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Autore: freddie w    03/02/2014    2 recensioni
Tutto quel fuoco dentro QUEL corpo poteva forse essere considerata la sua più grande debolezza, il desiderio che gli procurava non era paragonabile a quello provato per nessuna delle sue conquiste precedenti.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“…peccato che la secchiona mezzosangue non sia rimasta di più là sotto. Tipo per sempre!” strepitò Malfoy in mezzo al corridoio “Che dici Granger, non ti sarebbe piaciuto restare a vivere con le sirene del Lago Nero?” Anche questa seconda frecciatina fu accolta da uno scroscio di risate sguaiate, mentre la giovane Grifondoro superava il capannello di Serpeverde senza degnarli nemmeno di uno sguardo. Era una tosta la Granger, Draco lo sapeva, ma comunque la mancanza di reazioni da parte di lei lo lasciò non poco deluso, desideroso com’era di ricevere uno di quei taglienti sguardi pieni di rabbia che riservava solo a lui. Tutto quel fuoco dentro QUEL corpo poteva forse essere considerata la sua più grande debolezza, il desiderio che gli procurava non era paragonabile a quello provato per nessuna delle sue conquiste precedenti. Nemmeno Pansy Parkinson, che alle sue battute rispondeva, oltre che con le risate, con occhiate dal significato inequivocabile, era riuscita ad essere all’altezza della sua brama quando l’aveva presa poche settimane prima nella sala comune di Serpeverde. No, la Granger era tutta un’altra cosa e da quando l’aveva  vista uscire dall’acqua del Lago Nero dopo la seconda prova del Torneo Tremaghi, con i capelli bagnati che le incorniciavano il viso e i vestiti che, aderendo al suo corpo, ne mostravano ogni curva nascosta, Draco non era più totalmente padrone di sé.
Di punto in bianco decise di tornare indietro, adducendo come scusa quella di aver dimenticato un libro nell’aula di pozioni, e si mise a ripercorrere rapido i passi della ragazza, sperando di raggiungerla prima che questa arrivasse a destinazione. Giunto al corridoio del terzo piano, quello che durante il loro primo anno ad Hogwarts era stato misteriosamente chiuso, la vide. Era inginocchiata ad allacciarsi una scarpa, proprio davanti all’unica porta che si aprisse lungo quel corridoio, e non lo aveva sentito arrivare. Un brivido di soddisfazione e di potere percorse tutto il corpo di Draco, che assaporava già i vantaggi che l’effetto sorpresa gli avrebbe portato, sentendosi un cacciatore vittorioso. Aspettò che lei si rialzasse poi le fu dietro in un passo, la prese alla vita e la spinse oltre la porta malconcia, verso l’oscurità.
 
Nella stanza, che negli ultimi anni era stata trasformata in uno sgabuzzino, il buio era pesto ma ciò non impedì alla fiera Grifondoro di partire all’assalto del suo aggressore con calci e pugni, tentando di graffiargli il viso con le unghie, urlandogli contro tutta la sua rabbia “Lasciami andare! Quando Viktor lo verrà a sapere…!” Lui, preso in contropiede, si ritrovò a subire per alcuni istanti quella violenza, rimediando un lungo taglio sulla guancia e finendo scaraventato contro uno dei banchi ammassati dentro la stanza. A Draco bastò un istante però per capire di poter sfruttare quella posizione a suo vantaggio, quindi approfittò dell’appoggio che aveva per spingersi in avanti e costringere la sua avversaria contro il muro di pietra. Con un’abile mossa le bloccò i polsi sopra la testa e quando lei tentò di reagire con un calcio lui aumentò ancora di più la pressione che esercitava con tutto il suo corpo, in modo da bloccarla completamente, senza lasciare neanche un millimetro a dividerli. I grandi occhi nocciola di Hermione erano confusi, ma lei cercava ancora di apparire sicura di sé quando ricorse alla sua ultima arma disponibile, la parola “Che cos’è questa farsa Malfoy? Non ti basta più insultarmi nei corridoi?” urlò esasperata, ma la risposta melliflua che ricevette, “Esattamente”, contribuì a mandarla ancora di più nel panico. “Allora che cosa vuoi?” “Che tu sia mia.” Lo disse a bassa voce, mentre leccava, lussurioso, il pollice con cui aveva pulito il rivolo di sangue che gli scendeva dal graffio sulla guancia. Lei soffocò un gemito, Draco sorrise, soddisfatto. Con lo stesso dito le accarezzò il contorno dell’orecchio, mentre le sussurrava “Che c’è Granger? Non ti piacciono le mie attenzioni?” La ragazza chiuse gli occhi, incapace di parlare, mentre lo sentiva percorrere con la punta del naso e col respiro, che ad ogni secondo diventava più affannoso, la curva del suo collo, da sotto la mandibola fino alla clavicola. Era rossa, accaldata, sconvolta, non aveva idea di cosa le stesse accadendo; lottò contro sé stessa per trovare la forza di ribattere di nuovo “Quando Viktor lo verrà a sapere…” ma stavolta l’evocazione del campione di Durmstrang non fu altro che un flebile lamento, la rabbiosa veemenza di Hermione Granger era stata sconfitta. Draco rispose pacato a quell’ultima non-minaccia “Oh ma lui non lo saprà…non avrai mai il coraggi di raccontare tutto questo in giro perché poi dovresti anche ammettere quanto ti stia piacendo…” e così dicendo fece delicatamente scivolare la mano sul seno di lei, la accarezzò, la baciò alla base de collo. Inutilmente Hermione tentò di implorarlo un’altra volta, non riuscì ad emettere altro che un gemito roco. Fu la scintilla che fece perdere definitivamente il controllo a Draco. Lasciò andare i suoi polsi per prenderle il volto tra le mani e baciarla con foga, cercando disperatamente le labbra della ragazza, mordendole, lambendole con la lingua desiderosa di accedere a piaceri più profondi e nascosti. Hermione non si lasciò pregare e si buttò, anche lei piena di desiderio, in quella lotta famelica e disperata, alla conquista di un’intimità che non appariva più tanto sbagliata. Si strinse a lui, al suo petto forte, e si fece trascinare in quel vortice. Lo spinse di nuovo verso il banco, pronta a godere appieno di quella situazione che forse solo il suo inconscio più profondo aveva mai osato immaginare, ma qualcosa la bloccò. Forse furono i loro respiri ansimanti all’unisono, forse gli occhi di ghiacci di Draco, ora percorsi da lampi di eccitazione, che la spogliavano prima ancora che fossero le mani a farlo. Raccolse i suoi libri e scappò da quella stanza buia in cui era quasi caduta la sua maschera di diligenza e perfezione, correndo a gambe levate per riappropriarsi della sua immagine abituale.
 
Lo aveva lasciato interdetto, impreparato ad una simile piega degli eventi, costretto a fare i conti da solo con il suo desiderio frustrato. La mezzosangue aveva avuto paura, ma Draco non era preoccupato: ora sapeva, conosceva quella parte vogliosa e ribelle che lei tentava di sopprimere, sapeva che anche la Granger lo desiderava almeno quanto lui voleva lei. “Non ho finito con te Granger…e la prossima volta sarà la tua rovina, stanne certa” sussurrò tra sé e sé mentre si chiudeva la porta alle spalle e si incamminava lungo il corridoio del terzo piano.
  
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