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Autore: alix katlice    03/02/2014    3 recensioni
{ Hook♥Emma / What if..? / Mini-Long }
Una maledizione ha catapultato tutti nel mondo reale.
E se Hook ed Emma si incontrassero, ma senza ricordare realmente chi essi siano?
[“Ci conosciamo?” chiede Emma, voltando il capo verso l’uomo e sollevando un sopracciglio.
“No” dice lui, bevendo prima un sorso di qualsiasi cosa abbia nel bicchiere e riprendendo a parlare poi “ma penso che potrebbe essere una piacevole esperienza.”]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono *sfortunatamente per me e fortunatamente per loro*.
 
 
Titolo: ~ do I know you?
Ratingarancione
Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Captain Hook
Pairing: Emma♥Hook
Avvertimenti: What if…?
Genere: Mini-Long 1/4
 

 


 
Una maledizione ha catapultato tutti nel mondo reale.
E se Hook ed Emma si incontrassero, ma senza ricordare realmente chi essi siano?
Tan dan daaaan.
Buona lettura, ci vediamo di sotto :*
 


 
 
~ do I know you?





I
Capitolo

 
 
 
 
 
“Ci conosciamo?” chiede Emma, voltando il capo verso l’uomo e sollevando un sopracciglio.
“No” dice lui, bevendo prima un sorso di qualsiasi cosa abbia nel bicchiere e riprendendo a parlare poi “ma penso che potrebbe essere una piacevole esperienza.”
Emma alza gli occhi al cielo, proprio a lei doveva capitare l’ubriacone pervertito?, però non se ne va: rimane lì seduta ad osservare l’uomo che le siede davanti.
“Conoscerci, intendo. Sarebbe piacevole” aggiunge lui, sorridendole.
Emma trova che lo sconosciuto abbia un sorriso affascinante, già, così come i suoi occhi azzurri, magnetici, la sua barba leggermente incolta e i capelli scurissimi, non propriamente in ordine.
“Grazie ma passo” dice, prendendo poi anche lei un altro sorso di quella bevanda che tiene nel bicchiere, ormai non si ricorda più nemmeno cos’ha ordinato.
Emma pensa che molto probabilmente ora l’uomo se ne andrà, dopotutto le sembra di avergli dato il ben servito, ma niente, quello non demorde; con un lungo sorso butta giù il rum, sarà rum?, che stava bevendo e il suo sguardo si posa nuovamente su di lei.
“Come ti chiami, amore?” domanda, avvicinandosi leggermente con la sedia, facendo leva sul piede che tiene per terra.
Emma nota che l’uomo non ha una mano.
“Come hai perso la mano?” chiede, senza rispondere, e viene incuriosita dall’espressione che lui assume.
Come se cercasse di ricordare e ci fosse qualcosa che lo trattiene.
“Non è importante” risponde infatti poi, passandosi la lingua sulle labbra.
Emma viene catturata da quel movimento: sono invitanti le labbra dell’uomo, le piacerebbe baciarlo.
Dio, cos’ha appena pensato: non conosce nemmeno il suo nome!
“Come ti chiami?” domanda, per risolvere il problema del conoscere il nome, così ora se ha voglia può anche baciarlo: fa finta di non aver pensato nemmeno questo.
“Killian Jones, amore. Ma tu non mi hai ancora risposto.”
Killian.
Emma si ritrova a pensarlo, a formularlo in mente: sì, Killian le piace, ha un suono musicale, armonico.
“Emma Swan” dice, perché non le sembra giusto conoscere il nome di una persona che non sa il suo, anche se quella persona è un tipo molto poco raccomandabile che ha appena incontrato in un pub di bassa categoria.
“Swan… appropriato. Sei bella quanto un cigno, effettivamente” mormora lui, la voce che quando si abbassa diventa roca: Emma non sa se l’abbia fatto apposta, ma la sua voce le da i brividi.
Uno sconosciuto, Emma, uno sconosciuto!
Uno sconosciuto che però ci sta provando con lei, è palese, e che la reputa simile ad… un cigno? Non sa se prenderla come un’offesa o come un complimento.
“Me lo dicono in tanti” butta fuori parole a caso, visto che ormai la sua mente è fuori controllo.
“Te lo dimostrano?” chiede, ed Emma quasi si strozza con la sua stessa saliva.
Oddio, ed ora cosa significa?
“In che senso?” chiede, dopo essersi ripresa da un attacco di ridarella.
“Ma noi ci conosciamo?” domanda invece Killian, guardandola negli occhi, quel sorriso da predatore svanito e uno sguardo confuso.
Emma per un momento ci pensa, perché effettivamente sa cosa sta provando l’uomo di fronte a lei in questo momento: come un dejà-vu, come se si fossero conosciuti in un'altra vita…
“Ehm… no, non mi pare” risponde infine, perché è semplicemente impossibile. Non l’ha mai visto in vita sua.
“Giusto, se ci fossimo già incontrati ti saresti ricordata di me.”
Ecco, ora lo riconosce.
Aspetta, non può riconoscerlo, lo ha appena incontrato. Non l’ha mai visto in vita sua.
“Ed io mi sarei ricordato meglio di te” aggiunge, mordendosi il labbro.
Emma ora distoglie lo sguardo da lui, perché se continuano così rischia di saltargli addosso.
“Oddio com’è tardi!” esclama improvvisamente, scattando in piedi: deve andarsene da quel pub, e il più velocemente possibile.
“Devo proprio andare” aggiunge, quando vede che Killian non riesce a distoglierle gli occhi di dosso.
Afferra la giacca che aveva abbandonato su uno sgabello vicino e si dirige velocemente verso l’uscita, senza salutare Killian e senza aspettarsi niente.
Invece lui la segue, sente un gruppo di ragazzini appena entrati che imprecano contro di lui, probabilmente è andato a sbattere contro qualcuno: Emma esce ugualmente dal locale e la fredda aria d’inverno la investe, tanto che è costretta a chiudersi la giacca.
“Ehi, Swan! Aspetta!” esclama Killian, ed Emma si ferma e si volta, non andandogli incontro: non vuole fargli capire che in un certo senso sperava l’avesse seguita.
Quando la raggiunge, lui le porge un foglietto.
“Chiamami, okay?”
Emma annuisce e Killian sorride, un sorriso reale.
Rimane a fissare in uno stato di shock emotivo il foglietto dove con una calligrafia elegante c’è scritto un numero di telefono, mentre Killian si volta e torna dentro il pub.
Ora molto probabilmente cercherà di abbordare una delle ragazzine in minigonna che prima era riuscita a intravedere mentre usciva, e questo è ciò che le dice la parte di lei che ancora riesce a ragionare; invece la parte irrazionale urla a gran voce che deve averlo colpito seriamente, perché non pensa che un tipo come Killian Jones dia il suo numero di telefono a chicchessia, o che sorrida in quel modo a qualunque donna incontri nel suo cammino.
Quel pensiero la fa sorridere, anche se non dovrebbe; dopotutto è solo uno sconosciuto.

 
 
 
 
Emma ha qualche problema con quel foglietto.
Henry la fissa, spaesato, perché non è mai capitato che Emma si sia messa a fissare così male lui, figurarsi  un foglio. Eppure è quello che sta facendo adesso, quel foglio con chissà cosa scritto sopra poggiato sul tavolo, lei seduta davanti e con i gomiti sul legno: lo fissa, quasi come se volesse incenerirlo, ed Henry ha paura che effettivamente possa bruciare da un momento all’altro.
D’altro canto Emma sembra però piuttosto indecisa e in conflitto, più che incazzata, e questo rassicura molto il ragazzino.
“Mamma, io vado a scuola” mormora, avvicinandosi a lei: ha paura che gli si rivolterebbe contro, se la prendesse di sorpresa.
“Ah ah.”
Henry sorride verso la madre, ancora piuttosto assente, e poi esce di casa sicuro di poterla lasciare da sola senza che combini qualche danno.
Non sa quanto si sbaglia.
 
Appena esce di casa Emma sbuffa, reclinando la testa all’indietro.
Cavolo. Cavolo cavolo cavolo! Ma perché è così difficile buttare questo maledetto foglietto volante? si chiede Emma, anche se sa già la risposta: c’è qualcosa che la convince a non farlo, una sensazione… positiva, una sensazione positiva nei confronti di Killian Jones che la spinge a voler chiamare quel numero, a voler sentire nuovamente la sua voce e a chiedergli di uscire, di vedersi, di toccarsi, di sfiorarsi.
Dopo una breve analisi si convince del fatto che sia impazzita del tutto.
Non può di certo sentirsi così attaccata ad uno sconosciuto! Okay che le sembra di conoscerlo da tanto tempo, ma così? Oh no, proprio no. Non va affatto bene.
Emma riporta la sua attenzione e il suo sguardo su quel foglietto, ben decisa ad afferrarlo e a gettarlo via per sempre, così come riuscirà a gettarsi alle spalle quest’incontro che le ha scombussolato l’esistenza.
Lo afferra, vai Emma decisa!, si alza in piedi e si dirige a passo di marcia verso il secchio della cucina, apre l’anta, inserisce dentro il braccio e…
Oddio no!
Non ce la fa, le sue dita non si aprono! Glielo ordina, dai mano apriti e lascia cadere questo maledetto numero di telefono, ma niente, non funziona.
Emma, contro la sua volontà, tira fuori la mano dal secchio e afferra il cellulare che tiene in tasca: si rimprovera mentalmente, non lo fare non lo fare non lo fare, ma l’intento non ha il successo sperato e si ritrova a digitare il numero velocemente, come se le sue dita (o lei) avessero paura di non riuscire più a farlo.
Avvicina il telefono all’orecchio e aspetta, uno, due, tre squilli…
Magari mi ha dato il numero sbagliato, pensa, sperandoci, e sta per riattaccare quando la sua voce le risponde, come se si fosse appena svegliato.
“Pronto?” mormora, sbadigliando.
“Ti ho svegliato?” domanda Emma innocentemente.
“Swan!” esclama lui, e ad Emma piace molto il cambiamento di tono: sembra essersi svegliato improvvisamente.
“Già, sono io.”
Qualche secondo di silenzio l’avverte che Killian non si aspettava di essere richiamato.
“Sei morto?” domanda, visto che non sente ancora nessuna voce.
“Nah, vivo e vegeto. Ci vediamo fra una mezz’ora davanti al pub di ieri sera, okay?”
Emma non fa in tempo ad accettare l’invito che Killian le chiude il telefono in faccia.
Qualcosa le dice che si è infilata in un bel pasticcio.
Però Killian è interessante.
E poi lei il lunedì mattina non deve andare a lavorare, no affatto.





 
Note autrice:
Muah ah ah.
Innanzitutto salve a tutti c:
Poi, vi avevo parlato di una mini-long, no?
Beh, non è questa. Ma non importa, anche questa è una mini-long quindi è tutto okay, no? Già.
Passando all'organizzazione dei capitoli: sono quattro, tutti all'incirca di questa lunghezza; per un momento ho pensato di dividere la mini-long in soli due capitoli, così da rendere ogni capitolo un po' più lungo,  ma alla fine ho pensato che magari poi erano troppo lunghi e non se n'è fatto niente :)
Ah, un'altra cosa: non prendete molto sul serio questa mini-long. é un'idea così, non ci ho riflettuto molto per migliorare la trama, avevo solamente voglia di far muovere Emma e Killian in un contesto nuovo ed ecco qui :3 Mi sono concentrata molto su di loro, infatti Henry appare in pochissime scene: il resto della sgangherata famigliola che fine a fatto? Lo scoprirete a fine del quarto capitoletto xD
Bene, dopo queste note particolarmente lunghe io vi lascio e spero che questa prima parte sia stata di vostro gradimento: i pareri sono sempre ben accetti!
Baci a tutti e al prossimo aggiornamento :*

Alice
p.s: tutti i capitoli sono già stati scritti, perciò gli aggiornamenti saranno relativamente veloci :3 devo comunque revisionarli e avere tempo per pubblicarli. baci di nuovo!
  
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