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Autore: Eleven    12/06/2008    7 recensioni
"Basta." - aveva detto. - "Quando sposerò Ron, mi passerà questa assurda ossessione per…"
Venne interrotta da una voce maschile il cui proprietario si era avvicinato nel frattempo.
"Tu non sposerai Ron."

[Harry/Hermione]: Le foto dei maghi sono diverse da quelle dei babbani. Se le seconde catturano un momento, una luce nei tuoi occhi, le prime trattengono un ricordo, il motivo di quella luce.
Piccola One Shot dedicata ad una persona fantastica. Buon compleanno, Mory.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Come si dice: mai dire mai XD.


Non pensavo che avrei mai scritto di questa coppia [detto con sincerità: mi schifa proprio], ma per te questo e altro, Right.


A Morena, per i suoi 19 anni. Ci sarebbero mille cose da dire, ora. Ma me ne viene solo una: grazie Dio per avermela fatta conoscere. Anche se poi sono costretta a sorbirmi i suoi deliri da Potty fan, anche se poi riesce a farmi piangere con le sue parole così delicate da sembrare il vetro di un calice quando è ancora da soffiare, anche se per lei sono arrivata a scrivere di questa ship [e credetemi, è tantissimo]... Ringrazio veramente il cielo.

Perché se una serie di fortunati eventi l'ha portata ad essere mia moglie, diverse sue azioni e parole l'hanno portata ad essere insostituibile. Alla ragazza più dolce e tenera che conosca, a cui mi riesce difficile spiegare quello che provo per lei, ma tanto è inutile. Me lo spiega tranquillamente lei. Un piccolo regalo per un grande augurio. Ti voglio bene tesoro.


Mèmoires

[Photograph]



Il fuoco mandava tenui riflessi rossi lungo i capelli sciolti in morbidi boccoli di Hermione.


Le sue labbra semi-dischiuse, erano leggermente incurvate verso l'alto e pareva non sentire l'immenso calore che sarebbe dovuto arrivarle dal camino tanto vicino.

Le dita vagavano lievemente sulla prima foto dell'album che teneva sulle ginocchia, accarezzando, con la punta dei polpastrelli, quelle due figure mobili per l'ennesima volta.


Si aspettava, come sempre, che la sua stessa immagine scoppiasse a ridere insieme a quella di lui, per il solletico che quell'indice provocava loro.


Corrugò la fronte, ricordando il periodo in cui aveva più spesso riguardato quella foto, accarezzando insieme ad essa un sogno che allora per lei era semplicemente irraggiungibile. O peggio, da dimenticare.


Ricordò quei pomeriggi di lacrime e lotte interiori prima del disastro - del tornado che aveva travolto la sua vita.


*


Ricordò giornate di stanchezza immensa, anche quando faceva poco e niente.

Spossatezza al solo sentire quella voce.

La voce di Ron, del suo ragazzo.


"Una passeggiata, Herm?"

"Non ho voglia di uscire, Ronald, mi dispiace..."

"Una partita a scacchi, allora."

"Non ce la faccio proprio, scusami ma credo che me ne andrò a letto."


Aveva paura di rimanere sola con lui e dire qualcosa di sbagliato, qualcosa che in realtà pensava.

Simulò uno sbadiglio, quella volta come tante, cercando disperatamente di non incontrare gli occhi di lui.

No, non di Ron.

Iridi smeraldine erano saettate su di lei da un tavolo poco distante, alla sua seconda negazione - la sala comune Grifondoro non era poi così grande.

Guardando a terra, salì le scale del dormitorio femminile.


Quei maledetti occhi verdi, come sempre, ancora in mente.


*


Due grandi mani calde si posarono sulle spalle di Hermione, che sollevò il volto per incontrare quello di suo marito.

"Che stai facendo?" sussurrò.

Hermione sorrise, e tornò a guardare la foto sulla quale ancora sostavano le sue dita affettuose.

"Dovrei essere geloso, di quella foto. Le dai quasi più attenzioni che a me."

Sorrise di nuovo, divertita. "La colpa di questo, amore mio..." - gli posò un breve bacio sulle labbra - "È solo tua."


Non era sempre stato così, decisamente. In quel periodo, per la verità, avrebbe voluto bruciarla. Ma quello stesso sentimento che negava, la costringeva a non farlo.

Certe parole, di qualche giorno prima che venisse scattata, le tornavano spesso alla mente; Non banalizzare la fotografia come certi bambini della tua stessa età fanno, non è solo un passatempo divertente. È qualcosa su cui potrai piangere, ridere, scherzare e disperarti.

Lei decisamente aveva pianto molto, su quella fotografia.

[Quando temeva di aver perduto ciò che credeva di vedere in essa.]

Aveva versato lacrime amare, quando aveva temuto di aver perso ciò che credeva di vedere in essa.


*


"Ti perdonerebbe qualunque cosa tu gli abbia fatto, Herm! Che mai puoi aver commesso di tanto grave da compromettere la vostra amicizia?"


"Tu... T-tu non capisci Gin." - gocce d'anima consapevole, scendevano sulle sue gote - "Io l'ho baciato, ho baciato Harry!"


Chiuse gli occhi per non leggere in quei limpidi occhi azzurri - tanto simili a quelli di suo fratello - la reazione dell'amica. Non aveva pensato, in quel momento, che a Ginny probabilmente piaceva ancora Harry, e che lei inoltre, stava con Ron.

Oh no, a quello aveva pensato dopo. Ed era stata male, molto male, per questo.


La voce tremante di Ginny la raggiunse poco dopo.


"Lui cos'ha fatto?"

"Niente. Era sorpreso, suppongo." - si asciugò le lacrime e riaprì gli occhi per puntarli sulla trapunta, che copriva il letto su cui erano sedute. - "Sono scappata subito dopo."


Il silenzio accolse le sue parole, prima che Ginny guardasse l'amica e quasi urlasse: "Hermione, tu stai con mio fratello!"

"Lo so."


In quel periodo, Hermione odiò veramente se stessa. Perché, più che pensare alle conseguenze che questo avrebbe causato nel suo rapporto con Ron, il problema delle conseguenze con Harry troneggiava nella sua mente in maniera decisamente indegna, per la sua logica razionale.


*


"A che pensi?"

"Al nostro settimo anno."

"La parte bella o la parte brutta?"

"Entrambe."


*


Non avrebbe dovuto farsi venire dubbi, proprio quando tutto sembrava essere così chiaro.

Se Harry fosse interessato a Ginny, quello non era chiaro.

Non la respingeva mai chiaramente, ma tutti pensavano che fosse passata da un pezzo l'ora in cui si sarebbe dovuto fare avanti. Del resto però, la lentezza dei ragazzi era nota; di Harry e Ron neanche a parlarne, poi.


Ron aveva aspettato anni, perché ora si sarebbe dovuta meravigliare dei tempi di Harry?


Abbassò di colpo lo sguardo sulla colazione, quando per sbaglio incontro quello del suo migliore amico. Da quel giorno lo evitava, dandosi contemporaneamente ed inevitabilmente della stupida.

Se quel bacio non era significato niente, non c'era motivo di allarmarsi tanto.

Ma l'inquietudine che la prendeva ora, ogni volta che si trovava vicino a Ron, sembrava volerle sbattere in faccia una realtà alquanto diversa: fuggiva da lui, come se non avesse voluto che le sue labbra venissero più a contatto con quelle che aveva tradito.


In nome di cosa, poi? Una pazzia.

Non era ubriaca, ma la luce che il fuoco scoppiettante proiettava sulle labbra di Harry, quella sera, e la sua voce roca quasi già presa dal sonno, l'avevano indotta a volerle sfiorare con le dita e poi, noncurante del suo sguardo perplesso, a coprirle con le sue.

Scosse di nuovo la testa, alzandosi.


"Perché mi eviti?"

"Io non ti evito!"

"Sì Hermione, ed Edvige è un gufo nero."


La riccia alzò gli occhi al cielo, convinta che quel sarcasmo fosse completamente fuori luogo. Accennò a fare qualche altro passo, ma Harry la fermò trattenendola per un braccio, rischiando di farle cadere tutti i libri.

Si maledisse mentalmente quando, tornando in piedi dopo aver recuperato l'unico che era caduto davvero, si soffermò sul petto asciutto che traspariva attraverso la camicia della divisa del suo migliore amico.

"Se è per quello che è successo l'altra sera..."

"Direi che È per quello che è successo l'altra sera!"- replicò stizzita lei.

"... Non lo dirò a Ron."

"Ti ringrazio."

Ma non è questo il problema.


*


"Questo fuoco mi ricorda quel camino, sai? Dev'essere stato quello, a farmi impazzire. Non mi sarei mai potuta invaghire di uno come te!" - scherzò chiudendo appena l'album, l'indice tra le prime pagine a tenere il segno.


"Certo." - sputò Harry sedendosi su un bracciolo della poltrona occupata da Hermione - "Immagino. Per questo hai rinunciato in pochi minuti ai tuoi propositi di sposarti solo perché te l'ho detto io." - disse alzando le sopracciglia, in un'espressione che fece venire a Hermione la voglia di schiaffeggiarlo e di baciarlo insieme.


"Detta così la minimizzi un po' troppo, non trovi?"


*


Non riusciva a capire che cosa non andasse in lei. Ogni volta che finiva prima un compito - sempre, matematicamente - l'occhio le cadeva sulla fronte corrugata di Harry, la sua espressione concentrata, gli occhi socchiusi dietro agli occhiali per cogliere meglio i particolari. Accanto a lui, Ron tagliava goffo qualche ingrediente o balbettava una formula, con le orecchie rosse quasi quanto la sua cravatta.


Aveva passato così tutto l'anno, odiandosi e odiando Ginny perché le diceva la verità: doveva smetterla.


Quella condizione era deleteria per lei, per Ron - con cui la relazione era ormai pressoché inesistente - per Harry che spesso e volentieri se ne accorgeva e per Ginny stessa, che evidentemente - almeno a parere di Hermione - non aveva smesso di amare Harry.


Fu quell'ultimo giorno, quell'ultimo memorabile discorso con Ginny a cambiare completamente la sua vita, allontanandola definitivamente da quel sentiero che pareva tracciato per lei da genitori, parenti e amici. Dall'opinione comune ma non - ormai - dalla sua.


"Basta." - aveva detto. - "Quando sposerò Ron, mi passerà questa assurda ossessione per…"


Venne interrotta da una voce maschile il cui proprietario si era avvicinato nel frattempo.


"Tu non sposerai Ron."


*


Il fiato le mancò nel ricordare quel momento, e dovette subito compensare quel battito perso con un bacio che rubò - come sempre - a Harry, mentre lui era distratto.


Lui la rimproverava che così non se li godeva davvero. Lei ribatteva che se l'avesse avvertito o glieli avesse dati quando voleva lui, non sarebbe stata la stessa cosa.


Riaprì l'album, facendo un po' di spazio a Harry perché scendesse dal bracciolo. Con un colpo di bacchetta lui allargò la poltrona, sotto lo sguardo lievemente infastidito di Hermione.


Spostò l'album in modo che poggiasse anche sulle ginocchia di Harry, poi parlò: "Era la mia prima foto magica, sai?" - osservò lo scintillio di sorpresa negli occhi di suo marito. Lui le foto mobili le aveva scoperte alla fine del primo anno, per quanto avesse già visto quelle sulla Gazzetta.


Hermione annuì: "Ricordo come fosse ieri cosa mi disse la commessa del negozio di Diagon Alley dove ho comprato la macchina fotografica:" - annunciò - "Le foto dei maghi sono diverse da quelle dei babbani. Se le seconde catturano un momento, una luce nei tuoi occhi, le prime trattengono un ricordo, il motivo di quella luce. Non banalizzare la fotografia come certi bambini della tua stessa età fanno, non è solo un passatempo divertente. È qualcosa su cui potrai piangere, ridere, scherzare e disperarti." recitò.


Riportò lo sguardo sulla foto, dove due piccoli Potter e Granger ridevano e si davano un piccolo bacio sulla guancia. Ancora non sapeva che un giorno avrebbero avuto lo stesso cognome. Sorrise ancora, perché lo riconobbe, il motivo di quella luce.

Un legame che nessuno avrebbe potuto spezzare mai.

Né Ron con la sua gelosia, la sua rabbia distruttiva verso se stesso e verso gli altri, né Ginny con la sua invidia ed i suoi tentativi, né gli altri ed i loro commenti poco gradevoli.


Tenne per sé le ultime parole della commessa, quelle erano solo per lei.


Dei passatempi non ci si occupa, una volta passati. Dei ricordi sì.





Spazio dell’autrice:

Per chi già mi conosce, chiedo perdono :P

Per chi ama la coppia, spero di non avervela rovinata.

Per Morena, mi auguro che abbia apprezzato. Questo significa tanto XD. Buon compleanno amore mio. Bum bum.



Ps: Per chi segue le mie due long, sono entrambe aggiornate.

baci

Eleonora.

   
 
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