e le sue convinzioni erano andate a pezzi, come poteva stare bene? Ma non lo disse. Sorrise debolmente, consapevole di sembrare solo patetica, e aprì la porta. 
                                                                   *^*
"Quindi abita qui?"
"Sì. Al 221B di Baker Street." rispose con un sussurro la donna, guardando la porta di fronte a sé. Con suo grande fastidio, sentì delle lacrime salirle agli occhi. Non voleva piangere, non davanti al bambino. Doveva tenere le emozioni a bada. Ce l'avrebbe fatta. Allora, con un sospiro, bussò. 

                                                                



  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Feltonistas