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Autore: DulceVoz    03/02/2014    8 recensioni
Un’ ex truffatrice che vuole cambiare totalmente vita, una ragazza ambiziosa ma dall'animo troppo fragile per realizzare le sue aspirazioni, un uomo che vive in un doloroso passato non riuscendo a superarlo e suo figlio, erede viziato e sicuro di sé che fugge dalle sue sofferenze con una vita fin troppo sregolata. Quattro cuori, quattro menti, quattro destini molto diversi… cosa accadrebbe se le vite di questi quattro personaggi si incrociassero? Cosa celerà villa Galindo? E se, una nota di sovrannaturale sconvolgesse ancor di più il tutto, proponendosi sotto forma di sogni più o meno inquietanti? Misteri, amore, inganni, passioni e segreti. E una donna che, in fondo, c’è sempre stata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Leon, Pablo, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Leon scese le scale con passo fiero e la classe che lo contraddistingueva, fissando Angie e Violetta che lo osservavano mentre andava a sedersi accanto a Galindo e a Jackie che guardava, a sua volta, entrambe con superiorità. “- Papà! Ma che bello il regalo di compleanno di quest’anno! Grazie di cuore! Addirittura doppio, poi!” a quella frase del ragazzo Pablo avvampò, la Saenz ghignò e abbassò lo sguardo sconvolta e le due ospiti si fissarono con aria interrogativa… ma di cosa stava parlando?  L’aspirante istitutrice e Violetta si voltarono istintivamente, pensando che alle loro spalle ci fosse un possibile pacchetto, precedentemente non notato da loro contenente una qualche sorpresa e, solo dopo l’occhiata maliziosa che il ragazzo lanciò loro ancora una volta, il messaggio fu più chiaro e venne recepito, lasciandole a bocca aperta.
“- Perdonatelo, vi prego! Non andate via!” supplicò quasi il padrone di casa, tirando una gomitata al figlio che continuò a ridere, puntando i suoi profondi occhi verdi sulla Saramego e la La Fontaine, facendoli passare dall’una all’altra con aria da seduttore. “- Si figuri! Nessun problema! Basterà far capire al ragazzo come stanno le cose e chi comanda…” esclamò Angie con voce ferma ma lasciando intuire una nota di imbarazzo dovuta alla situazione. “- Bene, io la trovo un’ottima idea!” si scusò ancora Pablo, serissimo e teso, ancora violaceo fino alla punta delle orecchie per la figuraccia fatta a causa del figlio. “- Vogliamo vedere le referenze, per favore? O dobbiamo perdere altro tempo?” strepitò per poi sbadigliare sonoramente con l’intenzione di mostrare la propria noia, Jackie. L’altra bionda tirò fuori dalla borsa un Curriculum alquanto sgualcito e lo consegnò a Galindo che le sorrise gentilmente, ringraziando con un cenno del capo. “- Ah, lei conosce varie lingue, ottimo!” sentenziò l’uomo, prendendo a leggere e sfogliando nervosamente le pagine. “- Così sembra!” ridacchiò nervosamente Angie, lanciando un’occhiataccia alla ragazzina che le fece l’occhiolino per rassicurarla. “- Ottimo… fa sempre piacere avere un’insegnante esperta nelle lingue…” il tono allusivo di Leon era abbastanza furbo e la donna se ne accorse subito, anche perché il giovane Galindo non le staccava gli occhi di dosso e di tanto in tanto si perdeva anche a guardare con fierezza la ragazzina che tentava con tutte le sue forze di ignorarlo. “- Leon, dacci un taglio!” lo rimproverò la Saenz, dandogli uno scappellotto e inzialmente, facemdolo divertire ancor di più eppure, solo dopo qualche secondo, il ragazzo le lanciò un’occhiataccia stizzita, realizzando il gesto compiuto dalla futura matrigna e innervosendosene.
“- Non ti preoccupare, Jackie, farò il bravo. O almeno ci proverò per quanto mi sarà difficile!” l’ultima parte della frase la borbottò tra i denti, mentre Violetta tentava in tutti modi di fuggire a quegli sguardi indagatori da playboy, fissando ovunque ma non di fronte a sé, dove era seduto il ragazzo. Bello era bello, su quello non ci pioveva… quello sguardo magnetico l’attirava come una calamita e quel sorrisetto perfetto le faceva letteralmente girare la testa… ma era altezzoso e sicuro di sé e poi sembrava fin troppo intraprendente per i suoi gusti. “- Quindi parla italiano, inglese e francese… Très bien!” iniziò Galindo, prima di farsi un intero discorso in lingua che lasciò la donna alquanto preoccupata, facendola sorridere di tanto in tanto, come imbambolata, non avendo capito quasi nulla ad esclusione di qualche rara parolina… tra l’altro quell’uomo aveva una pronuncia incredibile e parlava velocemente, rendendole ancor più difficile la comprensione.
“- Oui… oui…” balbettò lei, fingendosi certa di aver capito tutto alla perfezione e continuando ad annuire. Dalla faccia di Pablo serena, Angie poté tirare un sospiro di sollievo… chissà cosa diamine le avesse chiesto! Subito capì che non lo avrebbe mai saputo. “- Insegnante di musica e canto! Ma che bello! La musica è una parte fondamentale della formazione di un giovane.” commentò ancora Pablo, facendola  sorridere imbarazzatissima... Tutta colpa della ragazza ch aveva gonfiato un po’ troppo quel curriculum ed ora lei ne stava pagando le conseguenze! Già aveva detto chissà quale cavolata in Francese e ci mancava solo che l’uomo le chiedesse di mettersi a suonare il grande pianoforte a coda, posizionato sotto alla finestra dell’enorme stanza. “- Sentiamo un pezzo al piano?” esclamò Jackie, sperando di metterla in difficoltà. Ecco fatto! Se l’intenzione della padrona di casa era spaventarla ci era riuscita alla grande! La sua avventura in quella casa finiva lì, se lo sentiva. “- C-certo…” balbettò l’altra, alzandosi come se stesse per andare alla ghigliottina e sedendosi allo strumento con aria preoccupata come forse mai in vita sua. Sperò con tutte le sue forze di ricordarsi qualcosa di teoria musicale… per fortuna ebbe un lampo di genio e suonò giusto quattro note che lasciarono un po’ perplessi gli altri… doveva essergli sembrato un brano alquanto elementare… per un’insegnante di musica! “- Bene, credo… ma io non sono un musicista! Magari lei è un talento come Mozart e sono io a non sono capace di comprenderlo e riconoscerlo!” esclamò Galindo, mentre Leon continuava a osservarla come se le stesse facendo una radiografia. Angie avvampò ancora e tornò a sedersi quasi tremante per il nervosismo, tentando di non inciampare con quei trampoli di Jade che indossava e ai quali era poco abituata. “- Per me è perfetta. Puo’ iniziare domani?” chiese gentilmente il moro, rivolgendole un altro sorriso gentile. “- Anche per me lo è…” la voce di Leon era come al solito inclinata in un tono da seduttore e Angie ruotò gli occhi al cielo, per poi dissimulare il suo nervosismo in un bel sorriso. “- Forse è una decisione un po’ affrettata, non credi amore?” esclamò Jackie, aggrappandosi al braccio dell’uomo che scosse il capo con decisione. “- No, la signorina va benissimo. Lei è disponibile a trasferirsi qui? Suppongo l'abbia letto sull’annuncio, vero? Magari sempre domani, così si organizza per bene…” chiese l’uomo, analizzando l’espressione tesa della Saramego. “- Sì, certo! Domani è perfetto.”  rispose subito lei, notando poi che l’attenzione dei suoi interlocutori si fosse tutta focalizzata su Violetta che osservava di nuovo l’abbigliamento costosissimo di Jackie come incantata. “- La signorina invece è… il sua portafortuna personale?” chiese Leon, ammiccando alla giovane che avvampò ancora e abbassò di nuovo lo sguardo sull’elegante tappeto sotto ai suoi piedi. Angie stava per rispondere qualcosa di veritiero, ovvero che la giovane l’avesse solo accompagnata e che sarebbe tornata a casa sua ma fu interrotta dalla stessa Violetta, rimasta in silenzio per tutto quel tempo: “- Io sono sua figlia!” la vocina melodiosa della La Fontaine riecheggiò nel silenzio della stanza. Persino Roberto che era seduto in disparte prese a fissare le due sconcertato… non si somigliavano affatto! Non sembravano per niente madre e figlia e la cosa gli sembrò subito alquanto strana… poi però penso che forse la giovane fosse simile al padre e lasciò perdere le sue teorie, sempre fin troppo sospettose. Angie fissò Violetta con terrore e confusione, forse fin troppo visibili sul suo viso... A che gioco stava giocando adesso la ragazzina? Cominciò a osservarla con aria di rimprovero ma senza darlo troppo a vedere… già sapeva che in seguito, avrebbe dovuto farle un bel discorsetto in privato. La castana, dal canto suo, si sentiva soddisfatta eppure, allo stesso tempo, le faceva strano considerare la Saramego in quel modo… certo, per lei era sempre stata una mamma vera e propria, eppure sapeva che non era così… il suo flusso di pensieri fu presto interrotto dal padrone di casa: “- Ah, quindi resterà qui con lei, bene.” esclamò Galindo, sorridendo ora alla ragazzina che ricambiò gentilmente. “- No! Cioè no, perché non vogliamo dare problemi!” la voce di Angie era nervosa, tremante e osservò la faccia furba della giovane ghignarle allegramente… il suo sguardo diceva solo una cosa: da quell’arpia di sua zia non ci sarebbe mai e poi mai ritornata! E poi sapeva che suo padre, finché era con Angie, l’avrebbe mandata anche in capo al mondo. “- Ma quali problemi! Stia tranquilla! Roberto, dì ad Olga di preparare una stanza per la signorina e la figlia. Benvenute a casa Galindo!” esclamò con tono rassicurante Pablo, stringendo la mano, prima alla donna e poi anche alla più giovane. “- Quindi io sono assunta?” chiese la Saramego, euforica, dimenticando per un secondo il problema in cui l’aveva cacciata la giovane. “- Pare di sì.” borbottò la Saenz, guardandola sott’occhio e stringendosi a Galindo che continuava a fissare le nuove arrivate, soddisfatto della sua scelta. “- Domani mattina alle 10 iniziate con le prime lezioni e porti i suoi effetti personali e quelli di sua figlia, in modo che vi trasferiate da subito qui!” disse Pablo alzandosi e recandosi con la novella istitutrice e Jackie nella sala accanto, mentre Leon si avvicinava a Violetta con ampie falcate, facendola indietreggiare e ritrovare, dopo tre o quattro passi, schiacciata tra lui e la poltrona. Nel salotto erano rimasti solo loro due, tutti si erano spostati a parlare altrove dei vari dettagli dell’assunzione e la stanza era preoccupantemente vuota.
“- Non potevo sperare di meglio, in casa mia, a tutte le ore del giorno e… della notte.” Ghignò il ragazzo, con aria maliziosa. “- Io… io non…” ma lui le poggiò l’indice sulle labbra lasciandola di sasso. “- Ci conosceremo, vedrai… anche tua madre è… interessante, forse anche più di te. Sarà bello vivere sotto lo stesso tetto.” Sibilò Leon, scostandole una ciocca dietro l’orecchio e facendo sì che lei si imbambolasse ancor di più a fissarlo. “- Tu… cosa…?” Violetta era sbiancata. Ma cosa aveva quel ragazzo di tanto particolare? Sembrava parlare una lingua che lei non comprendeva o meglio sperava di non capire! Davvero alludeva a lei e Angie in quella maniera? “- Bambolina, ti avverto: prima che tu te ne accorga sarai mia, vedrai. Cadrai ai miei piedi come tutte le donne che hanno incrociato i miei occhi almeno una volta nella loro vita!” ridacchiò Leon, mentre lei gli diede un forte spintone per allontanarlo, facendolo finire a sedere di nuovo sul grande divano di fronte a sé. Il ragazzo ghignò ancora, con il suo sorriso perfetto e i suoi profondi occhi verdi che si ridussero a due fessure. “- Cos’hai da guardare?” chiese la giovane, preoccupata da quel tipo. “- Indovina un po’?” chiese lui, sorridendole ancora e facendola avvampare per l’imbarazzo… quello sguardo insistente la portò a rabbrividire istantaneamente. Fece per andarsene ma la voce di Galindo la bloccò: “- A domani, mocciosa!” esclamò Leon, soddisfattissimo del suo operato fin a quel momento… lei non disse nulla e corse verso il corridoio in cui Angie, che continuava a parlare animatamente con Pablo e Jackie che la studiava con aria stizzita, stava uscendo

“- Andiamo?” chiese la ragazza aggrappandosi al braccio della donna che sgranò gli occhi, fissandola sorpresa di quella reazione. Fino ad un secondo prima, al colloquio, le era parsa così decisa ed adesso sembrava quasi spaventata da chissà cosa! Le portò una mano alla fronte, notando quanto fosse rossa e accaldata… che le fosse salita una febbre improvvisa? “- Dov’è Leon?” intuì prontamente Pablo, ricordandosi che probabilmente la giovane era rimasta da sola con il figlio e che, per quello, fosse così sconvolta. “- Eccomi, papino!” ghignò Galindo junior, appoggiandosi alla spalla del moro. “- Che hai detto alla signorina? La vedo alquanto scioccata… ed era da sola, in soggiorno con te.” Sentenziò l’uomo, fissando negli occhi il figlio che alzò le spalle con noncuranza. “- Ci stavamo solo conoscendo un po’ dato che ora verranno a vivere qui. Volevo solo fare amicizia…” Leon fece l’occhiolino alla giovane di fronte a sé, ancora appoggiata alla sua “fasulla madre” facendola sentire ancor più tesa per l’insistenza di quel ragazzo… ma lei aveva già in mente qualcosa, un piano per cui si era fatta passare per la figlia di Angie e non avrebbe mollato, nonostante l’intraprendenza dell'erede di Galindo. “- Potete andare, a domani.” Salutò poi Pablo, stringendo nuovamente la mano alla bionda Saramego e alla presunta figlia. “- Saremo puntualissime, arrivederci.” Esclamò allegramente lei, allungando il braccio anche alla Saenz che accennò solo un cenno del capo per fingersi cordiale. La porta si richiuse e Jackie se ne andò di sopra per prepararsi ad uscire. Nel salotto ritornarono solo padre e figlio: il primo si andò a sedere sul divano mentre il giovane stava già imboccando la strada che portava alle scale per tornare in camera sua. “- Non così in fretta, Leon. Vieni un secondo qui…” la voce di Galindo era seria e il giovane, sbuffando sonoramente, si incamminò controvoglia verso di lui. “- Ora puoi dirmelo, avanti! Cosa hai detto alla figlia della tua nuova istitutrice? “ chiese l’uomo, sporgendosi verso il ragazzo che si sedette scompostamente proprio di fronte a lui, su una candida poltrona. “- Papà! Ma cosa vuoi che le abbia detto?!” rise lui in modo sguaiato, afferrando una rivista dal tavolinetto di cristallo e prendendo a leggerla distrattamente. A quel punto Pablo non ne potette più, si alzò di colpo e gli strappò il giornale dalle mani, lasciandolo scioccato. “- Io comunque lo stavo leggendo quello!” esclamò ironicamente il castano, passandosi poi una mano nel ciuffo dorato. “- E io ti sto parlando! Leon ti rendi conto di quello che hai detto durante il colloquio che stavo tenendo con la Saramego? Pensi di essere divertente?” chiese, accigliandosi, Galindo. “- Non lo penso, lo sono.” Ghignò ancora lui, interrompendo l’uomo che buttò la rivista sul tavolo con stizza. “- Adesso mi sono stancato… basta, Leon! BASTA! Sono tuo padre e devi rispettarmi! Tu prova a far fuggire anche Angie e giuro che io ti sbatto in un collegio e ti ci lascio fino a quando non avrai imparato ad essere una persona civile! E se neppure quello dovesse funzionare opterò per l’accademia militare, e vedremo se li ti metteranno in riga… Intesi?” chiese nervosamente il moro, fissando con ira il giovane erede del suo patrimonio, alzarsi controvoglia, come se nulla fosse. “- Pensi davvero che io voglia far fuggire Angie e la sua ‘bambina’? Papà mi sottovaluti! Perché vorrei farle scappare? Sarà magnifico averle in casa nostra, mi stanno già così simpatiche.” sorrise Leon, poggiandogli una mano sulla spalla per rassicurarlo. Pablo assottigliò gli occhi per fissare quelli del ragazzo che sapeva non essere pienamente sincero ma si volle basare su quella frase per dargli fiducia. “- Figliolo… mi raccomando.” Sperò di farlo rinsavire Galindo, mentre il ragazzo prese a salire i gradini, lasciandolo in fondo alle scale. “- Fidati.” Disse lui, voltandosi con un ghigno già alquanto esplicativo, aggiustandosi il colletto della giacca e continuando a camminare. Pablo prese un profondo respiro e si andò di nuovo a sedere… possibile che suo figlio fosse così maleducato e particolare? Dove aveva sbagliato? Forse se Clara fosse stata lì sarebbe stato tutto diverso, tutto migliore. Sarebbero stati una famiglia felice invece tutto era andato in fumo dopo quel maledetto incidente che gliel’aveva portata via. Vide arrivare Olga con un vassoio tra le mani e le sorrise amaramente, immerso in pensieri che gli riportavano alla mente troppi ricordi malinconici di momenti drammatici che volentieri non avrebbe voluto dovuto subire. Un thè in quel momento gli ci voleva proprio e la cuoca della casa sembrava leggergli il pensiero… anzi, forse in quel momento sarebbe stata meglio una camomilla.
 
 
“- Posso sapere cosa ti è saltato in mente quando hai detto quella frase? Ho una figlia, adesso! Ah, guarda non ci posso credere! Violetta adesso come faccio? Ti rendi conto di quella enorme bugia che hai detto ai Galindo? ed io che ti ho dovuto anche assecondare!” Angie camminava a passo svelto verso casa La Fontaine, mentre la giovane la seguiva piano, aveva la mente sommersa dai pensieri per potersi mettere ad ascoltare la partaccia che si aspettava già di dover ricevere dalla Saramego. Quel Leon l’aveva turbata e non sapeva spiegarsi se in positivo o in negativo! Era proprio un principe: bello, ricco… il punto era che del carattere del principe azzurro non aveva un bel niente! Non se lo immaginava per niente a recitarle una poesia, a regalare rose rosse oppure ad andarla a prendere con un cavallo bianco. No. Al massimo le lanciava frecciatine maliziose, le regalava un bacio appassionato e la passava a prendere con un’ auto di lusso o con qualche motocicletta rumorosa e super veloce. “-  VIOLETTA!” Angie per poco non le stonò un timpano, voltandosi verso di lei e portandosi le mani sui fianchi con aria indispettita, battendo un piede nervosamente a terra. “- Che c’è?” chiese candidamente la giovane, dando dimostrazione di averla ignorata fino a quel momento. “- Hai il coraggio di chiedermi cosa succede? Sei incredibile, lo sai?” la donna riprese a camminare e tagliò per il parco, sedendosi sulla prima panchina che incontrò lungo il viale alberato.
“- Hai visto che vita fanno quelli lì? Ti rendi conto di cosa indossava la padrona di casa? Quei gioielli, quella casa… Angie io voglio vivere così! Sono stanca di essere la Cenerentola di turno, sempre a sopportare quell’arpia di zia Jade! Voglio trasferirmi lì con te, sposare Leon e vivere come loro!” a quelle parole la donna rimase a fissarla in silenzio per qualche secondo che sembrò eterno alla più piccola, gli occhi verdi sgranati ed espressione confusa. “- Tu sei fuori di testa! Ora ho la certezza che sei la nipote di quella svalvolata della sorella di Mati! Sei pazza come lei!” ribatté Angie, tirando un forte sospiro e portandosi le mani al viso, disperata. “- Se fingo di essere tua figlia potrò trasferirmi in quella reggia e cominciare a conquistare il figlio di Galindo. Sarà una truffa in grande stile... vero, esperta?” sorrise Violetta, dando una gomitata alla bionda che scosse con foga il capo, facendo ondeggiare i boccoli biondi. “- Non chiamarmi così! Io non voglio che tu ti inventi questi piani assurdi! Se verrai a stare in quella villa è perché ormai sanno che sei mia figlia e non potrei fare altrimenti che portarti con me! Ma niente truffe, niente imbrogli, niente di niente. Io lavorerò onestamente e mi guadagnerò da vivere come si deve.” Spiegò la donna, mentre una lieve brezza si era alzata e scompigliava i capelli alle due. “- Non ti prometto nulla!” ribatté lei, decisissima a portare a termine il suo piano… era convinta che Leon fosse solo duro in apparenza, che si divertisse a provocare lei e Angie, ma che, alla fine, fosse solo una maschera che indossava per apparire spavaldo, tutto fumo e niente arrosto, insomma. Sapeva che l’avrebbe saputo conquistare, ne era certa e quel suo atteggiamento l’avrebbe solo aiutata a giungere prima al suo intento.  “- Invece me lo giuri! Convincerò tuo padre a lasciarti venire con me ma soltanto perché voglio tenerti lontana da quell’arpia di Jade, chiaro?” specificò Angie, incrociando le braccia al petto e facendola annuire. “- Grazie!” gridò, buttandosi tra le braccia della donna che la strinse a sé con affetto. “- A papà non parlerai del mio piano, vero?” ghignò furbamente la ragazza, facendo ruotare gli occhi al cielo alla donna. “- No, perché tu non attuerai nessun piano! E poi quel ragazzino è un po’ troppo…” tentò di dire la Saramego ma le parole non le vennero subito. “- Un po’ troppo cosa?” chiese lei, curiosa. “- ...Troppo astuto e malizioso. Lascialo perdere!” esclamò Angie, circondandole le spalle con un abbraccio. “- Nah! Io dico che è un aspetto esteriore! Riuscirò a conquistarlo!” rise la castana, scattando in piedi entusiasta. “- Violetta cosa ti ho appena detto…?!” ribatté subito la bionda, rialzandosi dalla panchina e riprendendo a camminare. “- E va bene, ho un’idea. Ascoltami! Tu conquisti il padre ed io il figlio… diventeremo ricchissime se riuscissimo mai a sposarci con quei due! Angie non fare la santarellina! Anche con Caldez puntavi ai soldi o sbaglio? Bene, riproviamoci, ma insieme!” la Saramego si bloccò a quelle parole… come poteva quella ragazzina essere così astuta? Aveva preso da lei, evidentemente! Seppur non fosse sua madre l’aveva praticamente cresciuta tra una truffa e l’altra e la giovane aveva appreso a meraviglia le tattiche degli imbrogli. “- VIOLETTA, BASTA! Cammina, è già tanto che convinca Mati a farti trasferire con me! Andiamo!” Angie la invitò ad affrettarsi ma rifletté sulla frase della ragazza… certo, Galindo sembrava una preda facile, un uomo buono che sarebbe cascato con tutte le scarpe… ma stava con quel mastino di Jacqueline Saenz. Quella non doveva nemmeno essere la moglie, tra l’altro! Era così diversa da lui, era evidente che fosse solo la sua attuale compagna e forse non erano neppure ancora sposati. Inoltre era molto giovane e Angie era quasi certa che la madre di Leon fosse stata un’altra donna. Poi si rese conto di star riflettendo su cose che non la dovevano riguardare… ma a cosa stava pensando? L’idea di Violetta era assurda e lei voleva finalmente trovarsi un vero e proprio lavoro onesto e retribuito quindi delle teorie sulla vita sentimentale del suo capo nemmeno dovevano passarle per la testa. La ragazza fissò la bionda precederla sul sentiero del parco, barcollante per i tacchi sulla ghiaia e nervosa… capì che quella tensione l'aveva provocata lei con il suo folle piano e furbamente un sogghigno le si disegnò sul viso. Leon avrebbe ceduto, era sicuro di quello che pensava. Per ora avrebbe iniziato con il trasferirsi dai Galindo con la sua falsa madre e sapeva che, forse, anche Angie rimuginava su quella che definiva folle idea e, una volta rimesso piede in quella reggia, avrebbe cambiato prontamente opinione, dandole ragione e appoggiandola nella sua opera di conquista.
 
 
La cena in casa La Fontaine fu molto particolare quella sera: Matias fissava il piatto e, stranamente, non ne stava divorando il contenuto, Jade borbottava qualcosa sul fatto che Violetta non l’avesse servita per prima, snobbandola per Angie e, quest’ultima, sembrava avere la testa altrove. “- Papà, non chiedi ad Angie com’è andato il colloquio?” la voce della figlia risvegliò il biondo che la smise di giocherellare con il suo purè e alzò lo sguardo verso l’amica. “- Sì, scusami… com’è andata?” chiese, prendendo a fissare la Saramego che non sembrava attenta alla conversazione appena iniziata. “- Eh?” chiese, voltandosi verso Matias che le sorrise perplesso… non la stava ascoltando e, prima che uno dei due potesse aggiungere qualcosa si intromise Jade. “- Che domande! L’avranno cacciata a calci, è ovvio!” sentenziò, pulendosi la bocca con il tovagliolo e versandosi dell’acqua. “- Mi dispiace deluderti, zia ma è stata assunta subito! Domani si trasferirà a villa Galindo, dove sarà istitutrice del figlio dell’architetto e imprenditore! Non è fantastico?” spiegò euforica la giovane, facendo annuire Matias allegramente e stizzire la mora. “- Wow! Sono felicissimo per te! Te lo meriti! E stavolta, mi raccomando… niente sciocchezze!” esclamò, sporgendosi verso di lei per poggialre una mano sulla spalla e facendola rispondere con un sorriso a quel gesto affettuoso. Violetta fissò Angie e sperava si ricordasse della faccenda del trasferimento che riguardava anche lei. “- Ah, Mati io e Vilu dobbiamo chiederti una cosa…” la voce della donna incuriosì il biondo e sua sorella, mentre la giovane, felice, pendeva dalle labbra della Saramego. “- Dimmi tutto.” Tentò di sorridere, preso dai mille problemi lavorativi, l’uomo. “- Vorrei che Violetta venisse a stare con me a villa Galindo. il proprietario è d’accordo e sono sicura si troverebbe benone!” la risposta di Matias non tardò ad arrivare e precedette persino la frecciatina pungente che stava per esclamare Jade. “- D’accordo.” Disse subito l’uomo, lasciando a bocca aperta la figlia, la sorella e la Saramego. Come mai aveva accettato d’istinto? “- Al lavoro ho affrontato la Parodi. Non ci pagheranno ancora per un bel po’ o forse potrei perdere addirittura il posto. Tesoro mio, non vorrei mai lasciarti andare via da me… ma andando con lei potrai vivere bene. Angie, so che anche se sei un po’ folle mi fido di te, so quanto ci tieni a mia figlia ed è per questo che te la affido… abbi cura della persona che amo di più al mondo.” La voce di La Fontaine era quasi tremante e presa a fissare la donna che annuì timidamente. Nessuno poteva immaginare dei problemi dell’uomo, lui non ne parlava mai, e doveva essere davvero disperato per affidare la figlia alla sua migliore amica e  sperare che trovasse più fortuna che con lui. Jade, rompendo quell'atmosfera dolce e drammatica che si era creata, scattò in piedi istericamente: “- Ed io? Che farò io?” strillò, mentre Matias scosse il capo senza sapere più cosa poter inventarsi per aiutare la sua famiglia. “- Andrai a cercarti un bel lavoretto, come ha fatto Angie!” esclamò Violetta alzandosi nervosamente anche lei, facendo finire la sedia al suolo e provocando un gran frastuono. “- Sta’ zitta, ragazzina!” “- Jade non parlarle così!” urlò di risposta Matias, alzandosi a sua volta. “- Dateci un taglio! Ecco, per questo la voglio portare con me! Questa donna è insopportabile!” Angie fu l’ultima a mettersi in piedi e fissò tutti, ad uno ad uno, dritto negli occhi. “- Mati, del mio stipendio faremo a metà… e con la tua parte continuerai a mantenere la casa. Violetta però viene comunque con me e ci resterà fino a quando lavorerò in quella casa e spero per molto, me ne prenderò cura io.” Sentenziò decisa la donna, sapendo che, però, quella scelta significava che anche Jade sarebbe stata aiutata con i suoi soldi. “- In quanto a te… prova a sprecare la parte di denaro che vi invierò e giuro che te la farò pagare! Chiaro? E ringrazia che non finisci in mezzo ad una strada!” il tono di Angie era glaciale ma fece annuire con stizza la mora che si risedette di botto, come cadendo a peso morto sulla sedia. “- Prepara le valige, tesoro. Domani inizia una nuova vita per te.” Matias si allontanò dal tavolo, schioccò un bacio sulla guancia della figlia e si andò a sedere sul divanetto, la testa tra le mani e tanti pensieri in testa, troppi, tanto da non fargli nemmeno finire la cena. “- Tuo padre ha ragione. Domani cambierà tutto… speriamo in meglio.” Le sorrise rassicurante Angie, mentre la giovane si approntava a sparecchiare. Era stata entusiasta per tutto il giorno di poter andare a vivere in quella villa ma vedere suo padre così le faceva troppo male. Posò i piatti e le stoviglie sporche nel lavello e corse verso il piccolo salotto. “- Papà…” chiamò, facendo alzare gli occhi all’uomo che si la ritrovò di fronte la sua bambina. Com’era bella, diventava sempre più uguale alla sua Esmeralda e ogni giorno era sempre più adulta, una signorina intelligente e amorevole. “- Tesoro, che succede?” chiese lui, sfogliando un quotidiano ma richiudendolo subito non appena la giovane gli aveva rivolto la parola. “- Mi mancherai ma verrò spesso a trovarti, te lo prometto.” Sorrise dolcemente la giovane, fiondandosi tra le braccia del biondo. “- Ti adoro, piccolina!” le sussurrò Matias, accarezzandole i capelli.
“- Anch’io, papà.” Esclamò lei, in un singhiozzo commosso. Sapeva che l’uomo l’aveva lasciata ad Angie per il suo bene e non gliene sarebbe mai stata grata abbastanza. Se mai il suo piano avesse funzionato e sarebbe diventata la ricca sposa di Leon Galindo sapeva già cosa avrebbe fatto con tutti quei soldi: avrebbe pensato a suo padre.
 
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Terzo capitolo, eccoci qui! Vi sono mancata? *Coro di no* xD Leon! Al colloquio è il massimo, ridevo solo io al pc! xD E dopo che resta solo con Violetta? L’ha spaventata ma lei non demorde! Ha un piano in cui finge di essere figlia della Saramego e vuole convincere anche Angie a ritornare alle truffe! Quanto durerà? Ora si trasferiranno dai Galindo! Cosa accadrà? Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio come al solito per le bellissime recensioni che mi lasciate! *___* Alla prossima, ciao. :)
  
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