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Autore: roby_lia    03/02/2014    5 recensioni
26 lettere, 26 parole, 26 storie per raccontare uno dei legami più complessi ed emozionanti di sempre.
Dal capitolo Ventisei: Zucchero
Loki scrollò le spalle, facendo finta di nulla “Non importa. Adesso posso mangiare i biscotti? O ancora non sono pronti mastro chef?”
“Te l’ho già detto, servono per domani”
“Ma io ho bisogno di zuccheri!”
Thor si guardò attorno, fino ad agguantare il pacchetto quasi finito di zucchero e allungandoglielo “Eccoti servito”
Loki lo fissò perplesso “Simpatico Odinson, davvero” mugugnò offeso, ma quando il biondo gli allungò un cucchiaino lo prese sul serio.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest
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Loki non è stato abbandonato da Laufey ed è cresciuto felicemente a Jotunheim
 
Unione


Thor, è inutile dirlo cercava in tutti i modi possibili di guadagnare tempo, anche a costo della sua stessa salute.
“Sarà orrendo” mugugnò contrariato, ricevendo in risposta solamente uno strattone più forte ai capelli, mentre sua madre cercava di dargli un aspetto presentabile.
“Perché, tu credi di essere bello?” lo prese in giro la dea, continuando a tormentare i suoi capelli biondi.
“Madre!”
“Sono solo oggettiva Thor. Dubito fortemente che tu sia il canone ideale di bellezza nel quale è cresciuto”
“Ma io almeno non sono un gigante blu!”
“E chi ti ha detto che è così?”
“Guarda che so come sono gli Jotun!”
“E sai anche che il Principe Loki non è uno Jotun come gli altri. Anzi, negli altri regni è molto rinomato per la sua bellezza e la sua intelligenza, oltre che per le sue grandi doti magiche. Chissà che riesca ad insegnarti qualcosa almeno lui” ribattè, sciogliendo gli ultimi nodi dei capelli del figlio.
Thor sbuffò, roteando gli occhi.
“Ma perché dobbiamo proprio sposarci? C’è già la pace tra i regni!”
“Lo sai bene che è proprio per continuare a mantenerla che dovete unire le dinastie. Quindi smettila di fare il bambino Thor. E poi l’ultima volta ti eri divertito con lui”
“Quello è successo anni fa, madre!”
“Eppure hai parlato per mesi di quel giorno a Jotunheim” gli ricordò, studiandolo critica.
“Eravamo solo bambini! Non mi ricordo nemmeno com’era Loki! E con la mia fortuna sarà cresciuto male” borbottò afflitto il principe ereditario.
“Anche tu eri molto più carino da bambino. Poi purtroppo ti è venuto un insano amore per il fango e questi sono i risultati”
“Stavo cercando di scogliere la tensione” s’imbronciò il principe.
“Certo, ora inizia a vestirti che magari riusciamo a renderti un minimo più presentabile”
“Sarà orrendo” continuò a mugugnare contrariato, obbedendo.
E fu così che Thor Odinson dimostrò di non aver preso nemmeno un briciolo del potere di preveggenza di sua madre, perché le cose andarono in modo del tutto diverso da come le aveva immaginate.
 
I giganti di ghiaccio sembravano immensi anche nell’ampia sala del trono di Asgard.
Esseri enormi, che incutevano timore al solo guardarli, ed era difficile non sentire la necessità di tenerli costantemente sotto controllo.
Tuttavia, se il primo istinto di Thor fu quello di stringere con più forza l’elsa della spada, la sua attenzione fu assai velocemente spostata su altro quando individuò il Principe Loki. Per la precisione sul tentare di non assumere un’aria troppo stupida fissandolo.
Il principe dei ghiacci avrebbe quasi dovuto passare inosservato in mezzo al resto delle corte di Jotunheim, tuttavia era proprio lui ad attirare la maggior parte dell’attenzione.
Era molto più piccolo degli altri Jotun, sarebbe stato considerato troppo esile persino per gli asgardiani.
L’unico ricordo che aveva Thor dell’altro principe era quello di uno scricciolo blu coperto da pellicce, con gli occhi color sangue brillanti, attraverso le ciocche scure e spettinate.
Ma quello era successo quasi un secolo prima, se non di più. E anche Loki era cresciuto, e assai bene, fu costretto ad ammettere con sé stesso Thor, ma senza esserne troppo dispiaciuto in fin dei conti.
Loki era alto, quasi quanto lui, anche se più magro. La pelle di ghiaccio era attraversata da linee più marcati, che s’intrecciavano a loro volta con i bracciali d’oro che indossava.
Anche i capelli lunghi e scuri erano intrecciati con altro oro e pietre preziose, a cui sfuggiva qualche ciocca che finiva solo ad attirare di più lo sguardo sul suo volto, con degli occhi color del sangue ma con una nota malinconica di fondo.
C’era qualcosa, forse nelle gambe lunghissime che spuntavano da gambali di pelliccia, forse in tutti quei marchi che facevano venir voglia di seguirli con le punta delle dita, che colpirono Thor come un pugno nello stomaco, facendogli uscire tutta l’aria dai polmoni e socchiudendo la bocca con un’espressione più ebete del solito davanti a quella vista.
Semplicemente non riusciva a distogliere lo sguardo, ripercorrendo continuamente il suo corpo: da quei capelli scuri in contrasto con la pelle, i fianchi stretti avvolti in un drappo che gli faceva solo prudere di più le mani dalla voglia di stringerlo, ai lineamenti spigolosi del viso che voleva a tutti i costi veder addolciti in un sorriso.
Un sorriso solo per lui, un sorriso che si sarebbe scontrato con le sue labbra e-
Una gomitata non esattamente delicata, ma altrettanto ben nascosta da parte di Sif lo fece tornare in se con un singulto, solo per trovarsi a ricambiare lo sguardo del Principe Loki.
Lo Jotun lo fissò senza espressione per un istante, prima di fare un inchino col capo, come aveva fatto in precedenza davanti ai suoi genitori.
Thor aprì e rischiuse la bocca un paio di volte, come un pesce fuor d’acqua, prima di ritornare del tutto in sé e ricambiare l’inchino.
“Principe Loki- mormorò sentendo le guance andare a fuoco per la brutta figura-siete…sei cresciuto”
L’altro alzò le sopracciglia “Sono cose che succedono” ribattè gelido, per poi riportare lo sguardo su suo padre e deciderlo d’ignorarlo per il resto della giornata.
Thor annuì distrattamente, continuando a studiarlo.
Quel ragazzino, per quanto diverso, aveva qualcosa che gli spegneva completamente il cervello, o più del solito, come poi sottolineò amabilmente sua madre.
 
Durante la cena di quella sera, il loro rapporto non migliorò particolarmente, nonostante fossero stati costretti a sedersi vicino.
Thor tenne lo sguardo fisso sul piatto davanti lui, sia perché non sapeva nemmeno da dove iniziare a parlargli, ma soprattutto per evitare che l’altro si accorgesse di nuovo della maniera imbambolata in cui lo fissava.
Non che l’altro collaborasse particolarmente, visto che l’unico tentativo del principe di Asgard di comunicare, ovvero offrirgli il proprio pugnale per tagliare la carne, sfumò prima ancora di poter essere messa in atto visto che l’altro fece apparire precipitosamente una lama di ghiaccio per avere una buona scusa per non parlargli.
Dopo quel vago tentativo, Thor concentrò nuovamente tutta la sua attenzione sulla cena, desiderando solo di poter essere a ridere con i suoi amici e non in quella situazione imbarazzante.
Loki, d’altrocanto, si dimostrò essere un ospite perfetto con tutti gli altri, entrando soprattutto nelle grazie di Frigga, cosa di cui Thor non era sicuro di doverne essere felice.
 
Thor riprese coraggio solo quella sera tardi, quando ormai la cena era finita, per diventare una festa vera e proprio in cui lui aveva bevuto un po’ troppo, probabilmente.
E gran parte del merito andò a sua madre, che insistette affinchè provasse ad essere almeno un po’ più maturo.
Fu per questo soprattutto che Thor figlio di Odino, si ritrovò ad andare con incerta sicurezza verso il principe di Jotunheim, con il malaugurato intento di chiedergli di ballare.
L’altro avrebbe dovuto rispondergli di sì per principio, perché così era previsto dell’etichetta soprattutto per due promessi sposi com’erano loro.
Anche se Thor non aveva idea di cosa sarebbe successo dopo, soprattutto perché lui e ballo, nella stessa frase, non andavano particolarmente d’accordo.
Ma Thor è Thor, ecco perché pensava che questo avrebbe potuto trovare una soluzione dopo.
Cercando di non far trasparire troppo l’agitazione, si avvicinò all’altro principe, facendo volatilizzare in un istante due maghi con cui stava discutendo.
“Principe Loki” disse con la bocca secca.
“Principe Thor” ribattè l’altro con fredda cortesia.
“Voi, ecco…- s’impappinò per un momento, desiderando solamente di essere inghiottito sul momento dalla terra- volete ballare?” chiese cortesemente, cercando di assumere un’espressione un po’ più convinta.
Se finora tutto era andato bene o male come ava immaginato, Loki si rivelò non essere esattamente incline ad obbedire ai suoi piani (e se non se ne fosse già perdutamente innamorato, questo l’avrebbe di sicuro fatto capitolare ai suoi piedi).
Infatti lo Jotun alzò un fine sopracciglio, perdendo per un istante la sua aria impassibili “Ma per chi mi hai preso?”
Dopodiché gli diede le spalle, allontanandosi.
Thor restò per un istante imbambolato a fissarlo, e dopo, con una strana rinnovata sicurezza e più tranquillità, scattò all’inseguimento.
“Se ti ho offeso in qualche modo mi dispiace! E solo che…l’etichetta…”
Loki si degnò di prestargli nuovamente attenzione, con un sogghigno di derisione sulle labbra “Oh e tu fai sempre tutto ciò che ti viene ordinato, vero principino?”
L’altro corrugò la fronte “Ehm, io…no! Certo che no!”
Lo Jotun alzò un sopracciglio, in quel modo che Thor aveva già iniziato ad adorare “Oh certo. Vuoi davvero convincermi che la regina Frigga non ti ha obbligato a farmi quel ridicolo invito?”
“Bhe ecco… volevo solo essere cortese”
“La tua cortesia puoi mettertela in tutt’altra parte” ribattè velenoso.
“Ma si può sapere perché fai così? Io sto cercando di essere gentile!”
Loki gli rivolse uno sguardo ancora più gelido dei precedenti “Per questa farsa dovrò rinunciare a molto di più di quanto valga la pena. E non ho intenzione di concedere niente di più né di meno dello stretto necessario” sibilò rabbioso, prima di dargli nuovamente le spalle e andando nell’ampio terrazzo.
Il principe di Asgard lo fissò a bocca socchiusa, per poi arrossire di botto al pensiero di ciò che sottendevano quelle parole: il giorno dopo si sarebbero dovuti sposare, e il matrimonio implica generare prole, e...
In quel momento difficilmente si sarebbe notata la differenza tra le sue guance e il suo mantello.
Tuttavia Thor, come Loki imparerà a sue spese, è difficile dal desistere a far qualcosa. Anche se quel qualcosa in questione implica conquistare l’erede del regno dei ghiacci.
 
“Io non intendevo quello!”
Loki dovette trattenere uno sbuffo seccato “Ma non hai qualcun altro da importunare?”
Thor scrollò le spalle “Quello che intendevo dire era che… che ci piaccia o no, da domani dovremo passare tutta la vita insieme quindi tanto vale provare a conoscerci no?”
Il moro lo guardò scettico, ma senza ribattere, e questo convinse Thor a continuare a provarci.
“Per esempio, cosa ti sarebbe piaciuta fare? Intendo dire, se…se fossi stato libero di fare ciò che vuoi, tu cosa avresti scelto?”
Loki lo fissò ancora per qualche istante in silenzio, per poi decidersi a rispondere “Avrei voluto viaggiare. Visitare tutti gli altri regni di Yggdrasill”
Thor corrugò la fronte “Perché pensi che non succederà? Potremmo viaggiare anche dopo, dando la caccia ad ogni avventura che ci si presenti”
“Tu… viaggeresti con me?” cercò di capire, esitante, inclinando leggermente la testa.
“Certo. Anche oltre i confini degli universi” rispose sicuro l’altro, sorridendo raggiante.
Loki sentì una spiacevole sensazione scaldargli le guance, mentre improvvisamente non riusciva più a sostenere il suo sguardo. Poteva essersi sbagliato? Poteva aver frainteso com’era veramente quel principe asgardiano? Forse poteva non essere così stupido come gli era sembrato?
“Vieni, ti faccio vedere una cosa!” riprese la parola l’altro, prendendogli la mano per accompagnarlo.
Loki tuttavia, si sottrasse con uno strattone alla sua presa, fissandolo corrugando la fronte.
Thor socchiuse le labbra, per scusarsi, ma la verità era che non aveva nemmeno pensato a ciò che aveva fatto: era stato un puro gesto istintivo.
Lo Jotun chiuse la mano a pugno, cercando di scacciare quella strana sensazione di essere toccato in modo così complice da un perfetto sconosciuto. Soprattutto, cercando di scacciare la sensazione di naturalezza che aveva provato per quel gesto. Come se le cose sarebbero dovute andare semplicemente così, con loro due e le stelle testimoni del tutto.
Si schiarì leggermente la gola, prima di avvicinare l’altro ma mantenendo una distanza di sicurezza. Thor gli sorrise nuovamente in quel modo luminoso come il sole, e come se nulla fosse successo gli fece strada attraverso il palazzo.
Loki sapeva che non avrebbe dovuto seguirlo, non con così tanta naturalezza attraverso un palazzo che non conosceva, ma quella non del tutto sgradevole sensazione persisteva: quella consapevolezza che, per una volta, le cose stavano andando esattamente com’era giusto che fosse.
Inizialmente il principe di Jotunheim non si accorse di nulla. Solo dopo notò una vaga luminescenza che ne attirò l’attenzione, facendogli spalancare gli occhi dalla meraviglia.
“è il giardino di mia madre- spiegò nel frattempo Thor- ha fatto portare piante da tutti i Regni, raccogliendole qua. Dice che così è come avere una copia in miniatura dei Nove Mondi. Forse non sarà proprio come viaggiare, ma può essere un inizio non credi?”
Il moro non lo stava ascoltando, troppo impegnato a guardarsi attorno “I fiori luminescenti di Svartálfaheimr… e quelli sono i Soli della Notte di Vanaheim! Raccolgono la luce del sole di giorno e la liberano di notte!”
Più Loki guardava, più riconosceva fiori e piante che aveva visto solo nei tomi della biblioteca del suo palazzo.
“Però purtroppo non abbiamo fiori da Jotunheim, non è mai riuscita a farli crescere…” aggiunse poi il biondo, mordendosi il labbro.
L’espressione di Loki, che fino a quel momento l’aveva incantato, s’incrinò, adombrandosi leggermente “Jotunheim ha la spiacevole abitudine di sopprimere tutto ciò di diverso con cui viene a contatto”
“Ma adesso ci sarai tu. Potresti portare un po’ d’inverno anche qua” ribattè, sorridendo di nuovo.
“Perché mai dovreste volere l’inverno…”
“Bhe… la neve è divertente! Ti ricordi quando sono venuto a Jotunheim? Abbiamo giocato tutto il giorno in mezzo alle neve…anche se poi non sentivo più le mani” aggiunse alla fine, passandosi una mano tra i capelli.
“Vuoi fare un pupazzo di neve?” chiese ironico Loki, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Il biondo alzò di scatto il viso, fissandolo socchiudendo gli occhi mentre un ricordo lentamente tornava a prendere forma “…un pupazzo di neve…ma certo!”
“Sì, non te lo ricordavi? Quando sei venuto su Jotunheim non abbiamo fatto altro. Anche se alla fine eri più simile tu ad un pupazzo di neve”
“Ci credo, usavi i tuoi poteri su di me!”
Loki roteò gli occhi “Era pura difesa. Tu mi saltavi addosso per giocare alla lotta ed eri il doppio di me!”
Thor scoppiò a ridere, mentre neanche l’altro trattenne un sorriso.
Sospirando rilassato, il principe di Asgard si sedette sull’erba, osservando l’altro che nel frattempo aveva ripreso ad esplorare il giardino.
Lo osservava continuando a ripetersi che tutto quello era giusto. Lo osservava continuando a ripetersi che tutto quello non era poi così male.
“Sono felice che sia tu” disse alla fine. Loki finalmente distolse lo sguardo dai fiori che stava studiando, spostandolo su di lui.
“Come?”
“Sono felice che sia con te che devo passare il resto della mia vita” ripetè con più sicurezza.
Lo Jotun distolse nuovamente lo sguardo da lui “Nemmeno mi conosci”
“Bhe per quello avremo tutto il tempo che serve. Perlomeno non sei noioso”
Loki alzò un sopracciglio, sogghignando prima di sedersi davanti a lui nell’erba “E sentiamo, perché mai dovrei essere noioso?”
“Sei un mago. Di solito i maghi sono noiosi. E fanno tutte quelle cose bhe…”
“Noiose?” tirò ad indovinare con un’espressione strana.
“Ma non tu- si affrettò a correggersi Thor- stavo solo dicendo che-“
Il principe ereditario fu costretto ad interrompersi. O meglio, l’altro principe lo interruppe. Con una palla di neve dritta in faccia.
Loki ghignò, lanciando a riafferrando un’altra palla di neve “Chi è il noioso scusa?”
Thor lo fissò sbalordito per un istante “Questa te la faccio pagare!” promise, prima di gettarglisi addosso.
L’altro riuscì ad evitarlo, rotolando nell’erba e ridendo si rimise in piedi triandogli altra neve.
“Ora mi ricordo perché ti saltavo addosso!” ringhiò il biondo, mentre il moro sfuggiva agile appena prima di essere sfiorato.
“Ma davvero? E io che credevo fosse per il mio fascino” ribattè tirandogli un’altra palla di neve.
Thor rise, continuando l’inseguimento, e continuò a ridere finchè alla fine non riuscì ad acciuffarlo, o più probabilmente l’altro si lasciò prendere.
Loki non si sottrasse alla presa dell’altro attorno ai suoi polsi, troppo impegnato a riprendere fiato per le troppe risa.
Thor continuò a fisarlo in viso, sorridendo a pochi centimetri dal suo volto.
“è vero che potete assumere un aspetto Aesir?” domandò senza distogliere gli occhi da quelli dello Jotun.
“Cos’è, questo aspetto non ti aggrada?”
“Sono solo curioso”
Loki assottigliò lo sguardo, per poi annuire “Sì è vero. Succede se ci scaldiamo”
“Ah” mormorò distrattamente Thor, avvicinandosi ancora, fino a far sfiorare i loro nasi.
“Cosa stai facendo?”
“Mi par ovvio, ti scaldo” rispose praticamente sulle sue labbra.
“Credo che tu debba impegnarti un po’ di più sai?”
“Come desideri, mio principe” ribattè sorridendo, prima di baciarlo finalmente.
 
 
La Storia vuole che l’unione tra le due stirpi reali portò un periodo di pace e magnificenza mai visto nei Nove Regni.
La Storia vuole che alla fine i due principi s’innamorarono davvero, e che la storia del loro amore divenne la favola d’eccellenza che le madri raccontavano alle loro figlie e figli prima di andare a dormire.
La Storia vuole che viaggiarono per tutti i Regni, recuperando tesori perduti e sconfiggendo mostri.
La Storia vuole che anche loro ebbero dei figli, figli di neve ma con il sole nelle vene, e che loro continuarono a regnare, preservando l’Ordine con un poco di Caos.
Ma questa, per l’appunto è un’altra storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Ecco cosa succede guardando Frozen, dopo aver letto Il trono di spade, pensando a Thor e Loki u.u’’’
Un grazie molto speciale va a _avatar_ che mi ha consigliato la parola e mi ha dato l’idea (sennò avreste dovuto aspettare mooolto a lungo prima che venisse in mente a me) e a questo proposito, se siete interessati ad una “versione alternativa”  di questa lettera leggetevi questa sua divertentissima storia :3 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2399321
Vabbè, ora sloggio, perché non so più cosa sto dicendo, ma questo credo che si sia capito già dal finale insensato ^^’’’
 
Ciao ciao (e un caldo abbraccio <3)
roby_lia
  
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