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Autore: Alcione    04/02/2014    2 recensioni
“Vedo che ti sei ripresa completamente” disse Thor sorridendomi bonario
“Si Altezza. E vi ringrazio infinitamente per la vostra gentilezza.” Loki mi guardò storto,
“Non sei stata cosi gentile con me” mi sillabò mentre dava le spalle al fratello
“Non l’hai meritato, se non erro” sillabai a mia volta, facendogli una linguaccia dispettosa
Cosa succederebbe ad Asgard se i suoi principi si vedessero improvvisamente piombare tra capo e collo, un guerriero proveniente da un mondo a loro sconosciuto?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lady Sif percorreva a grandi falcate i lunghi e ampi corridoi del palazzo di Asgard, diretta agli appartamenti reali. Doveva fare rapporto sulla cattura dell’estranea. Non era ancora riuscita a capire come ella fosse riuscita a introdursi nel castello dorato. La guardia che l’aveva vista per primo, giurò e spergiurò su tutti gli Idei che l’aveva vista piombare giù dal cielo. Ma nessuno strano portale, o fascio di luce, o qualche estraneo Bifrost si era aperto nel cielo asgardiano per farla passare. Il cielo un attimo primo era sgombro, l’attimo dopo quella ragazza veniva giù a velocità folle. L’urto con la terra avrebbe dovuto ucciderla sul colpo, invece per quanto messa male in arnese la ragazza era viva e vegeta. Ma Lady Sif pur essendo di natura sospettosa e poco propensa a fidarsi degli estranei, non percepì nessuna minaccia provenire dalla straniera, anzi piuttosto un reale spaesamento.
Sif, odiava entrare negli appartamenti dell’usurpatore Loki. Ancora non riusciva a capire come Thor avesse potuto perdonarlo dopo tutto ciò che aveva fatto. A Loki non era bastato mettere in pericolo la vita del fratello, ucciso il suo padre naturale, tentato di distruggere Odino, usurpare il suo trono, invadere Midgard, andare a rompere le scatole a un gruppo di midgardiani in calzamaglie di ferro, fingersi morto e gettare Thor nella disperazione, per ottenere l’odio del fratello maggiore. Il Dio del Tuono con grandissima sorpresa di tutti e, di Loki stesso, continuava imperterrito ad amare in maniera incondizionata l’erede di Laufey. E poco importava che Loki, in realtà fosse un gigante di ghiaccio, poco importava che la sua anima fosse nera come il suo cuore, poco importava che la parte malvagia di Loki fosse molto più forte di quella buona e ragionevole alla quale Thor si rivolgeva. Thor, in maniera incomprensibile per tutti, continuava ad amare quel pazzo scellerato. Lui e solo lui, conosceva chi Loki fosse realmente sotto la maschera da pazzo, pronto a lasciarsi dominare dalle sue passioni, pronto a seguire i suoi istinti più neri e turpi. Nella sua immensa grandezza l’erede al trono di Asgard, cercava di fare ammenda a tutti gli errori che la sua famiglia aveva fatto nei confronti del fratello, e la giovane Jane Foster, divenuta ormai quasi un asgardiana di adozione, sosteneva l’amato, amando a sua volta il fratello pazzo, che nella sua pazzia le aveva salvato la vita.
L’assurdo trio, come erano ormai definiti a palazzo, era seduto su comodi divanetti sulla terrazza personale di Loki. Egli ormai non usciva quasi più dai suoi appartamenti, se non per solitarie passeggiate nei giardini, al crepuscolo o la mattina presto, o per recarsi nella serra della defunta madre, per prendersi cura delle piante di lei. Lo si percepiva come un ombra aggirarsi tra le mura del castello, i più, erano tranquilli perché lo sapevano privato dei suoi poteri tramite i bracciali d’acciaio che portava, ma nessuno aveva comunque il coraggio di avvicinarsi, dopotutto era sempre il Dio degli Inganni. Quando Sif posò lo sguardo su di lui, le parve cosi mansueto e indifeso in quel momento, all’ombra di una bianca tenda posta li per farlo riparare quando i raggi del sole di mezzodì sarebbero divenuti troppo caldi per lui. Una sorridente Jane parlava con un ancor più sorridente Thor del più e del meno, mentre Loki sotto la sua tenda li osservava impassibile. Per quanto le facesse male la presenza di Jane Foster ad Asgard, era felice che il suo amico e principe, avesse finalmente riacquistato il sorriso che aveva perso quando era stato lontano dalle due persone che amava di più al mondo, e se per vedere Thor felice, doveva avere tra i piedi Jane e Loki, e mettere a tacere i suoi sentimenti, era un sacrificio che era disposta a fare, solo per vedere quegli occhi azzurri riempirsi di gioia e ascoltare la sua fragorosa risata.
 S’inginocchiò quando fu nel campo visivo del suo principe. Loki si ritrasse di più nell’ombra. Dopo tutto ciò che aveva combinato, pareva che il Dio degli Inganni volesse stare il più lontano possibile, dalle faccende del trono, o almeno cosi era quello che si diceva, o che lo stesso Loki voleva far credere. Ma Sif era troppo prevenuta nei suoi confronti per  credere che fosse cambiato davvero, non dopo aver tentato di usurpare il trono, e se Odino non credeva al suo figliastro, al punto di non volerlo nemmeno al suo cospetto, non vedeva perché avrebbe dovuto farlo lei. Le uniche persone che gradivano la sua presenza erano Jane e Thor. Jane addirittura si era scoperta incredibilmente rapita da quel ragazzo che aveva raso al suolo New York, e non aveva certo dimenticato, che se non fosse stato per lui, lei sarebbe potuta morire, lei ora non sarebbe stata al fianco di Thor. Dopotutto lo squilibrato, era un pozzo di scienza e con quella, Jane ci andava a nozze, erano capaci di passare serate intere a parlare di scienza, di magia, astronomia e altre materie di cui Thor non capiva un accidente, ma alla quale prestava attenzione solo per vedere la ragazza e il fratello cosi intenti a parlarne, anche se tempo venti minuti e cadeva addormentato.
“L’assurdo trio è proprio azzeccato” pensò Sif mentre si rialzava
“Allora Sif, chi era l’intruso?” chiese Thor sorridendole e facendole un cenno per farla avvicinare
“Una ragazza. Sembrava reduce da una dura battaglia, era messa anche parecchio male” Thor alzò un sopracciglio, e sentì Loki avanzare nell’ombra verso di lei, “Adesso è ospite presso le nostre prigioni”
“Da dove viene? Come ha fatto ad entrare nel giardino?” chiese Jane. Sif non le rispose subito come a non volerle dare importanza
“Chi l’ha vista per primo, ha detto che è piovuta dal cielo”  lo stupore si dipinse sul volto della coppia reale, e Sif sentì distintamente uno sbuffo scettico da parte di Loki.
“Quando le ho chiesto come fosse entrata, lei ha risposto “Vorrei tanto saperlo anche io” Non mi ha dato l’idea che avesse cattive intenzioni. Sembrava piuttosto colpita anche lei.” Ci fu un lungo minuto di silenzio, prima che Loki venisse fuori dalla sua ombra e si rivolgesse al fratello
“Penso che tu debba andare a vedere di chi si tratti” disse con il suo solito tono noncurante,
 “Questo perché non voleva più immischiarsi negli affari di Asgard” pensò Sif, Thor annui con il capo e si avviò verso l’interno, salvo fermarsi ad un tratto e voltarsi verso il fratello
“Ti vuoi muovere?” chiese Thor tornando indietro verso Loki, che non capi. Sif rimase interdetta,
 “Se è una trappola chi meglio di te per stanarla?” Chiese l’erede rivolgendo un eloquente sorriso al fratello. Loki alzo le mani a livello del naso del fratellastro e lo guardò in maniera ancora più eloquente. Thor sbuffò alzando gli occhi al cielo
“Credi che non sappia che quelli rinchiudono solo una parte di te?” Loki sgranò gli occhi stupefatto, e fissò per un attimo Jane incredulo, lei sorrise come chi era a conoscenza del trucco. Mentre raggiungeva la porta Thor si rivolse a Sif
“Sei costretta al silenzio”
“Thor, tutto questo renderà il mio compito ancora più difficile.” Sussurrò lei. Il principe voltò leggermente la testa,
“Non affiderei tale compito a nessun altro Sif!” Loki la superò facendole una linguaccia, e lei gli rispose con un'altra smorfia. Cosi, schierati come un tempo, Jane vide allontanarsi le tre persone più forti di Asgard.
*
 
Cronaca del viaggio ad Asgard, dalle Memorie del Comandante della Stella.

Avevo freddo, ma sudavo. Scossa da continui brividi cercavo un po’ di calore rannicchiandomi in quella coperta che mi sembrava sempre più piccola ad ogni movimento. Avevo i capelli attaccati alla fronte che imperlata di sudore sentivo bruciare, il fiato corto come se avessi corso per miglia e miglia, la gamba mi pulsava dannatamente. Chiamando a raccolta tutte le mie forze mi misi a sedere, con estrema fatica aprii il risvolto di uno degli stivali. Nella parte posteriore c’era una piccola tasca segreta chiusa da un piccolo bottoncino. L’aprii e ne trassi un minuscolo pacchettino fatto di pelle: la foglia di Leda, avvolta al suo interno, cominciava ad appassire, ma era ancora utilizzabile. Ne rimaneva abbastanza da poterla spalmare sulla ferita alla gamba, e da ingerire per mantenere un po’ di lucidità. Divisi il piccolo mazzetto in due parti, la prima parte la masticai fino a ridurla in poltiglia poi la stesi sulla ferita e immediatamente mi diede sollievo. La parte restante me la misi in bocca e cominciai a masticarla lentamente per farla durare il più a lungo possibile. L’effetto fu immediato, la mente si liberò dalla nebbia di dolore che l’attanagliava e riuscivo finalmente a pensare con lucidità. Mi alzai, la gamba mi tremava violentemente, ma la foglia non mi permetteva di sentirne il dolore. Fortuna che Elania ci aveva trasmesso l’abitudine di non uscire mai senza la Foglia di Leda, o anche detta L’erba dei Guerrieri, insignificante alla vista, ma portentosa nei suoi svariati utilizzi, da erba medicamentosa, a foglia da fumare o per farci deliziose tisane rilassanti. Ne avevo una scorta molto più sana nella mia bisaccia, ma le guardie me l’avevano tolta, insieme alle armi prima, di gettarmi in cella. Continuavo ad avere caldo, utilizzarla solo dopo averla masticata, l’erba annullava solo la percezione del dolore, ma non ridava forza. Percorsi la cella in lungo e in largo, alla ricerca di un punto morto dove poter colpire per evadere, ma non ne trovai alcuno; bevvi una lunga sorsata d’acqua dalla brocca che avevo lasciato vicino al letto, frustrata la scagliai verso la parete di fronte tramutandola in una palla di fuoco. Non ottenni altro che uno scintillio della parete, e la brocca ammaccata dal calore.
“Maledette mura anti-magia!” pensai prima di accorgermi che avevo sei paia di occhi puntati alla mia schiena. Mi voltai con calma, cercando di rimanere il più impassibile possibile, anche se era difficile, l’effetto dell’erba andava scemando.  Di fronte a me c’era un ragazzo sulla trentina, alto, moro, i lineamenti appuntiti e pallidi, indossava un abito di pelle di notevole fattura, ai polsi, notai subito, portava dei bracciali d’acciaio molto poveri rispetto alla vesti che indossava
“Questo non è un avversario comune” pensai. Al suo fianco vi era un ragazzone alto, biondo e muscoloso, una specie baraccone di testosterone ambulante, ma dagli incredibili occhi azzurri, aveva l’aria di essere il figlio maggiore, quello infallibile, quello dalla quale si pretende tutto. Pochi passi dietro di loro, la ragazza che mi aveva rinchiuso li sotto. Mi passai una mano tra i capelli in modo da scoprirmi il viso e dar loro la possibilità di guardarmi in faccia, sempre ammesso che vedessero qualcosa oltre il sangue, il sudore e lo sporco della battaglia. Non avevo un bel aspetto e lo sapevo, ma dalle loro facce, dovevano essere abituati a ben altro. Il primo a parlare fu il biondo, doveva essere lui, il più alto in grado
“Chi sei? Cose sei giunta fino a noi?” la sua voce era profonda e a tratti presuntuosa, doveva essere il tipico ragazzino viziato. Cercai di ricacciare la mia parte attaccabrighe in un angolino del mio essere e di limitarne i danni,
“Mi chiamo Sanna, e vengo dal Regno Dlym” risposi sicura. Li vidi guardarsi l’un l’altro senza capire, poi la ragazza si fece avanti
“Non abbiamo mai sentito il nome di questo regno. Dove si trova? Su Midgard, su Nidavellir?” il moro la interruppe
“Non mi pare un nano, Sif.”
“E nemmeno una midgardiana!”  Non capivo un accidente. Midgard, Nidavellir di che diavolo stavano parlando?
“Yggdrasill è talmente vasto …” proseguì Sif, ma s’interruppe quando sbattei violentemente le mani insanguinate sul vetro e li guardai con gli occhi fuori dalle orbite. Il nome Yggdrasill, risvegliò in me un ricordo lontanissimo, una frase detta all’ombra di un enorme quercia marina in un afoso pomeriggio estivo
“Yggdrasill, l’albero dei nove mondi collegati tra di loro tramite il ponte arcobaleno. Il Bifrost” sussurrai contro il vetro, i tre mi fissarono. Indietreggiai fino a sedermi sul letto, il terrore mi paralizzò completamente, crollai tenendomi la testa tra le mani. L’effetto dell’erba svaniva sempre più rapidamente.
“Oh mia dea.. che casino.. che abnorme casino!” 
“Che cosa intendi dire?” chiese ancora il biondo. Il suo tono di voce era cambiato, ora mi pareva quasi gentile. Mi rialzai a fatica e zoppicando mi riavvicinai al vetro
“Che mondo è questo?” chiesi in un filo di voce
“Niente panico” pensai
“Asgard” Mi rispose    
Niente panico. TERRORE!”
“Il mio mondo, è a mille mondi da qui.” Li vidi sgranare gli occhi almeno quanto i miei
 “E adesso come torno a casa?” La vista mi si annebbiò, la stanza vorticò intorno a me, udii delle grida, poi il buio.



Buonasera a tutti!! Vedo che in molti avete letto il primo capitolo, spero vi abbia incuriosito almento un pò e che vi abbia spinto a leggere anche il secondo. Be se state leggendo questo post, vuol dire che sono riuscita a farvi arrivare alla fine del secondo capitolo senza annoiarvi troppo, o almeno lo spero!!! Allora, apro una piccola parentesi per chiarire alcuni punticini: questa storia è ambientata in un ipotetico post, Thor- The Dark World, però, però, c'è un però, ho immaginato che questo racconto cominciasse, diciamo cosi, quasi alla fine del film, passo a spiegarmi meglio, la fine del film non è considerata (quando Loki prende il posto di Odino, in pratica). Più avanti capirete perchè, non vi svelo nulla. Per il momento il raiting è verde, ma non escludo che possa divenire arancione o rosso in alcuni capitoli. Detto questo ringrazio tutti coloro che hanno avuto il tempo e il piacere di leggere questa mia. Sperando in qualche commentino in più, vi saluto!!!  
  
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