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Autore: Raynor    02/02/2014    0 recensioni
Io sono io.
Ma a volte ho il forte desiderio che anche il prossimo sappia chi sono io e perché sono quello che sono.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono io, scusa se non ti dico il mio nome, ma alla fin fine, io e te lettore non ci conosciamo abbastanza per farti sapere il mio nome, magari un giorno te lo rivelerò, chissà, se ci sarà un futuro lo scopriremo, no?
Allora, da cosa iniziamo? La parte del nome l’abbiamo passata quindi ti dirò semplicemente chi sono.

Sono un semplice operaio come ce ne sono tanti oggi giorno in Italia, mai diplomato, il perché di questo lo saprai più avanti, che lavora in un posto come tanti altri, una vita tipica per molti oggi giorno, almeno credo.
Quindi, perché scrivo? Ah sì, per sfogo, per noia, per rabbia.

Non posso dire di essere sfortunato, no, non posso, ok, odio il posto in cui lavoro, la mia vita sentimentale fa schifo, la vita sociale seppelliamola e se parliamo della famiglia, beh, diciamo che il divorzio dei miei mi ha dato una bella batosta, ma sfortunato no, anche se poche, ho avuto anche io le mie botte di fortuna ed i miei momenti di soddisfazione e felicità, meno di quelli che avrei voluto, molto meno, ma ci sono stati.

Iniziamo dalla scuola, vi va? Allora, che cosa è successo? Che cosa non è andato? Beh, credo soprattutto la mia voglia di non studiare, di non impegnarmi, ma credo anche che la mancanza di voglia degli insegnati di starmi dietro alle medie e superiori abbia avuto il suo peso, ok, non ero il primo della classe, ma non ero nemmeno l’ultimo, qualche consiglio, qualche spiegazione in più, un impegno concreto da parte loro come insegnati sarebbe stato molto gradito ed apprezzato, per la cronaca, se fra di voi ci sono insegnati o futuri tali fate un favore ai vostri allievi, seguiteli, aiutateli, siate educatori e maestri, non solo su carta, non solo sulla busta paga.

Ok, scusate la digressione, altro problema della scuola? I compagni di scuola. Sarà che ho avuto sempre una fortuna suprema ma sono sempre, e dico sempre, finito in classi popolati da casinisti imbecilli, bravi solo a dare fastidio e prendere per il culo. L’unica cosa che ricorderò per sempre della scuola sono i maltrattamenti e le prese per il culo da parte loro, fin dalle elementari.
Poi ci si chiede perché uno lascia scuola…

Vabbè, la cosa divertente dell’intera faccenda e che anzi che diventare un piccolo bastardello disadattato con un forte odio verso le altre persone oppure una persona schiva e taciturna sono diventato un adulto piuttosto allegro, rapido a fare conoscenze, amicizie, pronto a farsi il culo anche per gli sconosciuti che hanno bisogno d’aiuto, cavolo, do una mano anche alle vecchiette ad attraversare la strada.

Dimenticavo, nonostante il mio difficile rapporto con i libri di scuola sono diventato un divoratore di libri di altro genere, e quando dico divoratore intendo che fra poco di casa esco io e dentro ci rimangono solo fumetti e libri.
Cavoli che testo disordinato, scusatemi, nessuno mi ha mai insegnato a scrivere in maniera decente un testo simile.

Ok, dove eravamo rimasti? Ah sì, la scuola, a grandi linea te l’ho raccontata lettore, ti va di passare alla mia vita lavorativa? Oppure ti sei già annoiato? Hai già chiusa questa pagina e sei passato avanti?
In ogni caso, anche al costo di parlare ad una rete fredda e sorda io vado avanti.

Ho iniziato a lavorare a 18 anni, i primi due anni passati fra lavori santuari e disoccupazione per poi trovare il posto in cui sono ora da sei anni a questa parte.

Grosso errore averlo accettato.

Lo sapevo il giorno in cui mi avevano contattato, in cui avevo firmato, che non ne sarebbe nato nulla di buono.

Avevo ragione, odio avere ragione su queste cose.

Dopo sei mesi d’assunzione la separazione dei miei. Chi c’è passato da adulto, chi credeva di avere una famiglia stabile, felice, e poi se la vede strappare via in capo a due mesi sa bene il dolore che si prova, dopo sei anni a volte sono ancora sull’orlo della lacrime.
Poi che altro?

Allora, diciamo che i guai della scuola mi hanno seguito, anche se ci hanno messo due anni per arrivare. Prima di tutto problemi con i colleghi, quando tu non segui il calcio od il gossip e passi il tuo tempo a leggere ed a farti una cultura è ovvio che non si stringa un buon rapporto, conta poi la mia personale allergia per la stupidità ed ignoranza non è che si venga a creare una bella situazione. Peccato, perché fuori da lì non ho problemi ad andare d’accordo con la gente.

E poi ovviamente ci sono i responsabili, tranne due o tre, gli altri sono i peggiori con cui ho avuto il dispiacere di lavorare, bastardelli arroganti buoni solo a dare ordini, ammetto che mi farebbe molto piacere vederli a spalar merda in un campo di lavoro in Corea del Nord. Troppo cattivo? Non credo, non li conoscete, se no mi dareste ragione.

Ma poco importa, ormai sto cercando un altro posto di lavoro, spero di trovarlo presto.

Se non fosse che provo terrore e nausea ogni volta che devo andare in quello attuale, ultimante sono sempre sul punto di piangere anche quel dannato posto, troppi pensieri, troppi ricordi tristi, troppe occasioni perse.

Si, spero di andarmene presto.

E per ultimo la nota più triste, l’amore.

Ho avuto alcune storie nella mia vita, ma solo due relazioni.

Ma no, di questo non ne voglio parlare, almeno non ora, ho lasciato il cuore in queste due relazioni. Non so nemmeno se me ne rimane ancora per una terza.

Ti dispiace se per questa sera la chiudo qui lettore? Domani mattina la sveglia è alle cinque e sono stanco.

In ogni caso grazie per la tua attenzione.

Sul serio, grazie.
  
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