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Autore: Talpina Pensierosa    12/06/2008    7 recensioni
One-shot incentrata su Temari, sui suoi pensieri e sui suoi ricordi
"Gli occhi di Temari diventano lucidi, mentre indugiano non sull’enorme villaggio sotto di lei,
non sul panorama mozzafiato del deserto, ma su un piccolo e semplice biscotto
"
[Questa fic ha partecipato al concorso 7 parole indetto da Killer Queen 7]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Salted Cookie


 
Temari s’affaccia sul davanzale, appoggiando la testa sulle braccia incrociate davanti a lei.
La sua espressione malinconica è illuminata dalla luce rossa del sole, che comincia a calare dietro l’orizzonte.
Ogni giorno il tramonto fa scendere su tutta Suna un’atmosfera irreale, che trasforma i colori vivi del villaggio in una delicata tinta color pastello.
 
Per molti è il momento in cui persino il viavai incessante di persone nelle strade si ferma: per ammirare; per pensare; per ricordare.
Gli occhi di Temari diventano lucidi, mentre indugiano non sull’enorme villaggio sotto di lei, non sul panorama mozzafiato del deserto, ma su un piccolo e semplice biscotto.
 
A tre anni Temari assomigliava molto a Karura. Non ne era la fotocopia perfetta, ma ci s’avvicinava parecchio.
La bambina era orgogliosa di quella somiglianza, e anche per questo le era sempre vicina.
Inoltre, negli ultimi mesi della sua gravidanza, affascinata dalla strana crescita della pancia della madre, le teneva spesso compagnia.
Un giorno erano in cucina.
 
*Flashback*
Una bambina bionda dice in tono lamentoso:
“Haha *, voglio altri biscotti!”.
La donna, dopo una [falsa] risata argentina, risponde:
“Ancora? Che fine hanno fatto tutti quelli che ho cucinato ieri?”.
“Erano solo 15!”.
 
Karura ride di nuovo.
“Sei davvero un pozzo senza fondo!”.
“Haha, ti prego me ne fai altri?”.
“Non posso Tem-chan, ora sono molto stanca.”
Il tono della bambina diventa determinato.
“Allora li farò io!”
 
Dopo tre ore di pasticci culinari, la bambina osserva incantata la teglia con i suoi biscotti che l madre ha appena tolto dal forno.
Col sorriso sulle labbra ne afferra uno e lo addenta felice, ma poi spalanca gli occhi e fa una smorfia disgustata.
“È cattivo, sa di sale!”.
 
Karura ride davanti al viso imbronciato della figlia, poi ne prova uno.
“Sai, a me piacciono.”
La bambina assume un’espressione dubbiosa.
“Ma sono cattivi! Come fanno a piacerti?”
“…Te lo spiegherò quando sarai più grande.”.
*Fine flashback*
 
Temari s’asciuga l’unica lacrima che segna il suo viso, mentre continua a osservare quel biscotto così salato da essere immangiabile.
A dieci anni ne aveva trovato una scatola, nel cassetto dove la madre riponeva le cose cui teneva di più: le foto di famiglia, le lettere, i gioielli della nonna…
In quel momento, conoscendo tutta la storia della madre, forse aveva capito perché le piacevano.
 
Quei biscotti, all’apparenza dolci ma in realtà amari, rappresentavano perfettamente la vita di Karura e dei suoi figli.
Da un osservatore esterno, poteva sembrare nobile e privilegiata, in quanto parenti del Kazekage, e quindi appartenenti alla famiglia più ricca e più forte di Suna.
Però, nessuno a parte loro sapeva fino a che punto quel legame li aveva condannati ad una vita segnata dal dolore e dai sacrifici.
 
Spesso Temari ne mangiava uno al tramonto, per convincersi che c’era qualcosa di più aspro della sua.
Come poteva non essere altrimenti, con un padre più freddo della pietra, un fratello impaurito da accudire e un altro da temere?
Era convinta che la situazione sarebbe rimasta la stessa per sempre.
Ma poi, quel semplice sussurro nel bosco di Konoha.
 
“Scusa”.
 
Era stata sufficiente quella parola, per cominciare a trasformare i tre ragazzi del Team della Sabbia in una famiglia.
Gaara, anche se continuava ad avere la mimica facciale di un cucchiaino, aveva lavorato duro per farsi accettare dai fratelli e dall’intero villaggio e per convincere tutti del suo pentimento.
Kankuro aveva abbandonato l’odio e la paura nei riguardi del fratello più piccolo, per provare ad avere un rapporto migliore con lui ed aveva cominciato a sostenerlo nelle sue decisioni.
 
E lei?
Aveva lavorato sodo per portare a termine i suoi obbiettivi.
Contribuire a porre le basi di una vera famiglia.
Diventare sempre più forte, per non farsi mai più battere.
Rivedere lui.
Ma ce n’era uno più importante di tutti gli altri.
 
Lascia cadere il biscotto giù dal davanzale.
Sul suo viso appare un sorriso appena accennato.
Ora non ne ha più bisogno.
 
 
 Salve amati lettori! Questa è la mia prima one-shot, che ha partecipato al concorso 7 parole indetto da Killer Queen 7.
Il concorso consisteva nell'usare obbligatoriamente 7 parole (
cucchiaino, pentimento, gioielli, sale, pastello, pozzo, fotocopia) e non usarne altrettante (telefono, aria, il verbo odiare, fazzoletto/i, amore, specchio, fiocco).

Faccio i miei complimenti più sentiti alle podiste, cioè Anle, _ayachan_e Queen_of_sharingan_91, e all'unica altra partecipante, ovvero ladykiki. ^^
Ancora grazie ai giudici Killer Queen 7  e kakashina93, per la celerità nei giudizi ^_^

Recensite in tanti ^^
Talpina
  
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