La macchina scivolava
silenziosamente attraverso le strade buie del quartiere nero di Tokyo, il
quartiere dei peccati, dove tutto era in vendita, per il giusto prezzo.
Le luci fievole illuminavano le strade erano popolate da prostitute che
offrivano il loro corpo per poco prezzo e spacciatori che promettevano di far
vedere il paradiso con le loro droghe e anche se più volte invitata a fermarsi
la macchina continuava imperterrita la sua strada, già sapendo dove sarebbe
dovuta andare.
Rallentò quando si avvicinò a un edificio che sembrava un lussuoso
ristorante e proprio davanti all’enorme porta si ferma, accorrsero subito due
uomini vestiti molto elegantemente, aprirono la porta della elegante limousine,
inchinandosi profondamente: “Benvenuti al
-candle-.”
Dalla macchina uscirono due uomini, uno più giovane, capelli di un nero
corvino che incorniciavano un volto dalla bellezza estasiante, una pelle diafana
e profondi occhi neri che non mostravano alcuna emozione se non la
seccatura.
Vicino a lui stava un uomo un pò più grande ma che gli assomigliava
parecchio anche se aveva la pelle un pò più scura, i capelli più chiari e
l’espressione tranquilla.
“Posso sapere cosa ci facciamo qui Itachi?” chiese il minore dei due
con il solito tono di voce seccato incominciando a dirigersi verso la
porta.
“Pazienza Sasuke, ho una piccola sorpresa.”
“Mi inviti fuori a cena?”
“Non dire cavolate Sasuke.”
“Allora cosa ci facciamo...” le porte si aprirono e rivelarono l’interno:
“UN BORDELLO?” urlò Sasuke tra l’indignato e lo scioccato, non era nemmeno
riuscito a mantenere la stoica maschera di indifferenza che lo
caratterizzava.
“Di alta classe.”
“Ma sempre un bordello! Perchè mi hai portato
qui?”
“Te l’ho detto, ho una sorpresa per te...”
“ITACHI...”
“Zitto e seguimi.” Il minore die due fratelli non potè fare a meno di
eseguire l’ordine impartito.
Attraversarono la sala, aveva lo stesso aspetto di un ristorante di
altissimo rango, ma si notava che fosse un bordello dal gran numero di donne e
uomini vestiti in vario modo e quasi tutti in modo provocante, apparte quelli
che indossavano kimono, che erano lo stesso sensuali, a modo
loro.
Sasuke notò alcuni personaggi della politica e dello spettacolo,
evidentemente quel luogo era molto ben conosciuto.
Salirono delle scale e raggiunsero una porta di un ufficio su cui a
grandi lettere c’era scritto: “Orochimaru Kutoshi.”
Itachi bussò e poi aprì la porta per poi entrare
nell’ufficio.
Un uomo dalla pelle bianca come il latte, che indossava un yukata verde
appena vide sorrise di due sorrise: “Ah Uchiha-san, immagino che questo sia il
suo fratellino, giusto?”
Sasuke sbuffò, seccato dal “fratellino”
“Giusto Orochimaru-san, questo è il mio dolce fratellino, allora, quella persona, é
pronta?”
L’uomo serpente sorrise: “Al momento è occupata con qualcun’altro, un
lavoro da poco.”
“Mi sembra di aver distintamente richiesto che non andasse a letto con
nessuno oggi.”
“Infatti il cliente lo ha preso per qualche ora e lo ha portato in
qualche casinò o a cena fuori, roba del genere.”
“Mmmmh, e quando dovrebbe tornare?”
“Manca mezz’ora alla scadenza, intanto vi prego di aspettarlo fuori,
ordinate qualcosa al bar, offre la casa.”
Itachi annuì, si voltò e uscì insieme a Sasuke dirigendosi verso il bar
dove presero dei martini.
“Posso sapere chi è quella persona che mi vuoi presentare?
Otouto?”
“No, è una sorpresa.”
“Dimmelo.”
“Se te lo dico non è più una sorpresa.”
“Itachi, dimmi perchè sono in una bettola invece cha a casa mia a leggere
un libro?”
“Oppure ad ubriacarti come fai ormai da sette anni Sasuke? Sempre lo
stesso giorno ti chiudi nella tua stanza e ti ubriachi, hai bisogno di qualcuno
che ti faccia sentire meglio e io ho trovato la persona
adatta.”
Sasuke sbuffò e sussurrò: “Ci sarebbe una sola persona che potrebbe farmi
sentire meglio.”
“Sei troppo negativo fratellino! Dovresti innamorarti di qualcun’altro,
andare avanti, vivere la tua vita!”
“Sta zitto Itachi.”
Il fratello maggiore sospirò e prese di nuovo un sorso del suo drink
rimanendo in silenzio lanciando di tanto in tanto delle occhiate alla porta
d’entrata, aspettando che la persona che stava aspettando e quando questo
accade, mollò in asso Sasuke, corse verso di lei coprendole il volto con la sua
giacca portandola in una camera.
Il moro era rimasto sorpreso, perchè non poteva vedere il volto della
persona che Itachi gli voleva presentare? Non faceva molto
senso.
In ogni caso rimase li ad aspettare il fratello, tanto prima o poi
avrebbe scoperto tutto.
Dopo un pò Itachi venne di nuovo da Sasuke: “Vieni fratellino, è
pronto.”
Sasuke lasciò il proprio cocktail ancora mezzo pieno e seguì Itachi
incominciando a essere curioso, chi poteva essere la persona che il suo
adorabile ainiki aveva scelto per distoglierlo da quello che era accaduto quel
giorno sette anni fa?
Entrarono in una stanza da thè giapponese, una sagoma stava di fronte
alla finestra, indossava un kimono rosso dalle mille sfumature, aveva capelli
biondi fino alle spalle , bellissimi capelli
biondi.
“Okay, io vado, divertiti.” Gli sussurrò Itachi e poi uscì dalla stanza
lasciando i due soli.
Dopo un pò, visto che non sembrava che la figura che stava guardando
fuori dalla finestra lo avesse notato, attirò la sua attenzione schiarendosi la
voce.
Il biondo si voltò dicendo: “Oh scusi non l’avevo sen...” si bloccò di
colpo quando vide chi era l’uomo in stanza con lui e il sorriso falso che
albergava sul suo viso svanì, ogni sentimento scemò dal suo volto, non provava
niente o troppo per poter essere esteriorato.
Sasuke dal canto suo rimase completamente scioccato, Naruto era li
davanti a lui, dopo sette anni, sette anni da quando il biondo lo aveva lasciato
ed era svanito nel nulla, senza lasciare traccie ne spiegazioni, sette anni in
cui era impazzito, sette anni in cui era stato ossessionato da lui, sette anni
in cui tutti gli anni in quel giorno, si ubriacava, per dimenticare quello che
era successo, per dimenticare che Naruto lo aveva lasciato, per dimenticare che
Naruto lo aveva gettato, per dimenticare che dopotutto, lui Naruto lo amava
ancora, in un modo terribile e devastante e il solo pensiero che qualcun’altro
al di fuori di lui lo aveva toccato lo distruggeva facendogli provare persino
dolore fisico.
“Naruto...”
“Sasuke...”
Rimasero a fissarsi per un pò e poi il biondo fece riapparire il suo
tipico sorriso, falso ovviamente: “Sei tu il mio cliente
Sasuke-san?”
Sembrava così falso quel onorifico detto da
lui...
“Si, Naruto.”
S’inchinò profondamente e i capelli biondi li caddero davanti al viso: “È
un piacere per me conoscerla Sasuke-san, gradisce del thè, dei biscotti? Oppure
preferisce del caffè? Ne abbiamo di vari tipi...”
“SMETTILA!” Sasuke é infuriato, come può ora Naruto, dopo tutto quello
che è successo, dopo quello che lui ha passato parlare in modo così libero,
senza sembrare minimamente turbato, pentito,
spaventato...
Il biondo abbassa il viso e sussurra:
“Scusa...”
Il minore degli Uchiha chiude gli occhi e si siede su una poltrona:
“Naruto, portami del thè.”
“Si Sasuke-san.”
“Niente dolci, ma se vuoi li puoi prendere
tu.”
“Grazie Sasuke-san.”
Si voltò ed sparì dietro una porta, chiudendola alle sue spalle,
scivolando a terra chiudendo gli occhi tentando di bloccare l’attacco di panico
che stava per avere. Era sorpreso di se stesso che era riuscito a rimanere cosí
professionale. Il suo peggiore incubo era accaduto, l’aveva trovato, era giá
stato abbastanza difficile dirgli addio una volta, ma farlo una secondo volta
sarebbe stato impossibile, un suicidio psicologico.
Dopo essere riuscito a riprendersi si rialzò ed andò a preparare il
thé.
Sasuke invece si era coperto gli occhi con le mani, pregava che tutto
questo non fosse un sogno, sperava che da quella porta rientrasse di nuovo
naruto e che parlassero, che Naruto gli desse una spiegazione e poi che tornasse
con lui. Avrebbe dato qualsiasi cosa per averlo di nuovo accanto a
lui.
Sentì la porta aprirsi e vide Naruto entrare con del thè e dei biscotti,
versò il liquido nelle tazze e sorridendo disse: “Spero che vi piaccia,
Sasuke-san.”
“Chiamami solo Sasuke Naruto.”
Un sospiro: “Sei il mio cliente,
Sasuke-san...”
“Me lo devi Naruto.” Un attimo di esitazione: “E inoltre mi devi una
spiegazione.”
Naruto sapeva che aveva ragione, glielo doveva: “Sei sicuro di voler
sapere?”
Lo sguardo assassino che il moro gli lanciò fu sufficente come
risposta.
Il biondo portò la sua mano nel kimono ed estrasse una fotografia e la
mostrò a Sasuke: “Lui é il motivo per cui ti ho lasciato
Sasuke.”
L’Uchiha alzò la foto, stava già bruciando di gelosia quando vide un
bambino di circa sei anni, occhi blu e capelli biondi. Per uno che non conosceva
bene la kitsune poteva dire che il bambino fosse suo figlio ma Sasuke conosceva
troppo bene quegli occhi e cuei capelli e non avevano la stessa luce e la stessa
bellezza, certo era bello, ma non era la stessa
cosa.
“Chi è?” chiese restituendo la foto, Naruto la prese e la mise
via.
“Ti ricordi di Ino?”
“Si la tua migliore amica da sempre...”
*inizio
flashback*
Qualcuno stava bussando con forza contro la porta da un pò di tempo,
naruto era stato svegliato dai forti colpi e mezzo addormentato si diresse verso
la porta, per aprirla. Quello che si trovò davanti lo scioccò, una Ino con gli
occhi rossi dalle lacrime.
“Cosa, cosa è successo Ino?”
“Po-posso entrare?”
“Certo, vieni.”
La ragazza entrò portandosi dietro le valigie, si diresse verso il divano
e si sedette, il padrone di casa si sedette vicino a lei e chiese:
“Ino?”
La bionda si asciugò gli occhi e sussurrò: “Sono
incinta.”
Un attimo di silenzio e poi un: “Cosa?”
“Sono incinta.”
Naruto era sorpreso: “Quando é successo?”
“Alla festa di Karin, ho fatto sesso con uno, uno di cui non mi ricordo
più il nome ne l’aspetto, niente, so solo che sono dannatamente
incinta.”
L’altro guardò l’amica, non sapeva se farle i complimenti o dispiacersi
per lei...
“I miei volevano che abortissi.” Il biondo la guardò ansioso di sapere la
decisione della sua migliore amica.
“Non c’è l’ho fatta, infondo il bambino non può farci niente se sua madre
é stata cosí scema da fare sesso senza preservativo.” Era sull’orlo di
rimettersi a piangere.
“E i tuoi cosa hanno detto?”
Ino scoppiò a piangere: “Mi hanno buttato fuori casa, non so dove andare
Naruto, speravo, speravo che tu...” il biondo la abbracciò: “Certo Ino, vivrai a
casa mia, non c’é problema.”
La ragazza si strinse a lui piangendo: “Grazie, sei il migliore amico che
potessi mai sognare di avere.”
Naruto la abbracciò: “Vedrai andrà tutto bene, ti aiuterò. Possiamo
fingere che sia mio figlio, se vuoi.”
Ino lo guardò speranzosa: “Davvero?”
“Si, diciamo che una notte abbiamo bevuto troppo alcol e
voilà.”
“E Sasuke?”
Il sorriso di Naruto svanì, Sasuke, il suo ragazzo, stavano insieme a tre
anni e sapeva che era possessivo come nessun’altro.
“Lo dovrò lasciare.” Sussurrò tristemente.
“No Naruto, non lo devi fare per forza, non voglio che tu soffra per
aiutarmi...” il ragazzo le posò una mano sulla bocca e disse. “Ricordati che sei
la mia migliore amica, non ti abbandonerò mai.”
Lei annuì e si strinse ancora di più a Naruto sussurrando:
“Grazie.”
*fine
flashback*
“Poi Ino ebbe qualche problema, i dottori dissero che la sua era una
maternità a rischio, che avrebbe dovuto rimanere in una clinica per venire
monitorata giorno e notte. La migliore clinica di Tokyo si trovava a Roppongi e
costava una follia, dopo averti lasciato vendetti l’appartamento e tutti i
gioielli di famiglia, ma non bastavano, così dovetti trovare un altro lavoro, un
lavoro che mi faceva guadagnare velocemente tanti soldi. Sai mi aiutò ad entrare
nelle grazie di Orochimaru, all’inizio avevo intenzione di licenziarmi appena
Ino avrebbe partorito ma lei morì, di parto, il bambino, l’ho chiamato Sora, mi
costa molto e per mantenerlo ho dovuto continuare a lavorare
qui.”
Quando la spiegazione era finita Sasuke aveva lo sguardo fisso sulla
tazza di thè, gli occhi pieni di odio: “E così tu mi hai lasciato, mi hai fatto
soffrire come un dannato per aiutare quella sgualdrina?” era
infuriato.
Naruto lasciò passare l’insulto, sapeva che non lo intendeva sul serio,
era solo arrabbiato e se Sasuke si arrabbiava era meglio
assecondarlo.
“Mi dispiace Sasuke, ma era la mia migliore amica, aveva bisogno di me,
capiscimi.”
Ora l’Uchiha non ci vide più gettò a terra la tazzina facendola
frantumare al suolo: “CAPIRTI? Ma ti ascolti quando parli? E a me non ci pensi?
Hai solo la minima idea come ho sofferto per tutti questi anni? Tu sei stato
l’unico Naruto, l’unico in tutta la mia vita per cui ho abbassato le difese che
mi ero costruito attorno, ti ho fatto entrare nella mia vita e ho costruito la
mia esistenza attorno a te. Lo sai che ho tentato di suicidarmi eh?” allungò un
polso verso Naruto e lui vide diverse cicatrici, segno inequivocabile di quello
che il ragazzo dai capelli corvini aveva tentato di fare: “Lo sai che tutti gli
anni in questo giorno mi chiudo in stanza mia e mi ubriaco? Perchè Naruto?
PERCHÉ? Non avresti potuto dirmelo? Ti avrei aiutato, se tu me l’avresti chiesto
avrei pagato tutto quello che doveva essere pagato, avrei fatto tutto per
te!”
Il colpevole abbassò lo sgaurdo: “Non volevo sfruttarti, i soldi sono
tuoi...”
“Sono solo soldi! Stanno in banca a prendere polvere! Io...dio Naruto,
non devi pensare queste cose...non mi avresti
sfruttato.”
“Non volevamo la tua pietà...”
Con un solo colpo di mano Sasuke gettò a terra tutto il servizio da thè,
spaventando di parecchio Naruto che incominciava a preoccuparsi
seriamente.
“NON É PIETÁ É DANNATAMENTE AMORE! LO STESSO DANNATO AMORE CHE MI STA
ANCORA PERSEGUITANDO ED OSSESSIONANDO!” la rabbia era diventata enorme, si gettò
addosso a Naruto strappandogli il kimono di dosso, baciandogli la bocca in un
modo violento e passionale.
Il biondo non potè fare a meno di provare piacere sotto i tocchi
dell’Uchiha ma non voleva che succedesse, non ora, non
così...
“N-no, Sasu...ke, ti prego, smettila...” singhiozzò il
ragazzo.
“Perchè? Non ti piace?” rispose il moro leccando l’altro al lobo
dell’orecchio, sapendo che era uno dei suoi punti
deboli.
“No, ti prego, Sasuke...”
“No, ti voglio fare mio come quando andavamo a scuola, voglio sentirti di
nuovo...” fece scivolare la mano verso il membro della sua
kitsune.
“SMETTILA!” era scoppiato a piangere e Sasuke vedendo le lacrime
dell’amato si bloccò, accorgendosi di quello che stava per fare. Si allontanò
prontamente, tremando: “Scusa, non volevo, io...mi
dispiace...”
Naruto si rimise velocemente il kimono giusto per coprirsi il
corpo.
“È che Naruto, da quando mi hai lasciato mi sei mancato cosí tanto, ti
sogno tutte le notti, continuo a pensarti, non riesco a toglierti dalla mia
testa, ti amo così tanto e non riesco a farci
niente.”
Il biondo guardò l’altro sorpreso: “Dopo tutti questi anni, dopo quello
che ti ho fatto, tu, mi ami ancora?”
Sasuke fece una smorfia: “Sai come è, un’Uchiha non abbassa le sue
barriere per chiunque.”
Naruto si morse un labbro, anche lui lo amava ancora, per quanto avesse
tentato di negare, per quanto avesse estraniato i propri sentimenti non poteva
negarlo, lo amava ancora in un modo terribile e
coinvolgente.
Sasuke aveva notato lo sguardo di Naruto, s’avvicinò a lui e gli posò
entrambe le mani sulle guancie: “Naruto, ti amo ancora, tantissimo. Ti prego,
torna con me, non lasciarmi, non di nuovo...” e posò le sue labbra su quelle di
Naruto.
“E Sora?”
“Vivrà con noi, mi occuperò personalmente di
lui.”
“Non voglio sfru....”
“Sta zitto, lo cresceremo come nostro
figlio.”
La kitsune provava un milione di sentimenti, primo tra quelli l’amore, un’amore che per troppo tempo aveva represso, nascosto, finto di non provare e non riuscì a negare a se stesso il paradiso. Aprì le labbra permettendo alla lingua di Sasuke di entrarvi, le due lingue s’intrecciarono, ballarono, si cercarono, avevano bisogno uno dell'altro.
Dopo vari minuti i due si staccarono in cerca d’aria.
Rimasero un pò a fissarsi e poi Naruto disse: “Dovrò
licenziarmi.”
Un sorriso apparve sul volto di Sasuke, un sorriso di pura
gioia.
“Però mi rifuto di dipendere da te, troveró un’altro
lavoro.”
“Mpf, sei proprio un dobe.”
“Teme.”
Poi tornarono a baciarsi, cercando quell’amore di cui per tutti questi
anni erano rimasti sprovvisti.
Ora viviamo insieme come una vera famiglia, sono felice che Sasuke mi ami
ancora, anch’io lo amo, così tanto.
Dovresti vedere Sora come è cresciuto, ti assomiglia molto, ha avuto un
pò di depressione quando gli ho spiegato come sei morta, ma gli ho fatto capire
che loa mavi, priam ancora che lui nascesse lo amavi, così tanto da essere
pronta a sacrificare al tua vita per lui.
Ha accettato anche di buon grado il fatto che non sono il suo vero padre
e che sono gay. Sasuke e Sora litigano spesso, ma alla fine so che si vogliono
bene e quel teme gli si è affezionato alla
fine.
È un padre molto migliore di come è stato il suo, fa di tutto per venire
alle sue partite di basket, ti ho detto che è un vero prodigio? In ogni caso so
che Sora ci tiene moltissimo al suo parere anche se tenta di
nasconderlo.
Siamo tutti molto felici, vorrei soltanto che tu fossi qui con
noi,
è triste che proprio tu che hai dato vita a una creatura come Sora non la
possa ammirare, ma so che tu ci stai guardando da lassù e stai
sorridendo.
Mi manchi tanto Ino...
Okay, che ne dite? È
una piccola One-shot per festeggiare al fine dellla scuola (si perchè nella
regione dove abito io la scuola finisce questo sabato...che sfiga) e per
augurarvi a tutti buone vacanze! Per favore
commentate! BACI