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Autore: KaterinaVipera    04/02/2014    5 recensioni
Era cambiato. Era cambiato grazie a lei.
Può il Dio dell'inganno cambiare per una donna? per una mortale?
Questa è la storia di come un incontro inatteso può cambiare la vita.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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Qui ha inizio la prima parte del ''What if'': cosa sarebbe successo se una persona (in questo caso la nostra Cat) fosse riuscita a fermare il Dio dell'inganno prima che fosse troppo tardi, riuscendo ad evitare anche un potenziale attacco nucleare sulla città di New York? Questo è quello che ne ho ricavato. 

Buona lettura...



Stava visitando la Grande Mela, non ci poteva credere. Aveva sempre sognato di vederla e adesso stava camminando per le strade di quella gigantesca metropoli.

Era esausta a causa del viaggio, ma l'emozione di essere lì in compagnia di Loki, le fece passare ogni segno di stanchezza.

Il loro hotel era situato in un enorme palazzo, la loro camera non era una banale stanza, ma la suite all'ultimo piano.

Ha fatto le cose davvero in grande, accidenti. Dovremmo litigare più spesso. Ironizzò.

“Oh, accidenti!” disse entrando dentro accompagnata da Loki e da un fattorino. “E' proprio come in Pretty Woman! Solo che io non sono una prostituta e tu, per fortuna, non sei Richard Gere.” sorrise felice.

Il suo accompagnatore però non capì la battuta e rimase serio, limitandosi ad osservare la ragazza.

“Devo andare in un posto. Ci vediamo dopo.”

Da dopo la consegna del biglietto, Loki era sempre stato misteriosamente occupato e schivo nel rispondere alle domande che Caterina gli poneva. Alla fine fu costretto a chiederle gentilmente di non fare domande e di non preoccuparsi.

Sperò che non la lasciasse sola proprio ora che erano arrivati, perchè lei aveva una gran voglia di girare tutta New York. E lo avrebbe fatto, con o senza Loki.

“Ma vai vestito così?”

“Si.” fu tutto quello che il Dio le disse prima di andarsene.

“Ma ci morirai di caldo.”

“Io non ho mai caldo. Sono un gig...” ma si fermò in tempo. Se gli fosse scappata tutta la frase avrebbe fatto saltare la sua copertura e non poteva permetterlo proprio adesso che era così vicino al compimento della sua opera.

Per quanto riguardava la ragazza, non le importava di come andava a giro, a lei piaceva il suo look preciso e curato; per lei l'abbigliamento non pregiudicava la mancanza o la presenza di affetto; ragion per cui si poteva vestire come voleva, tanto avrebbe continuato a restargli amica.

In alcune occasioni lo trovava addirittura sexy, ma questo non glielo aveva mai detto. Quello che non capiva, era come potesse andare a giro vestito di tutto punto, con indumenti in pelle con il caldo che faceva.

Si dimenticò di quel suo monologo interiore quando vide che avevano pure una signora terrazza. Non si volle sporgere più di tanto, soffriva di vertigini e il solo stare lì, sapendo del vuoto sotto di lei, le faceva venire le gambe deboli.

Davanti al loro hotel si stagliava un edificio moderno, con il nome del proprietario scritto a lettere cubitali.

Molto probabilmente è il nome del tizio che possiede questo edificio. Chissà quanti soldi avrà. Beato il signor Stark.

Quel nome le suonava familiare. Era sicura di averlo già sentito. Fissò attentamente l'insegna di quel palazzo, facendo mente locale per ricordarsi dove l'aveva sentito.

Ma certo! Il Signor Stark è quello che ha costruito quell'armatura fighissima! Come ho fatto a non pensarci prima. Oddio, quell'uomo è un mito!

Dopo alcune ore passate tra la noia e quella specie di delirio che le prendeva quando era felice, ascoltando la musica a tutto volume, decise di uscire.

Ma porca miseria, sono a New York e non ho ancora visitato niente. Mi ha lasciata sola per chissà quale motivo. Non me ne importa se mi ha detto di rimanere qui fino al suo ritorno, adesso esco e faccio spese folli.

E così fece. Prese la borsa e si diresse fuori, immergendosi nella folla iniziò a osservare tutte le vetrine dei negozi.


 

I Chitauri erano pronti, nel giro di un giorno sarebbero arrivati nel punto in cui si sarebbe aperto il portale. Ormai non c'era modo di tornare indietro.

Nascosto da occhi indiscreti, il Dio dell'inganno aveva creato un proprio laboratorio del male, dove ognuno gli ubbidiva ciecamente soggiogato dalla sua magia.

Avrebbe invaso e governato la Terra come un Dio.

Camminava in mezzo ai tavoli del laboratorio, pregustandosi la faccia di suo fratello nell'apprendere la notizia.

Già si vedeva adorato da tutti quei meschini terrestri, inginocchiati a supplicarlo per chissà quali favori.

I suoi pensieri di gloria si frantumarono al ricordo di Caterina.

Si sentì uno sciocco per averla portata con lui a New York, l'epicentro della sua battaglia. Non doveva coinvolgerla in tutto questo. Se le fosse accaduto qualcosa di male, non se lo sarebbe mai potuto perdonare.

In quei giorni in cui erano stati insieme, si era affezionato alla ragazza con sua grande sorpresa. Si sentiva diverso. Libero di essere se stesso senza la paura di essere giudicato, senza la paura della sua natura malvagia.

L'avrebbe protetta allontanandola subito da lì.

Decise di tornare da lei solo verso sera, pronto a rispedirla verso casa.

Forse un giorno, a guerra conclusa, le avrebbe rivelato la sua vera identità e le avrebbe chiesto perdono. Per ora, la cosa che più gli premeva era di portarla in salvo.

Entrò di corsa nella loro camera.

“Caterina! Caterina!” nessuna risposta.

Ma dove sarà finita quella ragazza? Spero non sia uscita senza di me e senza dirmi niente, le avevo detto di rimanere qui finchè non sarei tornato.

“Caaaaat!!” urlò più forte.

Finalmente dall'altra stanza uscì la ragazza. Stava per rimproverarla per averci messo troppo tempo a rispondere, ma quando la vide si ammutolì.

Indossava un elegante vestito color acquamarina di raso che le lasciava le spalle scoperte, risaltandone la carnagione olivastra tipica degli abitanti della Florida. La osservò mentre si raccoglieva i capelli in una coda improvvisata. Intorno al collo si era messa un foulard verde che riprendeva i colori del nastro in fondo al vestito che le sfiorava le gambe ; un po' troppo scoperte per lui, ma comunque bellissime.

“Ho scoperto che la via qui di sotto è traboccante di negozi, così mi sono lasciata prendere la mano dall'atmosfera di New York e ho fatto spese folli. Questo ti piace?” disse roteando su se stessa. Aveva già capito la risposta, senza bisogno che venisse pronunciata.

“E' bellissimo.”

Tu sei bellissima. Ma quel pensiero se lo tenne per se e si avvicinò prendendole le mani. La mortale arrossì dolcemente e Loki le baciò la fronte, felice di stringerla tra le sue braccia. Poi posò le sue mani sulla sua pelle nuda, facendo scivolare le dita prima da una scapola all'altra, poi su e giù per la schiena. In quel momento Caterina prese coraggio e si avvicinò alla bocca di quel ragazzo di cui non sapeva pochissimo ma di cui si sentiva fortemente attratta.

Prima che partisse le avevano consigliato di non andare. “Potrebbe essere pericoloso. Non sai nemmeno chi sia.” le avevano ripetuto tutti. E dopo un primo momento di incertezza, si era decisa a partire.

Dopotutto si vive una volta sola.

Adesso era felice di essere lì con lui, stretti uno all'altra. Non le importava che non le avesse detto nulla del suo passato, tutti hanno delle cosa da nascondere di cui non vanno fieri, ma è il passato. A lei piaceva quello che vedeva ora, nel presente. E ciò le bastava. Quella voce che le diceva che Loki avrebbe portato solo guai si era zittita e adesso sapeva che non era poi così male.

Anche il Dio avrebbe voluto baciarla, con tutto se stesso. Ma non lo fece. Le stava nascondendo una terribile verità e non riusciva a guardarla negli occhi. Occhi che erano riusciti in così poco tempo a conoscerlo e comprenderlo.

Il Dio dell'inganno si era fatto mettere K.O. da una mortale. Com'è strana la vita.

Comunque le era immensamente grato per averlo fatto sentire amato.

Aveva davvero pensato amato?


Eccoci giunti alla fine del 4° capitolo.. Spero vi piaccia. Aspetto commenti belli o brutti e come sempre, siate costruttivi ma con gentilezza.. 
Ciao, a presto..
La vostra viperetta... 

  
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