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Autore: Shenhazai    03/02/2014    2 recensioni
Marzo 1943. In tutto il nord Italia, cominciano a farsi più pressanti gli scioperi indotti dagli antifascisti stanchi della dittatura.
Assieme a loro, anche Italia si prende una pausa, per fare mente locale nei suoi pensieri.
O almeno, ci prova.
(Nyotalia molto, ma molto OoC. Rating arancione per il linguaggio)
Genere: Commedia, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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5. Ospite in casa propria



Inghilterra era perplesso.

Erano passate già più di due settimane e mezzo da quando aveva preso "in prestito" Italia alle potenze dell'Asse, eppure questi non si erano fatti sentire. Non una parola, non un cenno. Rien du tout, come diceva la rana*. Certo, considerando il livello di confusione abitualmente creato dalla procace mediterranea poteva ben capire che le altre due nazioni si stessero godendo una minuscola pausa rilassante per i loro nervi, ma che l'avessero abbandonata al suo destino proprio non gli quadrava. Già il cane muso giallo** gli era sempre sembrato il tipo che avrebbe preso un attacco a un compagno come un'offesa personale, quindi il suo silenzio stampa a tal riguardo risultava sospetto. Ma Germania... insomma, quel tipo era in grado di farsi centinaia, migliaia di chilometri solo per allacciarle le scarpe arrivando persino in Africa; Inoltre da come ogni tanto l'aveva beccato a fissarla di nascosto, si capiva lontano un miglio che il mangiapatate palestrato avrebbe fatto il giro del mondo in ginocchio per lei - ma non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, neanche a se stesso. Alla faccia del cameratismo.

Non che non lo capisse. Tutti loro, almeno una volta nella vita, avevano pensato a come sarebbe stato farsi un giro in Italia. In senso metaforico e letterale.

... magari anche più di una volta, ad essere onesti.

Davvero gli riusciva impossibile pensarlo rilassato ad arrostire salsiccie mentre sapeva che la sua bella era in pericolo tra le sue grinfie.





... Perché lo sapeva, vero?





Suvvia, la lettera di riscatto che aveva scritto era, seppur arguta e sibillina, chiaramente comprensibile in ogni sua parte. Era partito con un paio di battute, qualche presa per i fondelli ai tre che si erano lasciati fregare dalla sua spettacolare intelligence, una descrizione sommaria - mica poteva svelare i suoi trucchi del mestiere - di come aveva scoperto la tana della donna e di come l'aveva messa in saccoccia. E poi l'indizio per una spettacolare caccia al tesoro. Che alla fine li avrebbe portati in trappola, altro che nel suo covo. Mica era scemo, lui (e comunque non glie l'avrebbe restituita a prescindere, dopo la fatica che aveva fatto per prendersela).

Davvero, quando ci si metteva era un dannato poeta, anche nella compilazione delle lettere minatorie anonime. Si vedeva che il dono della scrittura era una dote innata del popolo anglosassone.

Si, perché lui tutto quel popò di roba l'aveva scritto in un inglese dotto, fluido ed elegante, usando uno stile persino un pò barocco, come ai cari e bei vecchi tempi in cui le cose importanti si compilavano con l'inchiostro in boccetta e la penna d'oca, mica stà roba moderna come le penne a sfera che si rompevano e gli macchiavano sempre il taschino della giacca.

Non per vantarsi, ma come scriveva lui le bolle di corsa non le scriveva nessun'altro.



Un lettera scritta.

In inglese.



E l'aveva lasciata al custode, un vecchio contadinotto analfabeta che molto probabilmente aveva difficoltà a compitare la parola capra (ma che da come lo aveva fissato a lungo e con astio stringendo il manico della vanga, era con tutta probabilità bravissimo a maneggiare un randello).



Shit.



Questo era meglio non farlo sapere al signor Winston***. In fondo, non è che uno può essere intelligence 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, no? Ogni tanto scappa di essere anche un pò idiocy.


Se non altro Italia questo non lo sospettava. Avrebbe comunque potuto maltrattarla un poco facendole credere che i suoi tanto adorati amichetti stavano meglio senza di lei, e nonostante il tempo passato non avevano ancora mosso un dito per cercarla. Il che era sostanzialmente vero, ma c'è una differenza abissale tra la motivazione "lo sanno ma non ti cercano" e "non lo sanno perché sono un coglione".

No, meglio tacere sui particolari scabrosi della vicenda, e soffermarsi su quelli piacevoli... si sarebbe messa a piangere? Adorava quando gli altri stati, tiranneggiati, scoppiavano a piangere. gli dava un gran senso di potenza e lo riportava indietro ai fasti del suo periodo imperiale... Si, magari non stava proprio bene comportarsi a quel modo con una donna, ma del resto non era una vera e propria donna, no? Era una nazione, che solo incidentalmente si trovava dentro il corpo di una donna. Di un gran bel pezzo di donna, lo ammetteva. Ma non era quello il punto.



Il punto della situazione al momento era "perché quella che dovrebbe essere imprigionata nella cantina, magari disperata e in lacrime, se ne stà bella tranquilla in cucina a chiaccherare con quelli che dovrebbero essere i suoi carcerieri mentre tira la sfoglia?"

Oibò, questo non se lo aspettava proprio. Quando entrando senza far troppo rumore, impegnato a pensare come rigirare il piccolissimo contrattempo (era sulla buona strada... già stava minimizzando il problema. Un altro paio di ore e non ci sarebbe rimasta più traccia nella storia di questo fatto. Ah, che bello avere il controllo dell'informazione...) in qualcosa di conveniente per lui, si era trovato di fronte questa scena. Che di suo era quasi banale nella sua normalità: una donna che cucinava e due ragazzi che l'aiutavano.

Peccato la donna in questione fosse Italia, che al momento avrebbe dovuto trovarsi rinchiusa a doppia mandata un piano sotto a questo, mentre i due ragazzini si supponeva fossero i suoi aguzzini. Bé, aguzzini era una parolona decisamente forzata, almeno a guardarli. Un soldatucolo alle prime armi e sua sorella ausiliaria... Come si chiamava? Rosa, gli pareva di ricordare. Jesse e Rosa, si...

Grande spirito di sacrificio e di dedizione alla causa, per carità. Alla loro età avrebbero ancora dovuto giocare a nascondino e a mosca cieca, non certo imbracciare un fucile o assistere ad amputazioni ed estreme unzioni. Ma la situazione era quella che era, e di tempo per i balocchi non ce n'era più per nessuno. Loro almeno erano relativamente al sicuro, in quel paese a far da balia alla nazione ostaggio.

Anche se al momento, sembrava fosse la nazione mediterranea a far da balia a loro due. Voltatasi solo per un istante a guardarlo, con totale disinteresse era poi tornata al suo lavoro di stesura della sfoglia, che al momento le premeva molto più che il suo arrivo nella stanza. Non si era nemmeno degnata di fare una faccia spaventata, colpevole o anche solo scocciata. No, l'aveva guardato come se fosse entrato nella cucina il gatto di casa, magari miagolante per la fame. Doveva aspettarsi una ciotola di latte, forse?

"Jesse, the sauce..."

La sentì apostrofare al ragazzo, che invece - come la ragazzina e lui stesso, del resto - era rimasto imbambolato e incapace di spiccicar parola. Richiamato all'attenzione come se avesse preso la scossa, il giovane inglese si era ripreso ed evitando accuratamente di incrociare nuovamente il suo sguardo era tornato a rimestare nel tegame di coccio sulla stufa, con anche troppa enfasi per uno che non se la stava facendo addosso. E faceva bene a farsela addosso. Che diavolo stava succedendo in quella dannata casa?

"... si può saper-"

Inghilterra non fece in tempo a finire l'esclamazione, dopo aver recuperato l'uso della favella, che la donna lo aveva bloccato parlandogli sopra, a voce tranquilla seppur chiaramente udibile. Parlava in italiano, così che per la maggior parte del discorso sarebbe stata incomprensibile ai due umani nella stanza. O almeno così pensava lui.

"Prima che tu ti metta a sbraitare come una gallina costipata" sbuffò "sappi che se sono qui fuori è solo ed esclusivamente colpa tua. Non mi hanno liberato loro, per cui evita di prendertela con questi due ragazzini. E passami quella ciotola con la farina, visto che sei qui renditi utile"

Forse era il tono con cui aveva dato quell'ordine, ma lo prese così in contropiede che si trovò a posare la ciotola accanto alla spianatoia, dove le aveva indicato, senza nemmeno rendersene conto. Si schiarì la voce con imbarazzo, prima di fare due passi indietro, e cercando di riottenere un briciolo di dignità sedersi su una panca a muro, a braccia incrociate e caviglia destra posata sul ginocchio sinistro.

"allora, cos'è questa storia dell'andare a spasso fuori dalla tua cella? "strinse le sopracciglia, che per un effetto ottico divennero ancor più cespugliose del solito "cosa diavolo hai detto a questi ragazzini, per convincerli a liberarti?"



"Sò essere molto convincente, quando voglio. Comunque sia loro non c'entrano nulla, non dare ad altri la colpa della tua idiozia" rispose l'altra nazione, continuando a spingere con buona lena sul mattarello. Dove diavolo aveva trovato un mattarello nella sua cucina, piuttosto? Era sempre stato lì? Aveva sempre avuto un mattarello e non lo sapeva? ... Era sempre stato così interessante e ipnotico il movimento dei fianchi di chi stende la sfoglia?


Forse cominciava a comprendere l'amore degli italiani per la pasta. Giusto un pò, eh...


"Non mi sembra tu sia nella posizione adatta per poterti concedere un simile tono con me, donna. E ancora non mi hai risposto. Come sei uscita? Perché non ne hai approfittato per scappare?" Ecco, era meglio pensare ad altro. Come mai stava ancora qui? Fosse stato in lei sarebbe fuggita non appena ne avesse avuto l'occasione, in barba a tutto e a tutti. Invece, a giudicare da come i tre si comportavano non era nemmeno il primo giorno che la donna girava liberamente per casa. Casa SUA, come la sua dispotica e oltraggiata mente ci teneva particolarmente a sottolineare. Aveva ficcato il naso in fatti che non le competevano? Era per questo che era rimasta, per fare controspionaggio? ... Seh, molto furbo fare controspionaggio così. Facendosi beccare con le mani in pasta, nel senso letterale del termine.


"Secondo te, anche fossi scappata dove sarei potuta andare? siamo su una fottuta isola in mezzo a un fottuto oceano, e anche diventassi una nuotatrice tanto brava da farmi la Manica a braccia mi troverei comunque da quel porco di mio cugino*. E poi grazie a qualcuno non ho abiti di ricambio degni di essere chiamati tali né soldi, mi sarei solo che cacciata in un problema ben peggiore, veh. Meglio star qui e studiare ancora un pò la situazione, a questo punto..."

Bé, non faceva una grinza come ragionamento. Effettivamente non è che lui si fosse preoccupato di farle la valigia, per il tour dei castelli inglesi.

Aspetta. Non aveva altri vestiti? ma allora che diavolo stava indossando sotto il pesante grembiule lungo fino ai piedi? Era qualcosa di bianco, e lui si ricordava benissimo che indossava un abito verde. Di foggia antiquata, accollato, lungo fino ai piedi... Verde. Ed ora... una camicia, ecco cos'era. Una camicia e un paio di calzoni scuri. Eppure, sotto il vestito non aveva certo i calzoni, né una camicia. Se non ricordava male aveva una sottoveste rosa antico, ricamata...

Ed ora non state a chiedere come facesse a sapere cosa la donna quel giorno indossasse sotto i vestiti. Notizie di natura strategico-militare, su cui è stato apposto il vaglio della censura.

"Quanto all'essere uscita da sola dalla mia prigione" riprese la donna, alzando lo sguardo dalla sfoglia, ormai tanto larga da non entrare più sulla spianatoia, e sporgere per un buon terzo oltre il bordo del tavolo. Posò il mattarello a lato, e mentre ripiegava la pasta su sé stessa disse "la prossima volta che vuoi rinchiudere qualcuno in una stanza, oltre che preoccuparti di montare catenacci e blocchi sulla maniglia, pensa anche che la cosa funziona meglio se i cardini della porta non danno verso l'interno della stessa stanza... E scusa se mi concedo nuovamente questo diritto, ma te lo meriti: imbecille" cinguettò amabile come un clistere al peperoncino, sbattendo le lunghe ciglia. Probabilmente anche i due ragazzini avevano capito che lo stava bellamente prendendo per i fondelli, visto che guardavano ognuno in una direzione diversa, rossi in viso, e trattenevano disperatamente una risatina isterica. Maledetti marmocchi, dov'era finito il rispetto per le persone anziane?

Li guardò entrambi male. Peccato non stessero ricambiando lo sguardo, così la splendida occhiataccia di riprovazione andò completamente sprecata. Bè, si sarebbe appuntato di ripeterla più tardi, in modo di prenderli alla sprovvista.

... No, ferma tutto. Cos'era questa storia dei cardini? Lo stava prendendo in giro. Lo stava sicuramente prendendo in giro... L'uomo si alzò di scatto, per poi uscire di corsa dalla cucina. Fece praticamente le scale per il seminterrato quattro gradini alla volta, e giunto di fronte alla cantina strinse gli occhi, per osservarla nella tremula luce proveniente dalle scale.

Shit. Shit. Storm of shit. Due minchiate nella stessa giornata erano un record da segnare sul calendario.

All right, stavolta la presa per il culo se l'era davvero meritata. Non aveva affatto considerato il fattore cardini quando aveva deciso di sbatterla nella cantina... aveva solo pensato a bloccarne la serratura. E di certo non la credeva tanto acuta da notare una cosa simile.

Và bene, al momento aveva perso una battaglia, ma la guerra era ancora lungi dall'essere conclusa. E un fiero inglese sputa l'anima prima di arrendersi, che lo imparasse bene l'italiana...

Sbuffò pesantemente, e tornò con passo da funerale al piano di sopra. Lanciò un'occhiata di tralice alla donna italiana – che non lo degnò di mezzo sguardo – e masticando fiele si rimise a sedere sulla cassapanca occupata prima, spalle al muro e braccia incrociate, mentre il ritmico rumore del coltello batteva sulla spianatoia in legno. Ora che avevano smesso di parlare sembrava che i tre occupanti della cucina si fossero di nuovo dimenticati di lui, e avevano ripreso a muoversi attorno al grande tavolo. La piccoletta con i codini, ne stava apparecchiando un angolo. Ma nonostante avesse preso quattro stoviglie, sembrava perplessa sull'eventualità di sistemarle tutte quante, e saltava ora con lo sguardo ceruleo da una nazione all'altra, in attesa di ordini. Il fatto che però guardasse più la donna che lui lo infastidì un poco.

La tolse dall'imbarazzo la donna, che ormai pareva aver preso possesso di quella cucina. Della SUA cucina. Come era mai possibile che appena un italiano toccava qualcosa riusciva a farci la tana e diventarne familiare più del vero proprietario? Aveva quasi la sensazione fastidiosa di essere LUI l'ospite arrivato senza alcun preavviso a scombussolare il normale fluire della vita domestica.

"Dato che ci sei, ti unisci per la cena? Tagliatelle con ragù di lepre e funghi e sformato di verdure... a proposito. Jesse, come và con il sugo?" Domandò al ragazzo ancora davanti alla stufa, che col volto concentrato continuava a rimestare nella pentola.

"All right, i suppose. The scent is yummy" le rispose il ragazzotto in questione, senza alzare lo sguardo dal suo lavoro, come se ne valesse una medaglia al valore.



"... ti sei ambientata bene, vedo. Anche troppo, per i miei gusti. Dov'è finita l'Italia piagnona che non sà allacciarsi le scarpe da sola? Ne sento quasi la mancanza... " Brontolò appena l'uomo, alzandosi dalla sua postazione per andare ad verificare se davvero quella brodaglia era appetitosa come il marmocchio decantava.




...Fottuta miseria, se lo era. Faceva tranquillamente concorrenza alla roba del barbetta*. Eppure, non ci aveva messo dentro nulla che lui non utilizzasse solitamente per cucinare, a giudicare da quel che vedeva lì dentro o nei resti dentro al lavello. E allora perché quello che faceva lui aveva di solito la consistenza dell'argilla ed un sapore molto simile?

I suoi dubbi amletici vennero interrotti dall'avvicinarsi dell'altra nazione, che tenendole tra le mani come un nido di paglia riversò nell'acqua bollente le tagliatelle appena allunghate.

"Chissà, forse si è stufata di mangiare tutti i santissimi giorni pappa d'avena e pudding tiepido dal sapore sospetto. Che per carità, confronto a quel che cucini te personalmente è pur sempre alta cucina, ma... è troppo pesante" L'uomo sbuffò scocciato, lanciandogli un'occhiata di traverso che lei evitò con noncuranza mentre rigirava la pasta con un forchettone "Secondo me voi anglosassoni avete un caratteraccio simile perché mangiate male. Troppo grasso, troppa carne e troppo zucchero. Troppo poco pane, pasta e verdure fresche. Se poi ci aggiungiamo i litri di birra... Vi và in pappa il cervello. Poi ci credo che siete incazzati col mondo intero, con la sbobba che vi sorbite****. Rose, my dear. Puoi prendere un piato di portata, please?" Dear God, come si vedeva ora che era parente stretta della rana*; qualsiasi cosa potessero dire o fare per confutare la sua ipotesi, veniva stracciata immediatamente. Quel piglio supponente mentre prendevano in giro la sua cucina era inconfondibile, a prescindere dalla faccia di provenienza. Simpatici come una forchettata sui gioielli della corona, entrambi.



"Si... si vedono i risultati della tua salutare e leggera alimentazione, invece" girandosi per avvicinarsi al tavolo, non mancò di darle una pacca sul sedere che la fece sobbalzare appena, e si trovò a sorridere sotto i baffi quando la sentì imprecare a denti stretti in qualche ignoto dialetto appenninico. Ben le stava, in fondo era solo un'ospite nemmeno ben voluta. Anche se si trovava lì per una sua macchinazione. Anzi, senza alcun dubbio la donna avrebbe voluto essere in qualsiasi altro posto tranne che accanto a lui, ci avrebbe scommesso una scorta di té per un anno.

C'è da dire che lui non avrebbe fatto nulla per farla sentire più a suo agio. E la sua ricordata somiglianza con Francia gli aveva fatto venire voglia di darle il tormento, tanto per. Italia doveva solo che ringraziare la presenza dei due marmocchi, o avrebbe fatto di peggio. Molto peggio...



Si sedette con studiata lentezza a capotavola, mentre i tre erano affacendati chi a condire la pasta (e a brontolare, ancora. Cielo, quando iniziava sembrava una teiera in ebollizione. E ogni bolla era un'imprecazione nemmeno troppo velata diretta alla sua augusta persona, poteva scommetterci), chi a tirar fuori lo sformato dal forno, e chi a recuperare una bottiglia di birra e la brocca dell'acqua. Sospirò appena, socchiudendo gli occhi, e accavallando le gambe al di sotto del tavolo lasciò che il bacino scorresse sulla seduta fino ad essere coperto completamente dalla tovaglia. Una posa artisticamente svogliata e snob, ci aveva messo decenni a perfezionarla in modo che sembrasse abbastanza raffinata e al contempo nascondesse quello che stava realmente pensando. Perché non sarebbe mai apparso abbastanza svogliato e snob con la patta dei calzoni gonfia.







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* Francia, parliamo sempre di lui. Com'è come non è, stà sempre in mezzo. E suppongo nemmeno gli dispiacerebbe poi troppo stare in mezzo a questi due. Comunque in Italia c'è un detto, “se i francesi sono nostri cugini, allora babbo ha litigato con suo fratello”. Ci stà come il cacio sui maccheroni.

** Ora so che lascerò perplesse molte lettrici che leggono Hetalia e magari si basano su questo per i vari collegamenti tra le nazioni: ma nonostante nel fumetto (e in quasi tutte le fanfiction & doujinshi in giro) America, Inghilterra e Giappone si vogliono un gran bene e sono degli amiconi sempre pronti a far baldoria, nella realtà della seconda guerra mondiale gli anglosassoni e ancor di più gli americani che vedevano i tedeschi come avversari alla pari e nonostante tutto trovavano gli altri paesi europei in conflitto degni di rispetto civico - seppur non si fecero alcuno scrupolo nel distruggere e bombardare a tappeto anche città considerate di nessuna importanza militare, al fine di raggiungere la distruzione militare, economica e politica degli avversari - avevano invece una grande avversione che spesso sfociava in palese razzismo per i giapponesi (non che i nazisti li vedessero meglio, anzi. Ma gli facevano molto comodo come alleati e soprattutto se ne stavano dall'altra parte del mondo. Se avessero vinto la guerra, ci avrebbero pensato poi a un pò di "sana" pulizia etnica anche da quelle parti...). La propaganda bellica insegnava sia ai soldati sia a chi rimaneva a casa di non considerarli neppure alla stregua di esseri umani, tale era il senso di superiorità dei “bianchi” verso gli asiatici e l'odio verso i traditori (fino a quel momento, le tre nazioni avevano avuto buoni rapporti di tipo politico e commerciale). Da qui il famoso detto “cane muso giallo”. Già, non se lo sono inventati gli sceneggiatori di Hollywood per fare scena.

*** Winston Churchill, il primo ministro inglese durante la seconda guerra mondiale. Detto anche il signor "lacrime, sudore e sangue" dagli amichetti.

**** In realtà, sembra che l'alimentazione di sopravvivenza inglese durante la seconda guerra mondiale fosse una delle migliori in Europa. Forti dell'esperienza maturata durante la Grande Guerra l'Inghilterra non si fece trovare impreparata, e riuscì a mantenere una certa capacità di approvvigionamento – soprattutto dalle colonie asiatiche e dai paesi sudamericani – in grado di offrire un adeguato supporto di cibo alla popolazione. Inoltre, grazie alla filosofia pragmatica "in ogni aiuola, un orto" sembra che durante la guerra fosse paradossalmente il periodo in cui l'alimentazione Inglese fu la più bilanciata e salutare di tutto il ventesimo secolo (e anche di tutti gli altri secoli; la cucina anglosassone non è mai stata una dieta considerata troppo salutare. Troppo grasso, troppe proteine e troppi zuccheri semplici a fronte di troppe poche verdure fresche e carboidrati. Per cui, pur avendo dei buoni ingredienti dubito riuscissero a cavarne qualcosa di decente, considerando la loro abitudine di coprire tutto con salse improponibili e accostamenti a dir poco azzardati. A chiunque mi verrà a dire che a Londra non si mangia affatto male vorrei ricordare che la suddetta città è un melting pot di razze e popoli, e della vera cucina inglese c'è rimasto poco o nulla. Assaggiate invece un pasticcio di rognoni e cervella con la salsa ai mirtilli, poi ne riparliamo. Però i dolci sono buoni).

Piccola chicca: tra i tanti motivi per cui l'America entrò nel conflitto contro la Germania e con l'Italia fu anche perché i sottomarini tedeschi assieme alle navi mercantili inglesi ne affondarono parecchie americane, disturbandone l'economia estera (fino a quel momento, la presenza degli USA nel conflitto europeo era stato unicamente di supporto per le forze anglosassoni). Oltre che, ovviamente, perché non appena i Giapponesi attaccarono Pearl Harbour gli americani dichiararono guerra al Giappone, e Hitler dichiarò guerra a loro. Si fosse fatto una esuberante padellata di fregnacce sue la storia sarebbe andata in modo mooolto diverso. Invece così servì a Roosvelt su un piatto d'argento la scusa che aspettava per aprire il fronte anche in Europa, dato che prima non avrebbe mai potuto avendo contro l'opinione pubblica americana. Ebbe così il diritto di impicciarsi nelle questioni europee e di arginare la potenza comunista dell'Unione Sovietica, mostrando al mondo chi sarebbe stata la vera potenza militare da temere lì in avanti.

Eroe un par di palle, Alfred. Tsé.





***Angolo del perché e del percome (che nessuno voleva)***

Ed eccoci al quinto capitolo! Stavolta, visto dagli occhi di Inghilterra. Cominciava a mugugnare troppo nell'angolino, dato che tecnicamente è il coprotagonista ma è comparso fino ad ora... poco, molto poco. Praticamente mai.

Sei felice ora, Iggy? hai un intero capitolo per mostrare al mondo quanto sei imbecille!

E arrapato. Come ho detto in precedenza, ancora non ho deciso se tra i due succederà mai qualcosa (molto probabilmente si, gli inglesi assieme ai loro amichetti americani ci sono andati giù pesanti con le bombe, prima che l'Italia si alleasse con loro rinnegando il fascismo. Cosa che, vista in chiave di lettura hetaliana risulta essere molto meno orribile e crudele ma molto più porcellosa. Siccome io però dello stile Hetaliano me ne frego, penso mi terrò le bombe e lascerò perdere gli assalti alle regioni vitali, spostando il rapporto più ad un livello "umano" che di relazione tra stati (Anche perché l'Inghilterra non amava affatto l'Italia, anzi. E pure alla fine del conflitto l'ha sempre vista come una nazione perdente, e mai come una nazione liberata come invece la considerarono gli americani. Figo, ho aperto una parentesi dentro un'altra parentesi). E poi c'è pur sempre Rose di mezzo). Ma questo poveraccio ha ancora il diritto di farsi i suoi viaggi mentali, in fondo. Lasciamoglieli fare e vediamo come va.

Angolo della curiosità. Quando Arthur parla degli italiani che dove arrivano fanno la tana... bé, sad but true story. Conosco italiani - come mio padre e i suoi amici, senza dover andare troppo lontano - che dopo una settimana di vacanza in Borgogna riuscivano a descriverla ai francesi, aggiungendo con piglio da agronomo professionista consigli su come un certo tipo di potatura avrebbe portato vantaggi a quel filare di vite piuttosto che ad un altro. Il tutto in un mezzo italiano/francese/qualcos'altro inventato sul momento. E questi gli davano pure ragione (io nel frattempo facevo finta di essere la figlia di una coppia scozzese che soggiornava nello stesso agriturismo, per la vergogna. Peccato mi sgamavano subito, dato che lo scozzese non lo capirei manco con un traduttore accanto a spiegarmelo mooolto lentamente, figuriamoci a parlarlo). Quando si dice che in ogni italiano vive un piccolo allenatore, si è riduttivi. Non ci limitiamo al solo calcio, noi. Spaziamo in tutto lo scibile umano e non.

Nel mentre mia madre aveva scambiato il numero di telefono e la ricetta del brodetto all'anconetana (che è una zuppa di pesce marchigiana in cui si butta dentro mezzo Adriatico, sub incauti compresi, ed è la fine del mondo. Come poi questa ricetta possa interessare alla popolazione di una provincia che il mare lo vede solo con Google Earth, non è dato saperlo) con metà del paesino in cui ci trovavamo. Metà solo perché non aveva avuto il tempo materiale di estendere i suoi tentacoli più in largo. Quel che c'è di buono in questa storia è che ne ha ricavato la ricetta di una torta di crema alle pesche da orgasmo. Grazie sconosciuta signora, le sarò riconoscente per il resto della mia vita.

Noi italiani facciamo paura. In tutti i sensi...

  
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