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Autore: ChangeYourLife_    03/02/2014    0 recensioni
Come due ragazzi che passano tre anni ad ignorarsi, possono grazie alla loro capacità di trovarsi spesso insieme nello stesso posto, scoprire ciò che il destino riserva per loro.
Luigi, un ragazzo logorroico ma simpatico che confonde e cambia la vita della povera Sara, una ragazza romantica e semplice, un pò insicura, che non si aspettava certo che un uragano entrasse nella sua normalissima vita.
Tratto dal primo capitolo.
“Fa male?”
“No certo, sono quasi sicura di essermi rotta una caviglia stramazzando bellamente al suolo, rischiando di compromettere tutte le mie possibilità, e tu mi chiedi se fa male?”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Right place, right time.

 

Capitolo 7

Venerdì 17.

Parte3.

 

 

 

 

Dannazione.

Perché ho accettato?

Aspetta, ma io non ho accetto, non ho aperto bocca, quindi potrei benissimo andarmene facendo finta di niente.

Sì, posso farlo.

No, sarei proprio una stronza se lo facessi, e forse Luigi ha ragione -Dio lo sto pensando veramente!-, forse è vero che il destino vuole soltanto che smetta di fare la rompicoglioni e mi lasci un po' andare.

Ok, lo aspetto, ma se ritarda anche solo di mezzo secondo giuro che..

Mi hai aspettato!” esordisce quell'idiota arrivando alle mie spalle e facendomi sobbalzare.

Non dovevo?” chiedo scettica.

Forse non avrei dovuto in effetti.

Certo che dovevi, solo che mi ero già immaginato una corsa a perdifiato dietro di te per convincerti ad aspettarmi” risponde prontamente, sorridendomi sbarazzino.

Uh, facciamo ancora in tempo se vuoi” ribatto stizzita.

Diavolo, questo ragazzo ha il potere di farmi indispettire in un millesimo di secondo.

Suvvia acidella, stavo scherzando! Speravo soltanto che non te ne fossi andata, ecco”

Ti prego, non fare quella faccina. Ho detto di no, smettila!

Okay, okay, andiamo! Sei proprio una palla al piede, te l'ha mai detto nessuno?”

No piccola, è una cosa riservata a te questa” mi sorride amorevolmente.

Smorfioso.

Arriviamo in fondo al corridoio e giriamo a destra per prendere le scale secondarie. Sono ripide, vecchie e buie, ma anche le più vicine. Altri ragazzi ci sfrecciano vicino, sicuramente per correre al treno o all'autobus, mentre altri ridacchiano tra di loro e scendono sistemandosi le cartelle sulle spalle.

Piano piano, sento una mano accarezzarmi il polso coperto dalla felpona di mio padre e finire stretta alla mia. Alzo lo sguardo verso Luigi, che mi guarda sorridente come sempre, con un sorriso dolce e leggermente imbarazzato. Intreccio le nostre dita e abbozzo un sorrisino felice, e riabbasso la testa, guardando dove vado, mentre lui mi passa lentamente il pollice sul dorso della mano.

Perché tutta questa dolcezza?” sussurro nella sua direzione, avvicinandomi un po'.

Non ti piace?” mi chiede strofinando il suo naso sulla mia tempia. Il suo fiato è caldo, e profuma di caramella alla menta. Sorrido interiormente, indecisa sul pensare che ha mangiato una caramella alla menta solo per me, o è soltanto una sua abitudine. Peccato che fino ad ora, non mi sembra di aver mai sentito questo profumo su di lui. E sono semrpe attenta ai dettagli.

Sbuffo un sorriso, ormai nel cortile della scuola, e, dopo una ventata di freddo, mi stringo più verso Luigi.

Non ho mai detto questo..”

Superiamo il resto degli studenti e professori che sono al centro del cortile a parlare del più e del meno, e ci addentriamo nella calca che c'è davanti al portone principale.

Starnutisco, provocandomi un dolore immenso alla gola e allo stomaco, che mi costringe a far uscire un mugolio di dolore.

Fulmineamente un pacchetto di fazzoletti e una bottiglietta d'acqua appaiono davanti ai miei occhi, ma non provengono dal ragazzo alla mia sinistra.

Mi volto a destra ed incontro gli occhi rassicuranti della mia piccola salvatora, Lucia, che mi osserva sorridente.

Tieni malaticcia, io devo correre al trenino, altrimenti arrivo tardi a casa, te divertiti pure alle mie spalle eh!” ammicca verso Luigi, per poi sfrecciare via dalla parte opposta.

Noi infatti, giriamo a destra, verso il parcheggio.

Dove hai messo la macchina?”

Qui dietro” guardo un Pick-up nero a due posti.

Davvero bello, sarà costato parecchio.

Abiti lontano?” chiedo curiosa.

A due minuti da qui, di solito vengo a piedi, ma sai, pioveva” risponde lasciandomi la mano e spingendomi verso la portiera della macchina.

Ma dai, non me ne ero accorta!” rispondo ironicamente, alzando un sopracciglio.

Lui mi sorride dolce, e mi apre la portiera, inchinandosi regalmente.

Gli faccio la linguaccia e salgo in macchina, scaraventando la cartella ai miei piedi.

La Primina mi aveva detto che avevano messo il mio motorino nei parcheggi interni della scuola, e che per ora non mi dovevo preoccupare di prenderlo.

Starnutisco.

Salute!”

Grazie”

Luigi è ormai salito in macchina, e sta già mettendo in moto. Fa retromarcia, ingrana la prima e parte, svoltando subito a destra. Passa la rotonda ed infine prende la seconda a destra, per entrare in autostrada.

Quindi abbiamo fatto pace, no?” mi chiede esitante, con le mani salde sul manubrio e lo sguardo alla strada.

Non abbiamo mai litigato..” ribatto, accavallando la gamba destra sulla sinistra.

Ma tu eri arrabbiata”

No, non lo ero”

Si invece”

No ti dico”

Si”

Smettila, non ero arrabbiata” ribadisco alzando la mano in aria e puntando l'indice verso di lui.

Ma ce l'avevi con me”

Sospiro esasperata, con questo ragazzo non si può proprio avere ragione.

Okay, ce l'avevo con te perché sono una cretina che non da tempo di farsi spiegare alle persone. Ti piace come risposta?”

Eri gelosa, vero?”

Alzo gli occhi al cielo, indecisa se buttarmi dalla macchina in corsa o prendere a zainate in testa il guidatore.

In ogni caso, sorrido, come vedo che sta facendo anche lui.

Lo guardo intensamente, con il sorrisino sulle labbra come a dire 'Diavolo sì che ero gelosa!'. Mi guarda e ride, di cuore, e mi fa la linguaccia, ricambiata subito da me.

Ridiamo come due bambini, felici di essere insieme.

Mi sporgo verso lo stereo e lo accendo, cercando una stazione radio che possa essere passabile. Continuo a cercare e cercare fino a quando non trovo una canzone che mi fa sorridere all'istante.

Forse canzone più azzeccata per noi non esiste.

Mi giro a guardarlo e anche lui sorride, conosce questa canzone.

 

Every time we lie awake

After every hit we take

Every feeling that I get

But I haven't missed you yet


 

Every roommate kept awake

By every sigh and scream we make

All the feelings that I get

But I still don't miss you yet

 

Iniziamo a cantare a squarcia gola, nonostante i passanti ci guardano come se fossimo dei pazzi. Beh, noi lo siamo, e non ci importa se gli altri lo vedono, perché è così che siamo fatti ed è questo che ci piace fare. I pazzi. Insieme.

 

Only when I stop to think about it


 

I hate everything about you

Why do I love you?

I hate everything about you

Why do I love you?


 

Ci guardiamo, e ridiamo, e cantiamo, e non ci accorgiamo delle gocce di pioggia che stanno bagnando la macchina, e che ormai ha iniziato a piovere a dirotto, ma io non ho più paura di bagnarmi, perché sono qui, al sicuro, con un ragazzo stupendo.


 

Only when I stop to think about you,

I know

Only when you stop to think about me,

do you know?


 

I hate everything about you

Why do I love you?

You hate everything about me

Why do you love me?


 

E intoniamo le ultime strofe, felici, sorridenti, battendo io il tempo sul cruscotto, e lui sul manubrio, quasi in estasi, sperando che questi attimi non finiscano mai, che questa canzone non finisca mai. Ed è proprio quando lo pensiamo, che arrivano le ultime note, le ultime parole della canzone.


 

I hate

You hate

I hate

You love me


 

I hate everything about you

Why do I love you?*


 

Ridiamo sguaiatamente, senza fiato e quasi senza voce, appoggiandoci allo schienale, stremati. Ci guardiamo senza smettere, fermi davanti ad un semaforo rosso.

Ed è strano che non mi sia nemmeno accorta che siamo usciti dall'autostrada, e ancor di più che non ci sia successo niente durante tutto il tragitto.

“Non sapevo ti piacessero questo genere di canzoni” dice, partendo nuovamente.

“Visto, non sono poi tanto male, non credi?” chiedo sorridendo.

“Non l'ho mai pensato infatti..” risponde girandosi a guardarmi con serietà -per quanto gli possa riuscire con quel viso a cucciolo- negli occhi.

Sposto lo sguardo, imbarazzata, e mi accorgo soltanto in quel momento di una cosa davvero, davvero importante.

“Perché mi stai portando a casa?” chiedo con un sopracciglio alzato.

“Beh, perché volevo..”

“No intendo, perché mi stai portando a casa, a quasi mezz'ora di macchina, quando tu abiti vicino alla scuola? Non.. non capisco” lo interrompo, confusa.

“Beh, io non..” non lo faccio parlare nuovamente, indispettita.

“Sei un idiota lo sai? Non puoi approfittare di me solo perché non ero nelle condizioni di pensare a cosa stavo facendo, non si fa così Luigi, no no, sei scorretto e anche..”

“Un amore? La persona più gentile che conosci? Un gran negoziatore?” chiede interrompendo me questa volta.

“Un manipolatore con la faccia da cucciolo, ecco cosa sei!” affermo convinta, con le guance tinte di rosso e il dito ben puntato verso di lui.

Lui sorride alla strada, ed io vorrei strapparglielo dalla faccia quel ghigno arrogante, ma prima che possa dire di nuovo qualcosa, lui mi afferra la mano e la stringe nella sua, appoggiandola poi sul cambio per cambiare marcia.

“Grazie per questi bellissimi appellativi tesoro, ma devi rilassarti e respirare. Cavolo, non volevo mica rapirti! Volevo soltanto stare con te senza litigare per una volta, ma ce la stai mettendo tutta perché i miei sogni non si avverino, quindi ti prego guarda la strada e respira, mi serve che tu mi dica dove andare” asserisce dolcemente, portando le nostre mani intrecciate davanti alla sua bocca e baciandomi il dorso.

“Scusa, stare con te mi mette ansia” rispondo debolmente, cercando di calmarmi e riprendere fiato. Credo proprio di avere un po' di febbre.

Lui ridacchia divertito, accarezzandomi la mano ed esortandomi a dargli indicazioni.

La pioggia ticchetta tutta intorno a noi, mentre cerco di spiegare ad un ragazzo che non vuole categoricamente che gli lasci la mano dove deve andare per arrivare a casa mia.

“Dopo saprai tornare indietro vero?” gli chiedo sospettosa.

“Mmh, dovrei cavarmela acidella” risponde con il suo stupido ghigno.

“Smettila”

“Mai”

Siamo ormai davanti a casa mia, e la pioggia non vuole cessare, o al massimo diminuire, quindi decidiamo di aspettare ancora un po' in macchina, tenendoci per mano, sovrappensiero.

“Sono davvero contento di essere stato con te oggi..” sussurra, guardandomi di sottecchi, con la testa appoggiata al seggiolino.

“Non lo avrei mai detto, ma lo sono anche io..” rispondo sorridendo dolcemente, girandomi a guardarlo negli occhi.

È vero, non lo avrei mai detto, ma soltanto la sua presenza, per quanto mi possa mettere in agitazione, mi riscalda dentro, emotivamente e fisicamente, nonostante le sue mani siano davvero congelate, sembrano veramente un pezzo di ghiaccio. Non saprei proprio come spiegarlo, ma stare con lui, parlare con lui, ridere con lui, mi fa stare bene, mi sento accettata e felice, come non credevo che potessi mai essere insieme ad un uomo che non fosse mio padre. Lui è stato il primo uomo di cui mi sono innamorata, e credo di aver trovato qualcuno che possa essere alla sua altezza, qualcuno che mi faccia sentire protetta ed al sicuro, felice e unica.

“Mi piaci Sara, tanto, più di quanto mi sarei aspettato, e anche se ci provo, in ogni modo possibile, non riesco a smettere di pensarti, nonostante la maggior parte del tempo che abbiamo passato insieme non abbiamo fatto altro che litigare e punzecchiarci, ma io.. sentivo che non potevo smettere di provarci, provare a parlare con te, ad interagire in qualche modo, anche se tu non sembravi volerlo, proprio per niente..” ridacchia, guardandomi intensamente “.. ma adesso sei nella mia macchina, sorridente, e credo proprio di aver passato i migliori 25 minuti della mia vita” finisce in un soffio, accarezzandomi piano la mano con le sue dita grandi e fredde.

E adesso sono davvero sicura di essermi innamorata completamente di un idiota che non ha smesso un secondo di cercare di avvicinarmi e di passare del tempo con me. Un ragazzo che ho trattato davvero male, un ragazzo che non si merita quello che gli ho fatto passare, che si merita amore, e tutto ciò che gli posso dare, perché lui mi ha stravolto la vita, ma non posso esserne più felice.

“Sei davvero un idiota..” affermo togliendo la mia mano dalla sua, e vedo un lampo di insicurezza, e credo anche paura nei suoi occhi, ma non faccio in tempo a rendermene pienamente conto, che mi avvicino a lui, scorrendo nel seggiolino il più vicino a lui, e appoggio la stessa mano di prima sulla sua guancia, accarezzando lo zigomo e la mascella “.. il mio idota”.

E proprio quando i nostri nasi si sfiorano e le nostre labbra tremano di aspettativa, il mio telefono inizia a squillare insistente, facendoci ridere e sbuffare allo stesso tempo. Afferro il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rispondo continuando a guardare Luigi con un sorrisino malizioso. Lui ha invece una faccia da ebete che potrebbe andare allo show dei record per quanto è imbarazzante e imbambolata.

“Si mamma? Mh, mh. Si, il motorino è a scuola, ora non ti posso spiegare, sto arrivando, aspettami... Ti voglio bene, arrivo” concludo, staccando la conversazione e infilando nuovamente il telefono in tasca.

“Devo rientrare, non importa se piove ancora” affermo, sorridendo. Luigi, con ancora la sua faccia da cucciolo smarrito, mi guarda con gli occhi che brillano.

“Ti accompagno”

“Non impo..” cerco di dire, ma lui istantaneamente apre la portiera e corre dalla mia parte, aggirando la macchina per aprire anche la mia.

Corriamo fin sotto il mio porticato, cercando di coprirci tra di noi, abbracciati, alla meglio, prendendo tutte le pozzanghere possibili e immaginabili.

Ridiamo, di nuovo bagnati fradici, ma felici e spensierati, davanti al mio portone.

Continuiamo a ridacchiare, finché non abbiamo più fiato e ci guardiamo negli occhi attentamente, un po' imbarazzati.

“Allora..”

“Beh.. Io..”

“Io.. noi..”

Sorridiamo della nostra idiozia, e Luigi, un po' esitante, avvicina la sua mano alla mia, passandola poi sul mio braccio fino al collo. Si avvicina e osserva i miei occhi fino in profondità, avvicina il suo viso al mio e con un po' di esitazione, avvicina le labbra al mio naso, stampandoci un bacio. Si stacca e rimaniamo in questa posizione per un altro po' facendo fondere il nostro respiro. Con un brivido di freddo si stacca e mi sorride.

“Ciao acidella, ci vediamo a scuola” sospira allontanandosi dal porticato e sfilando la mano dal mio collo. Quando ormai è uscito sotto la pioggia, e sta per attraversare il cancello lo chiamo, indecisa.

“Aspetta” esclamo ad alta voce, cercando di parlare sopra al rumore della pioggia.

Corro verso di lui, sotto la pioggia, lanciandomi tra le sue braccia e allacciando le mie dietro al suo collo.

“Devo farlo..” sussurro ormai vicinissima al suo volto, alzandomi sulle punte.

E finalmente, nonostante stia per ammalarmi seriamente, appoggio le mie labbra sulle sue, morbide e bagnate dalla pioggia, quasi seta sotto le mie. Inizia come uno sfioramento di labbra, insicuro e dolce, e continua con una danza seducente e movimentata, la passione snodata visibile in ogni istante di questo lungo bacio. Le mie mani sono tra i suoi capelli e le sue guance bagnate, sul collo e sulle spalle robuste, che stringono tirano e accarezzano tutto ciò che trovano, mentre le sue, dolci ma forti e decise, camminano sulla mia schiena, sui fianchi, sulle spalle, sui capelli, sono ovunque in ogni momento, e vorrei davvero che non finisse mai. Il nostri polmoni però non ne possono più, e chiedono pietà, e nonostante nessuno dei due si voglia staccare, lo facciamo, rimanendo comunque attaccati, come siamo stati durante tutto il bacio. Non so quanto tempo siamo stati fermi sotto la pioggia, abbracciati, bagnati e tutto un brivido, potrebbero essere passati anni, ma il tempo sembra essersi fermato, e quando Luigi apre bocca, sembra che riparta troppo velocemente.

“Esci con me” mi chiede, strofinando il suo naso sulla mia guancia.

“Non era una domanda” rispondo, appoggiandomi al suo torce solido.

“Non volevo che lo fosse”

E non posso far altro che alzare il viso e guardarlo in quegli occhi limpidi, accennando un sorriso.

“Si” e lo bacio di nuovo, dolcemente, in maniera totalmente diversa dalla prima, priva di quella passione travolgente, ma piena di amore e fiducia.

Mi sorride, raggiante, staccandosi lentamente da me, accarezzandomi una guancia rossa.

“Non ammalarti, da domani sei tutta mia” e lasciandomi di nuovo con un bacio sul naso, cammina all'indietro, fino al cancello e poi alla macchina, e io corro di nuovo sotto alla tettoia, accanto allo zaino lasciato a sé stesso accanto allo zerbino, e lo guardo andare via, salutandolo con la mano, e non riesco a non pensare che sono davvero innamorata di lui.


 


 


 


 

Sara's corner:3

Saaaaalveee a tutti miei cari. So, I'm back finally.

Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto tempo, ma ho avuto seri problemi con il computer, e per praticamente un mese intero non ho potuto usarlo perché era ad aggiustare.

Anche adesso non è tutta questa magnificenza, ma almeno sono riuscita a scrivere e pubblicare il tanto atteso capitolo 7.

Spero che vi piaccia e che sia venuto bene, perchè credo proprio sia il mio capitolo preferito. Come può non esserlo?

Beh, ditemi cosa ne pensate e se siete contenti che sia tornata o se me ne devo tornare da dove sono venuta e sotterrarmi.

Ah, la canzone si chiama “I hate everything about you” dei Three Days Grace, e personalmente la adoro, vi consiglio di ascoltarla :)

Vi voglio tanto bene piccoli miei, i Luira(?) sono sempre con voi.

Lots of love, Sara <3

  
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