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Autore: aki_penn    12/06/2008    3 recensioni
“Striped Lobster?Aragosta rigata? Ma che razza di nome e’ per un campeggio?” *** La scuola è finalmente finita, e cosa c'è di meglio di una vacanza per rilassarsi? E perchè no un campeggio? Sforunata vita da camping tra dee in pigiama e paillettes, cugini greci ossigenati(ma anche mori, verdi blu rossi,dipende dai giorni),motorini truccati,bagnini truccati, cani,cagnolini,cavalli e cavalieri, canadesi(in tutti i sensi),amori vecchi e nuovi,sempre e comunque non corrisposti,zanzare e zampironi,ninfomani onnipresenti, monsoni tropicali un po’ fuori rotta,scarpe rosse ,sfighe nere,deejay cinquantenni che credono di avere ancora diciotto anni,infusi di sedano a go go e una tenda a pois sovrappopolata. Sono il palcoscenico di un’ultima vera estate da minorenne, anche se poi non si cresce mai del tutto... *** “Sarà...ma a me questo posto non convince del tutto...e poi perché abbiamo una tenda a pois? Con le righe dell’aragosta ci fa a pugni...”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!!!! Sono tornata, dopo parecchi problemi al computer ora dovrei essere a posto per un po’!(dovrei sposare un informatico , sarebbe tutto molto più semplice!!). Ma non divaghiamo! 

Dicevo sono tornata con il primo capitolo! Solite raccomandazioni:

1)      lo so che do dei nomi assurdamente idioti ai miei personaggi, ma non fateci caso!

2)      Se vedete che mancano delle “T” o delle “è” probabilmente è stata colpa della tastiera(quella è ancora rotta), se ci sono altri errori è colpa mia(nel caso vogliate farmeli notare li correggerò, se no staranno lì a dimostrare la mia ignoranza!) 

3)      Questo capitolo non è ambientato al campeggio perché spiega come mai Dafne è finita allo “Striped Lobster”, spero che non vi dispiaccia troppo!

A questo punto spero di non avervi annoiato troppo e di non annoiarvi con questo capitolo!!!

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

Capitolo primo: Incontri e scontri

 

Apro gli occhi che ,a giudicare dalla fatica che faccio per schiuderli ,sono sigillati con del cemento.

Guardo il ragazzo sdraiato accanto a me. È bellissimo.

Anzi no, però per me e’ bellissimo. Con i suoi capelli castano scuro, il suo pircing sul sopracciglio, e i suoi chili in più. Vorrei poter rimanere così per sempre, sdraiata accanto a lui.

Al mio Panino.

Sì, il nome di battesimo non e’ Panino , ovviamente. Ma parliamone : se hai la sfiga di avere un cognome del genere chi mai si ricorderà che di nome fai “Riccardo”?

Direi nessuno. Faccio fatica a ricordarmelo io che sono innamorata persa. Figurarsi gli altri.

Guardo l’orario nel suo orologio da polso che ha ancora addosso.

Le 20.30...

Ieri sera abbiamo fatto le ore piccole. Decisamente. A dormire ci sono andata che c’era già una gran luce. Erano le undici di mattina.

Vorrei dargli un bacio. Ma non posso. Non e’ mio. Neanche un po’.

Poi la mia attenzione viene distolta da Panino da un dolore improvviso e lancinante.

 Qualcuno mi dorme addosso, e mi vengono i crampi.

Sarà carenza di potassio o le condizioni in cui dormo? Fateci caso... sembra che io non faccia altro che partecipare a delle ammucchiate, per la miseria!

Fuori c’è una luce fioca e acqua a catinelle sento il rumore della pioggia che picchia sui vetri e sull’asfalto.

Mi scrollo il piede per mandar via il dolore e scendo a razzo dal letto inciampandomi su un tipo che non conosco che sta dormendo sullo scendiletto.

Panino e gli altri otto che dormivano insieme a noi nel letto dei coniugi Panino continuano a ronfare della grossa. E anche il tipo su cui mi sono inciampata non fa una piega.

Io ho dormito vestita e truccata. Ggggh! Non vedo l’ora di farmi una doccia! Sono tutta sudaticcia...e qui fa un gran caldo.

Entro in bagno,qualcuno deve aver rotto la porta scorrevole ieri sera. Mi tocca appoggiare la porta modello caverna da uomo preistorico. Speriamo che nessuno si svegli. Nella vasca dorme un tipo enorme con i capelli da istrice,è  troppo alto e i piedi non gli ci stanno dentro, deve stare rannicchiato. Nemmeno lui si sveglierà.  Spero.

Scendo, la casa di Panino e’ davvero enorme, e c’e’ gente che dorme ovunque. Un tipo che credo chiamarsi Daniele dorme sul pianoforte a coda. Scavalco cadaveri ubriachi e gente che mi guarda vacua.

Arrivo davanti alla porta d’ingresso che si apre davanti me come per magia. I coniugi Panino mi guardano un po’ stupiti mentre io rumino una brioche (presa dalla loro dispensa).

Sorrido sul loro ingresso di casa. E mi scanso lasciando loro la visione del campo di battaglia che è diventato il loro salotto.

“Buona giornata signori” dico sorridente mentre apro l’ombrello viola ed esco sotto la pioggia.

La signora mi da un’ultima occhiata fugace prima che la sua attenzione vada del tutto alla loro povera villetta. Che poi “villetta” sembra tanto una presa in giro, questa casa e’ davvero enorme.

La luce si sta cominciando ad abbassare, la pioggia invece del canto suo continua a battere senza sosta sul mio ombrellino scassato.

Sorrido, non riesco a fare altro che pensare a quanto sia carino Panino mentre dorme. E alla tremenda piazzata che gli faranno i suoi dopo aver visto il casino che c’è in casa.

Sorrido mentre attraverso il giardino che separa la villetta dalla strada.

Sorrido mentre l’acqua scivola sulle mie ballerine rosse(da notare,la maggior parte delle mie scarpe sono rosse).

Non so perché , ma sorrido.

Apro il cancelletto grigio. Sta diventando buio. E’ colpa della pioggia che fa sembrare tutto più scuro e  in questo quartiere non accendono  i lampioni per risparmiare sull’energia elettrica.

Guardo il semaforo davanti a me.

Arancione.

Se corro lo prendo prima che diventi rosso. E allora mi metto a correre.

Ma santo cielo! L’ombrello mi vola via. Fa attrito e rallento. Mi fermo un secondo prima che voli via e io insieme a lui. Non sono mica Mary Poppins!

Arancione. Salto sulle strisce pedonali.

Rosso.

Guardo il semaforo e corro.

Mi volto solo un secondo,in tempo per vedere una luce bianca a mezzo metro dalla mia coscia. Per un momento vedo tutte le scintille luminose dell’acqua sui fari di una macchina rosso scuro. Qualcosa ha colpito la mia gamba, e con un’improbabile forza d’urto mi scaraventa due metri più avanti.

E giro sulla pancia. Ho sbattuto le ginocchia mi fanno un male cane. Non  mi rendo conto di nulla, sento solo l’ombrello ancora stretto nella mia mano. Sento le mie gambe che si alzano e corrono fin dall’altra parte della strada.

Ho il vomito.

Arrivo sullo spartitraffico,che stringo l’ombrello , ma non riesco a tenerlo sulla testa per coprirmi.

Mi sto bagnando. Mi viene da piangere.

Alzo gli occhi mentre uno scooter sale sullo sparti traffico. Il ragazzo che lo guida scende, non lo guardo neanche in faccia, allungo il dito verso il lo scooter e dico prima di rendermene conto “Posso sedermi?”

“Sì ,sì sono qui apposta...” lui sembra quasi preso alla sprovvista.

Mi siedo. Ho ancora la nausea. Tengo la testa bassa, guardo la chiave nella toppa del motorino,c’e’ un portachiavi a forma di esse.

Respiro a fatica, le mani mi tremano. Mi fa male l’anca. Ma non mi sono rotta niente, credo...

Finalmente alzo la testa e ci guardiamo.

Cavolo! E’ carino!Un bel po’!

“Come stai ?” mi chiede. E’ deciso, tranquillo.

“Ho avuto giorni migliori”rispondo senza fiato. Ma guarda ,faccio anche la simpatica adesso.

Lui sorride.

Dov’è il mio ombrello? Ah, lo tiene lui in mano, e ci copre tutti e due. Sto ricominciando a respirare per bene. Ma il cuore mi batte ancora a mille.

“Dov’e’ quello stronzo che ti ha investito? Non  si e’ fermato?”sbotta lui a un certo punto.

Non lo so. Non l’ho visto. E poi era colpa mia.

“Vuoi andare in ospedale?”

Scuoto la testa.

“no, no non ti preoccupare non c’e’ bisogno... sto bene...benino...”lui sorride di nuovo.

“E’ stata una bella botta però...”fa lui.

 “Adesso arriva il tuo ragazzo e lo riempie di botte”fa ancora.

“Eh, sì...”faccio. Mi strappa un sorriso.

Ma che razza di risposta e’? tu non ce l’hai un ragazzo pirla!

Non so che faccia fa lui, non lo sto guardando. Guardo la esse a spenzoloni.

Si avvicina un tipo con un giubbotto lungo, sarà più vecchio dei miei. Stempiato coi capelli bianchi e una cicatrice accanto all’occhio. Deduco sia l’uomo che mi ha investito.

“Come stai? Non ti ho proprio visto? Vuoi che chiami l’ambulanza? Mi dispiace, stai bene?”

“Si, si mi scusi...”

Il ragazzo mi guarda perplesso.

, ho lo “scusa” automatico. Una volta a casa di una mia amica ho chiesto scusa alla sua doccia.

“Sicura?” chiede ancora il canuto.

Annuisco.

“Allora posso andare?”

Annuisco mentre se ne va .

Il ragazzo dello scooter lo guarda sparire poi fa “che brutto il tipo,spero di non avere gli incubi sta notte!”.

Rido . Che carino che e’ questo ragazzo!

“scusa non e’ il momento, ma non e’ che avresti una sigaretta”

Scuoto la testa. “Non fumo mi dispiace”. Lui alza le spalle. “Pazienza”.

Stiamo un po’ in silenzio, il mio respiro e’ ormai regolare e la nausea se ne sta andando via.

“Come stai?” mi chiede ancora. Mi rendo conto che gli sto facendo perdere tempo .

“Bene ...credo di poter andare a casa...grazie...”sorrido e scendo a fatica dallo scooter.

“Ti accompagno” esclama lui subito.

“Ma no figurati”

Ma sì invece!ho un altro casco!”

Sorrido. “Non preoccuparti e grazie.”

Me ne vado senza voltarmi. Con il sorriso sulle labbra e un male folle alle ginocchia.

Non so perché ma mi sento felice.

Ci metto un po’ ad arrivare a casa,non abito molto lontano da quella di Panino,ma con un’anca inabilitata faccio un po’ fatica, mi viene da ridere a pensare che potevo farmi male e invece sto davvero bene. Non credo sia normale reagire così. Forse dovrei farmi vedere da qualcuno.

Suono il campanello di casa mia e aspetto che mi aprano. Ma non succede nulla, rimango fuori un po’ ad aspettare.

Risuono e questa volta compongo una marcia nuziale a suon di trilli. “Ta ta ta tan! Ta ta ta tan! Ta ta ta ta ta ta ta ta ta tan!!!”

Si va per le lunghe sto per cominciare l’inno nazionale che la porta si apre rivelando un Greco ossigenato,rosso e stanco, in mutande. Mi sa che ho interrotto qualche cosa. Probabilmente di là c’e’ quella ninfomane della Rinaldi.

E  fortuna che si chiama  “Santa” di nome. Che facciano quello che vogliono basta che stiano lontani dal MIO letto.

 Gli faccio uno dei miei sorrisoni. E alzo un poco i pantaloncini per fargli vedere le ginocchia rosse, ci vorrà qualche ora,ma verrà presto il livido.

“Greco” esordisco “mi hanno investito”.

Lui mi guarda perplesso poi dice una cosa che non c’entra nulla col fatto che sia finita addosso a una macchina “ Dafne...devi prenderti una vacanza...” . 

 

 

Dopo questo guazzabuglio volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto e in particolare Urdi che mi ha lasciato una recensione davvero bellissima (sono sinceramente commossa)!!!! Sono felice che ti piaccia la mia storia! E in quanto a Dea, beh…credo di averla inventata per essere amata! Grazie ancora e al prossimo capitolo^______^

Aki_Penn 

   
 
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