Quella
ragazza, le labbra screpolate, la pelle bianchissima, gli occhi
incavati,
grandi, fissi in un modo che poco ha di umano.
L’erba
secca, senza fiori ne alberi, il cigolio dell’altalena
arrugginita.
I
capelli neri e biondi con un’insensata ciocca rosa a
distruggere l’equilibrio
di quei colori opposti.
Le
mani piccolissime, le unghie mangiate fino a diventar inesistenti con i
rimasugli di uno smalto verde e nero a colorarle.
Le
gambe ricoperte da calze smagliate dal tempo, o forse strappate da
chissà quale
ragazzo con la foga di arrivare a quello che ormai niente aveva di
intimo.
Quello
che era divenuto pura merce di scambio.
La
maglietta lunga fino a metà coscia, rubata a qualche amante
il cui nome non
l’aveva mai interessata abbastanza da chiederglielo.
Io,
a distruggere la perfetta disperazione di quell’immagine.
Il
mio sguardo, coperto dalle palpebre strette, riusciva solo a ricordare
com’era
quella ragazzina pochi anni prima, con i capelli di un colore diverso
ogni
settimana, i sempre più appariscenti smalti, gli anfibi neri
e le ballerine
rosse, le maglie gialle e verdi fosforescenti, le calze con i fiori e
quelle a
quadri che la facevano sentire un intellettuale anche senza libri.
La
ragazzina che, percorrendo il corso di quella insulsa città,
avevo tenuto per
mano.
Per
tenerla vicino e per non farmi lasciare indietro.
A
vederla adesso, indietro, era rimasta lei.
Chi
le ha troppo stretto la mano?
Chi
gliel’ha lasciata?
Perché
lei si era persa nei meandri di una solitudine che non mostrava pesarle?
Quando
aveva smesso di volare per rimanere stancamente ancorata alla terra?
Se
anche si fosse bruciata, troppo vicina al sole, poteva venire da me.
Ti
avrei
cosparsa di dentifricio e poi avrei soffiato per farti soffrire meno,
lo sai,
vero?
Eppure,
i movimenti indolenti con cui ti alzi e cerchi di raggiungere la
giostra che
anche prima era forse la cosa che più riusciva a farti
sentire bene, sono così
lenti, così armoniosi nella loro disarmonia, che non fanno
altro che gettarmi
sempre più in profondità, in quel pozzo buio di
domande le cui risposte sono
inutili…