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Autore: zoey_gwen    04/02/2014    6 recensioni
Gwendolyn Smith è una ragazza solitaria, insicura, esclusa da tutti e sola.
Nessuno, neanche suo padre, Jack Smith, sembr capirla.
Solo un piccolo ciondolo di ghiaccio delle steppe russe, la rappresenta, ed è la chiave di un oscuro passato a cui Gwen non può sfuggire..
E poi l'amore, quello vero, che Gwen non ha mai provato fino ad ora, sarà la chiave per la felicità.
Tratto dal capitolo 13:
"Smisi di ascoltare, per via delle calde e silenziose lacrime che da tempo sgorgavano dai miei occhi color pece, gli stessi di quella sgualdrina di mia madre. Aveva ingannato me e Crystal, con le sue false parole mielose... Come aveva potuto? Mi sedetti per terra, affondando i jeans nella terra umida e rigogliosa, mentre rivoli cristallini solcavano le mie guance"
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"-E così sono la tua ragazza, adesso?- ironizzai, baciandolo per l'ennesima volta. Lui mi fissó intensamente, guardandomi con il suo solito ghigno beffardo -Certo, a meno che tu non lo voglia...- come risposta lo baciai appassionatamente, mentre un anello dalla struttura d'argento con due smeraldi ed un onice incastonato al centro si infilasse al mio dito come segno del nostro amore."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Mi portai la mano al collo, cercando la collana, ma non la trovai.

Non c'era, e non sapevo dov'era.

Fissai le auto che sfrecciavano veloci sul duro asfalto, mentre i grattacieli si stagliavano nel cielo.

Una lacrima cristallina mi rigò il volto, mentre le gambe stavano per cedere.

Jack fermò un taxi, e mi chiamò.

-Papà, la mia...- non mi fece parlare, perchè mi spinse dentro il taxi, vicino a Crystal, chiudendo la porta con forza.

Partimmo veloci, mentre la mia mano correva al collo nudo, in cerca della collana che non c'era.

 

 

 

***

 

 

 

Corri, corri, e corri ancora: devi trovarlo, quel sogno, quel sogno che hai sognato e che hai pensato. Perchè senza di quello, non sei più niente.”

 

 

 

Stavo rileggendo “Poesia Etnica”, soffermandomi ad osservare quella frase.

Passai il dito sulla frase, sentendo una scintilla corrermi su per le vene.

Chiusi il tomo con forza, poi presi il cappotto nero e la sciarpa blu notte.

La collana non poteva aspettare.

 

 

 

Amore mio, come stai?”

 

 

 

Un messaggio di Trent comparve sullo schermo del mio Iphone 4s, mentre mi infilavo la felpa nera con striature oro, e mi affrettai a rispondere.

 

 

 

Trent, possiamo incontrarci al molo? Voglio cercare la collana... Quella con il cuore di ghiaccio”

 

 

 

 

Non risposi alla sua domanda, comunque quello era certo più importante.

 

 

 

 

Gwen, forse dovresti riposarti... Sei appena uscita d'ospedale!”

 

 

 

 

Strinsi i pugni, ringhiando di rabbia.

Possibile che non capiva quanto fosse importante per me?

 

 

 

 

E comunque, io non ci posso essere. Ho un provino per entrare nella band “RockerFutureBand” ti rendi conto? Oddio, entrerò nella band se tutto va bene... Non ci credo ancora!”

 

 

 

 

Mi arrabbiai con Trent.

Lui non si preoccupava per me, lui se ne fregava altamente.

Come faceva a non capire? Quella era tutto per me.

L'unico legame con il mio passato.

E lui, certo, doveva inseguire il suo sogno.

Entrare nella “RockerFutureBand”, amare la musica fino in fondo... E allora goditi il tuo stupido sogno, ma io non ci sarò, come tu non ci sei stato con me. Perchè, come avevo letto anche in “Poesia Etnica” ,

 

 

 

Capisci che è amore vero solo quando riesci a dire “Grazie”. Ed è raro dire quel “Grazie” sincero, quanto è raro che un pittore sordo dipinga il rumore di un petalo di rosa infrangersi su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito”

 

 

 

 

Ormai ero pronta per uscire.

Scrissi un veloce messaggio a Trent:

 

 

 

Insegui il tuo sogno, allora. Tanta fortuna.”

 

 

 

 

Avrei voluto dirgliene quattro, ma non sapevo come dire, perchè per dire la verità mi serviva guardare i suoi occhi e ricordare quanto fosse stato meschino con me.

Spensi il telefono e me lo misi in tasca, poi uscii velocemente.

 

 

 

***

 

 

 

 

Arrivai al molo nel momento esatto in cui il sole tramontava.

Mi affacciai alla ringhiera che si affacciava alla scogliera, e osservai il dirupo scosceso, ricco di casette caratteristiche, illuminato dai raggi rosei e dorati che si alteravano in un trionfo di colori.

A completare il quadro vi era il mare attraversato da sfumature violette, che si infrangeva sul dirupo, lanciando in aria mille goccioline di cristallo illuminate di luce.

L'ebrezza calda e soffusa del mare mi scompigliò i capelli, distraendomi per qualche istante dalla mia “missione”.

Poi ritornai bruscamente alla realtà, e cominciai ad esplorare il molo.

-Signorina, posso...- borbottò una voce.

Alzai lo sguardo, e trovai a pochi centimetri da me gli occhi di un azzurro immacolato di Duncan.

-Che ci fai tu qui?- chiesi freddamente, grattandomi la nuca.

-Non posso più venire al molo perchè non ci sei tu?- sentenziò lui, lanciando un rapido sguardo alle onde.

-No, ovvio.- tra noi si creò il silenzio, ognuno aveva bisogno di pensare delle tante cose che erano successe negli ultimi tempi e non potevamo trascurare le litigate... Però nemmeno quello che c'era fra noi.

Perchè qualcosa c'era.

Il vento sferzò i capelli, e una ciocca mi finì dritta nell'occhio, accecandomi per qualche istante.

-Senti, cosa fai qui da sola? Non c'è il tuo fidanzato?- pronunciò l'ultima parola con una nota di disprezzo, senza guardarmi negli occhi ma fingendo di essere interessato ad un pigro gabbiano che svolazzava sulla spiaggia.

-No, Trent non c'è. Sono qua perchè ho perso la mia collana... Quella con il cuore di ghiaccio. È l'unica cosa che mi lega a mia madre.- il velo di lacrime nei miei occhi si intensificò.

-Lo ritroveremo.- sentenziò.

Troveremo? Quindi io e lui?

Non sapevo perchè questa cosa mi lasciava felice, o forse lo sapevo fin troppo bene...

-Vuoi aiutarmi?- chiesi, leggermente intimorita.

Lui annuì.

Un altro silenzio si creò tra noi, e cominciammo ad esplorare il molo e dintorni.

-Forse è sulla spiaggia?- ipotizzò lui.

Scendemmo i gradoni di pietra e ci ritrovammo sulla spiaggia.

Tolsi le scarpe, e mi immersi in quella coltre dorata.

Il sole la irradiava, facendola brillare di mille colori.

Duncan si avvicinò al bagnasciuga, e fece qualche passo in acqua.

-Gwen, vieni!- mi fece un segno con la mano, mentre si toglieva la camicia e si buttava in quella coltre cristallina.

Io scossi la testa, cercando sotto la spiaggia.

Fu allora che successe.

Lui mi cinse la vita con le braccia bagnate, buttandomi in acqua.

Riemersi poco dopo, con i capelli fradici e la tosse cronica per via della bevuta.

-Sei scemo?- sputai, tossendo.

Mi cinse di nuovo la vita, e cominciammo a giocare come bambini, spruzzandoci d'acqua e schizzandoci.

Lui diede una sferzata ad un punto calmo, che gocciolò infradiciandomi ulteriormente.

Mi parai con le mani, ridendo, e caddi in acqua insieme a Duncan.

Quando riemersi me lo trovai a mezzo centimetro dal mio viso, con il respiro affannato le gocce di mare che colavano giù per il viso.

Il cuore cominciò a battere incessantemente, mentre il mio respiro non era ancora regolare.

Tirò una mano bagnata dall'acqua e mi accarezzò la guancia con la stessa dolcezza di quando ero in ospedale, poi azzerò la distanza.

Gli presi a sua volta il viso, e ci baciammo con passione e a lungo, poi quando ci staccammo lui mi prese fra le braccia e mi fece volteggiare nell'acqua, creando uno spruzzo di goccioline intorno a noi.

Alla fine, uscimmo dall'acqua e ricontinuammo a cercare.

 

***

 

 

 

 

La sera ero ancora fradicia dall'acqua, quindi decisi di farmi una doccia calda.

Scesi le scale, e proseguii verso la doccia, aprendo e regolando l'acqua a temperatura media.

Mi svestii, poi entrai e mi lavai, sciacquandomi l'acqua di mare dal viso e dal corpo.

Notai che non avevo ancora tolto l'anello di Trent, e nel vederlo mi prese una fitta allo stomaco.

Trent.

Non mi ero fatta scrupoli a baciare Duncan, mentre lui mi amava con tutto il cuore io... Io l'avevo tradito.

Mi sfilai con cura l'anello, ancora sotto il getto d'acqua della doccia, e fissai lo zaffiro blu intenso, che rifulgeva a ogni movimento, e la struttura argentata.

Lo rinfilai, ancora con lo stomaco sottosopra, e mi insaponai i capelli.

 

 

 

***

 

 

 

 

Correvo, correvo come una pazza, mentre la pioggia batteva costante sul mio viso.

Lei era là, ne ero certa, e insieme c'era lui.

Corsi ancora, entrando nell'edificio, quando vidi la collana, la mia collana.

Duncan ce l'aveva in mano, sogghignando, e vidi il riflesso di mia madre lì dentro, che gridava disperata.

-Gwen, perchè mi hai abbandonata?- sussurrava Anna, quando Duncan buttò la collana a terra con forza, premendo la scarpa sul cuore di ghiaccio.

In quel momento urlai, con tutte le mie forze, mentre mi infrangevo piano piano anche io come un cuore di ghiaccio.

 

 

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto, col respiro affannato e il cuore a mille.

Palpai con la mano la fronte, sudata, e successivamente il petto, dove c'era il cuore, che batteva a mille.

Dopo essermi calmata, proseguì la solita fitta allo stomaco.

Avevo abbandonato mia madre per Duncan?

No, io non l'avevo fatto.

Mi ero dimenticata per quell'attimo in cui lui mi aveva baciata, ma solo per quello istante... Ma forse era già un abbandono?

Evidentemente sì.

Mi ero dimenticata di lei per amore.

Mi passai la mano fra i capelli con forza, poi cercai di addormentarmi nella penombra.

 

 

 

Angolo autrice:

ciaoooooooooooooo!!
Vi piace il chappy? Spero di sì^^
Tanti dolci/baci/tutto quello che volete :3 Gwen

  
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