Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: _Naira    04/02/2014    2 recensioni
buongiorno o buonasera a tutti, che dire della mia storia, parla di una ragazza con una personalità da scoprire e una vita incasinata, spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
isy_94
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pov Naira
Abbiamo appena finito di preparare la carne e giuro di non aver mai riso così tanto, o almeno era da un po che non lo facevo. Silvio è pieno di pezzi di grasso ovunque, Enrico è olioso, hanno iniziato a tirarsi roba come due bambini e avevo le lacrime agli occhi tanto ridevo. Adesso che si sono calmati iniziamo a mettere le costine sulla brace, il rumore di una macchina mi fa voltare e il suo guidatore mi gela il sangue. Angelo scende sorridente, poi nota la mia presenza e si acciglia un po, io d'altro canto abbasso la testa e lentamente mi avvicino a lui distante qualche metro. 
"Ciao Angelo." Dico sempre a testa bassa.
"Ciao Naira." Mi sorride e mi abbraccia, mi pietrifico.
"Ma.. non sei arrabbiato con me?" Chiedo e mi sento stupida nel farlo.
"Perché dovrei tesoro?" Mi chiede a sua volta con fare bonario.
"Beh, perché sono qui, senza tuo figlio, sai..." balbetto un po imbarazzata, un po tanto imbarazzata. 
"Ahahah no no! Hey, se lui ti rende felice sono felice anch'io, mio figlio è grande ormai, lo capirà. Poi lasciatelo dire: era un anno e più che non vedevo quel sorriso e non sai quanto mi scalda il cuore." Mi commuovo alle parole dell'uomo e lo abbraccio forte, lui ricambia e torniamo verso gli altri per sederci a mangiare. 
"Voglio proprio saperlo: come ha fatto sto coglione di mio figlio a farsi perdonare da una come te?" Mi chiede Silvio ridendo.
"Eh, diciamo che si è impegnato e trovarlo davanti a casa mia sotto la neve gli ha fatto guadagnare qualche punto." Rido anch'io. Enrico mi fulmina per poi seguirmi nella risata. Parliamo tutti insieme fino a tardi poi Angelo se ne va e Silvio entra, rimaniamo io e lui a fumare seduti vicini, stiamo fissando il vuoto, ognuno perso nei suoi pensieri quando, ad un certo punto, lui si volta a guardarmi.
"Dormi qui." Mi dice dolcemente, ma risulta quasi una supplica.
"Ma... i miei si preoccupano se non mi trovano domani."
"Ah, tutte scuse, scrivigli un messaggio. Dai ti prego, voglio averti con me." I suoi occhi mi implorano, non resisto.
Prendo il telefono scuotendo la testa rassegnata e scrivo ai miei, lui in risposta ride e mi da un bacio sulla guancia. Entriamo, casa sua è enorme e bellissima, oltrepassiamo cucina, sala e bagno e arriviamo in camera sua. È strana, le pareti sono bianche con appese foto di lui da piccolo, dei suoi cani, alcuni cavalli, qualche modella provocante. In mezzo alla stanza c'è un letto ad una piazza e mezza, con lenzuola bianche e nere, affianco un tavolino alto quanto il letto, un lampadario formato da mille serpenti metallici ci sovrasta. Osservo ogni minimo dettaglio, la tv a schermo piatto da minimo 50 pollici appena alla parete di fronte al letto, il dolby surrond posizionato nei vari angoli, l'enorme cuscino che fa da poltrona, l'armadio gigante. Lui mi guarda sorridendo poi mi supera per sdraiarsi sul letto e accendere la tv, batte una mano sul materasso per invitarmi a sdraiarmi accanto a lui, il nervosismo sale, ma tuttavia mi decido ad andare. Mi passa un braccio intorno al collo e ci mettiamo a guardare un programma stupido che non ho idea di come si chiami; ci addormentiamo così. 


Pov Enrico
La luce del sole che mi punta in un occhio mi sveglia, le mie narici vengono invase da un profumo dolce e buonissimo, il suo profumo, quello dei suoi capelli, mi tiro un po su. Dorme girata su un fianco stringendo la mia mano che nella notte le è scivolata sulle costole, il viso rilassato in un leggero sorriso. Mi perdo ad osservarla fin quando il suono del mio telefono mi fa sobbalzare, mi alzo delicatamente per non svegliarla esco e rispondo. 
"Hey amico!" 
"Ciao Tomas."
"Stasera vieni a bere, fanno festa nel mio paese."
"Non so, chiedo a Naira se ha voglia." In realtà sono io a non averne voglia. 
"Sul serio amico? Che c'entra lei?"
"Lunga storia, mi sta dando un'altra possibilità." Spiego.
"Ma dai, perdi tempo con lei! Ne puoi trovare di migliori."
"Non ce ne sono migliori di lei." Dico alterato. 
"Beh, ma con più soldi si."
"Non me ne frega un cazzo dei soldi."
"Seriamente? Ma che stai dicendo? Non ti riconosco più."
"Sono sempre lo stesso."
"Allora vieni a ubriacarti?"
"No, non ho voglia di bere."
"Cosaaaa? Ti sei rammolito amico, non sei più tu, quella ragazzina ti ha cambiato. Cosa non si fa per un po di sesso."
"Non abbiamo ancora fatto niente."
"Non ci credo! Sul serio? Non voglio aver niente a che fare con uno come te. Il nuovo te. Chiamami quando sarai rinsavito." Butta giù prima che possa replicare qualcosa, stringo il telefono con rabbia. Bell'amico di merda, mi fumo una sigaretta e poi entrerò.


Nel frattempo. 

Pov Naira
Mi sveglio da sola e subito mi trovo spiazzata, poi collego e mi chiedo dove sia finito. Il suo del mio telefono interrompe i miei pensieri, convinta che sia uno dei miei che mi avvisa di linciaggio imminente rispondo senza guardare il mittente. 
"Pronto?"
"Dimmi che mio padre era ubriaco." La voce di Marco mi raggela.
"Cosa?"
"Dimmi che stava scherzando quando mi ha detto che eri a mangiare da Silvio." È arrabbiato, ma non voglio mentirgli.
"No non stava scherzando."
"Davvero hai scelto lui ancora una volta?!"
"Si."
"Ti farà soffrire ancora e quando succederà non ci sarò a farmi prendere per il culo." 
"Ma non..." ha buttato giù, mi ha chiuso il telefono in faccia! Beh come biasimarlo. Decido di alzarmi per vedere dov'è finito Enrico. Esco di casa e li trovo in piedi a fumare, mi avvicino e gli tappo gli occhi.
"Giorno Naira." Mi dice freddo. 
"Che succede?" Chiedo tranquilla. 
"Niente." 
"Spiega questo niente." 
"NIENTE! TI HO DETTO NIENTE! NON ASSILLARMI! FATTI I CAZZI TUOI!" mi urla contro e non capisco cosa possa averlo fatto arrabbiare così tanto.
"Hey, lo sai che con me puoi parlare."
"NO! NON C'È NIENTE DI CUI PARLARE! TU MI VUOI CAMBIARE,  MA NON SONO COSÌ! SONO UNO STRONZO SENZA SENTIMENTI E TU NON SEI L'ECCEZIONE. NON SO COME HAI POTUTO PENSARE IL CONTRARIO! VESTITI E FATTI PORTARE ALLA CORRIERA."  le sue parole sono state lame che hanno squarciato il mio cuore, l'hanno tritato in mille pezzi, non lo riconosco più. Con le lacrime incastrate tra le ciglia vado dentro e raccolgo felpa e giacca, poi cerco Silvio, so che deve portare sua figlia a scuola e ne approfitto per chiedergli un passaggio fino alla fermata. 
"Cosa?! Ma che succede?" Mi chiede l'uomo sgranando gli occhi. 
"Niente tranquillo è solo che devo fare due commissioni in giù e non voglio disturbare." Mi sforzo di sorridergli e sembra crederci perché chiama la figlia e poi mi fa cenno di salire in macchina. Da quando sono salita sulla corriera fino a quando non sono arrivata a casa ho pianto, lacrime amare e silenziose sulle note di November Rain, l'unica frase che mi tirava un po su era: ' ‘Cause nothin’ lasts forever even cold November rain' 
(Perché niente dura per sempre nemmeno la fredda pioggia di novembre.)


Pov Enrico
Sto malissimo, sono passati 10 giorni e di lei neanche l'ombra, le ho urlato contro le parole che mi hanno fatto arrabbiare, ma non gliel'ho spiegato. Mi manca, ho provato a chiamarla milioni di volte e le avrò mandato 500 messaggi ma niente, spero solo che stia bene. Poi un presentimento si fa largo stritolamdomi lo stomaco, il mio telefono inizia a suonare, è lei. Non perdo un altro secondo e rispondo. 
"Hey biondina, scusami per." Mi interrompe.
"Senti. So che non lo pensavi davvero, Alex mi ha chiamato la sera dicendomi che vi aveva sentiti litigare. Però mi hai fatto male, nonostante tutto ho bisogno di averti qui vicino a me. Ti.pr.ego." le ultime parole vengono spezzate dai singhiozzi e mi si spezza il cuore a sentirla così. 
"Arrivo, dimmi dove sei." Dico raccattando chiavi e sigarette per poi salire in macchina e mettere in moto.
"Davanti all'ospedale." Rimango immobile qualche secondo, la paura mi attanaglia lo stomaco.
"Che è successo?" Chiedo terrorizzato.
"Sto bene, quando arrivi ti spiego." Chiude la chiamata, penso che se qualche carabiniere mi avesse visto guidare mi avrebbe stracciato la patente davanti, però dopo esattamente 5 minuti sono arrivato, la cerco e la trovo poco lontano dall'ingresso dell'ospedale con le mani sul viso e il corpo scossi da singhiozzi che cerca di trattenere, la raggiungo velocemente e l'abbraccio, lei mi si stringe al petto e nasconde il viso nell'incavo del mio collo.
"Shhhh, sono qui. Calmati dai. Shhh." Le sussurro accarezzandole i capelli. Per la prima volta da quando sono arrivato si alza a guardarmi e rimango pietrificato, i suoi occhi sono grigi, come il cielo sopra di noi, sembra che l'azzurro si sia sciolto e sia scivolato via mischiandosi alle lacrime. La stringo di nuovo a me. Rimaniamo cosi per non so quanto, poi il suo telefono suona, è suo padre che le dice di aspettarlo li e poi dopo aver fatto visita alla madre se ne vanno a casa. Le lacrime si sono fermate e ora sta cercando di regolarizzare il respiro.


Pov Naira
Mi sono calmata un po e voglio una sigaretta. Lui qui.. mi ha aiutato a calmarmi e dio solo sa quanto mi sia mancato tornare tra le sue braccia e sentirmi a casa. Mi ha stupito, non pensavo ci tenesse così tanto a me e non pensavo sarebbe corso qui dopo quello che gli ha detto Tomas. Il resto del giorno lo trascorriamo seduti qui, quando arriva mio padre saliamo da mia mamma che piange, lui è rimasto giù. 
"Se vuoi stare qualche giorno da lui non ho problemi." Sgrano gli occhi alle parole di mio padre. 
"No papi sto qui." Rispondo convinta, non voglio lasciarlo solo. 
"Non mi interessa, saliamo a casa ti prepari e vai da lui. Hai bisogno di staccare." Ribatte serio, non credo alle mie orecchie. Finita l'ora di visita scendiamo, lo vedo poco distante appoggiato al muro che sorride, mi avvicino, gli spiego che ha detto mio padre e il suo sorriso se possibile si allarga ancora di più. 
"Non voglio dar fastidio."
"Ma figurati, mio papà non vedrà l'ora di vederti in giro per casa, poi ti romperà le palle fino allo sfinimento per farti andare a cavallo." Mi rassicura.
"Però mi porto la mia sella." Sorrido anch'io. 
"Ci sto! Dai andiamo allora così torniamo a un'ora decente per mangiare." Mi abbraccia e giuro che non ho mai desiderato così tanto sparire fra quelle braccia, mi volto per avvisare mio padre ma è sparito. Lo chiamo.
"Papi dove sei?!"
"Ci vediamo a casa chicca." Lo saluto e butto giù.
Dopo di che facciamo tutto e torniamo a casa sua, sono le 9 e Silvio ci accoglie con due piatti di lasagne fumanti. Mangiamo e poi andiamo in camera a guardare un film, mentre siamo sdraiati il suo telefono suona, risponde. È Alex che gli chiede se vuole salire a Nava a ballare, lui mi guarda e annuisco, so che ha bisogno di sfogarsi un po, ci cambiamo e saliamo su. Passiamo la serata tranquilli a parlottare con i suoi amici ed esclusa qualche occhiata omicida che mi lancia qualche ragazza mi diverto, gli dico che esco a fumare e così faccio, quando arrivo fuori incontro mio "fratello" che mi abbraccia e mi saluta. Ogni tanto butto un occhio a vedere cosa combina il mio ragazzo. No! Aspetta ho davvero appena detto il mio ragazzo?! Wow! 
"Wow sister lo ami davvero tanto!" Excobar (mio fratello) mi fa sobbalzare. 
"Cosa?"
"Lo ami tanto, il biondino con la felpa nera dico.."
"Ma!?"
"Come me ne sono accorto?" Mimo un si con la testa "Si vede lontano chilometri! Poi sei mia sorella, pensi che non riesca a leggerti negl'occhi?" Ride.
"Ahahahah okok, lo amo, è tutto ciò che di più bello mi sia mai capitato. Lui è... è lui.. è colui che vorrei avere vicino per il resto della mia vita." Excobar sta per rispondere ma una voce dietro alle mie spalle lo interrompe.
"Ah! Quindi tu mi hai mollato per quello?! Sei una stronza!" Christopher urla, mi volto e lo fronteggio.
"No! Io ti ho mollato perché non ti amo più! Lui è arrivato dopo." Dico con sguardo di sfida, sono consapevole che è un ex pugile ed è il doppio di me, ma non me ne frega niente. 
"Brutta stronza!" Alza la mano per tirarmi uno schiaffo, Exco mi tira indietro prendendomi dalle spalle,una mano blocca il braccio di Christopher ed Enrico appare nella mia visuale, i due si fissano per qualche secondo poi mi sciolgo dalla stretta di mio fratello e mi avvicino al biondo, gli sfioro un braccio, lui in risposta porta il suo a circondarmi le spalle e andiamo via, lancio un'ultima occhiata a Excobar che muove la mano per salutarmi. Non parliamo per tutto il tragitto, quando arriviamo a casa e ci sdraiamo nel letto mi abbraccia e mi lascia un lungo bacio sulla fronte. 
"Scusami per oggi."
"Tranquilla biondina, non è niente."
"Non voglio coinvolgerti nel mio passato."
"Dai adesso dormi, domani andiamo a cavallo." Mi lascia un altro bacio e ci addormentiamo. 



Spazio autrice
Spero non vi abbia annoiato questo capitolo, soprattutto la seconda parte, ma era necessario spiegare questi avvenimenti per capire i prossimi. I fantasmi del passato di Naira tornano a farle visita e non sarà l'ultima volta... grazie mille a tutte quelle fantastiche persone che leggono la mia storia :) un bacione isy_94 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: _Naira