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Autore: parveth    04/02/2014    1 recensioni
Rachel,' una giovane giornalista freelance che scrive su riviste giovanili occupandosi principalmente di bullismo si trasferisce al 221b di Baker street proprio sopra all'appartamento del piu' noto detective privato della citta' e del mondo intero, cosa succedera?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A lunch for know each other Fatta eccezione per il giorno in cui era stata presentata da mrs Hudson, John e Sherlock non avevano piu' visto Rachel se si esclude qualche momento in cui entrava o usciva dal suo appartamento al piano di sopra anche se in quelle occasioni la ragazza si era limitata ad un "buongiorno"  o "buonasera" piuttosto formali a dire il vero.

Sapeva tuttavia che attivita' svolgevano i suoi dirimpettai e la cosa non la scalfiva minimamente: era una di quelle persone che applicava alla lettera  il detto "vivi e lascia vivere", non la turbo' nemmeno la spiegazione di John quando un pomeriggio vide la Hudson lasciare il loro appartamento con aria decisamente contrariata e borbottando tra se': a quanto pareva era entrata cercando qualcosa e aprendo il frigorifero si era trovata davanti ad una testa di cadavere messa li' da Sherlock per un esperimento, cosi' dopo averla vista svenuta sul pavimento (John era uscito a fare la spesa mentre Sherlock era andato a fare una passeggiata per riflettere se accettare un caso che gli era stato proposto) e averla fatta rinvenire avevano passato la seguente mezzora a tentare di convincerla che non aveva visto una testa mozzata ma un normalissimo cespo di lattuga.

A quelle parole Rachel rise fino alle lacrime.

"E la testa vera dove l'avevate nascosta?"

"Sulla cima dell'armadio in salotto" era intervenuto a quel punto Sherlock dalla poltrona in tono cosi' serio che la ragazza scoppio' nuovamente a ridere.

"Vuoi fermarti a pranzo?"  chiese John.

"Volentieri, grazie" sorrise lei.

Una volta seduti a tavola il medico si chiese se non fosse stato un errore invitarla a rimanere: a lui era simpatica ma sapeva che per Sherlock non era facile accettare la compagnia delle persone specie se gli era "imposta" anche se era convinto che fosse soddisfatto di averla fatta ridere poc'anzi.

Dato che il suo coinquilino su certe cose non si smentiva mai aveva intavolato un discorso sui serial killer piu' famosi proprio mentre si accingevano a mangiare la bistecca.

"Ed Gein scuoiava meticolosamente le sue vittime pare per conoscere a dovere l'anatomia: quando la polizia perquisi' casa sua trovo' delle lampade col paralume in pelle umana" disse con lo stesso tono in cui un altro avrebbe fatto l'elenco della spesa.

"Pero' la polizia ce ne mise di tempo per arrivare a lui: lo consideravano tutti lo scemo del villaggio e il babysitter ideale per i propri bambini" continuo' Rachel senza rivolgersi a nessuno in particolare suscitando la meraviglia sia di John che di Sherlock il quale pero' si guardo' bene dal farlo notare.

"Comunque anche noi ne abbiamo sfornata di gente perversa: se non sbaglio c'era anche un tizio che si chiamava Holm...ehm volevo dire..." la ragazza si fermo' diventando color porpora per la pessima figura appena fatta.

"Si, si chiamava come me ma il cognome era stato cambiato: quello vero era Mudgett" disse il detective bevendo un sorso d'acqua.

"Gia'...e pensare che era un medico: lo chiamavano "dottor morte""  a quel punto Rachel sarebbe volentieri sprofondata, possibile che non ne azzeccasse una??

"Ehi non guardate me" tento' di scherzare John al quale quella conversazione sembrava sempre piu' surreale.

Man mano che il pranzo procedeva elencavano crimini e killer sempre piu' efferati e disgustosi eppure la ragazza non dava segni di disgusto o disagio: pareva anzi che tutto quel dissertare su tali ignobilita' l'intrigasse non poco e cio' fu fonte di soddisfazione per Sherlock: almeno sarebbero stati in due ad essere considerati fuori di testa.

"La maggior parte dei criminali seriali e' soggetta ad abusi o presenta certi sintomi sin da bambino la quale secondo alcuni psichiatri permette di capire come diventeranno in futuro: piromania precoce, torture agli animali ed enuresi notturna dopo i sei anni e si chiama..."

"Triade di Mcdonald" completo' Rachel vergognandosi un poco di mostrarsi saccente davanti a loro ma non poteva farci niente: quando sapeva qualcosa non poteva esimersi dal dirla ed in fondo il suo interlocutore stava facendo la stessa cosa, poi certo lui faceva il detective e lei era una semplice giornalista di una rivista giovanile...

"Come mai tutto questo interesse?" si decise finalmente ad intervenire John.

"Beh...e' un po' come nel bullismo: spesso le vittime sono anche persecutori" rispose posando la forchetta.

"Come te?"  le chiese Sherlock a bruciapelo.

John lo fulmino' con lo sguardo mentre Rachel gli pianto' addosso uno sguardo glaciale quasi quanto il suo se non di piu'.

"Cosa glielo fa pensare?"

"Senno' perche' avresti fondato un'associazione che si occupa di bullismo? Delle due l'una: o sei stata vittima o sei stata persecutrice o entrambe" continuo' lui in tono altrettanto freddo.

La ragazza strinse forte il piatto cercando di non cedere all'impulso di lanciarglielo contro.

"E chi puo' dirlo? In ogni caso non fissi troppo a lungo la gente negli occhi signor Holmes: se e' vero che sono lo specchio dell'anima stia attento perche' a nessuno piace che gli si frughi dentro senza permesso e sopprattutto sono entrambi molto fragili, quando si rompono e' dura riaggiustarli ed uno di questi giorni potrebbe capitare anche a lei! Arrivederci"  ed usci' sbattendo la porta.

Sherlock rimase per un attimo interdetto davanti a quel discorso e sbatte' lievemente le palpebre come per riprendersi.

"Scusa ma stavolta hai esagerato: non potevi farle qualche domanda sull'associazione piuttosto?"  chiese John.

"Ma era tutto chiaro come il sole: ho semplicemente detto la verita'"

"Si, ma c'e' modo e modo per farlo"

"Sai che non mi piace girare troppo intorno al nocciolo della questione" borbotto' Sherlock sdraiandosi sul divano.

John sospiro': possibile che il suo coinquilino non si rendesse conto di quanto potessero ferire le parole?



angolo autrice: so che e' watson a trovare la testa ma ho provato ad immaginare cosa sarebbe potuto accedere se a trovarla fosse stata la hudson, poraccia XD

e non temete, non li lascero' cosi' a lungo ;)
  
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