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Autore: Thalia    12/06/2008    12 recensioni
Harry l'ha già fatto e Draco vuol sapere com'è
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’unica cosa che riesce a vedere prima di essere preso per la cravatta e trascinato dentro una classe deserta è un balenare di capelli biondi.
“Mhpf... Malfoy!” E anche se il tono è scocciato e sorpreso, un alone di malizioso divertimento accende le iridi smeraldine di Harry.
Se lo ritrova davanti, tutto impettito e con le braccia incrociate. Quando Harry si sistema seduto comodo sulla cattedra, Draco gli concede solo un’occhiata sfuggente prima di cominciare a marciare su e giù per la stanza e affermare in modo deciso:
“Siamo qui perché sei in possesso di informazioni e... requisiti fondamentali per la mia ricerca!” Il tutto sottolineato da un agitato gesticolare così poco Malfoy. Harry è sempre più divertito dal manifesto nervosismo del Serpeverde, che si ritrae quasi inconsciamente ogni volta che nei suoi deliranti vagabondaggi per la stanza si avvicina troppo alla sua postazione. Lo osserva in una posa molto rilassata, infatti ha allargato le cosce e si appoggia mollemente sui palmi aperti delle mani mentre allunga i muscoli delle braccia.
Quando l’altro ragazzo si ferma in mezzo alla stanza e lo guarda come se gli avesse fatto un favore enorme a parlare con lui, Harry gli sorride e se ne sta zitto. Tanto lo sa che qualunque cosa dica potrebbe solo scatenare la solita reazione esagerata del Serpeverde.
“Allora, stupido Grifondoro... hai capito cosa ho detto?”
“Effettivamente no” gli risponde calmo.
“Ehm... Blaise mi ha detto che tu... beh, che tu l’hai fatto e io volevo sapere com’era e, insomma, se faceva male!” La prima impressione di Harry, che Draco si fosse preparato il discorsetto per filo e per segno sperando che lui arrivasse da solo alle conseguenze, è confermata dai tentennamenti e dai tossicchi e dall’assoluta ambiguità con cui aveva cercato di spiegarsi.
Più o meno crede di aver capito cosa intende il Serpeverde, visto che girano delle voci, ma vuole vedere fino a che punto può provocarlo per poi sfotterlo se ci casca. Così, non mutando di una virgola il suo atteggiamento noncurante gli risponde:
“Quella boccaccia chiacchierona di Blaise... mai capace di rimanere chiusa.” E se il primo ammicco malizioso non ha intaccato il cipiglio severo di Malfoy non è detto che il lampo che passa negli occhi grigi non sia velato di dubbio.
“Comunque sì, l’ho fatto. E no, non è stato eccessivamente doloroso... il segreto è rilassarsi e avere a che fare con qualcuno di esperto in grado di metterti a tuo agio. Perché? Anche tu vorresti farlo?” e se fino adesso era riuscito a sembrare neutrale e semplicemente sollecito, quando un guizzo negli occhi del ragazzo di fronte a lui gli fa capire che sta cominciando a capire il doppio senso su cui sta giocando, trattiene una risata solo mordendosi le labbra e soffocandola in un ghigno.
“Potter! Di cosa stiamo parlando?” e il tono è imperioso e rigido.
Invece quello di Harry è più caldo e allusivo quando scende dalla cattedra e si avvicina pericolosamente all’altro per rispondergli:
“Non so, Draco...” forzando la erre per farlo diventare quasi un ansimo. “... di cosa stai parlando tu?” e adesso è solo ad un passo di distanza.
“Io... io intendevo il-il, beh, il piercing!” Un fremito percorre la schiena di Harry ai balbettamenti di Malfoy.
“Oddei... scusa! Pensavo stessimo parlando d’altro!” e dopo aver messo alle strette il Serpeverde, si allontana di un paio di passi per lasciargli lo spazio per respirare, non prima di essersi passato la lingua sulle labbra facendo balenare l’argento della pallina sul rosso della sua bocca.
Si volta e torna a sedersi sulla cattedra, per permettere al compagno di riprendersi dal rossore che gli ha acceso le guance.
“Comunque quello che ho detto non cambia. Devi trovare qualcuno che ci sappia fare e che sappia farti rilassare.” Lo dice con un sorriso sincero verso il ragazzo rimasto in mezzo alla stanza con le braccia attorno al corpo come per difendersi.
“Malfoy?” Il tono di Harry adesso è più basso e più dolce. Sa di averlo turbato, ma non capisce perché stavolta deve essere peggiore di tutte le volte che si sono insultati o picchiati.
Il Serpeverde scuote la testa per schiarirsi le idee e torna a guardare il ragazzo seduto di nuovo sulla cattedra.
“Quando l’hai fatto?” gli chiede, sempre rimanendo in mezzo alla stanza. Come se la lontananza da Harry lo facesse sentire al sicuro, anche se si stavano addentrando in discorsi molto più riservati dei soliti insulti sul sangue o di altre sciocchezze da ragazzini bizzosi.
“Quest’estate, subito dopo il mio compleanno” gli risponde con gentilezza. Sembra strano avere una conversazione civile dopo il loro passato così burrascoso. Ma probabilmente è perché Draco ha proprio bisogno di saperne di più e lui è, forse, l’unico in grado di dargli quel che vuole.
“Ma per il mondo Babbano sei ancora minorenne... non dirmi che i tuoi parenti ti hanno dato il permesso.” Se Harry è sconvolto dalla conoscenza del suo ambiente d’origine da parte del Serpeverde, non lo dà a vedere, ma preferisce rispondere con un’altra domanda.
“Ehi, perché hai deciso di fartelo in modo Babbano? Sei la reginetta del dramma se si tratta di dolore...”
Draco china la testa da un lato con uno sguardo assorto e poi risponde: “È questo che pensi di me?”
Harry risponde con un’alzata di spalle. Non gli interessa evitare di ferire i sentimenti di questo viziato sbruffone... diventato tremendamente sexy con il passare degli anni.
“Penso solo che tu sia decisamente esagerato nelle reazioni e credo che tu stia per fare una sciocchezza che deturperà quel tuo bel corpo solo per far incazzare tuo padre più di quanto non l’abbia fatto incazzare io uccidendogli il suo bel Signore Oscuro...”
“Credi veramente che io abbia un bel corpo?” Draco adesso sorride. Harry si sbatte una manata in fronte virtuale per aver cercato di offenderlo mentre pensava a quanto invece avrebbe voglia di stringerlo a sé.
“Sei persino più vanitoso di quanto avessi mai potuto immaginare.” Si strappa a forza dalla posizione in cui è seduto, perché più resta solo con Malfoy più gli brucia dentro la voglia di mettergli le mani addosso. Peccato che in quest’ultimo periodo vorrebbe schiantarlo contro un muro per essere il solito spaccone pieno di sé e, contemporaneamente, premerlo contro lo stesso muro con il proprio corpo e la propria bocca a coprire quel sorriso impertinente.
“Ok, se sei a caccia di complimenti torna dalle ochette che schiamazzano sempre in Sala Grande quando entri tutto agghindato... io ho altro da fare!” e si avvia verso l’uscita facendo tintinnare la pallina del piercing sui denti. Da quando l’ha messo gli è preso questo stupido tic di mordicchiarlo o di giocarci con i denti, provocando quel fastidioso rumorino che fa impazzire Hermione quando sono in biblioteca a studiare assieme.
Nel preciso istante in cui passa accanto a Malfoy continuando a giochicchiare con il suo piercing, lui lo afferra per un braccio e con un tono basso e quasi spaventato gli dice: “Che cazzo è questo rumore?”
“Mhm... quale?” gli risponde soprapensiero il Grifondoro.
“Un ticchettio sinistro” usando quel tono di voce roco e intimo che sta accelerando il battito del cuore di Harry.
Lui lo guarda un po’ sorpreso e poi gli risponde, chinandosi pericolosamente vicino al suo orecchio: “Draco, vivi in un castello che ha un migliaio di anni, credo che qualche rumorino non dovrebbe spaventarti.”
“Merda, Potter. Adesso non lo sento più.” E quando si volta se lo trova così tanto vicino da fare un salto indietro spaventato. Per ricomporsi in fretta si mette a scrutare il Grifondoro. Harry, quando si sente osservato, ricomincia a mordicchiare la sbarretta metallica infilata nella sua lingua.
“Ma cazzo, sei tu!” gli dice stizzoso il Serpeverde.
“Sì... è il piercing. Capita a tutti di usarlo come antistress.” La frase dovrebbe essere più o meno neutrale. Ma il sorrisino malizioso che Draco si è messo in faccia adesso non promette niente di buono:
“Tutti quelli che usano la tua lingua?”
“Perché? Vorresti usarla anche tu?” Se crede di avere a che fare con un corretto e onesto Grifondoro dovrà cambiare idea molto in fretta.
“Cos’è, una proposta?”
“Ma come? Io vengo trascinato in un’aula vuota con una scusa banale, io vengo interrogato sulle mie esperienze in modo così ambiguo da farmi credere chissà che e poi, sarei io a fare proposte?”
Si toglie la soddisfazione di vedere arrossire un Serpeverde che poi replica stizzito:
“Cazzo, Potter. Eravamo qui solo perché dovevi aiutarmi a decidere dove fare il mio piercing Babbano. Perché sei l’unico mago che conosco che ha scelto di farsi infilare un gigantesco ago nella lingua e farsi agganciare una barretta di metallo con due palline... e non capisco perché cazzo tu l’abbia fatto!”
“Perché, sai esattamente perché vuoi farlo tu?” Sono uno di fronte all’altro, ma le posizioni non potrebbero essere più diverse. Harry è negligentemente appoggiato ad un banco, come se avesse sostenuto tutto il peso del mondo e poi d’un tratto se ne fosse liberato e adesso potesse rilassarsi. Draco invece è rigido e impettito e si tiene le braccia strette attorno al corpo come se volesse proteggersi dai mali dell’universo.
“Voglio fare qualcosa di scandaloso che non abbia niente a che fare con mio padre. E voglio marchiare a fuoco la fine della guerra, la fine dell’orrore. Ti va bene come spiegazione, Grifondoro del cazzo? Oppure pensavi che lo facessi solo perché è così di moda?” Harry non l’ha pensato nemmeno per un momento. Per quanto ritenga Malfoy il superficiale montato che tutti vedono pavoneggiarsi per i corridoi per la scuola, non crede che si farebbe bucare la sua pelle alabastrina solo per un capriccio di moda. Ma è meglio che sappia bene a cosa va incontro, prima di giocare con aghi e orecchini.
Ma da quando gli importava di Malfoy?

“Stella è una strega nata Babbana che ha uno studio di piercing e tatuaggi per entrambi i mondi. Se le dimostri di essere un mago, riconosce i 17 anni come maggiore età.” Harry ha scelto di rispondere alle domande concrete, piuttosto che mettersi a riflettere sulle implicazioni della vicinanza di Draco e della sua disponibilità a svelare alcuni dei pensieri personali che lo agitano. Si è seduto sul banco per lasciare più spazio emotivo tra loro, anche se presto sarà obbligato (con una punta di piacere) ad accorciare lo spazio fisico che li separa.
Il Serpeverde è immobile, ma ha alzato lo sguardo per seguire meglio le spiegazioni. Sentirsi addosso quegli occhi interessati mette in agitazione Harry, che ricomincia a mordicchiarsi le labbra e poi a far scivolare fuori e dentro la sfera superiore e buona parte della sbarretta.
Draco china la testa da un lato e poi, con un mezzo sorriso, gli dice:
“Lo stai facendo ancora...”
“Cosa?” Harry sembra essere inconsapevole di questo tic.
“Ti succhi il piercing.” E se il tono voleva essere derisorio, nelle orecchie di Harry ha una sfumatura suggestiva che gli fa ingoiare la saliva di colpo e abbassare lo sguardo sulle mani nervose. Ma sa di dover mantenere la calma, perché vuole uscire da questa aula con l’indubbio vantaggio di aver consigliato e indirizzato una delle scelte personali dell’indiscusso leader degli studenti di Serpeverde.
“Te l’ho detto, è rilassante.” Con un sospiro crede di aver recuperato un po’ di faccia di bronzo. Ma al sospiro e al risolino trattenuto alcune certezze si incrinano, e poi si schiantano a terra alla frase allusiva di Draco:
“Farlo o farselo fare?”
L’occhiata vorrebbe essere di censura, ma Harry crede che il suo turbamento e la sua eccitazione siano trapelati perché il Serpeverde allarga il suo sorriso in un ghigno di trionfo, che però viene offuscato dal ringhio con cui Harry gli rivolge la successiva domanda:
“Come sei realmente messo a sopportazione del dolore e a controllo del panico?”
Malfoy avvampa e poi sbianca, e questo non è un buon segno, e poi risponde con un tono un po’ meno sicuro:
“In che senso?”
Vederlo meno spavaldo rende Harry malignamente soddisfatto e quindi lo fa continuare con un tono da uomo di mondo:
“Farsi il piercing non fa più male di uno dei pugni che ti ho dato, ma se gli strumenti sterilizzati, i guanti di lattice e soprattutto l’ago ti fanno impressione, rinunciaci subito... anche se vederti fuggire terrorizzato davanti alla figura minuta e fragile di Stella meriterebbe il viaggio a Londra.”
“Perché, saresti disposto ad accompagnarmi?”
“Pur di deriderti, questo e altro!”
“O per tenermi la mano, magari?”
“Sei una femminuccia, Malfoy!”
“Può essere, come può essere che preferisca stare sopra... Potter.” Ed Harry si interroga su preciso istante in cui gli insulti si sono trasformati in allusioni sessuali. Ma è un gioco a cui vuole partecipare e che sicuramente non lascerà vincere al Serpeverde. Per entrambi ci sono chiacchiere e pettegolezzi in giro e lui, oggi, vuole divertirsi a scoprire quanti siano frutto dell’invidia e quanto siano realtà per quel che riguarda Malfoy.

“Vieni qui!” Il tono che usa è deciso e non ammette repliche. Il Serpeverde fa due passi avanti verso il banco su cui è seduto Harry senza quasi rendersene conto. Ma quando comprende di aver ubbidito automaticamente al comando dell’altro ragazzo, vorrebbe ritrarsi per mantenere un po’ di superbo distacco. Peccato che Harry lo abbia già accolto praticamente tra le sue cosce dischiuse e gli abbia sistemato alcune ciocche bionde dietro le orecchie in modo dolce e delicato.
“Hai intenzione di tenere i capelli così lunghi?” La vicinanza arrochisce la voce di Harry in un sussurro più intimo.
Draco annuisce con un cenno del capo perché si trova le parole stranamente annodate in gola.
“Allora credo che quelli all’orecchio li possiamo tranquillamente saltare. Visto che la tua vuole essere un’esibizione strillata, dobbiamo trovargli un posto dove sia impossibile non notarlo.” Non riesce a incrociare quelle iridi glaciali così vicine, allora attarda lo sguardo sull’orecchio del ragazzo in piedi di fronte a lui e comincia ad accarezzargli il lobo tra il pollice e l’indice.
“L’orecchino al lobo è il più classico dei buchi che una persona può farsi fare...” sta parlando pur di riempire il silenzio, distrarsi dal respiro caldo del compagno a così poca distanza da lui e dal martellare del suo cuore che ha accelerato il ritmo nel preciso istante in cui ha potuto sentire il profumo dei capelli di Draco così vicino. Se abbassasse lo sguardo nella carne morbida subito sotto le sue dita potrebbe notare il pulsare nervoso del sangue nella carotide del ragazzo che sta accarezzando. “... non sarebbe particolarmente doloroso, ma si noterebbe poco. Altrimenti potresti fartelo in qualsiasi punto della cartilagine, anche se a me ispira nel punto più alto dell’orecchio.” Percorrendo lentamente tutta la conchiglia dell’orecchio, va a stringergli tra i polpastrelli il punto che vuole indicargli. Ma alcune ciocche di capelli serici gli si infilano tra le dita e, per paura di tirarglieli, glieli scosta passandoci dentro la mano. Con un gemito quasi impercettibile Draco asseconda il movimento e china la testa d’un lato fino ad offrire il collo nudo. L’ha probabilmente fatto senza malizia, godendosi inconsapevolmente le carezze, ma Harry deve usare tutto il suo autocontrollo per non stringergli i capelli in un pugno e tenerlo fermo per avventarsi a baciare e mordere quella pelle delicata.
Draco richiama l’attenzione di Harry chiedendogli, con un mugolio: “E poi?”
Il Grifondoro si libera delle ciocche ancora impigliate assieme all’incantesimo di intimità che sembra avergli fatto dimenticare con chi ha a che fare e torna a rispondergli in modo un po’ sbrigativo, per nascondere l’imbarazzo:
“Potresti mettere una sbarretta qui.” E gli sfiora appena il piccolo rigonfiamento osseo che racchiude anteriormente la cavità dell’orecchio, per poi allontanarsi un po’ da lui per riprendere fiato. “Ma come dicevo, all’orecchio sarebbero sempre coperti dai capelli... però, con un paio di mollette carine potresti sempre tirarti su i ciuffi dagli occhi e avere finalmente l’aspetto ordinato che si compete alla bella signorina che sei.” E per stemperare la battuta gli fa l’occhiolino e poi un sorriso. Draco si è spostato indietro solo per riuscire a guardarlo e gli fa una linguaccia impertinente. Ma quando Harry ride e gli restituisce la boccaccia, gli occhi del ragazzo sono di nuovo calamitati verso le labbra e il baluginare pigro del metallo sulla lingua. Harry può scorgere le pupille dilatarsi e la bocca socchiudersi in un ansimo stupefatto. Ma poi, come se venisse coperta da un velo, l’espressione del Serpeverde torna a farsi imperscrutabile.
“E poi?” Il tono è freddo e distaccato, ma il ragazzo non riesce a togliere gli occhi da luogo in cui è sparito il piercing.

Harry si riscuote e allunga una mano sulla nuca di Draco, che lo guarda per un attimo stupito e timoroso e poi china la testa fino a sfiorargli il petto con i capelli. Con i polpastrelli cerca il leggero rigonfiamento della prima vertebra cervicale, quella che sporge se si ha la testa chinata, l’accarezza per prendere la misura e poi tasta risalendo finché trova un po’ di carne a ricoprire le ossa e i tendini del collo. Con un pizzicotto che strappa un gemito a Draco gli dice: “Qui... una sbarretta, qui. Ma personalmente trovo un po’ angosciante farmi bucare così vicino alle vertebre e al midollo osseo.” Mentre Harry ritira la mano, Draco alza la testa e il Grifondoro inavvertitamente gli sfiora la linea del mento con un paio di dita. Lui si lascia toccare senza dire una parola, ma una traccia di nervosismo si può cogliere nel febbrile lavorio dei denti sul labbro inferiore.
Affascinato dalle labbra del Serpeverde, Harry sa di averlo fissato per un tempo imbarazzante e così cerca di distrarsi parlando: “Ci... ci sarebbero quelli in faccia. Ma prima, prima voglio controllare un’altra cosa...” A parte essersi incespicato nelle parole una volta di troppo, crede di essersela cavata. E sa di essere sul punto di turbare il ragazzino viziato davanti a lui e questo gli dà coraggio.
“Cosa, Potter?” Il tono sembra sempre annoiato, anche se nasconde a malapena una punta di interesse.
“Spogliati, Malfoy.” E mentre lo dice, sorride vittorioso. L’unica reazione dell’altro è il guizzo di un sopracciglio, ma poi, senza nessun apparente imbarazzo, mette le mani alla cintura cercando contemporaneamente di togliersi le scarpe senza slacciarle. Adesso tocca ad Harry essere turbato.
“No no, aspetta... che fai?”
“Mi spoglio, Potter. Non hai mai visto un ragazzo nudo, prima d’ora? Come fate voi Grifondoro a fare la doccia in dormitorio?” risponde con la sua parlata sempre strafottente, ma intanto ha smesso di armeggiare con i vestiti.
Se un sorriso interessato toglie Harry dall’imbarazzo, lo sguardo penetrante dell’altro lo costringe a spiegarsi.
“Non mi interessi nudo... mi serve solo che tiri su la maglia!” e con un cenno della mano vuole indicargli vagamente un punto attorno allo sterno. Allora Draco, con un’alzata di spalle indifferente, lascia perdere i pantaloni e comincia a sollevare il maglioncino e la camicia.
“Il tuo... non si nota subito quando parli.” Intanto Harry ha allungato le mani per aiutarlo a districare i bottoncini della camicia che si sono incastrati nella fibbia della cintura. “Chissà se Blaise se n’è accorto immediatamente...” Il tono è pensoso, come se non attendesse risposta, mentre armeggia tra i bottoni e le mani di Harry a contatto con il suo stomaco.
Il Grifondoro fa una risatina prima di rispondere soprappensiero, anche lui concentrato: “Decisamente no! Se n’è accorto solo quando ci siamo baciati!”
“Cosa!?” La reazione del Serpeverde è sconvolgente nel suo spontaneo turbamento ed Harry allontana le mani e lo guarda in faccia. Sono occhi negli occhi, e se quelli verdi esprimono rammarico per averlo sconvolto e paura di vedere repulsione, quelli grigi sono velati di una certa nervosa presa di coscienza. Harry non teme di essere sputtanato, tanto le persone che gli sono care ne sono già a conoscenza, però ha la stupida paura che Draco se ne vada disgustato. Non capisce perché dovrebbe importargli, dopotutto aveva cominciato questo gioco solo con il desiderio di turbarlo il più possibile. Ma adesso vuole veramente aiutarlo a trovare un punto significativo dove marchiare la fine di un’epoca e il suo passaggio all’età adulta. Sperava di poter dire: io c’ero quando quel cretino e infantile Serpeverde ha deciso di diventare un uomo.
Ha abbassato lo sguardo sulle sue mani, incapace di sostenere ancora quegli occhi che potrebbero, da un momento all’altro, diventare accusatori. Peccato che così può notare che Draco ha già scoperto gli addominali e si sta accarezzando piano lo stomaco con la mano sotto la camicia.
“Potter.” Si sente richiamato in modo deciso e senza tentennamenti e così è costretto ad alzare lo sguardo. Quello che vede sono un paio d’occhi che lo scrutano indagatori. Crede che abbiano trovato risposta, perché ad un tratto sembrano addolcirsi quando il ragazzo di fronte a lui gli dice, mantenendo un tono sbrigativo:
“Finisci quello che stavi facendo... voglio uscire di qui con la risposta alla mia domanda.”
Harry è più rassicurato, ma non ha ancora il coraggio di alzare lo sguardo sul ragazzo di fronte a lui. Gli è venuta questa insulsa paura del possibile biasimo di Draco.
Ma da quando gli importa l’opinione di Malfoy?
Forse il Serpeverde ha capito che se non chiariscono in qualche modo questo sottointeso tra loro, non riuscirà a ottenere il suo scopo.
“Quando?” gli dice in un sospiro quasi rassegnato.
Harry non deve chiedere cosa intenda e risponde, senza guardarlo: “All’ultima uscita a Hogsmeade... eravamo tutti ubriachi e lui è venuto da me dicendo che c’era in ballo una scommessa e sull’onore di Grifondoro non potevo tirarmi indietro. Credo volesse solo mettermi in ridicolo. Il problema è che quando invece gli ho messo una mano sulla nuca e l’ho tirato verso di me per baciarlo, sia stato lui a prendersi uno spavento. Ma poi credo che gli sia piaciuto... visto come ansimava quando mi sono spostato.”
“Baci così bene, Potter?”
Harry risponde con un’alzata di spalle e poi, capito che Draco non se ne andrà schifato, torna a scherzare:
“Perché? Vuoi provare anche tu?”
“No, grazie... non sei il mio tipo!”
Lo scambio è stato pungente come al solito e forse è proprio questo che fa rilassare Harry e lo fa tornare ad armeggiare con la cintura di Draco. La abbassa solo di poco e si gode l’istante in cui il ragazzo trattiene il fiato per poi soffiarlo fuori, scompigliandogli qualche ciocca mora. Con un sorriso segreto, visto che ha ancora la testa chinata e Draco è impegnato a tenere su la propria maglia e osservare stupito le sue mosse, accarezza superficialmente l’ombelico e la pelle liscia dello stomaco.
“Non conosco nessun ragazzo che ce l’abbia, ma le gemelle Patil portano entrambe un delizioso anellino e una pietra di colore diverso incastrata nell’ombelico... beh, loro dicono che nel caso qualcuno riuscisse a portarsele a letto tutte e due sarebbe il modo per distinguerle!”
A questa battuta Draco sbuffa:
“Ma voi Grifondoro siete dei pervertiti... almeno noi Serpeverde non ce ne vantiamo!”
“Ehi, guarda che Padma è Corvonero!” Harry ha alzato gli occhi per godersi lo sguardo turbato del ragazzo. Peccato che non abbia spostato la mano dalla presa possessiva sui pantaloni di Draco e continui ad accarezzargli la pelle nuda con il pollice, in modo quasi inconsapevole.
“Ecco, parliamo pure dei Corvonero... una manica di secchioni che nasconde chissà quali perversioni dietro quei tomi che si portano sempre in giro!”
“Ok, mio difensore della pudicizia... hai deciso che il piercing all’ombelico può essere una prova di coraggio abbastanza mascolina per te?” La risatina di Harry è di pura malizia mentre si rende conto lentamente di avere una mano ancora infilata tra la stoffa e la pelle nuda. La fa scivolare fuori godendosi la carezza delle nocche sulla pelle serica e gli appoggia la mano su un fianco in modo naturale, sperando semplicemente che lui non ci faccia caso.
“Non sei degno di risposta... hai altro da propormi?” Il suo tono è tranquillo e forse solo un po’ scocciato, come se dovesse mantenere una certa distanza tra loro anche se Harry ha decisamente superato il limite del contatto fisico tra due conoscenti. Per un intero secondo il Grifondoro si chiede se l’ambiguità di certe frasi sia un invito o semplicemente un modo di porsi, ma non riesce a darsi risposta perché intanto Draco ha alzato la mano che aveva infilata sotto la maglia e camicia abbastanza da scoprire i capezzoli.
Con la mano sul suo fianco lo attira più vicino fino a fargli appoggiare il suo inguine al bordo del tavolo. Lui si è spostato un po’ più indietro, ma è indubbio che i fianchi stretti del ragazzo in piedi siano tra le cosce muscolose di quello seduto sul banco.
Con la mano libera alza ancora un po’ i vestiti di Draco fino a scoprire completamente la carne più scura sul petto pallido. Il Serpeverde sembra intento a tenere sollevata la maglia e nel contempo sbirciare cosa diavolo stia facendo Potter.
Harry si prende tutto il tempo di osservare i capezzoli rosa scuro, saggiandone uno con un polpastrello. Sono di una tonalità un po’ più intesa della pelle nivea attorno e sono praticamente piatti sul torace scarno, quasi infantile di Draco.
“Malfoy... tu non hai i capezzoli!”
“Ma che cazzo dici?” e per provare la sua assoluta convinzione Draco prende quello che Harry sta osservando tra pollice e indice e lo sfrega piano.
Harry deve chiudere gli occhi e trattenere un gemito a questo sfoggio di erotismo inconsapevole, e quando il cuore torna a battergli un po’ meno selvaggiamente, replica:
“Ma se non sporge niente, dove credi si possa infilare la sbarretta o l’anello?”
“Ma come, non sporge niente? Mica lo fanno a comando!” Adesso si sta osservando con un po’ di sospetto, come se il fatto che il suo corpo non reagisca come vuole lui possa essere considerato un tradimento.
Il sorriso di Harry che Draco si perde è dannatamente Serpeverde. Si china verso il suo orecchio e gli mormora:
“Se vuoi ho un sistema rapido per controllare se hai abbastanza capezzolo per il piercing.”
“Fai quello che vuoi.” Il tono è distratto, perché ancora non riesce a convincersi che ci sia qualcosa che non va in lui.
Così Harry non perde tempo. Ripete la mossa di Draco e lo prende tra pollice e indice facendo scorrere le dita in maniera un po’ più decisa, poi fa scivolare una mano sulla curva della schiena e l’altra sulla scapola per stringerlo a sé. Quando è certo che non gli potrà fuggire si china, gli prende tra le labbra il capezzolo e succhia. Dopo il primo ansimo scioccato il Serpeverde prova a mettergli le mani sulle spalle per spingerlo via, ma quando Harry aggiunge prima i denti in maniera delicata e poi la lingua con il piercing, smette di dibattersi e lo lascia fare con un abbandono quasi erotico.
Harry si scosta per contemplare il suo lavoretto con una certa soddisfazione e Draco coglie l’occasione per le sue rimostranze, con un tono un po’ troppo arrochito per essere minaccioso:
“Potter, ma che cazzo ti è venuto in mente?”
Con un sorriso e un colpetto di polpastrello sulla sporgenza turgida ottenuta con un po’ di baci, il Grifondoro gli risponde:
“Mhmm... non mi sembri poi così dispiaciuto!”
L’altro riesce a replicare solo con uno sbuffo, visto che sta ancora cercando di tenere sotto controllo il battito furioso del cuore che Harry riesce a sentire anche attraverso il sottile strato di vestiti che li divide.
“Comunque adesso sappiamo che se tu volessi, potresti farti anche quello al capezzolo. Avresti solo bisogno di un po’ di, ehm... convincimento!”
“Potter?” Il cipiglio sembra realmente nervoso, ma non si è ancora divincolato dalle sue braccia. La seduzione non era il primo obiettivo di Harry quando aveva accettato di aiutarlo. Ma scoprire come Draco sia istintivamente sensuale nelle reazioni alle provocazioni ha acceso un desiderio di vedere dove si può spingere con questo ragazzo.
Un’alzata di spalle è l’unico commento di Harry, che si passa lentamente la lingua sulle labbra per tornare a sentire il sapore lievemente salato della pelle di Draco. Sono così vicini che riesce a avvertire il momento esatto in cui l’altro ragazzo ingoia la saliva alla vista del metallo.
“Lo trovi eccitante?” gli mormora da una distanza così ravvicinata da poter vedere le ciglia bionde fremere e le sottilissime rughe d’espressione formarsi mentre stringe le labbra in una smorfia infastidita. Tradita però dallo sguardo fisso sulla bocca dell’altro.
Draco sceglie di non rispondere, ma di divincolarsi dall’abbraccio in cui Harry lo teneva stretto per allontanarsi un po’ e chiedergli:
“Abbiamo finito?”
Il Grifondoro decide di non prendersela per il tono freddo con cui l’altro ha reagito e invece lo lascia libero, appoggiandosi all’indietro sulle braccia.
“Ci sarebbero quelli in faccia, che credo facciano al caso tuo. Ma se vuoi andare, per me è lo stesso.”
Harry non ha mai costretto nessuno a giocare con lui. Così lascia che sia Draco a decidere se vuole rimanere e rischiare.
Malfoy scrolla le spalle nervoso e si allontana di un passo dal tavolo, giusto per lasciarsi un po’ di spazio per respirare. Però non se ne va e con uno scatto nervoso gli chiede:
“Vai avanti e non dire cazzate.”

“Ok. Dammi una mano.” Dopo questo momento decisamente caldo, sa di dover prendere fiato anche lui prima di perdere definitivamente il controllo e saltare indecorosamente in braccio a questo erotico ragazzo. Draco allunga una mano e lui la prende tra le sue, cominciando ad accarezzarne il dorso con un dito. Il Serpeverde resta a guardare in attesa della mossa successiva. Quando Harry ha percorso per bene tutte le vene in rilievo, gli gira la mano e percorre con un polpastrello le linee sul palmo, come se potesse realmente leggerne le sorti solo attraverso il tocco. L’altro ragazzo sta trattenendo a stento l’istinto di togliere la mano e usarla per afferrargli i capelli e strattonarglieli per la frustrazione... o forse per il desiderio di qualcosa di più. Dopo aver memorizzato per bene ogni singolo tratto e cicatrice, il Grifondoro gli massaggia deciso il palmo con i pollici e poi tutte le dita, una a una, come a volerle rilassare e allungare. Draco sente un curioso formicolio, provocato probabilmente dalle attenzioni di Harry e dal sangue che sembra circolare molto più rapidamente adesso. Non aveva mai sentito una parte del suo corpo in modo così consapevole prima. Come se Harry gli avesse risvegliato le terminazioni nervose a livelli percettivi prima sopiti. Nel momento che gliela lascia più o meno libera, trattenendola solo per il polso, Draco apre e chiude le dita per saggiare le nuove sensazioni.
“Bello.” Solo questo è il suo commento.
Harry sorride e replica:
“Me l’ha insegnato il mio primo capitano, Oliver. Per sensibilizzare le mani a caccia del Boccino.” Si concede un sorrisetto malizioso e poi continua: “I gemelli mi hanno fatto notare che dà molta soddisfazione anche in attività più solitarie.”
Al sorriso appena trattenuto di Draco, che ha subito colto l’allusione e il possibile impiego, Harry risponde avvicinando la mano catturata alle sue labbra e facendo schioccare un bacio sul suo palmo. Ma subito dopo gli succhia con una piccola dose di cattiveria la pelle tra pollice e indice e dice, a pochi centimetri dalla sua carne:
“Questo è un altro posto dove ho visto mettere un anellino. Non passano tendini, terminazioni nervose o vene. Quindi i rischi sono minimi. Per me l’effetto è impressionante, ma devi vedere tu.”
Draco continua ad osservarsi la mano, che è finalmente libera, come se non l’avesse mai vista. Ed è ancora un po’ intontito dalle attenzioni di Harry. Il Grifondoro si è accorto dell’effetto che gli sta facendo, ma ancora non vuole scoprirsi. Così mantiene un tono neutro e finge di non notare il rossore e il respiro accelerato del ragazzo di fronte a lui, quando gli chiede:
“Se ti avvicini proviamo a fare il conto di quelli sul viso, adesso.”
Ancora trasognato, Draco ritorna ad avvicinarsi al tavolo su cui Harry è seduto. E quando il compagno allunga le mani sul suo volto per accarezzargli delicatamente un sopracciglio, lui chiude gli occhi e si abbandona fiducioso alle attenzioni dell’altro.
Il tono di Harry è caldo e intimo mentre continua con una spiegazione inutile e ne approfitta per sfiorare e accarezzare la pelle morbida dell’altro. “Il sopracciglio dicono sia il posto più virile tra tutti. Perché probabilmente è dove dà più fastidio, essendoci poca carne.” E si attarda a percorrere con i pollici entrambe le arcate oculari, godendo della sensazione setosa. Draco ha ancora gli occhi chiusi e mostra di seguire il discorso con qualche mugolio di apprezzamento più per le attenzioni che per le riflessioni verbali.
Mantenendo entrambe le mani a coppa sul viso di Draco, Harry posiziona un pollice poco sopra l’attaccatura del naso e applica una leggera pressione in mezzo alle sopracciglia.
“Qui... ho visto anche ragazzi con una sbarretta qui. Personalmente lo trovo angosciante...” Draco scuote le spalle per non rispondere, ma sta ben attento a non spostare la testa dalla deliziosa costrizione che sono le mani di Harry, che è intento a continuare noncurante la sua esplorazione. Percorre tutta la linea del naso del ragazzo fino a fermarsi sulla punta dove dà un colpetto per attrarre l’attenzione del Serpeverde, che gli sembra sempre più perso nel mondo dei sogni.
“Naso...” mormora.
A cui risponde uno scocciato: “Da femmina...”
Ormai nessuno dei due sembra essere interessato veramente al loro primo compito, ma cercano di prolungare il più possibile questo estenuante gioco di sfiorarsi e toccarsi.
Quando il pollice di Harry si appoggia delicato sulle labbra carnose di Draco, due respiri vengono trattenuti e, poco dopo, due ansimi vengono rilasciati in contemporanea.
Il Grifondoro sa di avere in mano le sorti di questo incontro, perché ormai l’altro ragazzo ha deciso di abbandonare ogni pretesa di superiorità e si sta godendo senza ritegno le attenzioni. Il primo istinto di Harry è quello di togliere il dito e premere la bocca su quelle labbra invitanti che, non contente di essere piene e morbide al tatto, sono anche lievemente dischiuse e solleticano il polpastrello con un sospiro leggero. Invece stuzzica lievemente il labbro inferiore e mormora con un filo di voce: “La bocca è un posto molto erotico per farsi il piercing. Soprattutto per chi, come te, ha il vizio di mordersi le labbra quando è nervoso o agitato.” Approfitta della spiegazione per passare il dito su tutto il labbro inferiore e poi su quello superiore mentre Draco segue le carezze arricciandole come per un bacio.
Harry ormai respira solo attraverso la bocca socchiusa e ringrazia il ragazzo di fronte a lui di avere ancora gli occhi chiusi e non vedere la tortura a cui sta sottoponendo il proprio piercing a forza di mordicchiarlo e succhiarlo per resistere alla tentazione. Allunga però la mano libera ad afferrare il fianco di Draco perché non fugga da lui e continua ad accarezzargli le labbra facendo un po’ più di pressione. Quando Draco gli succhia delicatamente il polpastrello lui serra gli occhi e trattiene a stento un gemito, così si perde il momento esatto in cui il Serpeverde spalanca gli occhi ormai neri da quanto sono dilatati dal desiderio, sorride di un pensiero segreto e poi mormora, con la voce più ferma di quanto si aspettava:
“Harry... mi fai provare quello sulla lingua?”
Un brivido corre giù per la schiena del Grifondoro e lui non sa se è stata la voce carica di passione dell’altro ragazzo, il suo nome tra le labbra peccaminose di lui... o il sottointeso decisamente erotico della domanda. Non vuole farsi domande, così, senza aprire gli occhi, toglie la mano dalla sua bocca e dal fianco, gli afferra un polso e gli libera in fretta l’avambraccio dai vestiti. E poi, con un’unica abbondante leccata, gli fa scorrere il piercing inumidito dalla saliva sulla carne tenera dal gomito al polso.
Quando gli lascia il braccio con uno scatto come se si fosse scottato con la propria passione, può vedere Draco tendere lo stesso avambraccio e percorrere lo stesso sentiero umido lasciato da Harry con la sua lingua. Arrivato al polso, lo guarda intensamente negli occhi, prima di mormorare:
“Non capisco la differenza... non ci sono posti più sensibili per farmi capire?”
Ad Harry squilla un campanello in testa e coglie tutta la furia erotica appena trattenuta sotto quelle ciglia bionde e subito dietro quelle labbra rosse. E finalmente capisce che sebbene avesse creduto fino adesso di aver condotto il gioco seduttivo, era caduto in pieno in un deliberato approccio sessuale Serpeverde, molto meno trasparente del suo, ma decisamente vincente.
Così non può altro che arrendersi, sorridendo.
Con una carezza, afferra Draco per la vita e fa scorrere una mano dietro la nuca per avere almeno il controllo sul bacio. In modo deliberato passa lentamente la lingua e il piercing sulle labbra socchiuse del Serpeverde che risponde cercando di catturargliela. Ma Harry si sposta e appoggia la sua bocca chiusa su quella dell’altro e spinge fuori solo la pallina superiore finché questa non si infila tra le labbra del ragazzo biondo, che coglie l’invito e la succhia dolcemente. Harry resiste molto poco e poi spinge tutta la lingua contro la bocca del Serpeverde, finché questo non la dischiude abbastanza da accoglierlo. Nel preciso istante in cui la lingua di Draco si avvolge possessiva attorno alla sua per esplorare e gustare, entrambi scordano il motivo che li ha spinti ad odiarsi per molti anni e si godono l’istante di puro stordimento paradisiaco che sa essere un primo bacio. Harry sa solo di essere nel calore intossicante della bocca di Draco mentre gli tiene stretti i capelli serici che tendono a fuggirgli dalle dita e lo stringe a sé cercando di sentire la pelle tiepida a contatto.
Quando il bacio rallenta il ritmo e diventa più tenera scoperta dell’altro che non famelico sbranarsi, entrambi si chiedono cosa si può dire all’eterno rivale diventato la perfetta risposta al proprio desiderio.
Harry, Grifondoro fino in fondo, ci arriva per primo e dice la prima sciocchezza che gli passa per la mente:
“Allora, Draco... hai deciso che piercing ti fai?”
Il Serpeverde sorride e si stringe di più al compagno prima di rispondere:
“Sicuramente non quello alla lingua. Si incastrerebbe con il tuo, ogni volta che ci baceremo.”
  
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