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Autore: DiDiGlee    03/02/2014    2 recensioni
Un anno dopo la loro rottura, finalmente Blaine parte per NY, sperando in una riappacificazione, ma scopre presto che Kurt ha un altro perfetto fidanzato.Tutto questo fino a che non capisce che Kurt è caduto in una relazione abusiva..
OOC!Kurt
Canon fino alla 4x06
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Scusate, scusate, scusate! Lo so che dovevo aggiornare sabato, ma davvero questo periodo è un inferno e ce la sto mettendo tutta per tenere il ritmo. Per chiunque segue le altre mie FF in corso sappia che a giorni pubblicherò i capitoli successivi, non appena trovo il tempo di tradurli e betarli. Giuro, farò in fretta.
Detto questo, vi lascio alla storia. 
Enjoy, R.
Link al capitolo originale: 
https://www.fanfiction.net/s/8905275/5/Trust-Is-A-Flexible-Word

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“Stai bene!” gli assicurò Rachel, standogli accanto di fronte allo specchio. “Non hai motivo di sentirti nervoso.”

“Certo..” disse Blaine con una risatina. Blaine nervoso era l’eufemismo dell’anno. Blaine era un disastro. In un paio di minuti,

Kurt si sarebbe fatto vedere per portarlo al Babylon. Un gay bar. A New York. Come poteva non essere nervoso?!

“Tutti quanti allungheranno il collo verso di te!” disse, dandogli una pacca sulla schiena.

“Non mi interessa di tutti,” sospirò Blaine, aggiustandosi le maniche del cardigan viola scuro.

“Lo so,” disse lei appoggiandogli la guancia sulla spalla. Stettero per un po’ a fissare i loro riflessi, provando a ricomporsi.

Il campanello suonò e Blaine si riscosse. Oh Dio, non era ancora pronto! I suoi capelli erano un disastro! E non aveva ancora

deciso quali scarpe mettere e..

“Kurt!” squittì Rachel, battendo le mani felicemente. Rachel aveva aperto la porta e aspettava che Kurt salisse i gradini.

“Oh, mi è mancata la tua continua eccitazione,” scherzò Kurt quando finalmente raggiunse l’ultimo gradino e non poté più

sottrarsi al suo abbraccio.

“Ho fatto una torta!” annunciò lei orgogliosamente e spinse il suo migliore amico dentro. Blaine si fermò goffamente al centro

della stanza, ancora una volta senza sapere come approcciarsi a lui, ed era la terza volta che incontrava Kurt da quando era

arrivato a New York.

“Ehi,” disse con un sorriso incerto mentre gli occhi di Kurt correvano su di lui.

“Ehi a te,” disse alzando un sopracciglio in apprezzamento.

“Stai bene, Blaine Anderson.”

“Grazie,” Blaine prese fiato e indicò il suo ex. “Anche tu.”

Kurt aveva acconciato i capelli, rendendoli più lucidi del solito. Erano tagliati corti sulla nuca e ai lati, ma li aveva tenuti lunghi

sulla cima, e Kurt aveva acconciato il ciuffo in alto rispetto alla sua fronte.

Indossava un cappotto lungo e nero, che tenne addosso mentre si sedeva sul divano, accavallando le gambe. “Crostata di mele!

La mia preferita!” disse mettendosi un grosso pezzo nel piatto.

“Blaine, devi provarla, è da morirci.”

Blaine si sedette di fronte a lui e non poté fare a meno di squadrarlo. Come sempre, Kurt era impeccabile. Il viso immacolato, i

capelli perfettamente in ordine e la postura aggraziata ma senza essere forzata. Gli stivali al ginocchio lo rendevano più alto di

quanto già non fosse e i jeans neri e stretti e il cappotto aderente glia abbracciavano il corpo. E fu proprio per quello che fu

sorpreso di vedere Kurt mangiare una torta.

“Stai in guardia, se hai intenzione di vivere con lei,” disse Kurt a Blaine, disse mettendosi una mano davanti alla bocca, come

per dirgli un segreto. “Non sa cucinare, ma sa fare delle torte buone da morire. Prenderai un bel po’ di chili senza

accorgertene.”

“A me non sembra,” disse Blaine, alzando un sopracciglio in direzione della figura snella di Kurt.

“Ballerò tutta la notte espellendo queste calorie dal mio corpo.” Kurt si pulì un po’ di crema dalle dita e prese un’altra fetta.

“Vorrei poter venire con voi,” disse Rachel con un sorriso triste. “Mi manca uscire con te.”

“Hai Blaine, adesso,” disse Kurt. “Scommetto che voi due vi divertirete molto, vivendo insieme.”

“Sì, Blaine e dolce e tutto,” rifletté Rachel, e Blaine sogghignò al modo in cui lei stesse parlando di lui come se non fosse seduto

accanto a loro. “Ma non posso davvero rivolgermi a lui quando non so cosa mettermi, giusto?!”

“Oh, potrebbe sorprenderti,” ribatté Kurt, puntando la forchetta verso Blaine. “Ha un buon gusto, se ci prova. E ha occhio per

l’abbinamento dei colori. È qualcosa, almeno.”

“Beh, grazie, immagino..” disse Blaine con circospezione.

“Ma stai attenta, Rachel, potresti finire a indossare cravatte a strisce rosse abbinante a un blazer blu scuro troppo grande,”

scherzò Kurt, mentre Rachel rideva ad ogni parola.

“Molto divertente,” replicò Blaine, stando al gioco. Aveva sperato di poter scherzare con Kurt in quel modo di nuovo. “Ricordo

che tu amavi da morire il blazer su di me,” aggiunse flirtando.

“Sì, è vero,” ammise con un’occhiata insolente rivolta al suo ex, flirtando a sua volta. “Ma amavo molto di più i tuoi papillon.”

“Oh, i papillon!” assentì Rachel felicemente. “Sentivo come di toccarli(*)”

“Sì, anche io,” rise Kurt.

Blaine sorrise scuotendo la testa. “Scusatemi, state ammirando il mio stile o mi state prendendo in giro?!” Rachel gli puntò il

dito sulla spalla. “Noi ti amiamo, Blaine Warbler! Non ti prenderemmo mai in giro!”

“Parola di lupetto!” aggiunse Kurt, alzando la mano all’altezza delle spalle e facendogli il saluto a tre dita.

“Sì, parola di lupetto!” disse Rachel copiando il movimento.

Blaine rise. “Almeno l’essere una scout spiega la tua bravura nel fare dolci, Rachel.”

“Non sono mai stato uno scout,” confessò Kurt. “Quando ero piccolo giocavo a prendere il the in giardino tutto il giorno.”

“Beh, allora vorresti un’altra fetta di torta, mio caro?” chiese Rachel giocosamente.

“Mia cara amica, come posso resistere?” disse Kurt stando al gioco. “E posso avere altro the alla frutta?”

Blaine ridacchiò al comportamento infantile, ma adorabile dei suoi amici.

“Dovremmo andare,” disse Kurt dopo un momento. “Il Babylon ci sta aspettando!”

Si mise in spalla il borsone con i suoi vestiti, preparato da Rachel e baciò quest’ultima su una guancia.

Blaine lo seguì fuori, eccitato, ma anche diffidente. Avrebbe preferito passare la notte sul divano con Rachel e Kurt, facendo gli

stupidi. Non era molto felice di incontrare Andrew di nuovo e ricordarsi che Kurt era già stato preso.

 

 
 
 
Kurt lo stava guidando verso il BMW nero del suo ragazzo, che era abbastanza impressionante. Tuttavia, non appena accese il

motore e la radio cominciò a suonare, apparentemente riproducendo l’ultima canzone del CD inserito, Blaine rabbrividì

visibilmente.

Era una forte, orribile schifezza elettronica. Ritmo veloce, voci distorte, testo senza senso, senza cuore o sentimenti. Venendo

da un ambiente da coro a cappella, Blaine disprezzava quel tipo di rumore elettronico che pretendeva di essere chiamato

‘musica’.

“Oh mio Dio, è terribile!” esclamò quindi, disgustato. “E’ quello che ascolta Andrew?”

“Sì,”  Kurt alzò la testa verso di lui. “E anche io.”

“Mi prendi in giro?! Hai un gusto decisamente migliore di questo schifo che ti riduce in pappa il cervello! Dio, non posso

nemmeno pensarci!”

“Mi capita di apprezzare il suo intorpidimento,” replicò con un sospiro. “Dopo aver lavorato per così tante ore ogni giorno, hai

semplicemente bisogno di qualcosa che ti faccia dimenticare le cose.”

“Preferirei ascoltare qualcosa di cantabile,” disse Blaine. “Ti da fastidio se accendo la radio?”

“Giù le mani dalla radio!” la voce di Kurt era affilata, il che sorprese Blaine.

“Scusa,” aggiunse Kurt in tono più dolce, “ma non ascolto più la radio.”

“Perché no?” chiese Blaine, sconcertato.

“Hai idea di quanto spesso certe canzoni siano ripetute ancora e ancora alla radio?!”

“Per esempio quali?” chiese Blaine, senza capire.

Kurt sospirò esasperato. “Per esempio quelle che non voglio ricordare.”

Blaine considerò la cosa. Da quando Kurt aveva rinunciato alla NYADA  e ai suoi sogni riguardo Broadway, non voleva più

ascoltare musica melodica, perché questa avrebbe potuto ricordargli tutto il resto. Inoltre, ascoltare musica pop era fuori

questione, perché molte canzoni gli ricordavano la loro storia. Dio, anche Blaine non ascoltava più Katy Perry da un anno,

perché faceva troppo male.
 
“Allora posso cercare un altro CD? Ci deve essere qualcos’altro qui.”

“Buona fortuna,” ridacchiò Kurt.

L’interno della BMW di Andrew era un abitacolo pulito e organizzato. Non si vedeva un granello di polvere da nessuna parte.

Ecco perché Blaine fu sconvolto quando aprì lo sportello e tutto il macello saltò fuori: centinaia di CD senza custodia, fazzoletti

di carta, gomme e caramelle scartate e pacchi di sigarette vuote.

“Adorabile,” commentò, mentre la maggior parte della roba cadeva ai suoi piedi.

Che cos’altro era nascosto sotto la superficie?

Prese una manciata di CD dallo scompartimento e lesse i titoli sul davanti, scritti in una calligrafia disordinata. Fu intrigato

quando trovò un CD con la scritta “La voce di Kurt”.

Curioso, lo fece partire.

Una melodia delicata partì da un pianoforte, sognante e lenitiva, e Blaine si rilassò all’istante. Ecco, questo era quella che lui

chiamava buona musica.

Kurt, d’altra parte, alzò lo sguardo terrorizzato. Istantaneamente raggiunse la radio e pigiò il pulsante eject. Il CD venne fuori.

“Lo sapevo!” esclamò arrabbiato. “Sapevo che lo aveva preso!”

“Che c’è che non va?” chiese Blaine, riprendendosi il CD. “Che c’è qui dentro?”

“Non è niente,” rispose l’altro fermamente. “Buttalo fuori dal finestrino.”

“Cosa?!” Blaine assottigliò lo sguardo.

“E’ un mio CD,” spiegò Kurt mentre apriva il finestrino di Blaine premendo il bottone dal suo lato. “Non voglio che Andrew lo

abbia. Buttalo fuori, adesso.”

Blaine si rigirò il CD tra le mani, riluttante, non sicuro di cosa fare. Voleva sapere cosa ci fosse in quel CD di così speciale che

Kurt non voleva farlo avere ad Andrew.

“Blaine che stai facendo?” chiese lui impaziente. “Buttalo via, per favore!”

“Tieni gli occhi sulla strada,” disse Blaine, mentre faceva accidentalmente cadere a terra il CD. Sporgendosi in avanti per

raccoglierlo, velocemente lo scambiò con un altro, intitolato “I miei top 100” e buttò quest’ultimo fuori dal finestrino,

mettendosi di nascosto l’altro in tasca.

“Grazie.” Chiuse il finestrino con un sospiro. “Ora, potresti rimettere la schifezza annulla pensieri?”

“Preferirei non ascoltare nulla,” disse Blaine.

“Dolce nulla sia, allora.” Confermò Kurt con un sorriso.

Blaine lasciò vagare lo sguardo alla deriva sulla figura notturna della città, senza davvero pensare a niente. Tutto quello di cui

era consapevole era la presenza di Kurt, il modo in cui teneva gli occhi puntati sulla strada e le dita strette sul volante.



Kurt guidò fino a un parcheggio vicino alla discoteca e parcheggiò in uno spazio libero. Si slacciò la cintura, ma invece di uscire

dalla macchina, si sporse verso il lato di Blaine per prendere una piccola borsa da trucco dallo scompartimento disordinato.

“Che stai facendo?” chiese divertito Blaine, mentre Kurt estraeva un eyeliner nero dalla trousse.

“Mi preparo per il Babylon,” rispose spensieratamente, aggiustando lo specchietto retrovisore e mettendosi l’eyeliner in modo

esperto in modo che seguisse l’ombretto argentato che aveva applicato con un piccolo pennellino.

Blaine lo guardò affascinato. “Ho bisogno anche io di quella roba?”

“Non preoccuparti,” ghignò lui dolcemente. “Non hai bisogno di niente per attirare l’attenzione.”

“Nemmeno tu, Kurt.”

“Beh, mi piace aggiungere quel tocco extra di mistero,” disse ammiccandogli, e Blaine era attonito nel constatare quando Kurt

fosse diverso soltanto aggiungendo un po’ di trucco sugli occhi. 

“Aspetta, sembra che tu abbia bisogno di un po’ di questo.” Prese un tubetto dalla sua trousse e lo aprì. Spremette un po’ di

fondotinta sulle dita e si avvicinò per metterne un po’ sulle guance di Blaine. Questi rimase fermo e lo lasciò fare. Stava

trattenendo il respiro e non poteva togliergli gli occhi di dosso. Il suo ex era così vicino e gli occhi di Kurt era fissi su di lui, beh,

sul suo mento, ma buon Dio, avere l’attenzione di Kurt lo faceva ancora sentire dannatamente bene.

Le dita di Kurt volavano sul suo viso, e Blaine dovette ficcarsi le unghie nei palmi delle mani per sopprimere un gemito, così

come il desiderio di afferrarlo e baciarlo solo per vedere cosa sarebbe successo.

“Beh, ci sei,” annunciò con tono sognante quando ebbe finito. “Di nuovo perfetto.”

“Davvero lo pensi?” chiese Blaine con aria mortificata.

Kurt lo guardò dritto negli occhi e un sorriso triste fece capolino all’angolo della sua bocca. “Sei sempre stato perfetto ai miei

occhi, lo sai.”

Blaine sentì di stare per piangere e cercò di ingoiare il groppo che aveva in gola. “Vorrei esserlo stato,” tentò di dire con voce

rotta.

“Andiamo,” disse Kurt, affrettandosi ad uscire.

Blaine lo seguì lentamente. Non gli sarebbe importato di rimanere in quella macchina per sempre.

“Ad Andrew non dispiace che io sia venuto?” chiese mentre uscivano dal parcheggio e attraversavano la strada verso la

discoteca.

“Veramente, non vede l’ora di farti l’interrogatorio,” lo avvertì Kurt. “Tieni la bocca chiusa, ok? Non dirgli nessuna fottutissima

cosa riguardo me.” Disse accigliandosi. “Perdona il mio linguaggio, temo che venga fuori da solo. Quello che volevo dire è: per

favore non dirgli niente riguardo me.”

“Perché dovrebbe chiedermi cose su di te?” chiese Blaine confuso.

“Solo per imparare cose su di me con cui darmi fastidio.” Disse con una risatina. “Può essere un vero palo in culo, a volte.”

“Wow, suona davvero vero amore,” disse Blaine deridendolo, prima di poterselo impedire. Diede una veloce occhiata a Kurt,

che si era improvvisamente teso alle sue parole e si era fermato nel bel mezzo della strada, fregandosene di eventuali macchine

che avrebbero potuto investirlo.

“Kurt?” chiese girandosi verso di lui, leggermente terrorizzato dal suo rimanere fermo in mezzo a una strada trafficata. Gli fece

cenno di muoversi, ma Kurt lo fulminò.

“Non osare parlare di vero amore con me, Blaine Anderson.” Disse puntandogli contro il dito, la voce carica di rabbia e dolore.

“Non posso davvero credere che tu possa prenderti gioco di me!”

Blaine gli andò vicino, nel tentativo di evitare il traffico intorno a loro. “Non volevo prendermi gioco di te.”

“Lo hai fatto,” sbottò Kurt. “E non starò a guardarti ridere di me.”

“Non lo faccio,” gli assicurò Blaine, pregandolo con gli occhi. “Kurt, voglio che tu sia felice e che ami più di ogni altra cosa. Solo

non penso che Andrew sia la persona giusta per darti tutto questo.”

Kurt sembrò considerare le sue parole mentre continuava a guardarlo furioso.

 
Blaine non sapeva se fosse abbagliato per le luci intermittenti e i semafori o per il trucco attorno agli occhi di Kurt o se fosse il

segno delle lacrime che inumidivano i suoi occhi blu ma, improvvisamente, si sentì morire. Niente al mondo importava più.

Aveva bisogno del perdono di Kurt e del suo amore.

“Qualsiasi cosa Andrew sia o non sia capace di darmi non è affar tuo, Blaine,” disse Kurt a bassa voce.

“Ma lo è!” protestò Blaine ferocemente. “Perché mi importa di te, Kurt! Mi importa davvero, davvero molto di te.” Blaine pregò

con gli occhi che Kurt si fidasse di lui di nuovo.

Improvvisamente, un macchina passò talmente tanto vicino da far scattare Blaine e afferrare le braccia di Kurt con forza.
“E adesso voglio entrambi salvi dall’altra  parte della strada!” esclamò.

Le sue labbra si curvarono e un sorriso si aprì sul suo volto.

Blaine alzò lo sguardo sorpreso quando Kurt lo prese per mani e lo trascino zigzagando nel traffico di New York, facendo segno

alle macchine di fermarsi per loro e ignorando i clacson impazienti.

Blaine gli stette dietro e, con la mano di Kurt che stringeva fermamente la sua, Blaine si sentì speranzoso e al sicuro.

 
 
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(*)la frase originale è: “I felt like touching them”, e non sapevo assolutamente in che altro modo tradurre. Fatemi sapere se avete idee. 


And that's all for now!
Ringrazio molto quelli che hanno recensito, seguono, preferiscono e ricordano, ma anche solo chi legge. Grazie davvero.
Beh, questo è tutto. Fatemi sapere se vi è piaciuto, please, un commento piccolissimo, davvero.
Un bacio, Ronnie.  
Se vi va passate a leggere le mie altre FF ---> 
 


 
  
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