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Autore: GFPentium    12/06/2008    3 recensioni
E se bastasse poco per essere felici?... E se cambiare certe volte vuol dire migliorare?... E se il vero progetto per il perfezionamento dell'uomo fosse la famiglia?... E se la differenza tra uomo e donna è così sottile da non poterla vedere?... E se dal nucleo dello 01 invece di Shinji fosse fuoriuscit... Indovinato è una What if?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NewGirlEntry060 Capitolo 60

Tornarono praticamente tutti a casa, la famiglia Katsuragi al completo era in soggiorno a visionare cataloghi e riviste per il matrimonio, mentre in casa Akagi, Maya e Ritsuko, aiutate da Mariko e Rei stavano facendo la medesima cosa alla ricerca di qualcosa per i bebè in arrivo mentre Kaworu se ne stava sulla veranda a suonare il violino.
Arrivò la sera di quella strana giornata, la cena in casa Katsurgi era stata abbastanza surreale, c’era come una sorta di tensione tra i vari componenti di quella nuova famiglia, nessuno aveva voglia di parlare e dopo il pasto Asuka e Shinji si chiusero nello loro rispettive camere, mentre Rioji, Misato e Nadia se ne stavano in salotto, i due adulti sul divano, mentre la Sisth se ne stava seduta sulla moquette a disegnare, almeno loro sembravano sereni, ma in realtà la donna era preoccupata per i suoi children, che senza dire niente si erano rifugiati nelle loro solitudini. Stufa di crogiolarsi nei suoi pensieri il maggiore scattò in piedi dicendo:

“Adesso vado su e porto giù quei due testoni.”

Rioji:

“Lasciali stare, forse ora è meglio che stiano da soli.”

Anche Bechy volle dar ragione al padre e senza distogliere lo sguardo dai suoi disegni:

“Mamma, papà ha ragione. È meglio che stiano da soli un pochino, più tardi vado io a vederli.”

Misato si rassegnò e si sedette nuovamente sul divano con Kaji che la abbracciò per tentare di calmarla un pochino.

Intanto Shinji nella sua cameretta se ne stava a guardare il soffitto e rifletteva:

“Non mi sarei mai aspettato che Asuka fosse così, con sua madre si è completamente lasciata andare, era così indifesa… poi come mi ha stretto quando l’ho staccata…. Dopotutto anche io ho fatto lo stesso con la mia… però io ci sono stato insieme per qualche mese, anche se all’interno dell’Eva… Povera Asu-chan.”

Anche la rossa se ne stava buttata sul letto stringendo il cuscino struggendosi dal dolore:

“Perché così poco tempo, dopo tanto tempo che volevo rincontrarla è stata con me pochi minuti che mi sono sembrati un’eternità… però com’era bella, inoltre aveva un buon odore ed una pelle così morbida, com’era caldo il suo abbraccio… però che stupida sono, non smettevo di piangere un momento.”

D’un tratto sentì bussare alla porta e domandò:

“Si… chi è?”

“Sono io, Shinji, posso entrare?”

“Vieni pure.”

La porta si aprì e la figura del third apparve sulla soglia, come lo vide la Second gli domandò desolatamente:

“Che c’è?”

Con lo stesso tono il Third rispose:

“Niente, volevo sapere come stavi.”

“Così, così…… e tu?”

Stringendosi le spalle:

“Così, così anche io.”

Passò un interminabile attimo di silenzio dopo il quale Shinji andò a sedersi per terra a fianco al letto appoggiandosi con la schiena a quest’ultimo e dopo ancora qualche attimo parlò:

“Certo che tua madre è veramente bella.”

“Si, hai ragione.”

“Ma tu lo sei di più.”

Facendo un piccolo sorriso:

“Grazie Shinji.”

Trascorse un nuovo momento di silenzio e poi la second:

“In pratica ora siamo disoccupati.”

“E già, lo 01 e 02 stanno venendo smantellati, mi sa che tra un po’ saremo messi in congedo.”

“Che scatole, di sicuro non vedremo il becco di un quattrino neanche come indennizzo.”

“Asuka, lascia stare i soldi, l’importante che ci lascino in pace.”

“Bhè, hai ragione….. sai una volta per me pilotare l’Eva era l’unica mia ragione di vita, ma ora non lo è più, anzi, sono quasi contenta di non salire mai più su quella dannata macchina.”

“Invece io non ho mai potuto sopportarlo, quel puzzo di sangue dell’entry-plug poi.”

“Lo so, tu lo odiavi.”

“Ascolta Asuka, una volta ti domandai perché pilotavi l’Eva, adesso vorrei sapere perché non lo vuoi più pilotare.”

Girandosi sul letto e con gli occhi al soffitto la Second rispose:

“Ho capito che esistono altre cose, sai da quando è arrivata Bechy ho aperto gli occhi su altri aspetti della vita e forse questo lo hanno fatto anche gli altri, infatti credo che papà abbia chiesto la mano della mamma appunto perché c’era quella peste.”

“Scommetto che lo ha fatto anche per te.”

“Credo di sì… dovevi esserci quella sera in questa casa vuota, la mamma non sapeva più cosa dire.”

“Lo credo bene, non è cosa da tutti i giorni.”

“… poi guarda le altre cose che sono successe, ed alla fine sei tornato pure tu, sei uscito dall’Eva, quando credevamo che tu fossi morto… mi domando che razza di analisi ha fatto la dottoressa Ritsuko per dire che tu era passato a miglior vita?”

“Bè Asuka, gli Eva e gli angeli riservano molti segreti, ed io forse sono uno di quelli… comunque mi hanno fatto bene qualche settimana di ferie all’interno dello 01… poi scusa chi ti ha detto che ero all’interno dell’Eva?”

“Sai le voci corrono, poi tu eri stato assimilato dello 01 e da lì non ti sei più mosso, poi mi sei venuto a salvare dopo la battaglia con la Seele.”

“Già, è vero.”

“Scusa Shinji, ma cosa hai provato tutto questo tempo?”

“Molte cose, rabbia, tristezza, felicità, malinconia, in certi casi mi si è ripresentata davanti a me la mia vita come in un film.”

“Di sicuro ti sarai sentito solo.”

“Quello no.”

“Ma poi come hai fatto ad uscire?”

“Semplice, l’ho voluto e basta… sai ho pensato che se Nadia doveva sopportare il modo di cucinare tuo e di Misato era meglio che tornassi a prepararvi il pranzo.”

“Che modesto sei.”

Facendo un piccolo sorriso:

“Dai, Asuka, so cucinare bene e suonare divinamente il violoncello, almeno fammelo ammettere.”

“OK, ma ricordati che chi si loda s’imbroda.”

“Lo so.”

“Shinji…”

“Si.”

“Niente.”

Shinji volle cambiare discorso:

“Secondo te se ne accorto qualcuno che stiamo insieme?”

“mmm, per me no, forse Bechy, però sai vorrei parlarne con mamma, sai tu sei il mio primo ragazzo.”

“Ed io credo che parlerò con Papà, sai credo che qualche consiglio ce lo possano dare.”

“Si… che strano, credo di aver più problemi a stare con te che a pilotare lo 02.”

“Anche io ho la stessa impressione, sai con l’Eva se sbagliavo qualcosa, e di cose ne ho sbagliate, sono sempre riuscito a rimediare, ma se sbaglio con te so che tu starai male e questo non posso permettermelo.”

“Shinji…”

Il ragazzo voltò la testa verso la compagna, fu quasi spaventato nel trovarsi a pochi centimetri dal viso di quest’ultima che si era notevolmente avvicinata, però aveva già capito tutto e senza troppe remore la baciò, tutto questo mentre venivano spiati dalla sorella che nel frattempo era salita a dare un’occhiata ai due da uno spiraglio della porta e che dopo qualche attimo se ne ritornò in soggiorno dicendo ai genitori:

“Non preoccupatevi, quei due stanno molto bene.”
  
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