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Autore: Gracefulness    04/02/2014    0 recensioni
"Il fine giustifica i mezzi, no? E allora sono autorizzata ad appropiarmi di quello che voglio."
Questo è quello che pensò la protagonista, mentre ammirava alla luce della finestra il luccichio di quella splendida lama...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La uccisi. La uccisi perché era sempre la favorita di tutti gli uomini, in tutte le feste, in tutte le cene. Sempre lei, guardata, ammirata, corteggiata,  contesa da tutti. Io mai. Mai. Era estenuante, non riuscivo a sopportare lei e non riuscivo a sopportare me. Ogni tanto lanciavo degli urletti isterici a tavola per il troppo nervovisimo. E così lo feci. Entrai di soppiatto nella sua stanza da toilette, una notte, mentre era intenta a farsi bella, sì, anche quando stava per andare a dormire, una cosa insopportabile e senza senso, non trovate? Stava passandosi quel rossetto rosso che tanto adorava, non mi ci volle molto a trovare una specie di collegamento, sì, un’associazione. La povera aveva accettato ben volentieri di ospitarmi nella sua casa per un fine settimana, perché sentivo la finta necessità di rilassarmi un po’ in una casa in mezzo ai boschi. Il pranzo era stato ottimo, quel giorno. Peccato aver lasciato il coltello su quel candido tavolo di marmo… Mi aspettavo che la sua gola fosse più dura da tagliare, pensavo che quella vocina stridula uscisse da una trachea più importante, se così si può dire…invece fu come tagliare il burro. Le tappai la bocca prima che quella voce attirasse per l’ennesima volta i virili ospiti al piano sopra e quella del suo amabile marito. Dio, quanto lo amavo. Non bastavano le costole a mantenere ben saldi i miei respiri quando lo vedevo. Cadde come una bambola di pezza, quello che era sempre stato, la maledetta. Il rossetto cade proprio accanto a quel suo orrendo e perfettissimo naso. Qualcuno avrebbe potuto credere avesse voluto fare un disegno di fantasia sul suo collo, no? Me ne andai e dormii serenamente. Il giorno dopo trovarono quella Venerella sul tappeto, tutta imbrattata di un sangue ormai nero. Suicidio, si disse. La povera non aveva retto la precoce morte di suo fratello. Che cosa terribile, piansi tutte le mie lacrime di coccodrillo. Il marito sì che pianse, ma non per molto. Mi buttai tra le sue braccia appena fu il tempo giusto. L’avevo sempre pensato: Dio, quanto mi amava.
  
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