Nel buio
della cucina di quella casa, dove la sua famiglia viveva ormai da anni e che
affettuosamente chiamavano la tana, la signora Weasley camminava tra i suoi
figli servendo la cena. La cena… quello era sempre stato il suo momento
preferito. Tutta la famiglia riunita intorno al tavolo a mangiare, parlare,
fare capricci, scherzi, boccacce, liti. Tutta la famiglia… di solito saltellava
allegramente rimproverando bonariamente i suoi ragazzi, o almeno i quattro che
avevano ancora bisogno di lei, i quattro che ancora occupavano un letto in quella
casa. Quattro… Eppure, qualcosa era cambiato dall’ ultimo scontro. Avevano
vinto. Voldemort era solo un nome lontano, un nome che ormai non faceva nessuna
paura, un nome che si era portato via suo figlio. Il suo piccolo bambino dai
capelli rossi con un talento naturale per i guai. Il suo Fred, il suo piccolo
Fred non c’era più, e lei non l’accettava. Si ostinava a far finta di niente e
con lo sguardo assente, continuava a servire allegramente la cena su una tavola
apparecchiata per sei, dove un piatto, ogni sera, non veniva toccato.
Molly si
rivolse al figlio George con gli occhi vaghi e una voce assolutamente irreale e
atona,
- Fred,
tesoro devi mangiare. Sono giorni ormai che non tocchi cibo. –
Ormai da
giorni, l’ unico gemello Weasley sopravvissuto all’ ultima battaglia contro il
Signore Oscuro, veniva chiamato col nome del fratello morto. Ormai da giorni,
tratteneva le lacrime ogni volta che la madre lo chiamava atona, prima di
fuggire in camera sua a piangere per l’ unica persona a cui si fosse mai
sentito realmente legato. Ginny lo sentiva e, impotente al dolore del fratello,
che non avrebbe mai consolato con stupide parole vuote che non avrebbero riportato
in vita Fred, si sedeva sul letto con lui e lo abbracciava in silenzio,
trattenendo a stento le lacrime, per apparire un appiglio forte e sicuro per
suo lui che ne aveva più bisogno. Ron invece, Ron rimaneva in cucina fissando
l’ orologio dove la faccia di Fred era sparita. Fissava per ore quello stupido
affare sperando invano che la foto del fratello ricomparisse, con quello
stupido sorriso stampato in faccia, sotto la scritta “home”, dove si trovavano
le foto di tutti gli altri. Il signor Weasley sembrava l’ unico capace di fare
qualcosa per andare avanti, cercando di aiutare la moglie a superare quella
perdita, cercando di metterla di fronte alla realtà, dolcemente, per quanto
possibile fosse. Ma era dura, Molly non voleva vedere; e ogni giorno infliggeva
quel colpo a tutti, soprattutto al povero figlio chiamandolo Fred. Ogni giorno
con quel semplice piccolo nome, strappava un piccolo pezzo di cuore alla sua
famiglia per cercare di ricomporre il suo.
Erano ormai
passate due settimane, e questo suicidio incosciente e doloroso continuava.
Come ogni sera a cena, la tavola era apparecchiata per sei, e un piatto non
veniva toccato.
- Fred,
tesoro devi mangiare. Sono giorni ormai che non tocchi cibo. –
La signora
Weasley continuava ad accarezzare la
testa rossa del figlio continuando a ripetergli di mangiare. George, non
riuscendo più a trattenere le lacrime e il dolore che si portava dentro, si alzò di scatto immergendo gli occhi pieni
di lacrime e supplicanti in quelli vuoti e attoniti della madre prendendola per
le spalle.
- Io non
sono Fred mamma, io sono George! Fred è morto mamma! Hai capito?! È MORTO!-
In un
istante tutto cambiò. Gli occhi di Molly iniziarono a riempirsi di lacrime, di
tutte le lacrime che non aveva versato quando aveva visto il corpo del figlio
disteso a terra insieme agli altri, supino e senza vita. George abbracciò la piccola donna dai capelli rosso fuoco,
simbolo dell’ inestinguibile fuoco che portava dentro, la piccola Molly, statua
greca forte e imponente, testimone di mille battaglie,che dopo aver resistito
fiera e orgogliosa, cadeva sotto i suoi occhi. La strinse forte sul suo petto,
incassando sommessamente tutti i colpi della madre disperata e, per la prima
volta davanti ai loro occhi, fragile. Le
disse che gli dispiaceva, ma che era vero e lei avrebbe dovuto accettarlo per
andare avanti, con loro. Loro che non erano morti. Loro che erano ancora lì,
per lei. Loro che avevano ancora bisogno del suo amore, che non dovevano essere
dimenticati. Loro che , come lei, amavano Fred e non volevano dimenticarlo, ma
dovevano farsene una ragione. Loro che l’amavano e che l’avrebbero amata per
sempre. Loro che non l’avrebbero lasciata.
I Weasley,
rimasti impietriti attorno al tavolo, si alzarono silenziosamente avvicinandosi
ai due che più di tutti avevano sentito quella perdita, e si unirono al loro
abbraccio.
Fred se ne
era andato, ma nessuno avrebbe mai preso il suo posto. Posto che ancora
occupava in quell’ abbraccio.